In Emilia Romagna abbiamo una
ricchissima varietà di piatti, per di più caratterizzati da forti
denotazioni locali, cosa che rende difficile una sintesi convincente
e che accontenti tutti.
Tuttavia provo a lanciarmi.
- cipolla, carota, sedano e pomodoro: la base del ragù. E il ragù abbonda in molti piatti emiliani.
- il Parmigiano Reggiano che si accompagna a moltissimi piatti, soprattutto primi.
- la pasta a base di ingredienti poveri come acqua, sale, farina, lievito e a volte uova. La pasta è alla base sia della sfoglia che viene usata per moltissimi primi, che per piatti unici come crescentine, tigelle, borlenghi, gnocco.
Ma soprattutto lui, sua maestà il
maiale.
Sono pochi i piatti emiliano -
romagnoli in cui non sia presente in una delle sue forme il maiale.
Pensate che in dialetto reggiano, maiale si dice nimeel che tradotto
vuol dire “animale”, ossia si identifica nel suino l’animale
per eccellenza. Nel dialetto parmigiano esistono addirittura due
termini per riferirsi al maiale, dove il termine
nimeel
identifica il maiale morto, mentre
gozèn
identifica quello vivo.
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