Gulasch (adattamento
tedesco dell'ungherese gulyás) è un aggettivo derivato da
gulya "mandria di bovini" e nella gastronomia
ungherese indica una preparazione utilizzata soprattutto per la carne
bovina, ma adattabile anche per carni di pollo, ovino e perfino
pesce, che si è poi diffusa in tutta l'Europa centro-orientale e
centrale (da cui la grafia gulasch usata nei paesi di
lingua tedesca).
Nonostante all'infuori dell'Ungheria si
usi definire gulasch la preparazione compiuta, gulyás
in ungherese è un aggettivo, che potrebbe tradursi con "alla
bovara", e non si utilizza se non unito a un sostantivo: per
esempio gulyás-leves (zuppa alla bovara) o gulyás-hus
(carne alla bovara).
Si tratta di una preparazione per lo
più semiliquida (zuppa), che i mandriani cucinavano dentro un grande
paiolo messo sopra un fuoco alimentato dalla legna all'aperto quando,
ad esempio, trasportavano i pregiati bovini grigi di razza podolica
(razza bovina dalle lunghe corna) dalla pianura della Puszta ai
mercati di Moravia, Vienna e Norimberga.
Questo piatto sostanzioso a base di
carne, lardo, soffritto di cipolle e carote, patate e paprica era
l'ideale per riscaldare i robusti bovari discendenti di una razza di
cavalieri che era scesa in Europa verso la fine del secolo IX dalla
steppa del Caucaso.
Ma fu solamente verso la fine del XVIII
secolo che il gulasch dalla prateria arrivò ad essere
conosciuto dalle famiglie borghesi, per poi apparire sulla tavola del
popolo insieme ad altri stufati di carne, come i paprikás aggiustati
con la farina, la paprica e la tejföl (la panna acida), o il
pörkölt, chiamata anche la "rosolata della Puszta".
A varcare però i confini nazionali per entrare nei menu di tante
nazioni fu solamente il gulasch.
Mentre nella sua forma originale è
essenzialmente una zuppa a base di carne, in alcune varianti,
soprattutto fuori dall'Ungheria, viene cotto tanto finché,
asciugandosi, diviene una specie di spezzatino. Il colore rosso è
dato dalla paprica immessa in abbondanza, che, contrariamente a
quanto si possa credere fuori dall'Ungheria, non è molto piccante
(infatti la parola paprika in ungherese significa peperone).
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