Le pappardelle sul cinghiale
(conosciute anche come "pappardelle al cinghiale") sono un
piatto tipico della Maremma Grossetana, Maremma Laziale, dell'Alta
Tuscia e dell’Alta Valnerina, terre ricche di selvaggina, che si è
diffuso anche nel resto della Toscana, dell’Umbria e nelle zone
interne delle Marche, nell'area di Genga.
Per la preparazione del piatto
occorrono, oltre alle pappardelle fatte in casa con farina e uova,
anche la carne di cinghiale, alcuni pomodori maturi che devono essere
passati (o, meglio ancora, conserva) vino rosso (possibilmente uno
della zona come il Morellino di Scansano o il Montecucco), cipolla,
sedano, carote, rosmarino, alloro, sale, pepe, peperoncino e olio
extravergine di oliva, possibilmente maremmano. Vi è chi vi aggiunge
delle olive.
Il cinghiale, tagliato a piccoli pezzi,
deve essere fatto marinare nel vino rosso con cipolla, carote
tagliate a pezzi, sedano e alloro, per almeno 12 ore.
Successivamente, si recuperano gli odori usati, si lavano, si tritano
e si fanno soffriggere in un tegame; una volta rosolato il tutto si
aggiunge la carne di cinghiale e si fa cuocere per un quarto d'ora
circa, aggiungendo anche il rosmarino, il peperoncino e un pizzico di
sale e pepe.
Subito dopo si aggiunge il passato di
pomodoro ottenuto precedentemente, un bicchiere e mezzo di vino rosso
e un filo di olio; si copre il tegame e si fa cuocere per circa 4 ore
facendo alcune pause di tanto in tanto durante la cottura.
Le pappardelle vanno cotte per tre
minuti circa in abbondantissima acqua salata bollente, con aggiunta
di un cucchiaio di olio. Una volta scolate si condiscono col ragù di
cinghiale ed il piatto è pronto.
0 commenti:
Posta un commento