Choucroute alsaziana

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La choucroute alsaziana, in francese choucroute d'Alsace, conosciuta anche come choucroute garnie, (traducibile in italiano "choucroute condita" o "crauti conditi") è un piatto a base di carne di maiale e crauti, tipico dell'Alsazia.

Nome

L'etimologia del termine choucroute è germanica, deriva da "sürkrüt", che significa "cavolo acido" (i crauti). Localmente, per estensione, il termine indica direttamente la choucroute alsaziana e non solo i crauti.

Caratteristiche

Il cavolo viene tritato grossolanamente e sottoposto a una fermentazione acida di diverse settimane, prima di essere cucinato. Il cavolo fermentato quindi costituisce la base del piatto, che però viene accompagnato da patate e da alcuni diversi tagli di carne di maiale. In particolare salsicce tipiche tedesche, lardo e pancette, altri insaccati simili al cotechino. Per insaporire si possono aggiungere chiodi di garofano piantati in una cipolla. È un piatto unico molto ricco di grassi.

Tartare

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La tartàre (in italiano tàrtara) è una preparazione di carne o pesce crudo tritati finemente, con il tritacarne o, meglio, al coltello, cui si possono aggiungere condimenti o salse, come cipolla, capperi, succo di limone, aceto balsamico, tuorlo d'uovo.

Descrizione

Alcuni esempi sono la "bistecca alla tartara", le tartare di tonno, di salmone, di cavallo o di cervo.
Il nome deriva dalla leggenda secondo la quale il popolo nomade dei tartari, originario dell'Asia centrale, non avendo tempo per cucinare, poneva la carne essiccata sotto le selle dei propri cavalli per trovarla ammorbidita al momento del pasto.
Nella cucina piemontese troviamo anche un piatto fatto con carne battuta al coltello (preparazione, quest'ultima, che ha il pregio di non "spremere" la carne, come avviene con la normale macinatura a macchina) e aglio a tocchetti, la cosiddetta carn crua ("carne cruda") o salada 'd carn crua ("insalata di carne cruda"), condita con olio d'oliva, sale, pepe e succo di limone. Spesso la carn crua è servita, in quantitativi modesti, insieme ad altri antipasti.
Varie versioni di tartàre esistono poi nella maggior parte delle regioni dell'Italia settentrionale. Nella cucina romagnola, ad esempio, la "carne cruda" è un macinato di girello o girello di spalla, lasciato a marinare in abbondante succo di limone, olio d'oliva, sale e pepe.

Bistecca alla tartara

Nota nel mondo occidentale con il nome di steak tartare, è un piatto a base di carne bovina o equina macinata o finemente tritata e consumata cruda.
La ricetta prevede che dopo essere stata triturata la carne deve o marinare nel vino o in altri alcolici oppure viene aggiunto del succo di limone e deve essere speziata. Viene servita con l'aggiunta di cipolla, capperi, un tuorlo d'uovo e talvolta con della salsa tartara o della salsa Worcester; è accompagnata da pane o crostini.
Questo piatto è diffuso principalmente nell'Europa centrale, in Francia, in Belgio e nei Paesi Bassi anche se risale al Medioevo, quando le navi genovesi entrarono in contatto con le popolazioni nomadi del Mar Nero orientale e l'uso di consumare carne cruda si adattò alla cucina genovese con l'aggiunta di tutti gli ingredienti con cui oggi lo conosciamo. Può presentare diverse varianti.

Varianti della tartàre di carne bovina

La steak tartàre di carne bovina viene servita in numerose varianti, a seconda del paese o della regione di riferimento.

Il filet américain

In Belgio, come nei dipartimenti francesi del Nord e del Passo di Calais, il trito di carne bovina cruda viene condito con maionese, mista a cipolla finemente tritata, salsa Worcestershire e capperi (questi ultimi possono essere serviti a parte). Questa preparazione prende il nome di filet américain (letteralmente: "filetto americano"). Ad esso si accompagnano, come contorno, patatine fritte (fr. = frites). Al ristorante il filet américain viene servito con accanto un boccettino di salsa Worcestershire, per eventuale aggiustamento secondo il gusto personale. Il filet américain può costituire la guarnitura di un sandwich e, se accompagnato da crudità, prende il nome di sandwich américain. La presentazione del filet américain su fette di pane tostato, con insieme delle crudità, prende il nome di cannibale. La denominazione di filet américain gli è stata attribuita dal suo creatore, lo chef Joseph Niels, che ne elaborò nel 1926 la ricetta originale.

Pericoli sanitari

A causa della mancata cottura questi piatti hanno probabilità maggiori di essere contaminati da batteri e parassiti.

Ratatouille

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Ratatouille è un piatto tradizionale provenzale a base di verdura stufata. Il nome completo della pietanza, originaria di Nizza, è ratatouille niçoise.

Versione francese

La parola ratatouille viene dall'occitano "ratatolha", simile al francese "touiller" che significa "rimestare". La ratatouille era originariamente un piatto per contadini poveri, preparato in estate con verdure fresche. L'originale ratatouille niçoise non conteneva le melanzane non essendo reperibili nello stesso periodo dell'anno delle altre verdure. Gli ingredienti originari della ratatouille tradizionale sono pomodori, zucchine, peperoni, cipolle ed aglio. Si possono aggiungere alcune erbe di Provenza e basilico.
La ratatouille francese può essere servita come piatto a sé stante (accompagnata da riso, patate, o semplice pane francese). Più frequentemente viene servita come contorno.

Piatti simili in altre cucine

Ricette simili esistono anche nella cucina italiana, in particolare la somiglianza è evidente con la caponata e la "peperonata" (senza melanzane e di frequente con patate) siciliana, cianfotta, ciambotta, tiella, ratatuia, spagnola (pisto), ungherese (lecsó); la versione greca (briami) include anche le patate. Un piatto turco simile, imam bayaldi ("l'imam in estasi") prevede l'utilizzo di piccole melanzane tagliate nel senso della lunghezza come vassoi nei quali servire la pietanza.
Nella cucina jugoslava (bosniaca, serba, croata, montenegrina) si utilizzano le uova e si chiama Sataras. Lo chef statunitense Thomas Keller ne ha inventato una variante in onore dell'omonimo film d'animazione.

Nei media

Il piatto è chiara ispirazione del film d'animazione Disney Pixar Ratatouille (in cui si gioca sull'assonanza della parola con "ratto", essendo il protagonista del film Rémy, un topo). Per migliorare la conoscenza della cucina durante la produzione della pellicola, il regista Brad Bird e il produttore Brad Lewis hanno passato molte ore a frequentare corsi di cucina nel ristorante French Laundry di Thomas Keller, colui che ha inventato la ricetta della variante della ratatouille presentata nel film.

Qual è l'economia dietro ai buffet “all you can eat”?

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Pure e semplici economie di scala.
Partiamo dall’assunto che il principale costo variabile di un ristorante, gli ingredienti per la preparazione di un piatto, sia inferiore ai costi domestici, per lo stesso risultato. Viste le grosse quantità infatti, i ristoranti hanno prezzi notevolmente più convenienti, di quelli che un normale privato possa ottenere, ma uno stesso piatto preparato a casa costa meno.
Il costo degli ingredienti è infatti solo una delle variabili che il prezzo integra. Diversi sono i costi fissi, in primo luogo c’è da considerare il costo della superficie, poi lo staff, l’energia, pubblicità, licenze, permessi ed altro. In quanto costi fissi appunto, possono variare solo marginalmente in rapporto al numero di clienti.

Con la formula “all you can eat”, il ristoratore dovrebbe poter contare su di una sala piena, ed anzi un veloce turn over di clienti, e quindi una riduzione della proporzione di spese fisse su ogni cliente. Inoltre tale formula incrementa l’efficienza del personale: preparare uno stesso piatto per più persone richiede uno tempo marginale regressivo, il che vuol dire che una teglia per 20 persone richiede meno del doppio del tempo della stessa pietanza per solo un cliente. Infine la maggiore richiesta di ingrediente aumenta il potere contrattuale del ristorante verso i suoi fornitori, i clienti si accontentanto uno standard di servizio inferiore ed aumenta il consumo di bevande a pagamento.





Quiche

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In cucina la quiche, equivalente dello sformato italiano, è un tipo di torta salata della cucina francese. Si prepara principalmente con uova e crème fraîche avvolti da un impasto a base di farina che si cucina al forno. La possibilità di includere altri alimenti permette di cucinare innumerevoli varianti a base di carne e vegetali (sedano, peperoncino, cipolle, porri, scalogni ecc.).

Etimologia

La parola quiche deriva dal tedesco Kuchen, che vuol dire in italiano "torta".

Varianti

La quiche lorraine (originaria della regione francese della Lorena) è la varietà più conosciuta di quiche. Ha come base la pasta brisé e contiene un ripieno di uova, crème fraîche e pancetta. Se si aggiunge il formaggio (generalmente quello svizzero, perché fonde meglio), non presente nella ricetta originale, si parla di quiche vosgienne. Quando si aggiunge la cipolla si chiama quiche alsacienne.

Cucina greca

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La cucina greca (Ελληνική κουζίνα) comprende una serie di piatti tipici, di vini e di dolci diffusi in tutta la Grecia e spesso presenti, con poche variazioni, nei paesi del bacino del Mediterraneo.

Cenni storici

La Grecia vanta una storia plurisecolare che tocca numerosi aspetti della cultura. Uno di essi è proprio la sua tradizione gastronomica, che ha influenzato le culture vicine e ne è stata influenzata sia nell'antichità sia in tempi più recenti.
Le fonti storiche e archeologiche suggeriscono che la cucina in Grecia antica fosse più articolata in quanto a tecniche e abbinamenti delle sue vicine già prima di Alessandro Magno. Successivamente quest'arte prese ad assumere maggiore rilievo sociale e, man mano che la civiltà ellenica aumentava la sua influenza sui paesi vicini, le ricche famiglie rivaleggiarono in lusso e raffinatezza. Avere un cuoco all'altezza del proprio prestigio familiare divenne una necessità. Questo modello venne successivamente esportato presso i latini e si fuse con la loro cultura divenendo la base di alcune ricette che si ritrovano ancora oggi in tutto i bacino del Mediterraneo.
I greci prediligevano soprattutto carne rossa e alimenti provenienti dalla pesca accompagnati da diverse varietà di vino, birra e idromele.
Mentre le origini di vari piatti della cucina greca risalgono al periodo dell'antica Grecia (Retsina, pasteli), al periodo ellenistico (loukaniko) o a quello bizantino (feta, avgotaraho), molti altri piatti tuttora ampiamente diffusi sono parte della tradizione della cucina ottomana e i loro nomi rivelano origini turche, arabe o persiane: moussakà, tzatziki, yuvarlakia, keftethes, boureki ed altri ancora.

La Grecia culla della cucina mediterranea

In Grecia, già a partire dal II secolo a.C., per diventare cuoco bisognava frequentare due anni di accademia e Timachida di Rodi (I-II secolo a.C.), letterato, poeta e studioso di arte culinaria legata al banchetto, scrisse undici volumi su "diverse sorte di banchetti". Il culto dei greci per Adefagèa, consacrata come dea della gastronomia, è la conferma di quanto fosse importante per questa grande civiltà l'argomento cucina. Quando i Romani occuparono la Grecia ne scoprirono anche le eccellenze gastronomiche e ne furono a tal punto conquistati da scatenare le vane proteste di Catone il Censore, che definì i Greci corruttori dei puri (più primitivi) costumi romani.
Così la cucina greca si trasfuse a Roma, le cui ricette divennero greche. E greca fu tutta la cucina dell'Impero bizantino che si ramificò in Italia ed in tutta Europa, tramite le repubbliche marinare prima e successivamente grazie alla fantasia gastronomica di italiani e francesi. Il Principe Arnaldo Zamperetti da Cornedo (XI-XII secolo), medico, storico, viaggiatore, mecenate, trovandosi a Rodi in missione diplomatica come ambasciatore della Serenissima Repubblica di Venezia, tradusse gli scritti di Timachida, trovati in una ricca biblioteca dell'epoca e, rientrato in territorio veneto, ne diffuse il contenuto, influenzando la cucina veneta con ricette greche ancora oggi invariate. Si può pertanto affermare che tutte le cucine europee, attraverso italiani e francesi, furono influenzate dalla cucina greca.

Impostazione del pasto tipico

Il pasto greco si apre con una serie di antipasti detti mezédes (μεζέδες) oppure orektiká (ορεκτικά). Segue un piatto principale che può essere a base di carne o pesce, spesso cucinati alla griglia o alla piastra, oppure un'insalata e formaggi. Seguono i dolci che possono essere al forno o al cucchiaio. Onnipresente è l'olio d'oliva, solitamente di alta qualità, che viene impiegato senza risparmio.

Antipasti: mezédes e orektiká

Nei mezédes si trova un'ampia anticipazione dell'offerta gastronomica complessiva. I mezédes, infatti, possono presentarsi semplicemente come una serie di sottaceti, sottoli e olive nere, oppure come piatti ricchi e complessi spesso distinguibili dai piatti veri e propri solo per le dimensioni in cui vengono presentati. I mezédes seguono la tradizione dell'antipasto e non si presentano molto diversamente da ciò che oggi è chiamato finger food, ovvero cibo da mangiare con le mani.
Particolarmente noti sono i dolmádes (δολμάδες; involtini di riso o carne tritata) e i pitákia (πιτάκια; sfogliatine ripiene di pollo, formaggio, carne tritata, verdura ecc.).
Vanno inoltre citate alcune tra le numerose salse che spesso accompagnano verdure fresche: la taramosaláta (ταραμοσαλάτα; salsa a base di uova di pesce), la melitzanosaláta (μελιτζανοσαλάτα; salsa a base di melanzane) e lo tzatziki (τζατζίκι; yogurt lavorato con cetriolo, aglio e olio), famoso e reperibile ormai in molti paesi del mondo. I mezédes sono spesso accompagnati da bicchierini di oúzo (liquore a base d'anice, servito allungato con acqua o ghiaccio) oppure di tsikoudiá (τσικουδιά) cretese o di tsípouro (τσίπουρο).

Piatti principali

Si trovano frequentemente piatti a base di carne come l'agnello o il porcellino da latte allo spiedo o alla piastra. Note preparazioni di questo tipo sono i souvlákia (σουβλάκια; spiedini cotti ai ferri e infilzati successivamente) e lo giouvétsi (γιουβέτσι; agnello arrosto con pasta cotta). Di chiara influenza turco-araba è il gyros (γύρος), una sorta di kebab di vitello venduto, molto spesso, agli angoli delle strade da chioschetti: il gýros viene servito come píta gýros (πίτα γύρος), cioè carne condita con tzatzíki, pomodoro e cipolla, arrotolata all'interno di una píta, cioè un pane basso e rotondo. Molto comuni le polpette come le soutzoukákia (σουτζουκάκια; polpettine di carne al sugo di pomodoro), i keftédes (κεφτέδες; polpettine fritte di carne o di legumi) e i dolma o dolmàdes (δολμάδες; polpettine di carne tritata o di riso avvolte nelle foglie di verza o di vite e poi condite con salsa di uova e limone). Similmente ai dolma, in Grecia viene preparata la gemistà, peperoni o pomodori ripieni.
Altrettanto frequenti sono i piatti al forno, di cui il più famoso è senz'altro il moussakà (μουσακάς), uno sformato di melanzane, patate, ragù e besciamella, seguito dal pastizio (Παστίτσιο). Particolare è anche l'offerta di sformati a base di verdure, come spanakopita (σπανακόπιτα). Nell'isola di Folegandros, appartenente all'arcipelago delle Cicladi, si può trovare una specialità locale, la matsata (ματσάτα), una sorta di spaghetti di farina bianca serviti con polpette di carne e sugo di pomodoro.
Nelle zone costiere e nelle isole il pesce prende il sopravvento sulla carne e viene servito in numerosi modi e praticamente ad ogni angolo della strada dalle tavérnes (ταβέρνες; trattorie), dai ristoranti e dai banchetti. Un tipico piatto è la taramosalata.
I latticini sono ingredienti molto importanti, in quanto la nazione è dedita alla pastorizia. I formaggi infatti costituiscono quasi un capitolo a sé stante dell'offerta gastronomica greca dal momento che ve ne sono molti e che le tradizioni di stagionatura locali aumentano questa varietà. Il più noto è la feta, formaggio di capra bianco, a pasta granulosa e di gusto leggermente asprigno. Meno famosi all'estero, ma diffusi in patria sono il kaséri (κασέρι), il manouri (μανούρι) di Creta, il kefalotiri (κεφαλοτύρι), il ladotýri (λαδοτύρι) nelle Isole Cicladi e Lesbo, i formaggi bianchi o gialli della Tessaglia, il metsovóne (μετσοβόνε) della cittadina tradizionale di Metsovo (Epiro). Altrettanto importante nella dieta del paese e nella sua gastronomia è lo giaoúrti (γιαούρτι, yogurt), che si gusta liscio o dolcificato con il miele del posto e le noci.
Al pari dei piatti di carne o pesce in Grecia si trova una offerta tradizionale di insalate ricche delle numerose verdure solitamente prodotte in loco. La più famosa è senza dubbio la khoriátiki salàta (χωριάτικη σαλάτα), l'insalata alla greca, con fette di cetriolo, pomodoro e condita con olio extravergine, origano, olive, peperoni, cipolle fresche a fette, e pezzetti di formaggio feta.


Dolci

Tipici della zona sono i dolci a base di pasta fillo, che si possono trovare in diverse varianti anche nei paesi vicini. Tra questi il galaktoboureko (γαλακτομπούρεκο; sfoglia e crema), il kataífi (κανταΐφι; sfoglia filettata ripiena con mandorle tritate e bagnata con sciroppo), i diples (δίπλες; o thiples, strisce di pasta sfoglia fritte nell'olio ed immerse nello sciroppo o nel miele caldo), e il baklavás (μπακλαβάς; strati di sfoglia alternati con mandorle tritate e miele), quest'ultimo molto comune anche nella vicina Turchia.
Com'è tipico delle zone del bacino mediterraneo abbondano i dolci a base di mandorle, come i tipici kourkoubinia (κουρκουμπίνια), i kourambiédes (κουραμπιέδες), o di frutta secca e miele, come i melomakárono (μελομακάρονα; alla cannella e miele ricoperti con pistacchi) e i forni producono svariati biscotti molto simili a quelli che si trovano comunemente nelle regioni dell'Italia meridionale.
La Grecia è un grosso produttore di frutta e le marmellate abbondano sia come ripieno o guarnizione di crostate, sia come dolce a sé. Meritano di essere menzionati i dolci a base di sesamo come l'khalvàs (χαλβάς; tipico della Macedonia, alle mandorle o pistacchi, cannella e chiodi di garofano), il ravaní e il sámali (dolci sciroppati con zucchero, latte, scorza tritata di arancia e limone).

Vini e alcolici

La Grecia è tradizionalmente un importante produttore di ottimi vini, di cui il più noto è la Retsina (Ρετσίνα), un bianco secco resinato. Citiamo anche il Kokkineli (Κοκκινέλι), un vino rosato secco e meno resinato del Retsína, l'Akhaia Clauss e il Robola di Cefalonia. Inoltre, il Mantineia di Tripolis, il Naoussa, al sapore fruttato, il Rapsani dal Monte Olimpo, il Nemea, il Cambas, il Boutari, l'Agiorgitiko dei preti del Monte Athos, e il Goumenissa di Naoussa, nero e amaro. A questi si uniscono vini dolci come il Mavrodafni di Patrasso e il Samos, dolce e affine al Vin Santo, che, solitamente, si accompagna ai formaggi.
Completa il panorama la produzione di distillati come il Metaxa, il Cambas e l'Achaia Clauss. Tra le bevande alcoliche, si possono menzionare il tipico liquore Ouzo a base di anice, l'Ippocrasso, bevanda alcolica a base di vino, ed il rakomelo, bevanda calda aromatizzata al miele.

Caffè

Bevanda principe come in quasi tutti i paesi mediterranei, l' Ellinikós kafés (Ελληνικός καφές; caffè greco) si beve lungo la giornata e non a fine pasto. Viene servito in tazza piccola da locali detti kafenía e lascia sempre un sedimento che non viene bevuto; è sostanzialmente analogo al caffè turco, vastamente diffuso nella penisola balcanica. In molti bar viene servito il frappé, una bevanda fredda a base di caffè istantaneo, acqua, latte e ghiaccio.

Pljeskavica

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La pljeskavica (pronuncia: plièscaviza; in serbo, Пљескавица) è un piatto molto popolare della penisola balcanica, originario di Leskovac (Serbia). Si mangia prevalentemente negli Stati dei Balcani occidentali (Serbia, Slovenia, Croazia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Macedonia), ma può essere trovata anche in Romania e Bulgaria oppure, più raramente, in alcuni fast food balcanici in Germania e Austria.
È fatta con un misto di carni (due o più fra agnello, manzo, maiale e vitello) grigliate con cipolle. È fatta dallo stesso impasto che si prepara per i ćevapčići. Può essere servita da sola o con dei contorni (come spesso avviene in Serbia) oppure ancora in una pita. Spesso viene condita con kaymak, ajvar o urnebes.
La più famosa è la leskovačka pljeskavica (pljeskavica di Leskovac): solitamente è fatta di carne di manzo o maiale ed è servita molto speziata e con contorno di cipolle. Esistono altre due versioni molto comuni: la šarska pljeskavica (pljeskavica dei Monti Šar), fatta di carne di manzo ripiena di kashkaval (formaggio simile al caciocavallo), e la hajdučka pljeskavica (pljeskavica degli hajduk), fatta di carne di manzo mista a carne di maiale affumicato.

Merguez

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La merguez in Arabo ﻤﺮﻛﺲ) è una salsiccia fresca piccante a base di carne di manzo o di montone, originaria della cucina nord africana. È molto popolare anche in Medio Oriente e in Europa, in particolare in Francia, nell'ultima decade del ventesimo secolo. La salsiccia viene speziata generosamente con il cumino, il peperoncino o l'harissa (il che lo rende un piatto dal sapore piccante e gli conferisce il suo tipico colore rosso) e con altre spezie come il rhus, il finocchio e l'aglio. La merguez viene solitamente mangiata grigliata. La variante secca della salsiccia viene usata per aggiungere il suo sapore caratteristico al tajine (pietanza di carne in umido). Viene anche gustata all'interno dei panini e con delle patatine fritte.

Etimologia

La merguez, termine di cui esistono diverse trascrizioni anche in arabo (mirkas (ﻤﺮﻛﺲ), plur. marākis (ﻤﺮﺍﻛﺲ), mirkās (ﻤﺮﻛﺎﺱ), markas (ﻤﺭﻛﺲ) e mirqāz (ﻤﺮﻗﺲ)) è una famosa salsiccia originaria della regione del Maghreb. L'esitazione nel prounciare, all'interno del nome, la k al posto della q, probabilmente riflette la pronuncia del fonema /ɡ/, per la quale non esiste una pronuncia ben definita e, dunque, non ha rilevanza fonologica. Ulteriori elementi fuorvianti dipendono dal fatto che, il alcuni dialetti del Maghreb, la ventunesima lettera dell'alfabeto arabo, ovvero la lettera Qāf, viene talvolta pronunciata con l'occlusiva velare sonora [ɡ], come allofono dell'occlusiva uvulare sorda [q]. Si attesta che il primo utilizzo del termine mirkās or merkās in Arabo Andaluso risalga al dodicesimo secolo. Un autore collega il termine con il vocabolo spagnolo morcilla or morcon.



Choripán

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Il choripán è un preparato gastronomico di origine argentina costituito da due fette di pane, talvolta tostato, che contengono chorizo accompagnati talvolta da chimichurri o salsa criolla. Nel XXI secolo alcuni restoráns e carritos vendono choripanes con foglie di lattuga ed altri ingredienti.

Trattoria

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La trattoria è un esercizio pubblico, prevalentemente di tipo popolare, tipicamente italiano, destinato alla vendita e consumazione dei pasti in loco. Il nome deriva da trattore, "oste" che a sua volta viene dal francese traiteur, derivato di traiter, "trattare, preparare".
Alcuni di questi esercizi possono essere rinomati e ricercati per la qualità dei cibi e per la caratterizzazione, quasi sempre di cucina locale-regionale, delle preparazioni.
L'economicità dei prezzi praticati è una attrattiva di questi locali a cui fa riscontro una maggiore semplicità nel servizio e negli arredi, ma non nella qualità e quantità dei cibi offerti che spesso è di ottimo livello.

Cistorra

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La cistorra (dal basco txistor, salsiccia; in aragonese si conosce come choriceta) è un tipo di insaccato di origine basco-navarra e aragonese elaborato con carne macinata fresca di maiale, anche se può essere un miscuglio di carni di maiale e di manzo, e che contiene tra un 70% e 80% di grasso dipendendo dalla categoria, oltre a aglio, sale e paprica; quest'ultima le conferisce un colore rosso caratteristico, ci possono essere anche erbe aromatiche (generalmente prezzemolo). Si suole consumare fritta o grigliata.

Caratteristiche

La cistorra si caratterizza per essere un insaccato che si lascia stagionare molto poco tempo (si stabilizza già in 24 ore tra i 2 e 8 °C), all'interno di una vescica di intestino tenue naturale o di plastica. Il prodotto stagionato rimane più morbido di un salame, non supera il diametro di 25 millimetri e i 40 centimetri di lunghezza (esistono casi in cui arriva fino al metro di lunghezza). All'origine, probabilmente era elaborato con le parti meno appetibili della macellazione che, in Guipúzcoa, forse per ragioni climatiche o economiche, era fatto poco prima dell'arrivo dell'inverno. In alcune località (Lodosa) si denomina birika, in euskera birika significa polmone, giacché si deduce che l'ingrediente principale erano i polmoni del porco.
Nei Pirenei aragonese (Salvatierra di Esca, Ansó) si distingue la cistorra, elaborata solo con carne, da un'altra varietà della stessa denominata berica o beritaco che include, oltre i polmoni, la testa disossata del maiale e il liviano (pancreas). Nei dintorni di Jaca esiste anche un'altra varietà, dove si includono oltre il fegato, altre frattaglie del maiale, che riceve il nome di arbiello, parola che in aragonese significa esofago, giacché è questa la vescica utilizzata per insaccare gli ingredienti.
In alcune località della provincia di León si prepara la Cistorra di León, elaborata con maggiori quantità di carne bovina. Oggigiorno si vende fresca, ma sempre più frequentemente si trova confezionata sotto vuoto nei supermercati spagnoli.

Elaborazione

Si trita finemente la carne preventivamente refrigerata nel tritacarne con la trafila da 8. Si aggiungono i condimenti e si omogeneizza accuratamente, lasciando riposare 2 ore in camera frigorifera. Insaccare in trippa di agnello di 22/24 e porzionare attorcigliando. Lasciare ventilare a temperatura ambiente durante 1 ora e dopo asciugare a 12 °C con un'umidità relativa intorno al 76%. Il tempo di essiccamento è limitato a due o tre giorni, giacché questo insaccato, pur se fermentato, si consuma abbastanza fresco e quasi sempre fritto. Esistono sul mercato preparati completi per insaporire e preparare qualsiasi tipo di insaccato: seguendo le istruzioni si ottengono generalmente dei risultati accettabili anche con preparazioni domestiche fatte da mani non esperte.

Preparazione

La cistorra si suole mangiare grigliata o fritta, generalmente accompagna altri piatti, uno dei più popolari è la preparazione con uovo fritto o uova strapazzate e patate (huevos rotos con chistorra y patatas). Di solito si frigge intera, ma poi si serve in pezzi più piccoli (tapa di cistorra) che di solito si accompagnano con il vino bianco (txakoli). A volte costituisce un elemento molto tipico dei bocadillos (bocadillo di chistorra), un'altra variante che appare in alcune salumerie è quella di un croissant con un ripieno di chistorra (croissant preñado). Con le uova si prepara anche la tortilla con cistorra.

Tradizioni

Il 21 di dicembre nel Paese Basco è il giorno di Santo Tomás, durante questo giorno in tutte le città si possono vedere banchetti di prodotti artigianali tra cui si distaccano, per essere il cibo tipico del giorno, il talo, la cistorra e il sidro o sagardoa come acompagnamento abituale.

Churrasco

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Il churrasco è un piatto tipico della Argentina e del Sud del Brasile, è una grigliata mista di vari tipi di carne (dal pollo al manzo, dal maiale alla pecora) che vengono tagliati a pezzettoni o lasciati interi, marinati e poi cotti alla griglia. Il particolare sapore misto tra la classica grigliata di carne e un leggero sapore di affumicato è dato dalla cottura particolarmente alta, perlomeno 50 cm, dalla brace.
Nel churrasco rodizio viene servita direttamente sul piatto con i tipici spiedoni (espeto) tagliandone dei pezzi con il coltello.

Tagli

I tagli più conosciuti sono: picanha (codino di manzo generalmente usato per la tagliata) che può essere semplice oppure con aglio (picanha no alho) o intrisa di mostarda (picanha na mostarda), alcatra, cupim, costela de boi (puntine di manzo), maminha (spinacino di manzo), lombinho (lonza di maiale), coração de frango (cuori di pollo), fraldinha, mignon, costela de porco, frango (pollo), linguiça (salsiccia), javali, picanha suína.
Il churrasco non ha dei contorni particolari: nelle più famose churrascherie brasiliane i contorni sono principalmente a base di verdure cucinate nelle più svariate forme e a discrezione degli chef, riso bianco (arroz branco), mandioca, farofa e la classica feijoada.

Le origini

Il churrasco ha origine nei primi colonizzatori del Brasile meridionale. La storia dice che i primi gauchos (i cowboys della pampas) nei lunghi spostamenti per seguire le mandrie, tagliavano dei grossi pezzi di carne di manzo, legandole poi alle spalle del cavallo; in tal modo si sarebbero salate con il sudore dell'animale. Questo spiegherebbe l'amore che lega i gauchos ai loro cavalli; la cottura si svolgeva su un braciere improvvisato, infilzando dei pezzi di carne su un legno verde perché non bruciasse e impiantato al centro della brace; mentre la carne si cuoceva dal basso verso l'alto, con un coltello si tagliavano le fette cotte per essere mangiate.
Si narra che la suddetta tecnica derivi dagli indios della regione che erano soliti cuocere dei piccoli animali catturati nella foresta nello stesso modo.

Big N' Tasty

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Il Big N' Tasty, conosciuto in Italia con il nome Big Tasty, è un panino imbottito venduto dalla catena di fast food McDonald's in diversi paesi.
Venne ideato per competere con il Whopper di Burger King. La particolarità di questo prodotto, oltre al fatto di avere dimensioni maggiori rispetto agli altri panini proposti, è la sua discontinuità relativamente alla presenza nel menù standard dei ristoranti McDonalds. Spesso infatti, nonostante sia tra i prodotti più popolari della proposta McDonalds, esce dal menù per qualche periodo per poi essere reintrodotto periodicamente.
Esiste anche la versione Big Tasty Bacon. Questa variante non è disponibile negli Stati Uniti, ma solamente a livello internazionale.

Storia

Stati Uniti

Il Big N' Tasty fu l'ultimo di una serie di hamburger pensato per rivaleggiare con il Whopper della catena di fast-food rivale Burger King. Venne introdotto negli Stati Uniti nel 1997 in California, e a livello nazionale nel 2000.

Mercato internazionale

All'estero il Big N' Tasty venne dapprima testato in Svezia durante l'estate del 2003. In Gran Bretagna, il lancio ebbe luogo nel dicembre 2003 con lo slogan pubblicitario "Sorry Yanks, this one's for us". Da lì in poi il prodotto si diffuse anche in altri paesi europei, Italia compresa dove apparve con il nome Big Tasty, e in Asia.

Cucina hawaiana

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La cucina hawaiana deriva dalla fusione di molti piatti diversi importati dagli immigrati sulle isole Hawaii, in particolare dalle cucine cinese, filippina, giapponese, coreana, polinesiana, condizionato il tutto dalle origini coloniali portoghesi, oltre che dalle materie prime vegetali e dagli animali importati da tutto il mondo per l'uso agricolo nelle Hawaii.
Molti ristoranti locali servono l'onnipresente piatto da pranzo di origine asiatica, composto da due palline di riso, una versione semplificata di una insalata di maccheroni (maccheroni freddi e maionese) e una varietà diversa di prodotti che vanno dall'hamburger alle uova fritte, classici sono anche il sugo di Loco Moco, i tonkatsu in stile giapponese, il poì (piatto derivato dalla lavorazione del taro), il maiale kalua, e il manzo al curry.

Cucina yemenita

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La cucina yemenita è entra nell'alveo delle cucine mediorientali ma si distingue da esse per peculiarità locali. Sono evidenti le influenze stranieri in particolare a nord di ciò che era la cucina ottomana e a sud, intorno ad Aden, della cucina indiana Moghul.

Piatti Yemeniti

Colazione

Per colazione gli yemeniti mangiano piatti caldi, ed in particolari diversi tipi di dolci con un tazza di caffè yemenita o tè. Vengono anche serviti legumi, uova, carne arrostita (d'agnello o manzo) o kebab servito col pane.
Piatti: fattah, fatoot, ful medames, mutabbaq, e shakshouka.

Pranzo

Il pasto principale in Yemen è il pranzo e prevede piatti come: aseed, fahsa, fattah, haneeth, harees, jachnun, kabsa, komroh, mandi, Samak Mofa, shafut, Shawiyah, thareed, e Zurbiyan.

Preparazione del cibo

In molte cucine yemenite è presente il forno di tipo tandoor (anche chiamato tannur)





Varenyki

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I varenyki (варе́ники in ucraino, singolare варе́ник) sono un piatto tradizionale ucraino di pasta ripiena di forma triangolare o a mezza luna, con ripieni a base di patate, carne, formaggio fresco molle o bacche (ciliegie, mirtilli ecc.).
Questo piatto è considerato uno dei piatti più tradizionali dell'Ucraina. La parola varenyk deriva dal verbo cuocere (варити in ucraino). Il piatto pronto è servito con panna acida o olio con cipolle fritte.

Syrniki

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Le syrniki (russo: сы́рник[и], in ucraino сирники, sirniki) sono un piatto della cucina russa, bielorussa, lituana e ucraina. Sono simili agli olad'i, pancake fritti di ricotta mescolata a uova e farina. Alcuni chef credono che per le vere syrniki non sia necessaria la farina. Di solito le syrniki si friggono nell'olio ma secondo alcune ricette vanno cotte in forno. Ci sono delle ricette che raccomandano di cuocerle a vapore. La particolarità della ricetta è che la ricotta va accuratamente pressata e passata al setaccio o frullata. Più viene pressata meno farina serve per ottenere un impasto omogeneo. L'ideale è utilizzare solo un pizzico di farina. Le syrniki completamente senza farina, ciò nonostante, vengono impanate e fritte. Le syrniki più famose sono quelle semplici e quelle con l'uvetta ma sono comuni anche le syrniki con altre farciture, ad esempio carote, albicocche secche, mele, pere, noci e patate. In casi rari anche con erba cipollina e aneto. A tavola le syrniki possono essere servite su un piatto o in una terrina accompagnate da latte condensato, smetana o marmellata. Le varianti salate delle syrniki possono essere servite anche con ketchup o maionese.



Pirožki

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I pirožki (singolare pirožòk; l'accento è sull'ultima i) sono una pietanza russa, consistente in una specie di focaccia che contiene diversi tipi di ripieno. Possono essere semplici, anche se di solito sono farciti, oppure realizzati in varie forme fantasiose con strisce di pasta decorative.
Una varietà comune di pirožkì sono dei panini farciti a base di pasta lievitata spennellati con l'uovo per produrre il tipico colore dorato. Di solito contengono carne (spesso di manzo) o frattaglie, oppure un ripieno di verdure (purè di patate, funghi, cipolle e uova o cavolo) o di pesce. I pirožkì dolci, invece, possono essere ripieni di frutta cotta o fresca (mele, ciliegie, albicocche, ecc.), marmellata o ricotta.

Okroška

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L'okroška (in russo: окрошка) è una zuppa fredda, parte della cucina nazionale ucraina e russa. Il nome probabilmente deriva da kroshit (крошить) che vuol dire tagliare o rompere in piccoli pezzi.
La zuppa classica è un mix di verdure perlopiù crude, come cetrioli e cipolle invernali, patate lesse, uova e manzo o vitello lesso o salsicce o prosciutto con il kvas, la così chiamata bevanda di pane, moderatamente alcolica e ottenuta da pane nero fermentato o di segale. L'okroshka viene solitamente guarnita con la smetana (panna acida). Le versioni più recenti apparse in epoca sovietica utilizzano kéfir diluito ed acqua minerale, siero o anche la birra al posto del kvas. La ricetta moderna consente anche di sostituire la panna acida con la maionese. Gli ingredienti sono tagliati a dadini e poi mescolati con il kvas appena prima di mangiarli; la proporzione tra gli ingredienti spezzettati e il kvas è simile a quella tra i cereali e il latte. Ciò consente alle verdure di conservare la loro consistenza. Per la stessa ragione, benché gli ingredienti siano simili a quelli dell'insalata russa, il sapore dell'okroshka è piuttosto diverso da quello dell'insalata.
L'okroshka è talvolta considerata una zuppa perfetta per la stagione estiva in quanto combina il sapore rinfrescante del kvas alla leggerezza di una insalata. Sale e zucchero possono essere aggiunti in base ai gusti.

Crostini Cunesi

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I crostini cunesi utilizzano i prodotti del territorio ma sono ottimi anche con il lardo di Colonnata.

Ingredienti

per n persone
  • Lardo in fette
  • Castagne sciroppate
  • Miele
  • Pane da crostini
  • Pepe macinato al momento q.b. (q.b. abbreviazione di "quanto basta")

Preparazione

  1. Fare abbrustolire il pane per i crostini, mentre si abbrustolisce fare a pezzi le castagne.
  2. Prendere quindi un crostino, metteterci sopra una fetta di lardo piegata in 4, le castagne fatte a pezzi, poco miele e infine un po' di pepe.
  3. Ripetere la procedura n volte dove n è uguale al numero dei crostini.

Impiattare

Piatto coperto con foglie di lattuga

Czernina

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Czernina (dalla parola polacca czarny - nero; a volte denominata Czarnina o Czarna polewka) è una zuppa polacca fatta con sangue d'anatra e brodo di pollo. In inglese ci si riferisce a zuppa di sangue d'anatra.

Preparazione

Tra gli ingredienti utilizzati per cucinare la czernina possono essere presenti prugne, pere sciroppate, ciliegie, aceto di mele e miele. Viene di solito accompagnata con patate bollite, maccheroni o noodles.

Caratteristiche e diffusione

In generale il suo sapore è dolce e aspro, con la presenza di zucchero e aceto. Tuttavia, oltre alla versione classica, ci sono innumerevoli varianti locali in diverse zone della Polonia e della Lituania.
È un piatto tipico regionale della Cuiavia, Kaszuby e Poznań.




Hamburger

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L'hamburger (chiamato a volte hamburg, o beefburger) è una variante di sandwich in cui è presente un disco di carne macinata, che quasi sempre è di manzo.

Ingredienti

  • 500 g di carne macinata di manzo
  • piante aromatiche e spezie, (facoltativo)
  • formaggio, (facoltativo)
  • insalata, verdure e ortaggi (facoltativo - ad esempio lattuga, spinaci, pomodori, cipolla, ecc.)
  • 1 panino per hamburger

Preparazione

  1. Mettere la carne di manzo nel mixer per circa 10 secondi.
  2. quindi aggiungete le piante aromatiche, spezie ed aromi a seconda del vostro gusto. A seconda della qualità della carne potete decidere di aggiungere del estratto di manzo per migliorare il gusto.
  3. Mescolare nel mixer per altri 30 secondi o fino a quando non risulti completamente mischiato.
  4. Se avete acquistato la carne già tritata, assicuratevi che il condimento si sia ben mischiato. Potete scegliere di aggiungere : aglio, pezzi di cipolla, salsa di soia, salsa di Worcestershire e/o olio d'oliva. Puoi anche aggiungere 2 cucchiai della salsa piccante che preferisci per renderlo più piccante. Nota: se aggiungi qualcosa di liquido mescola bene la carne tritata quindi fai uscire il liquido in eccesso quando formi il disco di carne.
  5. Rimuovi la carne di manzo dal mixer e con le mani dagli la forma tipica di burger. Dovresti ottenere da 4 a 6 forme partendo da 500 g di carne di manzo.
  6. Le forme di carne così ottenute possono essere cotte tramite frittura (circa 5 minuti per ogni lato se non sono troppo spessi), alla griglia (stesso tempo che per la frittura), o al barbecue.
  7. Assicurati che la carne sia completamente cotta. Se i pezzi di carne sono spessi o se non sei sicuro puoi controllare se l'interno sia diventato imbrunito. Se l'interno è ancora rosso allora probabilmente non è ancora cotto completamente
  8. Servi ogni fetta di carne in un panino da hamburger ( preferibilmente con semi di sesamo), facoltativamente con cetrioli affettati, ketchup, maionese, senape dolce, formaggio, lattuga, pomodori e/o cipolle.
  • Per ulteriori suggerimenti su come servire gli hamburger potete consultare l'articolo, sulla wikipedia inglese sugli hamburger.

Note, suggerimenti e varianti

  • Puoi utilizzare quasi qualsiasi tipo di carne macinata per fare gli hamburger, compreso la carne di maiale, pollo, tacchino, agnello, bufalo, daino o simili struzzo, o simili.
  • Se le polpetta si apre, può essere utile per farla restare unita aggiungere un uovo. Comprare della carne trita stesa può essere utile per risolvere questo problema.
  • Vi è la possibilità di provare diverse varianti, ad esempio poi provare a mettere del formaggio al centro della polpetta prima di cuocerla.
  • Tra le spezie che bene si adattano gli hamburger ci sono il pepe nero, il chili (sia fresco che in polvere), la salsa di Worcestershire e la salsa di soia. Puoi provare a trovare delle buone combinazioni.
  • Quasi tutte le erbe aromatiche possono andare bene, compreso il basilico, l'origano e il prezzemolo.
  • Le polpette possono anche essere affumicate sula griglia. Le polpette affumicate appariranno all'esterno rosse e laccate, ma marroni all'interno. Affumicare la polpetta prima di grigliarla è un ottimo metodo per sigillare i succhi gustosi.
  • Variante: Mettere la carne e le spezie insieme in una bacinella e mischiare a mano fino a quando le spezie sono ben distribuite può produrre un risultato migliore. Questo renderà anche più difficile che la polpetta si apra.





Pasta aglio e olio

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Preparazione

  1. Mettere l'acqua a bollire, aggiungere sale q.b., soffriggere in una padella uno spicchio d'aglio con un cucchiaio d'olio d'oliva.
  2. Scolare la pasta al dente e saltare in padella per un minuto circa, guarnire il piatto con foglie di lampazzu di Sorgono od Atzara e servire.

Brasato di manzo alla lombarda

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Piatto per le stagioni Autunno/ Inverno

Ingredienti

per 4 persone
  • 800 g di polpa di manzo
  • 400ml di vino rosso (es. Inferno, Nebbiolo, Barolo, Raboso)
  • 1 spicchio d' aglio
  • una costola di sedano
  • una carota
  • una cipolla
  • una foglia di alloro
  • due scatole di pomodori pelati
  • olio di oliva q.b.
  • sale q.b.
  • acqua q.b.

Preparazione

  1. Salate esternamente la carne, deponetela in una pentola per preparazioni in umido, nella quale avete versato olio a sufficienza per arrostire il pezzo di manzo, con l'aglio incamiciato e l'alloro.
Avviate la cottura a fuoco medio basso, rosolando bene e girando la polpa per almeno una mezz'ora. Servitevi del coperchio per limitare l' evaporazione dei liquidi. Estraete l' aglio con un mestolo forato. Aggiungete le verdure fresche, pulite e tritate, fatele appassire nell'intingolo. Nel frattempo pulite l'aglio tiepido dalla camicia e gettatelo in pentola.
  1. Bagnate con il vino rosso e riducete il sugo di un terzo circa.
  2. Passate i pomodori e metteteli sulla carne.
  3. Abbassate la fiamma. Protraete complessivamente la cottura per quattro ore circa, avendo cura di girare il pezzo di manzo quando necessario, al fine di non bruciarne la superficie. Se il sugo si dovesse concentrare eccessivamente durante l' ebollizione, ripristinate la giusta densità con poca acqua calda.
  4. Estraete la foglia di alloro dalla preparazione.
  5. Servite la carne affettata e nappata con la salsa calda, su letto di polenta di mais giallo.

Consigli

Accompagnare la pietanza con un vino per carni rosse del tipo indicato nell' elenco degli ingredienti.

 
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