In Italia, ci sono alcune cose che non possono mancare a tavola: il cibo buono, il vino giusto e, quando il piatto di pasta o il secondo sono finiti, un pezzetto di pane per fare la scarpetta. Ma cos’è esattamente “fare la scarpetta” e perché è così amato dagli italiani?
L’origine del termine “fare la scarpetta” è avvolta in un po' di mistero. Ci sono varie teorie, ma nessuna può essere considerata definitiva. Una delle ipotesi più accreditate è che il termine derivi dalla parola “scarpa” proprio per la similitudine tra il gesto di raccogliere il sugo con il pane e quello di trascinare una scarpa sul pavimento. Il movimento del pane che raccoglie ogni goccia di salsa dal piatto richiama il gesto di strofinare qualcosa con la scarpa.
Un’altra ipotesi si basa su un uso dialettale, in cui la "scarpetta" indicava qualcosa di piccolo o semplice. Dato che il gesto della scarpetta era tipico di chi non voleva sprecare neanche un po' di cibo, potrebbe essere nato in contesti poveri, dove il pane era un bene prezioso, utile a recuperare anche l'ultima parte del pasto.
Fare la scarpetta non è solo un gesto, ma un vero e proprio rito. Dopo aver gustato un piatto di pasta, un brasato o una parmigiana, quello che rimane nel piatto è il sugo, e sarebbe un peccato non goderselo. Ecco allora che entra in gioco il pane, possibilmente fresco e con una buona crosta. Un piccolo pezzetto viene staccato e utilizzato per raccogliere il sugo rimanente, con delicatezza e precisione, cercando di pulire ogni angolo del piatto.
In alcuni contesti, fare la scarpetta è visto come un segno di apprezzamento per il piatto. Se una persona si prende il tempo di raccogliere l’ultimo goccio di sugo, vuol dire che ha davvero apprezzato ciò che ha mangiato. Tuttavia, ci sono anche contesti più formali in cui fare la scarpetta potrebbe essere considerato poco educato. Anche in Italia, infatti, la scarpetta può essere un gesto informale, da evitare nei ristoranti di alta classe o durante cene eleganti.
In Italia, ogni regione ha il suo modo particolare di vivere la scarpetta, anche se il gesto rimane più o meno lo stesso. Nel sud, dove la cucina è spesso ricca di sapori forti e sughi abbondanti, fare la scarpetta è quasi d'obbligo. Piatti come la pasta alla Norma o la parmigiana di melanzane sembrano essere stati creati appositamente per terminare con una bella scarpetta.
Nelle regioni del nord, dove la cucina può essere meno “sugosa”, il gesto è meno frequente, ma comunque apprezzato. In Emilia-Romagna, ad esempio, un buon ragù alla bolognese invita sicuramente a fare la scarpetta, soprattutto se accompagnato da un pane rustico.
Fare la scarpetta non è solo una questione di gesto, ma anche di tecnica. Ecco alcuni consigli per farla al meglio:
Il pane giusto: Non tutti i tipi di pane sono ideali per fare la scarpetta. Il migliore è il pane con una buona crosta croccante e una mollica soffice ma compatta. Il pane troppo molle potrebbe disintegrarsi a contatto con il sugo, mentre uno troppo duro potrebbe non riuscire a raccogliere bene il liquido.
La quantità di sugo: Non esagerare. Prendi solo un pezzetto di sugo alla volta, così il pane non si inzuppa troppo. È un'arte dosare il giusto equilibrio tra pane e salsa.
Il gesto: Il movimento deve essere fluido e naturale. Evita di strofinare troppo forte, ma nemmeno troppo leggero. Deve sembrare casuale ma efficace.
Quando farla: Anche se fare la scarpetta è un piacere personale, non è sempre adatto in tutte le situazioni. In una cena informale tra amici, è quasi d’obbligo, ma in una cena più formale è meglio aspettare un segnale di approvazione da parte dell’ospite.
Il bon ton tradizionale, specie nelle cene formali, è piuttosto rigido su ciò che si può o non si può fare a tavola. Tradizionalmente, fare la scarpetta non è ben visto in contesti eleganti, dove ogni gesto deve essere raffinato e controllato. In un contesto formale, la scarpetta può essere vista come un comportamento un po’ troppo "famigliare" e quindi inadatto.
Tuttavia, anche il galateo si è evoluto nel tempo e oggi, specie in occasioni meno rigide, è possibile fare la scarpetta con un minimo di discrezione. Alcuni suggeriscono di aiutarsi con la forchetta per accompagnare il pezzo di pane, rendendo il gesto meno evidente.
Il concetto di “fare la scarpetta” non è esclusivamente italiano, anche se è in Italia che trova la sua massima espressione. In Francia, ad esempio, esiste un gesto simile chiamato “saucer”, che consiste proprio nell’utilizzare il pane per raccogliere il sugo dal piatto. Anche in altre culture mediterranee, come la Spagna e la Grecia, il pane viene spesso utilizzato per "ripulire" il piatto, ma è in Italia che il rito assume un valore culturale e simbolico così forte.
In fondo, fare la scarpetta è l’espressione di una filosofia di vita legata alla cucina italiana: non si spreca nulla, e ogni piatto merita di essere gustato fino all’ultimo boccone. È un gesto semplice, ma carico di significato. Rappresenta il rispetto per il cibo e per chi lo ha preparato, l’amore per i sapori autentici e la volontà di vivere pienamente ogni momento a tavola.
La prossima volta che ti trovi davanti a un piatto di pasta al ragù, una gustosa zuppa o un secondo con un sugo irresistibile, non avere paura di fare la scarpetta. Con il giusto pane, la giusta tecnica e un po’ di eleganza, questo piccolo gesto ti permetterà di vivere appieno uno dei piaceri più semplici e gratificanti della cucina italiana.