Davide Scabin, uno degli chef italiani più celebri e innovativi, si racconta in un'intervista che mescola ricordi personali, affetti ritrovati e critiche pungenti al mondo della ristorazione. L'ex chef del Combal.Zero, noto per la sua cucina sperimentale e provocatoria, rivela una svolta radicale nella sua vita privata e non risparmia commenti taglienti sul panorama gastronomico attuale.
Scabin descrive il suo passato come una vita vissuta in modo "primordiale", tra "alcol, donne e sigarette". Una fase che ha deciso di chiudere drasticamente: "Ora non bevo più e ho trovato l’amore". Confessa di essere stato uno "sciupafemmine" e di aver detto basta con le donne nel 2015. Oggi, invece, afferma: "Oggi sto con una persona che mi regala il senso di infinito", un'affermazione che indica una ritrovata serenità e stabilità emotiva. Tra i suoi aneddoti, spicca anche la pratica del digiuno, che a suo dire lo fa andare "a 500 all'ora".
La sua visione del mondo della cucina italiana è tutt'altro che entusiasta: "La cucina italiana? È ferma, non vedo geni gastronomici in giro". Una critica diretta che suggerisce una mancanza di innovazione e creatività nel panorama attuale, in contrasto con il suo approccio sempre proiettato al futuro.
Scabin ricorda con amarezza il momento in cui la Guida Michelin gli tolse una stella: "Quando Michelin mi tolse la stella senza motivo, fu una sportellata in faccia." La sua reazione, tuttavia, fu tutt'altro che arrendevole, dimostrando il suo spirito indomito: "La mia reazione? Alzai i prezzi. E il ristorante andò sold out per sei mesi." Un gesto provocatorio che si è rivelato un successo commerciale, mettendo in discussione i meccanismi di valutazione e il potere delle guide.
Il racconto tocca anche la sua infanzia e, sorprendentemente, le sue idee politiche: "Sono l’unico comunista che conosco che non ha mai votato a sinistra…" Una frase che racchiude il suo spirito anticonformista e la sua capacità di non allinearsi, anche su temi delicati come la politica.
Le cause delle sue critiche al mondo della ristorazione possono derivare dalla sua esperienza personale di innovatore spesso incompreso e dalla sua visione di una cucina in continua evoluzione, che fatica a trovare riscontro nel panorama italiano. La delusione per la perdita della stella Michelin, percepita come ingiusta, ha rafforzato la sua indipendenza di pensiero. Il suo cambiamento di vita riflette una ricerca di equilibrio personale e di benessere, spesso in contrasto con i ritmi frenetici e le pressioni del suo mestiere.
Le implicazioni sociali delle sue dichiarazioni risiedono nel suo ruolo di figura influente. Le sue critiche alla cucina italiana possono stimolare un dibattito necessario sull'innovazione e sulla capacità di guardare oltre le tradizioni. La sua storia personale di superamento di dipendenze e la riscoperta dell'amore offrono un messaggio di speranza e cambiamento.
Economicamente, la sua reazione alla perdita della stella Michelin dimostra come una strategia di marketing audace, unita a una forte reputazione, possa trasformare una presunta sconfitta in un inatteso successo commerciale.
Le parole di Davide Scabin offrono uno spaccato intimo e schietto di un personaggio complesso, che non ha paura di mettersi in gioco, sia nella vita che nella critica, e che continua a stimolare riflessioni sul cibo, sulla vita e sul successo.
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