Tutto il peggio che può capitarti quando lavori nella cucina di un ristorante

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A tutti è capitato di grattugiarsi un dito cucinando a casa, ma quello che succede nelle cucine dei ristoranti è tutta un'altra storia. Quattro cuochi ci hanno raccontato le loro peggiori esperienze con affettatrici, coltelli e olio bollente.
Tutti hanno sentito storie di persone che si sono grattugiate la pelle di un dito o tagliate con la mezzaluna. E se gli incidenti nella cucina di casa non sono rari, è nei ristoranti che succedono le cose peggiori.
Ho lavorato come cuoco per un po' e ho assistito a molti incidenti sanguinosi, ma già all'alberghiero non andava sempre tutto liscio. Alla prima lezione una ragazza ha affermato di saper usare l'affettatrice. Ha detto che le misure di sicurezza erano una noia. Due minuti dopo urlava a squarciagola con le dita mozzate. L'insegnate era rimasto immobile a fissare le dita attaccate alla lama.
Volevo capire quanto spesso succedono cose simili, perciò ho chiesto a quattro cuochi esperti di parlarmi degli incidenti peggiori che gli sono capitati durante la loro carriera.
Sander Lenselink ha fatto lo chef in Olanda per molti anni. Durante una serata di servizio particolarmente impegnativo ha riportato ustioni di primo grado. "Era un venerdì e nel ristorante c'erano circa 80 persone. Avevo fatto gli gnocchi in un'enorme pentola di acqua bollente, ma quando sono andato a scolarli la pentola mi è scivolata nel lavandino. L'ondata di acqua bollente mi è arrivata dritta in faccia. Ricordo di aver visto tutto in slow motion." Poiché il ristorante era pieno, Sander ha continuato a lavorare come se niente fosse finché un collega non si è accorto che qualcosa non andava. "A quanto pare, avevo il viso pieno di bolle. Abbiamo pulito le ferite e sono andato al pronto soccorso, dove ho scoperto di avere ustioni di primo e secondo grado. Sono uscito dall'ospedale tutto bendato, sembravo Ralph Fiennes ne Il paziente inglese. Non ho potuto lavorare per una settimana e mezzo, ma per fortuna non ho cicatrici."
Joost Brouwer ha lavorato per anni nei ristoranti prima di aprire il suo catering. I giorni che ricorda meglio sono quelli in cui qualcosa è andato molto storto. "In uno dei ristoranti in cui ho lavorato cucinavamo in fretta e improvvisavamo molto—è così ovunque, d'altronde—e spesso ci cadeva qualcosa. Una sera mentre spazzavo il pavimento della cucina sono scivolato su una cozza. Mi è partita una gamba in avanti e ho sbattuto il ginocchio su un'isola. Sono finito con una peritendite rotulea, un'infiammazione del ginocchio molto fastidiosa. Soprattutto se devi stare in piedi tutto il giorno."
Bruciature e scivolate sono in cima alla lista degli incidenti più comuni, ma al primo posto ci sono sicuramente le dita tagliate. Non credo esista un cuoco che non si è mai tagliato. José Brouwer lo sa bene. "Avuto la brutta abitudine di pulirmi il coltello nel grembiule. Un giorno mi sono dimenticato di mettere il grembiule e la lama mi ha trapassato i pantaloni e mi ha tagliato la gamba. Da quel giorno non ho più pulito il coltello in quel modo."

Jordy Pottgens è un ex cuoco e manager di un ristorante e ha avuto una brutta esperienza con il riciclaggio del vetro. "Avevamo un nuovo macchinario che rompeva le cose di vetro in piccoli cocci. Si azionava a mano, c'era una barra da schiacciare e un coperchio per impedire che i pezzi di vetro andassero ovunque. Ho premuto la barra, ma qualcosa è andato storto e il coperchio si è aperto. La mia mano è rimasta incastrata tra il coperchio e la maniglia, amputandomi la punta dell'anulare e parte del medio. Per fortuna siamo stati i primi a usare quella macchina e abbiamo subito denunciato i fatti. Sono in corso diverse indagini da parte dell'assicurazione e delle associazioni dei consumatori. Ma comunque, ormai le mie dita sono andate."

Samuel Levie è un cuoco, ma ora lavora nelle pubbliche relazioni nel settore alimentare. Durante i suoi anni in cucina però ha assistito a molte situazioni finite male. "Quando avevo 18 anni al mio chef piaceva bere. Una sera stava preparando il caramello e io stavo affettando qualcosa. A un certo punto mi ha allungato un cucchiaino di caramello. In cucina la cosa più importante è assaggiare, perciò l'ho assaggiato. Ma era ancora bollente, e il caramello è anche molto appiccicoso. Mi sono ustionato dalle gengive al naso. Ho avuto ustioni per tre settimane, oltre a un labbro superiore pieno di pus al gusto di caramello."
Poi si è spostato in un ristorante il cui chef voleva mettersi alla prova, aggiungendo apposta fattori di rischio al lavoro in cucina. "Diceva sempre di essere in grado di togliere le crocchette dalla friggitrice a mani nude. Il suo ultimo giorno ha voluto darci prova di questa sua abilità e ha messo le mani nell'olio bollente. Voglio dire, non credo ci sia qualcuno che può farlo senza farsi male. Infatti le sue mani non erano bellissime da vedere, e dopo il servizio è andato dritto a casa—non si è nemmeno fermato per un drink d'addio."

Lo chef Peter Ian ci ha raccontato di un cuoco che lavorava per lui e si è tagliato un centimetro di dito. "Il ragazzo è venuto da me con il dito mozzato dicendo di aver bisogno di un medico perché si era tagliato con l'affettatrice. E sì, nei paraggi dell'affettatrice c'era un pezzo di dito. La settimana dopo ho lavorato tutti i giorni senza pause, perché qualcuno doveva pur fare le sue ore. Quando è tornato aveva il pollice quadrato." Molti quando perdono un pezzo di dito lo portano all'ospedale in un tupperware pieno di ghiaccio, nella speranza che i dottori glielo riattacchino.
Vorrei chiudere con qualche consiglio scontato, ma a quanto pare non così tanto: state attenti e non giocate con l'olio bollente, i coltelli affilati e le affettatrici. Non finisce mai bene.


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