La faldìa
è un piatto a base di carne di cavallo della cucina piacentina. Si
tratta di una sottile cotoletta ricavata dal diaframma, una parte del
ventre dell'animale. Il taglio in questione risulta apprezzato per
l'assenza di grasso e la somiglianza con il filetto. Nella
gastronomia piacentina non è infrequente l'impiego delle carni
equine, sia cavallo che asino. Tuttavia, associata alla cucina
povera, la ricetta era caduta in disuso nel corso del Novecento,
finché negli ultimi decenni il piatto non è stato riproposto con
successo da alcuni ristoranti di Piacenza e provincia.
Preparazione
La faldìa consiste in una sottile
fetta di carne impanata e fritta in padella nel burro, evitando di
farla indurire eccessivamente. Una volta terminata la cottura, viene
servita su un letto di lattuga.
Origine del nome
Il nome faldìa è di origine
spagnola e correlato con il sostantivo falda, cioè gonna.
Faldìa era il termine utilizzato per definire, in epoca barocca, il
sostegno posto sotto le gonne per tenerle rigide e allargarne il
bordo in fondo. Probabilmente la sottigliezza del taglio di carne
richiama un'immagine di leggerezza delle vesti.
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