Floridita

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«My mojito in La Bodeguita, my daiquiri in El Floridita»
(Ernest Hemingway)



El Floridita o, più semplicemente, Floridita è uno storico ristorante di pesce e cocktail bar dell'Avana vecchia, situato all'incrocio tra Calle Obispo e Calle Monserrate, nei pressi del Museo nazionale delle belle arti. Il locale è celebre soprattutto per essere stato uno dei preferiti di Ernest Hemingway.

Storia

Nello spazio occupato dal Floridita venne aperto un locale, chiamato "La Piña de Plata", già nel 1817. Quasi un secolo dopo il nome venne cambiato in "Florida", con il proposito di attrarre più clienti statunitensi, anche se rimase conosciuto come "Floridita" (con l'aggiunta del suffisso "-ita" che in spagnolo ha valore di diminutivo).
Nel 1914 Costantino Ribalaigua, immigrato di origine catalana, cominciò a lavorare al Florida e nel 1918 ne divenne proprietario. A lui viene accreditata l'invenzione del cocktail daiquiri negli anni trenta e a ciò si deve il soprannome dato al locale "la culla del daiquiri (la cuna del daiquiri in spagnolo).
Ernest Hemingway, che tra il 1932 e il 1939 alloggiò all'Avana nell'Hotel Ambos Mundos, poco distante dal Floridita, ne divenne assiduo frequentatore. Il suo legame con il locale è celebrato all'interno di questo con fotografie, cimeli, un suo busto e, dal 2003, una sua statua in bronzo a grandezza naturale, realizzata dall'artista cubano José Villa Soberón. I celebri frequentatori del Floridita furono comunque moltissimi, come Spencer Tracy, Gary Cooper e Jean-Paul Sartre.

Caratteristiche

L'arredamento è in stile Regency e in generale all'interno sono preservate le atmosfere degli anni quaranta e cinquanta, con i baristi che indossano caratteristiche divise bianche con giacca e papillon rosso.

Carnikavas nēģi

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La Carnikavas nēģi è una denominazione che designa le lamprede pescate e cucinate nella zona dell'estuario del Gauja, situato sul territorio del comune di Carnikava, in Lettonia.
La pesca è autorizzata (dal 1º agosto al 1º febbraio) e solo lungo il fiume Gauja del comune dove l'attività della cattura e della lavorazione delle lamprede è di antiche tradizioni.
La denominazione riguarda sia le lamprede fresche, sia le lamprede preparate in aspic, e dal 20 febbraio 2015, la Carnikavas nēģi è il primo alimento lettono iscritto nel registro europeo delle indicazioni geografiche protette (IGP).
A Carnikava esiste anche un sagra della lampreda che si svolge ogni anno alla fine di agosto.
A notare che nello stemma cittadino è raffigurata una lampreda.

Pizza-ghetti

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La pizza-ghetti è un piatto canadese diffuso soprattutto nella provincia del Québec.
Spesso servita nei fast food e nei ristoranti per famiglie, la pizza-ghetti consiste in una pizza tagliata in due parti e accompagnata da una piccola porzione di spaghetti al pomodoro. Una variante della pizza-ghetti consiste in una pizza che presenta degli spaghetti nella farcia. Sebbene sia la pizza che gli spaghetti siano considerati alla base della cucina italiana, questa combinazione è del tutto sconosciuta nel Bel paese.

Pizzaiola

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Viene definita alla pizzaiola una preparazione a base di fettine di carne e sugo di pomodoro.

Storia
La storia della pizzaiola è alquanto incerta, anche se l'origine è quasi certamente napoletana. La ricetta ha conosciuto una larga diffusione ed è stata oggetto di numerosissime reinterpretazioni. Il successo di questa particolare preparazione va individuato, oltre che nella semplicità di esecuzione, anche nel fatto che una volta terminata, si presta per essere usata come condimento per la pasta.

Ricetta
Ingredienti
4 fettine di carne
500 gr pomodori o pomodorini
2 spicchi d'aglio
origano secco abbondante
olio extravergine d'oliva abbondante
sale
200 gr di spaghetti o vermicelli

Preparazione
Scaldare l'olio in una padella e soffriggere leggermente l'aglio, tagliato grossolanamente. Aggiungere i pomodori tagliati a spicchi e il sale. Far cuocere il tutto per una ventina di minuti, a fuoco moderato e coperto. Mettere quindi l'origano e le fettine di carne (colarda, spalla o scamone), e portare a termine la cottura. Il sugo così ottenuto, una volta tolte le fettine da utilizzarsi come seconda portata, si presta per condire spaghetti o vermicelli.

Ragù

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Con il termine ragù si definisce un condimento a base di pomodoro e carne macinata o tagliata a pezzi cotta per molte ore a fuoco basso.

Etimologia
Tordelli, o tortelli, annegati in abbondantissimo ragù di carne
L'etimologia della parola ha le sue basi nel francese ragoût, sostantivo derivato da ragoûter, cioè "risvegliare l'appetito", e originariamente indicava dei piatti di carne stufata con abbondante condimento che era usato per accompagnare altre pietanze: in Italia, divenne l'accompagnamento tradizionale per la pasta nei giorni di festa.
Durante il periodo fascista, il regime tentò di "italianizzare" il termine, visto come non puramente italiano e quindi non consono al vocabolario fascista, trasformandolo in ragutto.

Preparazione
Conservazione casalinga in barattolo
Il ragù è composto da ingredienti che variano a seconda delle regioni, sono comunque solitamente presenti il pomodoro, la carne (di bovino ma talvolta mischiata con carne suina) e gli odori (sedano, carote, cipolla). In tempi recenti sono utilizzati anche ragù di pesce (di spigola, di cernia) o di tofu (nel menù vegetariano). Caratteristica comune dei vari ragù è la lenta cottura a fuoco medio-basso e la consistenza densa. I tipici ragù della cucina italiana sono il ragù bolognese e il ragù napoletano.
Alla tipica preparazione casalinga è affiancata oggi una produzione industriale in barattoli pronti all'uso.

Utilizzo
Nella maggior parte dei casi i ragù sono usati per condire pasta o sformati, ma nell'Italia settentrionale vengono anche utilizzati per accompagnare la polenta.

Salade niçoise

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La salade niçoise (in italiano "insalata nizzarda") è un tipico piatto a base di verdura fresca originario del sud della Francia ed in particolare di Nizza e della Costa Azzurra.
Il piatto è tipicamente estivo e costituito da pomodori, acciughe o tonno, uova sode e varie verdure fresche di stagione; in origine era composta invece soltanto da tre ingredienti: pomodori, acciughe e olio d'oliva.
Nella preparazione tradizionale moderna si utilizzano pomodori maturi e ben sodi, uova sode tagliate in quattro o a rondelle, filetti interi di acciughe sotto sale o sottolio (o, in alternativa, tonno), peperoni verdi a corno di bue, carciofi teneri o carciofini e/o fave fresche, olive nizzarde, cipolla rossa o cipollotti e/o ravanelli, basilico, eventualmente mesclun (insalatina mista), sedano e cetrioli, e si condisce con abbondante olio di oliva, sale e pepe in una insalatiera sfregata internamente con l'aglio; normalmente non si usa aceto.
Dagli anni '80 è usuale talvolta aggiungervi anche chicchi lessati di mais dolce o altri ingredienti come patate lesse, non previsti però nella ricetta originale, che utilizza esclusivamente verdure crude di stagione e del territorio.
Il piatto, con qualche variante, è tipico anche della zona costiera ligure, dove è chiamato condiglione (in genovese "condiggion" - pronunciato. "cundiggiùn", in ligure ponentino "cundijùn"), anche se con la possibile aggiunta di patate e fagiolini verdi lessi e priva di carciofi.

Salmorejo

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Il salmorejo (o salmorejo cordobés) è una zuppa fredda spagnola, tipica della zona di Cordova in Andalusia, a base di pomodoro, aglio, pezzi di pane duro, olio extravergine di oliva, aceto e sale, il tutto frullato con un frullatore ad immersione. La sua consistenza è quella di un purè o di una salsa; il piatto si serve con l'aggiunta in cima di spicchi di uovo sodo, pezzetti di jamón serrano (prosciutto crudo stagionato) e un filo di olio d'oliva.
Non va confuso con il gazpacho, da cui si differenzia per densità (è notevolmente più denso in quanto contiene grandi quantità di pane), gusto (più delicato) e colore (rosso arancione anziché rosso rosa per via del maggior tenore di olio). Va servito a temperatura ambiente.
A Osuna, in provincia di Siviglia, è noto come ardoria o aldoria.

 
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