« del bel paese là
dove 'l sì suona, »
|
(Dante Alighieri, Inferno,
canto XXXIII, verso 80) |
« il
bel paese
ch'Appennin parte e 'l mar
circonda e l'Alpe »
|
(Petrarca, Canzoniere,
CXLVI, versi 13-14) |
« del bel paese là
dove 'l sì suona, »
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(Dante Alighieri, Inferno,
canto XXXIII, verso 80) |
« il
bel paese
ch'Appennin parte e 'l mar
circonda e l'Alpe »
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(Petrarca, Canzoniere,
CXLVI, versi 13-14) |
I semi di chia, oltre a controllare il diabete, aiutano a rafforzare l'immunità e a prevenire le malattie cardiache.
Il Limone, migliora la digestione, aiuta a prevenire gli ictus e aumenta l'assorbimento del ferro.
Le Mandorle, oltre ad aiutare nel trattamento dell'osteoporosi questo alimento è estremamente ricco di calcio e magnesio.
Avocado, il frutto può essere digerito in diversi modi ed è super ricco di nutrienti, buono per il cuore e previene l'osteoporosi.
I Mirtilli, hanno potere antiossidante, è conosciuto come il frutto della longevità oltre a preservare la memoria.
Eccoti alcune cose che forse non sai sul Mc Donald:
Il cibo non è fatto al momento:
La carne degli hamburger, così come il bacon, i nuggets etc… vengono conservati in contenitori di questo tipo e ogni volta che c'è un nuovo ordine loro prendono il cibo, lo riscaldano su piastre o delle specie di forni a microonde e ti danno il cibo.
Al drive loro in realtà ti vedono:
Non è presente in tutti i Mc Donald, ma nella maggior parte al drive c'è una telecamere che ti riprende perfettamente.
Infine è uscito un video pochi giorni fa su come vengono fatte le cipolle:
A questo pacco di cipolle disidratate si aggiunge dell'acqua e poi si mette nel panino.
Restando nell'alimentare, viene messa in "scatola" praticamente qualunque cosa! È un metodo imbattibile per la conservazione degli alimenti anche molto deperibili, messo a punto nel 1795 da Nicholas Appert, chiamato Appertizzazione.
Alcuni alimenti che si trovano in scatola sono:
Tonno e altri pesci
Verdure
Frutta sciroppata o in acqua, anche macedonie
Latte, anche sciroppato
Sottaceti
Conserve di pomodoro e salse di pomodoro
Sughi pronti
Legumi
e chissà quanti ne ho dimenticati
Un recente studio dell’Università di Haifa ha dimostrato che la carne rossa, specie se ben cotta, può essere dannosa per il fegato. Meglio ordinare del pollo o, al massimo, una bistecca al sangue.
Gli scienziati israeliani che hanno condotto lo studio si sono concentrati, in particolare, su una delle malattie più diffuse della ghiandola. Si tratta della steatosi epatica non alcolica, una patologia che può evolversi in cirrosi e, nei casi più gravi, può provocare il cancro o il collasso del fegato. Il Daily Mail ha riportato i risultati della ricerca.
Secondo gli studiosi dell’Università di Haifa sì. Durante la loro ricerca gli scienziati hanno analizzato le abitudini alimentari di 789 adulti. Ognuno è stato sottoposto a test di resistenza all’insulina e a scansioni ecografiche del fegato. Dalle analisi effetuate è emerso che i consumatori di carne rossa avevano il 47% di possibilità in più di contrarre una patologia epatica. Ed il 55% di probabilità in più di sviluppare l’insulino-resistenza. E le percentuali aumentavano in coloro che preferivano la carne ben cotta. Questo, probabilmente, perchè nella carne cotta si formano dei composti chiamati ammine eterocicliche che sono state associate sia alle malattie del fegato come la steatosi epatica non alcolica che alla resistenza all’insulina.
Per prevenire gravi disturbi come quelli analizzati dai ricercatori israeliani il consiglio di Shira Zelber-Sagi, che ha condotto la ricerca, è di cercare di ridurre il consumo di carne rossa in favore di quella bianca o del pesce. L’ideale sarebbe non consumarla più di una volta alla settimana. Nel prepararla, inoltre, è preferibile non cuocerla troppo. E di evitare metodi di cottura elaborati. Meglio rivolgersi a cotture più leggere e salutari come quella al vapore o la bollitura. La steatosi epatica non alcolica, infatti, si manifesta quando si accumula del grasso nelle cellule del fegato. E’ associata anche a disturbi e malattie come l’obesità e il diabete. Ed insieme alla resistenza all’insulina rappresenta uno dei sintomi più comuni della cosiddetta sindrome metabolica.