L'acqua cotta è un piatto
tipico della cucina della bassa maremma, quindi sia della Maremma
grossetana che della Tuscia viterbese. Deriva dal pranzo tipico dei
butteri quando si trovavano in aperta campagna a seguito delle
mandrie. Alcuni trovano assonanze e commistioni con la medievale
zuppa arcidossina che però si basa su altri ingredienti. È una
zuppa povera, che varia di zona in zona a seconda della reperibilità
degli ingredienti, da qui il nome di acqua cotta.
Essendo principalmente una zuppa di
verdure gli ingredienti venivano raccolti direttamente in campagna,
oltre al pane sciocco, generalmente di grano duro, l'olio d'oliva e
il sale che i butteri portavano sempre al seguito nella catana,
tipico tascapane di cuoio. Per i motivi di cui sopra, le verdure, gli
ingredienti principali, variano molto a seconda del periodo in cui si
prepara tale pietanza, quindi ci si può trovare cardini
(polloni di carciofi), broccoletti, cicoria selvatica, cappucci,
fagiolini, borragine, pisciacane (tarassaco, noto anche come
dente di leone) e qualsiasi verdura possa dar sapore. Per
aumentarne il potere nutrizionale talvolta vengono aggiunti grassi
animali come una cotica (cotenna del maiale) e il battuto
(lardo sminuzzato con il coltello, sulla crosta del pane in mancanza
di un battilardo). Quest'ultimo veniva spesso usato per fare
il soffritto d'aglio e cipolla in un pignatto come inizio
della ricetta.
Il piatto si presenta in più varianti
in base alla zona, tuttavia la versione viterbese si presenta con
cipolla, aglio, cicoria, cicorione, acqua, olio d'oliva,
patate, erbe di stagione anche selvatiche, raramente funghi, uovo (il
cosiddetto uovo sperso), oppure, in alternativa, il baccalà
(acquacotta col baccalà) e pane di grano duro, che tradizionalmente
è senza sale, raffermo e/o abbrustolito.
Nella versione più diffusa in Toscana
prevede l'utilizzo di cipolla, pomodoro, acqua, olio d'oliva, sedano,
carota, basilico, pane casalingo raffermo abbrustolito, pecorino
grattugiato, uovo.
In agosto nella provincia di Grosseto
si tengono diverse sagre dell'acquacotta nei paesini alle pendici del
monte Amiata, tra cui Cana e Santa Fiora.
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