Takoyaki-mania: da Osaka alle strade d’Italia, il boom delle polpette di polpo giapponesi


Nascono come cibo di strada a Osaka, ma oggi conquistano anche i palati italiani: le takoyaki, piccole sfere di pastella ripiene di polpo, sono il nuovo street food giapponese che sta facendo impazzire gourmet e curiosi.

C’è un profumo inconfondibile che aleggia tra i vicoli affollati di Dotonbori, cuore pulsante di Osaka. È l’aroma fragrante delle takoyaki, le celebri polpette di polpo giapponesi che da decenni attirano turisti e locali attorno a piastroni roventi e gesti sapienti. Oggi, questo cult dello street food nipponico sta vivendo un momento di gloria anche in Italia, tra festival gastronomici, food truck e bistrot asiatici che ne propongono versioni sempre più fedeli all’originale.

Il termine “takoyaki” deriva da tako (polpo) e yaki (grigliato/cotto), e descrive esattamente la loro natura: palline di pastella croccanti fuori e morbide dentro, con un cuore di polpo cotto, cipollotto, zenzero marinato e croccanti tenkasu (frammenti di pastella fritta). Vengono cotte su una speciale piastra bombata e girate abilmente con bacchette metalliche fino a diventare perfettamente sferiche.

Tradizionalmente vengono servite caldissime, condite con salsa takoyaki (simile alla Worcestershire), maionese giapponese, alga aonori e fiocchi di tonnetto essiccato (katsuobushi), che si muovono visibilmente per effetto del calore, dando un tocco quasi "vivente" al piatto.

Le takoyaki sono nate negli anni Trenta grazie a un venditore ambulante di Osaka, Tomekichi Endo, che modificò una ricetta precedente chiamata akashiyaki (più morbida e servita con brodo) dando vita a una delle specialità più amate della cucina giapponese. Osaka, da allora, ne è diventata la capitale spirituale e materiale: ogni angolo della città ospita piccoli stand che le servono al momento, spesso a prezzi irrisori.

Negli ultimi due anni, complici l’esplosione della cultura pop giapponese e il crescente interesse per lo street food autentico, anche in Italia le takoyaki sono diventate sempre più visibili. Dapprima timidamente nei ristoranti giapponesi gestiti da chef del Sol Levante, oggi anche nei mercati urbani, nei locali fusion e durante fiere a tema Asia.

In città come Milano, Torino, Roma e Bologna, non è raro trovare food truck dedicati, spesso con cuochi giapponesi alla piastra. Alcuni propongono anche versioni vegetariane, con funghi shitake al posto del polpo, o creative, con formaggio o pancetta, pur mantenendo l’estetica e la cottura tradizionali.

Le ragioni del successo sono diverse: innanzitutto, le takoyaki sono spettacolari da vedere, grazie alla piastra rotonda e alla coreografia della cottura. Poi sono comfort food puro: croccanti fuori, cremosi dentro, saporiti e divertenti da mangiare. Infine, sono perfetti per i social: piccoli, colorati, unici nel loro genere.

In Italia, oggi è possibile trovare ingredienti e piastre per takoyaki nei negozi specializzati o online. Prepararle in casa è un’esperienza affascinante, anche se richiede un po’ di manualità. Ecco una versione base per 4 persone:

Ingredienti:

  • 200 g di farina per takoyaki (o farina 00 con un pizzico di dashi granulare)

  • 2 uova

  • 500 ml di brodo dashi

  • 200 g di polpo cotto a dadini

  • 2 cucchiai di zenzero marinato (beni shoga)

  • 2 cucchiai di cipollotto tritato

  • 2 cucchiai di tenkasu (tempura crumbs)

  • Olio per ungere la piastra

Per guarnire:

  • Salsa takoyaki (o okonomiyaki)

  • Maionese giapponese

  • Aonori (alga in polvere)

  • Katsuobushi (fiocchi di tonno essiccato)

Preparazione:

  1. Mescolate farina, uova e brodo fino a ottenere una pastella fluida.

  2. Scaldate la piastra per takoyaki, ungetela bene e versate la pastella in ogni incavo.

  3. Aggiungete un po’ di polpo, cipollotto, zenzero e tenkasu in ogni pallina.

  4. Quando la parte inferiore inizia a solidificarsi, girate ogni takoyaki con uno spiedino.

  5. Cuocete fino a doratura uniforme.

  6. Servite subito con le salse e i condimenti sopra.

Le takoyaki si sposano benissimo con birre leggere, lager giapponesi o anche con un calice di prosecco brut, per contrastare la grassezza del piatto. Se volete rimanere in tema, provate un sakè leggero o un tè verde freddo per un pairing autentico.

Il successo delle takoyaki in Italia è solo l’ultima tappa di un percorso più ampio: quello di un paese sempre più affascinato dalla gastronomia giapponese vera, quella che vive di regionalismi, dettagli e rituali. Dietro ogni pallina c’è una storia di tradizione, di perizia e di convivialità. Non è solo uno snack: è un modo di mangiare insieme, in piedi, per strada, magari ridendo mentre ci si scotta la lingua.

Se non le avete ancora provate, è il momento di farlo. Che sia a Osaka o al mercato del sabato sotto casa, una cosa è certa: dopo la prima porzione, vorrete subito la seconda.



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