La caponata
(capunata
in siciliano) è un prodotto tipico della cucina siciliana.
Si tratta di un insieme di ortaggi
fritti (per lo più melanzane), conditi con sugo di pomodoro, sedano,
cipolla, olive e capperi, in salsa agrodolce. Ne esistono numerose
varianti, a seconda degli ingredienti.
La caponata, diffusa in tutto il Mar
Mediterraneo, è generalmente utilizzata oggi come contorno o
antipasto, ma sin dal XVIII secolo costituiva un piatto unico,
accompagnata dal pane.
L'etimologia rimanda allo spagnolo
"caponada", voce di significato affine. Va considerata una
vera e propria etimologia popolare quella che fa risalire "caponata"
a "capone", nome con il quale in alcune zone della Sicilia
viene chiamata la lampuga, un pesce dalla carne pregiata ma piuttosto
asciutta che veniva servito nelle tavole dell'aristocrazia condito
con la salsa agrodolce tipica della caponata. Il popolo, non potendo
permettersi il costoso pesce, lo sostituì con le economiche
melanzane. Ed è questa la ricetta giunta fino a noi. Qualcuno
sostiene che il nome del piatto derivi dalle "caupone",
taverne dei marinai.
La caponata palermitana
È la versione più semplice e la più
classica. Gli ingredienti sono: melanzane, olive verdi o bianche,
cipolla, sedano, capperi, salsa di pomodoro, olio, sale, aceto e
zucchero. In alcune varianti si aggiungono basilico, pinoli e
mandorle tostate grattugiate. La ricetta originale prevede
rigorosamente che le melanzane da friggere siano tagliate a tocchi
non piccoli (circa 4-5 cm di lato) - olive siciliane intere
schiacciate e senza osso (mai olive denocciolate tipo aperitivo)
tocchetti di sedano ben visibili, capperi siciliani e agrodolce
marcato, cipolle tagliate a pezzi piccoli. La Caponata da piatto
conosciuto e consumato solo localmente nel territorio siciliano è
diventata conosciuta nel mondo grazie all'attività industriale
iniziata nel 1869 dalla famiglia Pensabene ed a seguire dalla
Fratelli Contorno, un'antica famiglia di conservieri di Palermo.
Veniva prodotta industrialmente nell'antico opificio in Corso Tukory
a Palermo (ancora oggi visibile ma in disuso), inscatolata in lattine
realizzate e saldate a mano, e da lì diffusa, commercializzata e
apprezzata dai consumatori di varie parti del mondo, in particolare
negli USA dove gli emigrati siciliani ritrovavano il sapore della
loro cucina.
La caponata agrigentina
Gli ingredienti della versione
agrigentina sono: melanzane, peperoni arramascati (a Roma i
friggitelli), pomodoro, cipolla bianca o rossa , sedano, olive
verdi, olive nere, capperi,aceto, miele, zucchero, aglio, olio e
peperoncino basilico pinoli o mandorle (molto presenti nel
territorio) uvetta secca .
Nei comuni del Platani, della Quisquina
e del Magazzolo esistono due varianti: la prima Ciancianese prevede
la prevalenza di carciofi, oltre al pomodoro pelato, le olive verdi,
il succo di limone, il sedano, e la cipolla;
La seconda versione di Bivona prevede di unire a gli ingredienti di base della caponata e pesche locali e le pere di stagione.
La seconda versione di Bivona prevede di unire a gli ingredienti di base della caponata e pesche locali e le pere di stagione.
La caponata trapanese
Insieme a melanzane, peperoni, cipolle,
pomodori maturi, sedano, olive verdi, capperi, aceto e zucchero
vengono aggiunte le mandorle tostate.
La caponata catanese
Si distingue dalle altre caponate per
la presenza dei seguenti ingredienti: melanzane, peperoni gialli,
peperoni rossi, pomodori, cipolle, sedano, olive bianche, capperi,
aceto, olio, sale, zucchero; le olive bianche possono essere
sostituite da olive verdi. In alcune varianti locali si possono
trovare basilico, aglio e patate.
La caponata messinese
La Ricetta Messinese che più che altro
si può definire una variante della ricetta palermitana, si
differenzia per la presenza del pomodoro pelato anziché della salsa.
Il pomodoro intero,rimanendo compatto, permette alla caponata di non
essere "colorata" dalla salsa al pomodoro e, quindi di
mettere in evidenza gli ortaggi di cui è composta, il che fa sì che
non essendo gli ortaggi immersi nel sugo al pomodoro abbiano un
sapore molto più diversificato ovvero, anche se il contesto dei
sapori è simile alla ricetta classica, sono più facilmente
distinguibili i sapori dei singoli ortaggi. La caponata messinese
viene guarnita con alcune foglie di basilico.
Caponatina
Caponatina è il termine con il quale
nel 1916 venne chiamata la caponata che veniva prodotta seguendo le
innovative tecniche di conservazione a lunga scadenza a carattere
industriale. La Caponatina, così chiamata per il piccolo contenitore
in cui veniva prodotta, si differenzia dalla caponata solo nel taglio
più piccolo degli ortaggi. In Sicilia, ancora oggi, a partire dalla
fine della prima guerra mondiale, la produzione di Caponatina non è
mai stata interrotta.
Altri chiamano caponatina una versione
più semplice della caponata, dove non si usa la salsa agrodolce.
Alcune ricette riportano per la caponatina i seguenti ingredienti:
melanzane, pomodori pelati, peperoni, cipolle, aglio, olio, sale,
pepe, caciocavallo ragusano a pezzetti e vino bianco; gli ortaggi non
vengono fritti come nella caponata classica, ma la cottura avviene
nel forno.
Caponata napoletana
Anche se meno famosa della siciliana,
esiste una caponata nella cucina napoletana. Si tratta di un piatto
povero preparato con una base di friselle bagnate condite con
pomodoro fresco, aglio, olio, origano e basilico, e, quando
disponibili, anche acciughe, olive ed altri ingredienti.
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