La colazione è considerata elemento
importante di una dieta sana ed equilibrata,
associata in un gran numero di
studi a una buona assunzione di macro- e micronutrienti, a un miglior
controllo del consumo di cibo nell’arco della giornata, a riduzione
del rischio cardio-metabolico e a un significativo miglioramento
della funzione cognitiva e della prestazione scolastica nei più
giovani.
Tuttavia definire la colazione il pasto
più importante del giorno è ingenuo e risulta utile soltanto a chi
è in cerca di una soluzione semplice, la classica scelta binaria
sì-no senza mezzi termini,
mentre la realtà e più
complessa e la decisione di consumare questo pasto dipende da diversi
fattori, come l’importanza, il peso e la distribuzione degli altri
pasti della giornata, la nostra età, la nostra forma fisica e il
nostro livello di attività.
La selezione degli alimenti da
consumare a colazione è fortemente influenzata dal contesto
culturale che, come abbiamo visto, tende a cambiare con il tempo e
con la disponibilità di determinati cibi. Basti pensare che i
cereali da colazione, i fiocchi di mais oggi così diffusi sulle
tavole del mondo occidentale in infinite varianti — tutte, in
genere, fin troppo ricche di zuccheri — sono un’invenzione
relativamente recente, opera di John Harvey Kellogg, medico e
convinto sostenitore di
una dieta sana, pulita e priva
di alimenti di origine animale, eccettuati yogurt e piccole quantità
di latte:
il tutto per domare le subdole
tentazioni della carne che così tanto tormentavano il suo spirito
profondamente religioso.
Anche limitandoci al nostro paese le
abitudini relative alla colazione sono comunque molto variabili, dal
classicissimo e irrinunciabile appuntamento con cappuccino e cornetto
— croce e delizia di milioni di italiani — a colazioni più
ricche in cui prodotti salati affiancano o sostituiscono il dolce,
come avviene in alcune regioni del nord.
È evidente che la differente
composizione della colazione determina differenze anche notevoli
nell’apporto calorico giornaliero e nel consumo di specifici
nutrienti, differenze di cui sarebbe necessario tenere conto negli
studi sul tema e, più in generale, nella vita di ogni giorno.
Un problema simile esiste quando si
parla dell’orario in cui la colazione è abitualmente consumata.
Se infatti si indica una fascia
oraria specifica è possibile che si includa nel gruppo di quelli che
fanno colazione i soggetti che invece lavorano durante la notte e
fanno uno spuntino al termine del turno o, all’estremo opposto,
soggetti che consumano uno spuntino prima del pasto diverse ore dopo
essersi svegliati, soggetti che in definitiva la colazione non la
fanno proprio.
Distinzioni di questo tipo possono
apparire come questioni di lana caprina ma hanno invece un profondo
impatto
dal punto di vista fisiologico
e possono influenzare in maniera pesante gli esiti di un’indagine,
portando a risultati distorti che
non rispondono al quesito che ci siamo effettivamente posti.
0 commenti:
Posta un commento