Pasta alla buttera maremmana: il sapore fiero della Maremma in un piatto rustico e generoso

Dalla terra aspra e generosa della Maremma, patria di pastori e mandriani, arriva un primo piatto che racconta più di una semplice ricetta: la pasta alla buttera maremmana è l’essenza della cucina contadina toscana, fatta di pochi ingredienti ma carichi di carattere. Un piatto rustico, carnale, che scalda lo stomaco e il cuore con il gusto deciso del vitello stufato, la sapidità del pecorino stagionato e la nota bruna delle olive nere, spesso quelle toscane, piccole e coriacee, con la polpa intensa di chi è cresciuto sotto il sole.

Chi sono i butteri? Veri cowboy italiani, uomini a cavallo abituati a vivere a stretto contatto con la natura, tra pascoli, boschi e cavalli. Le loro giornate erano dure, e la cucina doveva esserlo altrettanto: niente fronzoli, solo sostanza. Ed è proprio da questo spirito che nasce la pasta alla buttera.

Ingredienti per 4 persone

  • 400 g di pasta corta (meglio rigatoni, pici o paccheri)

  • 300 g di carne di vitello (spalla o polpa) tagliata a pezzetti piccoli

  • 1 cipolla rossa di Tropea

  • 1 carota

  • 1 costa di sedano

  • 1 spicchio d’aglio

  • 150 g di olive nere denocciolate (meglio se toscane o taggiasche)

  • 100 g di pecorino stagionato grattugiato

  • ½ bicchiere di vino rosso robusto

  • Passata di pomodoro rustica (circa 300 ml)

  • Olio extravergine d’oliva

  • Sale e pepe

  • Peperoncino secco (facoltativo)

Preparazione

  1. Preparate il soffritto: tritate finemente cipolla, carota e sedano. In una casseruola capiente, versate 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva e fate soffriggere dolcemente il trito insieme all’aglio in camicia.

  2. Aggiungete la carne di vitello tagliata a pezzetti piccoli. Rosolatela a fuoco vivo finché non prende colore su tutti i lati, salate e pepate. Sfumate con il vino rosso e lasciate evaporare l’alcol.

  3. Unite la passata di pomodoro e un bicchiere d’acqua. Mescolate bene, abbassate la fiamma e fate cuocere coperto per circa 45-50 minuti, aggiungendo poca acqua se si asciuga troppo. La carne deve risultare tenera e il sugo denso.

  4. Aggiungete le olive e lasciate insaporire per altri 10 minuti. Se vi piace, potete aggiungere un pizzico di peperoncino secco per dare più corpo.

  5. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente e saltatela direttamente nel sugo, aggiungendo eventualmente un mestolo d’acqua di cottura per amalgamare.

  6. Fuori dal fuoco, mantecate con abbondante pecorino. Deve fondersi nel sugo, legare la pasta e regalare quel tocco deciso che fa la differenza.

Consigli della tradizione

  • La carne di vitello può essere sostituita da carne di maiale o addirittura da un misto. Alcuni butteri usavano anche resti di carne lessa del giorno prima: nulla si sprecava.

  • Il pecorino è essenziale: sceglietelo stagionato, con quel sapore netto che si sposa alla perfezione con il sugo corposo. Se amate i gusti forti, potete usare un pecorino romano.

  • Le olive non devono essere insapori: scegliete varietà locali, ben curate, magari sott’olio o in salamoia, ma mai dolciastre o anonime.

La pasta alla buttera non è solo un piatto, ma un omaggio alla terra maremmana. Racchiude il lavoro, la pazienza e il senso di comunità di un popolo abituato alla fatica e all’essenzialità. È un piatto che si cucina con calma, a fuoco basso, come si faceva un tempo nelle cucine con il focolare acceso.

E proprio per questo oggi è perfetto da riscoprire, da riportare in tavola nelle domeniche d’autunno o nelle sere in cui si sente il bisogno di sapori veri, forti, profondi. In un mondo di cibi veloci e insipidi, la pasta alla buttera maremmana resta un atto di resistenza, un gesto di appartenenza.

Un bicchiere di Morellino di Scansano o un Chianti classico sono compagni ideali per esaltare la struttura del piatto senza sovrastarlo. Come contorno, basta un'insalata di campo condita con olio grezzo e sale grosso o qualche verdura di stagione grigliata.

La Maremma non si racconta, si mangia. E in un piatto come questo c’è tutta la sua verità.


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