Si definiscono
tortelli
alla piacentina (turtéi
in piacentino) un tipo di pasta ripiena tipico della provincia
italiana di Piacenza. Tradizionalmente sono considerati un piatto di
magro, cioè quelli privi di carne il cui consumo era concesso dalla
Chiesa cattolica nei giorni di venerdì, durante la Quaresima o alla
vigilia delle principali festività cristiane. Sebbene siano
frequentemente confezionati con due caratteristiche "code"
(turtéi cun la cua,
turtéi cun il cui
in piacentino), che conferiscono loro la distintiva "forma a
caramella", sono anche preparati in forma rettangolare.
Ricetta
All'impasto, composto da farina, acqua,
uova e sale, si aggiunge un ripieno costituito da ricotta, spinaci,
Grana Padano, noce moscata, uova e sale.
Vengono generalmente conditi con il
burro fuso, che può essere insaporito con qualche foglia di salvia,
e formaggio grana. A differenza che in altre zone del Nord Italia, in
cui i tortelli di "magro" vengono condititi solo con burro
fuso, in provincia di Piacenza è abbastanza diffuso servire il
piatto con un intingolo a base di funghi porcini (che può contenere
anche la salsa di pomodoro, oppure essere "in bianco").
Origini
La tradizione delle paste ripiene
dell'Italia settentrionale viene fatta risalire al Medioevo. La
ricetta del territorio di Piacenza era nota a Giovanni Boccaccio, che
definiva semplicemente piasentino la varietà locale del
tortello. Secondo alcune ricerche, la caratteristica chiusura della
pasta con due "code" alle estremità è menzionata a
partire dal 1351, l'anno in cui il nobile piacentino Bernardo
Anguissola ospitò Francesco Petrarca al castello di Vigolzone (PC).
Fu il feudatario a chiedere al personale di cucina di modificare dei
comuni ravioli in un qualcosa di più originale e visivamente
gradevole per i canoni estetici del poeta laureato a Roma in
Campidoglio. Con la stessa conformazione furono apprezzati e
descritti anche da un altro poeta, Giosuè Carducci, ospitato al
castello nel 1888 dal conte Cesare Anguissola.
Riconoscimenti
I tortelli alla piacentina sono
iscritti nell'elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali stilato
dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e sono
valorizzati con la Denominazione comunale d'origine a Vigolzone (PC).
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