In basso forme di canestrato al pepe sovrastate da forme di provola appese a stagionare
Il Canestrato, o in siciliano
Canistratu e più raramente Tumazzu o Picurinu,
è un formaggio a pasta dura di latte vaccino misto a latte pecorino
o anche caprino prodotto in tutta la Sicilia, dove assume anche nomi
diversi legati a produzioni specifiche o locali d'eccellenza come ad
esempio canestrato vacchino o canestrato dei Nebrodi.
Il Canestrato rientra nell'elenco dei
prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) stilato dal Ministero
delle Politiche agricole e forestali (Mipaaf).
In Italia il termine canestrato si
riferisce anche a diversi altri formaggi che nell'ambito della loro
produzione prevedono l'uso di un canestro di giunco come ad esempio
il canestrato pugliese o il canestrato di Moliterno.
Storia
Citazioni del canestrato si trovano in
alcuni contratti di gabella siciliani risalenti al 1400. Troviamo
testimonianza del 1407 nel calmiere dei latticini dove è citato come
tumazza e in un calmiere del 1412 citato come cacio
vacchino. Un ulteriore riscontro si ha in una citazione nella
dieta del 1562 delle monache del monastero di San Castrenze a
Monreale (Palermo). La particolarità della mistura di latte del
canestrato si fa risalire alla necessità dei mandriani di bovini di
utilizzare il latte in eccesso delle pecore al seguito della mandria
durante il periodo primaverile.
Nome
Il termine canestrato fa riferimento ai
canestri di giunco utilizzati per produrre e conservare il formaggio.
Vengono però localmente utilizzati anche altri nomi, come tumazzu
o primosale, che fanno riferimento al grado di stagionatura.
Caratteristiche
Forma
Il canestrato ha una forma cilindrica con facce piane e talvolta concave, derivata dal canestro in cui viene prodotto. La crosta esterna è di colore bianco-giallognolo e su di essa sono evidenti i solchi lasciati dai giunchi che formano il canestro. Il canestrato è prodotto in forme che pesano tra i 4 ed i 14 chilogrammi. L'altezza dello scalzo varia dagli 8 ai 45 centimetri.Caratteristiche organolettiche
Il sapore e il colore della pasta
dipendono dalla stagionatura del canestrato. Il Canestrato fresco è
molto morbido e ha un gusto dolce con un colore molto chiaro tendente
al giallo paglierino. Il Canestrato stagionato ha invece un sapore
piccante e un profumo pungente, si presenta con una pasta più dura e
compatta dal colore giallo più scuro tendente al marroncino.
Produzione
Lavorazione
Si usa latte di vacca misto a latte
intero crudo di pecora e (o in alternativa) di capra; microflora
naturale e caglio in pasta di agnello o capretto. Il latte viene
fatto coagulare in una tina di legno alla temperatura di 35° con
caglio in pasta. La cagliata viene poi rotta e spurgata con le mani
dopo essere stata adagiata sulle fascere, o in siciliano
fascedde, nient'altro che i tradizionali canestri di giunco
che danno al canestrato la sua tipica forma lasciando i solchi sui
lati del formaggio.
Nella seconda fase la cagliata viene
cotta con la scotta calda a 80°. Le forme sono poi sistemate sul
tavoliere di legno per la fase fase di spurgo e di
acidificazione cui seguirà la salatura.
Salatura e stagionatura
Le forme destinate al consumo
immediato, dopo la fase di spurgo e di acidificazione, non vengono
salate. Queste forme sono chiamate tuma. Le forme da
stagionare, invece, sono salate a secco per dieci giorni consecutivi
e poi di nuovo, una volta alla settimana, per i successivi mesi
necessari alla stagionatura. Il Canestrato ha tre tipi di
stagionatura: da 8 a 10 giorni per il primosale, da 2 a 4 mesi
per il secondosale (o semistagionato) e oltre i 4 mesi per lo
stagionato. Il canestrato può prevedere o meno l'aggiunta di
pepe nero in grani o peperoncino. La stagionatura avviene su ripiani
di legno in locali freschi e ventilati. Talvolta avviene in cantine e
grotte naturali con pareti geologicamente naturali.
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