I peggiori tentativi di imitazione di cibo italiano che abbia mai assaggiato all’estero

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Non mangio quasi mai cibo italiano all'estero, tranne in caso di permanenze lunghe (ho vissuto un anno negli Emirati e ho avuto un appartamento con cucina per 9 mesi) o in caso di emergenza.

Penne ala arabiata:



penne scotte e sciape, con sugo crudo e formaggio al gusto piede d'atleta, il tutto accompagnato da una bruschetta burro e aglio, con il peperoncino pakistano più piccante mai assaggiato…

Certo, con un menù così, non mi aspettavo molto:


In Norvegia ho trovato questi:

Mentre negli Stati Uniti, questi:

Gli "Spaghetti-O" li ho anche assaggiati da un amico inglese, la cui figlia era appassionata di questa roba…

Negli Stati Uniti, per necessità, visto che era l'unico locale nel giro di 100km, ho provato Pizza Hut:



L'impasto non era nemmeno male, la farcitura funghi, formaggio e spinaci crudi rivedibile, la colata di glassa di aceto balsamico se la potevano risparmiare, ma la cosa orrenda è quello che secondo le intenzioni, dovevamo spargere sopra:



Cosa si cucina ma non è realmente cibo?

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In Portogallo, "Sopa da pedra" (Zuppa di pietra). Una delle 7 meraviglie gastronomiche portoghesi, dicono.

La città de Almeirim, situata nella regione di Ribatejo, `è ritenuta la "capitale della zuppa di pietra"
Non ho mai assaggiato.


La leggenda della zuppa di pietra di Almeirim

Un giorno, un frate povero e affamato, che si trovava in pellegrinaggio nei dintorni di Almeirim, arrivò in un villaggio e bussò alla porta della casa di alcuni anziani. Troppo orgoglioso per chiedere semplicemente un pasto, mostrò una pietra e disse che voleva farci una zuppa, e che avrebbe avuto bisogno solo di una pentola e di un po' d'acqua.

I proprietari della casa, increduli, chiesero:

- Con quella pietra? Vogliamo vederlo. Questo è ciò che il frate voleva sentire.

Lo hanno fatto entrare e gli hanno dato la padella. La mise sul fuoco con la sola pietra e, alla domanda della padrona di casa se avesse bisogno di qualcos'altro, rispose che era necessario condire la zuppa e che, per renderla migliore, avrebbe dovuto aggiungere un po' di olio d'oliva.

La donna allora gli offrì, insieme all'olio d'oliva, un po' di sale, al che il frate rispose che bene, bene, sarebbe stato un po' di pancetta.

Poi disse che aveva bisogno di qualcosa per addensare la zuppa di sassi, come patate o fagioli avanzati da altri pasti. E così, il frate continuò ad addensare la zuppa.

Continuando, il frate disse che doveva aggiungere un po' più di colore e di sapore alla zuppa di pietra e così mise in moto i padroni di casa.

Sono andati a prendergli della carne, poi salsicce, chispe (zampa di maiale), coriandolo ecc. ecc.

Dopo poco tempo, la zuppa di pietra raggiunse l'ebollizione e si sentì un aroma meraviglioso.

Dopo il pasto, i vecchi, guardando con sospetto la pietra sul fondo della pentola, interrogarono il frate:

- E la pietra?

Al che il frate rispose con un sorriso sornione:

La pietra? Ora pulisco la pietra, che servirà per preparare il prossimo pasto.



400 g di fagioli rossi
1 kg di carne di maiale (orecchio e testa di maiale)
200 g di carne di maiale (costine)
250 g di manzo (per la cottura)
100 g di pancetta (bacon)

Chispe



È meglio la cucina francese o la cucina inglese?

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Sebbene la cucina inglese non sia male come molti dicono, la cucina francese è letteralmente su un altro pianeta.

E' la cucina che preferisco in assoluto.

Ogni regione della Francia ha la sua specialità:


Soupe à l'oignon (Parigi, ma tutta la Francia)


Coq au vin (Borgogna ma anche Auvergne)


Escargot à la bourguignonne (Borgogna)


Choucroute alsacienne (Alsazia, diversa dai crauti tedeschi per i tipi e la qualità delle carni


Quinche Lorraine (Lorena)


Bouillabaisse (Mediterraneo, Marsiglia) La zuppa di pesce alla francese


Ratatouille (Nizza e Côte d'Azur) La caponata in versione francese


Cassoulet toulousain (Tolosa)


Confit de canard (Guascogna)


Foie gras (Périgord) - Lo so che è prodotto in modo inumano, ma è la quitessenza della cucina francese.


Galette bretonne (Bretagna) Come in italia sia va in pizzeria, in Francia si va in crêperie


Ostriche di Cancale (Normandia)


Agnello pré salé Agnelli allevati sulle coste di Normandia, pascolano su prati che il mare raggiunge, il sapore è unico



E due dolci:

Tarte Tatin (Pays de Loire)


Saint-Honoré (tutta la Francia) Crema creata in onore di sant'Onoré di Amiens)



Com'è nato il bacon e perché si chiama così?

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Le origini del bacon risalgono al 1500 a.C.

Ciò che sorprende è che abbia avuto origine nell'antica Cina. A quel tempo, i cinesi stavano stagionando la carne di maiale con il sale dando vita a quello che sarebbe diventato il bacon.

Alla fine, attraverso le loro conquiste, Romani e Greci vennero a conoscenza del processo di stagionatura e iniziarono a produrre la propria pancetta.

La prima forma di pancetta degli antichi romani era conosciuta come petaso, che era una spalla di maiale bollita con fichi secchi, rosolata e servita con il vino. Si pensa che la parola "bacon" abbia molte possibili origini: la parola francese bako, il termine germanico bakkon e l'antica parola teutonica backe. Tutti termini che fanno riferimento alla schiena del maiale.

Nel 17° secolo la a parola "pancetta" si è evoluta per indicare la pancetta di maiale salata e affumicata che conosciamo e amiamo oggi.


Culàti di Valdagno

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I culàti di Valdagno sono fette di rape bianche essiccate, prodotti nel tardo autunno per la conservazione. Tale tradizione sta scomparendo, venendo meno la necessità di conservare le rape con questo sistema. I Culàti erano consumati dopo essere stati cotti in padella, solitamente accompagnando piatti di carne.

Brasato

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Il brasato è una carne cotta lentamente con vino, brodo e spezie.
La cottura prolungata a temperatura media, permette al collagene di sciogliersi e rendere la carne più morbida e appetibile.
Quando il brasato viene cotto in un liquido alcolico (vino o birra), è richiesta una marinatura.
Il fondo di cottura è molto importante per la realizzazione del piatto. Prima filtrato o frullato, poi ridotto e adagiato sul brasato tagliato a fette.
Brasare deriva dal termine dialettale "brasa", ovvero brace.
La pentola, contenente il pezzo di carne e il resto degli ingredienti, veniva circondata dalle braci e lasciata cuocere da un minimo di 2 ore fino a massimo di 7/8 ore (ciò dipende dal taglio della carne).
In Italia è un tipico piatto del nord della penisola ed è spesso servito con la polenta: esempio classico è il brasato al barolo.
È importante che il vino abbia una bassa acidità, come ad esempio nebbiolo (con le cui uve vengono fatti Barolo e Barbaresco) o il suo clone valtellinese chiavennasca (con cui vengono fatti Sassella o Inferno).
Il brasato si accompagna al vino stesso che si è usato per la cottura, in generale a vini rossi, corposi, come il Barbaresco e il Barolo ma anche frizzanti come la Bonarda.

Ciavarro

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Il ciavarro (in dialetto ripano, "lu ciavarre") è un piatto originario della città di Ripatransone, nel Piceno, una sorta di minestra a base di legumi.
Una volta piatto tipico del 1º maggio, di quando cioè si poteva dar fondo alle rimanenze, poiché le provviste alimentari iniziavano ad essere integrate dai nuovi prodotti, "lu ciavarre" si può oggi preparare in ogni momento dell'anno, in quanto gli ingredienti sono in vendita nei supermercati e presso i Consorzi Agrari.
A Ripatransone, d'estate, ad esso viene dedicata un'apposita sagra.
Gli ingredienti di base che lo compongono sono: grano, orzo, granoturco, fava, favino, ceci, cicerchia, piselli secchi, fagioli borlotti secchi, fagioli bianchi piccoli, lenticchie.
I legumi ed i cereali devono essere messi a bagno in acqua tiepida ed in casseruole diverse per almeno quattro ore; poi si procede alla cottura con tempi diversificati. Le dosi di ogni ingrediente sono a piacere. Per il condimento occorrono (esempio per 4 persone): 200 grammi di pancetta affumicata, cinque spicchi d'aglio, cinque foglie d'alloro, rosmarino, mezza cipolla, 200 grammi di pelati, un pizzico di peperoncino, olio e sale. Appena il sugo è pronto, mescolarlo con tutti i legumi ed i cereali, e servire su di un piatto fondo, dove precedentemente sono state messe alcune fette di pane abbrustolito.

 
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