Cesare Cardini

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Cesare Cardini, noto anche come Caesar Cardini (Baveno, 24 febbraio 1896 – Los Angeles, 3 novembre 1956), è stato un cuoco italiano. È noto, in particolare, per aver creato la omonima insalata Caesar salad.

Biografia

Nato nella zona del Lago Maggiore aveva sei fratelli: Bonifacio, Aldo, Alessandro, Carlotta, Caudencio e Maria. Emigrò giovanissimo in America assieme ai fratelli Alessandro e Caudencio, dove tutti e tre avviarono delle attività nel campo della ristorazione, prima in Messico e successivamente negli Stati Uniti.
Poco più che ventenne, Cesar si trasferì negli Stati Uniti, dove avviò un ristorante a Sacramento, successivamente si spostò a San Diego, in California sempre lavorando nell'ambito della ristorazione. Nello stesso periodo intraprese la stessa attività in Messico nella vicina Tijuana, in modo da aggirare le restrizioni dovute al proibizionismo. Sposò Camille, ed ebbe una figlia, Rosa Maria Cardini (1928-2003).
Cardini ha il merito di aver creato la famosa Caesar salad, che è diventato un piatto molto popolare fra le celebrità di Hollywood, specie dopo che nel 1929 spostò la sede del suo albergo.
La famiglia di Cardini si trasferì a Los Angeles nel 1935 e da quel periodo la sua attività si focalizzò sulla produzione e commercializzazione del suo condimento per l'insalata, registrato come marchio nel 1948.
Morì il 3 novembre 1956 nella sua abitazione di Los Angeles a seguito di un ictus, e fu sepolto nel cimitero di Inglewood Park. L'azienda di famiglia è stata successivamente gestita dalla figlia; successivamente il marchio è stato ceduto. Ancora oggi sono in commercio i condimenti contrassegnati dal nome "Caesar" in una dozzina di varianti.


Chapati

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Il chapati o chapatti (Hindi: चपाती) è un tipo di pane tipico della cucina indiana, diffuso in gran parte dell'Asia meridionale, in alcune aree del Medio Oriente, e in diversi paesi dell'Africa orientale, inclusi Kenya e Tanzania. Costituisce un cibo di base per molte regioni dell'Asia meridionale, e particolarmente nel nord del subcontinente. È prodotto a partire da un impasto di farina integrale, acqua e sale, che viene schiacciato fino a formare una pizza del diametro di circa 12 centimetri e poi cotto su una piastra asciutta e molto calda, su entrambi i lati. Il chapati può essere poi anche esposto per un istante direttamente alla fiamma viva facendolo così gonfiare di vapore, e in questa forma viene chiamato "Gujrathi phulka" (lo stesso risultato si può ottenere scaldando il chapati in un forno a microonde per 5-10 secondi; comunque, la cottura a microonde può renderlo floscio, per cui la fiamma è preferibile).
I chapati sono spesso poi spalmati di ghi.
Diverse varianti si ottengono usando la farina di miglio o mais al posto di quella di grano. I chapati sono chiamati anche "bajra roti", in Hindi, o "makke ki roti" in Bhakri. Se ottenuti con un misto di farine di miglio, mais e lenticchie, allora vengono definiti missi roti.
Nelle zone orientali e meridionali le distinzioni tra i vari termini roti, chapati, paratha o kulcha tendono a scomparire, essi si riferiscono, nella quasi totalità dei casi, a contenuti di maida contents. In alcune zone del Maharashtra, il chapati è chiamato poli. Nel Gujarat, è chiamato rotli o phulka.
Il chapati viene in genere servito con dal cotto (zuppa di lenticchie) o verdure spesso accompagnate da spezie (come il curry indiano), e viene usato per ripulire il piatto di ogni avanzo di cibo.

Dimensioni del chapati

  • Le dimensioni del chapati variano a seconda della regione e anche, in minor parte, da cucina a cucina. In generale un chapati indiano è di 15cm di diametro, mentre quello pakistano è più piccolo, circa 5-10 cm di diametro.
  • In alcune regioni del Pakistan (specialmente nell'area nord-ovest) il chapati può essere addirittura più piccolo di 5 cm di diametro.

Sunday roast

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Il Sunday roast (in italiano: arrosto della domenica) è un piatto tradizionale della cucina britannica a base di carne servito generalmente la domenica. Il Sunday roast è composto da carne e patate arrosto accompagnate da verdure e da salse. Il piatto è molto diffuso in tutto il Regno Unito ed è conosciuto con svariati nomi, a seconda delle regioni, tra cui Sunday dinner, Sunday lunch, Sunday Tea, Roast dinner, e Sunday joint.

Storia

La nascita del piatto va rintracciata nella regione inglese dello Yorkshire durante gli anni della Rivoluzione industriale. All'epoca la carne non si mangiava tutti i giorni: la domenica, giorno di festa della settimana, dopo la funzione religiosa, le famiglie si radunavano e mangiavano carne.

Diffusione internazionale

Il Sunday roast è popolare anche nel resto delle regioni che formano il Commonwealth; si consuma abitualmente in Nuova Zelanda, Sudafrica, Canada e Australia. Nella provincia canadese del Terranova e Labrador il piatto è conosciuto con il nome di Jigg's dinner.

Composizione

La carne più frequentemente utilizzata per il piatto è di manzo, pollo, pecora o maiale; è tuttavia utilizzata anche carne d'anatra, oca e tacchino. Oggi alcuni vegetariani propongono variazioni del piatto.
  • Roast beef (carne di manzo): servita con Yorkshire pudding o, in alternativa, con senape e rafano;
  • Roast pork (carne di maiale): servita con salsa alla cipolla o alla mela;
  • Roast lamb (carne di pecora): servita con salsa alla menta;
  • Roast chicken (carne di pollo): servita con salsa di ribes.


Zuppa di fagioli

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La zuppa di fagioli è una tipica ricetta povera tradizionale italiana a base di fagioli. Esistono diverse varianti di questo piatto, che variano di regione in regione. Per esempio la zuppa di farro e fagioli è un piatto tipico toscano, mentre la zuppa di fagioli con cotiche fa parte della cucina tradizionale romana. La zuppa di fagioli neri, spesso accompagnata dalle tortillas, è una pietanza cucinata nel Centro America e soprattutto in Messico.

Storia

Il mondo greco e romano era grande consumatore di legumi, ma tra i fagioli conosceva solo quelli chiamati comunemente fagioli dall'occhio o le vigne. Solo con la scoperta dell'America vennero massicciamente introdotte le varietà ora coltivate. La loro diffusione in Europa fu rapidissima. Già nei primi anni del Cinquecento è attestata nel Veneto, in Francia, in Germania e in Ungheria. Annibale Carracci nel 1585, per fare un quadro di genere scelse il tema del mangiafagioli, già allora uno dei piatti popolari più diffusi.
La zuppa di fagioli nasce come piatto povero contadino, preparato al mattino prima di uscire di casa per il lavoro nei campi, mettendo sul fuoco, in una pentola di terracotta, i fagioli con acqua piovana e lasciati a cuocere a fuoco lento senza la necessità di controlli durante la cottura.
Un'abbondante mangiata di zuppa di pasta e fagioli ordinata dalla coppia Alberto Sordi a Anna Longhi in un elegante ristorante, venne usata come espediente umoristico in contrasto col menu gastronomico sofisticato, nell'episodio "Vacanze intelligenti" del film Dove vai in vacanza?.

Piscialandrea

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La Piscialandrea o Pizza d'Andrea è una specialità della cucina ligure, diffusa nella provincia di Imperia; è una focaccia, filetti di acciughe sotto sale dissalati, olive e aglio; successivamente all'importazione in Europa di nuovi alimenti dopo la scoperta dell'America, alla ricetta originale è stato aggiunto il pomodoro.
In Costa Azzurra una versione senza pomodoro ma con cipolle prende il nome francese di pissaladière (pissaladiera in nizzardo) ed è uno stuzzichino tipico della cucina nizzarda.
Nonostante il nome, non ha nessuna affinità con la celebre pizza napoletana, trattandosi di una focaccia alta e soffice.

Origini

Questa focaccia sarebbe stata preparata per la prima volta intorno alla fine del Quattrocento e la tradizione vuole che sia stata chiamata "pizza d'Andrea" in onore del più celebre degli onegliesi, l'ammiraglio Andrea Doria, a quel tempo principale artefice della politica della Repubblica di Genova. A questa etimologia se ne contrappone un'altra che fa derivare il nome dall'analoga preparazione provenzale, la pissaladière(o pissaladiero in nizzardo derivato da peis salat, pesce salato), che a sua volta sarebbe stata introdotta in Francia dai cuochi romani al seguito del papa ai tempi della cattività avignonese.

Le ricette

La preparazione originaria prevedeva per l'impasto farina, acqua, sale, olio e lievito, per la farcitura un battuto di cipolla e acciughe salate (macchettu).
A differenza di quella francese dopo la loro introduzione in Europa, alla fine del Cinquecento, la versione ligure si arricchì dei pomodori che furono aggiunti alle olive rivierasche, alle cipolle, ad un formaggio molle ligure quasi liquefatto simile allo squacquerone, ed alle acciughe sotto sale, uno dei pesci tipici della tradizione ligure. Una antica variante, tipica della città di Sanremo, è la Sardenaira, cioè la pizza con le sardine, in cui le acciughe dissalate sono sostituite appunto dalle sardine.
Altre varianti locali nei diversi paesi della Riviera dei Fiori:
  • Apricale: figassun o machetusa
  • Bordighera e Vallecrosia: pisciarà
  • Buggio: pisciarada
  • Pigna: vojun
  • Taggia: figassa
  • Ventimiglia: pisciadela

Al Cappello Rosso

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Al Cappello Rosso è il più antico luogo di accoglienza a Bologna, tuttora esistente.
Sito in Via de Fusari 9, a pochi metri da Piazza Maggiore, Al Cappello Rosso svolge ancora oggi la funzione di albergo e di osteria (nota quest'ultima come Osteria del Cappello).
Numerose leggende sono sorte circa l'origine della locanda del Cappello.
La prima attestazione risale al 1379, in un breve passaggio di un libro redatto dall'Ufficio delle Bollette in cui compare il nome del proprietario e del suo garante economico.
Nel Medioevo, il Cappello era un nome abbastanza diffuso tra le osterie europee essendo uno dei segni distintivi dei pellegrini e dei mercanti, così come la croce, la bilancia e il carro, etc.
L'insegna di questa locanda è tuttavia di chiara matrice ecclesiastica: i fiocchi che caratterizzano il cappello sono riconducibili al galero di un priore o di un vescovo, mentre il colore rosso ricordava ai ministri della fede che per la chiesa dovevano essere disposti a versare il proprio sangue.
Dal 1682, per oltre un secolo, Al Cappello Rosso viene indicato dai numerosi Bandi cittadini come l'unico luogo in cui potessero soggiornare gli ebrei in transito in città, rappresentando un ruolo decisivo nel dialogo tra le due religioni nello Stato Pontificio.
Nel 1712 l'incisore Giuseppe Maria Mitelli inserì l'osteria nel "Giuoco nuovo di tutte le osterie che sono in Bologna". In questo gioco la locanda è raffigurata nella casella 41 da quel caratteristico cappello rosso fioccato che, ancora oggi, ne rappresenta l'insegna, indicato come il luogo in cui si mangiano le migliori pernici. Insieme all'Osteria del Sole è l'unica presente nel gioco ad essere ancora attiva a Bologna.

Quali sono alcuni cibi potenzialmente pericolosi che bisognerebbe evitare assolutamente di mangiare

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Gli esseri umani girano su questo Pianeta da almeno 200.000 anni, ed in tutto questo tempo abbiamo ingerito quasi tutto ciò che credevamo commestibile. In tanti sono morti dopo aver mangiato piante o animali velenosi, solo per assicurarsi che altri non facessero la loro stessa fine.
Pensereste che nel XXI secolo la gente abbia una buona consapevolezza su cosa non dovrebbe mangiare; e ce l'abbiamo. Questo non significa che la gente in alcune parti del mondo non rischi la vita mangiando dei cibi potenzialmente letali.

#1 Anadara granosa


Si corre sempre un rischio quando si tratta di ingerire qualsiasi tipo di animale "filtrante" come le vongole, ma il pericolo aumenta quando si parla delle Anadare granose. In inglese sono anche conosciute con il nome di "Blood clams", a causa dell'alto contenuto di emoglobina nel loro sangue, che lo rende rosso scuro.
Il rischio nasce dal fatto che questi animali hanno la sorprendente abilità di filtrare 40 litri di acqua ogni giorno. Questo è il modo in cui si nutrono, ma allo stesso tempo ingeriscono una moltitudine di batteri e virus, che non sono mai sicuri da mangiare. In zone in cui l'acqua è particolarmente inquinata, mangiare un Anadara granosa può causarti un Epatite A, E, dissenteria e tifo. Si è stimato che il 15% delle persone che mangiano le Blood clams prendano almeno un infezione.

#2 Il Polpo vivo


Sicuramente, molti di voi non hanno in mente di mangiare un polpo ancora vivo, almeno che non siate dei fan sfegatati di Oldboy. In Corea invece è una pietanza molto diffusa, in realtà non viene mangiato ancora vivo ma subito dopo averlo ucciso. I tentacoli continuano a muoversi anche dopo la morte, e quando entrano in contatto con l'olio di sesamo, si dimenano energicamente, facendo sembrare che il polpo sia ancora vivo. è divertente da vedere ma incredibilmente pericoloso da mangiare.
Il problema principale è dovuto alle ventose che continuano ad appiccicarsi mentre i tentacoli si contorcono. Ingerirlo è un'impresa, e mentre alcuni intenditori si eccitano ad avere la sensazione del cibo che gli striscia nella gola, altre persone muoiono perché i tentacoli gli ostruiscono le vie respiratorie. Si stima che almeno 6 persone muoiano ogni anno per provare a mangiare questa pietanza.

#3 Anacardi


Penso che tutti almeno una volta nella vita abbiano mangiato gli anacardi, ma questo non vuol dire che non possano essere dannosi. Quando li compriamo "crudi" al supermercato in realtà sono già stati cucinati. Questo perché contengono una molecola chiamata urusciolo che si trova anche in alcune piante velenose.
Un singolo anacardo non vi ucciderà, ma se ne mangiate abbastanza potrebbero farvi molto male, ed anche uccidervi. Anche se per morire dovreste mangiarne veramente tanti, e sicuramente vi fermereste prima a causa delle irritazioni che sentireste mentre le mangiate, Fortunatamente, basta cuocere gli anacardi al vapore per rimuoverne la tossicità, così da poterli mangiare in modo sicuro.
#4 Hákarl


Credo che nessuno pensi che l'idea di mangiare delle strisce di carne di squalo fermentata sia invitante, ma non si può dire lo stesso per gli Islandesi. il Kæster Hákarl è un piatto tradizione a base di carne e pelle di squalo della Groenlandia. Il problema nell'ingerirlo nasce dal fatto che questo animale non ha ne i reni, ne un tratto urinario. Gli scarti devono comunque andar via, dunque vengono filtrati dalla pelle, che contiene alti livelli di acido urico e ossido di Trietilammina.
Per renderla sicura da ingerire, la carne viene fermentata ed appesa a seccare per sei mesi. Un po di tempo in meno e potresti correre i rischi del mangiare gli scarti di un animale. La morte può avvenire solamente se mangiato non fermentato.

#5 Ackee


Il frutto nazionale della Giamaica non si trova facilmente nei supermercati, dato che contiene una sostanza tossica chiamata Ipoglicina. Ingerendo questo frutto si rischia seriamente la morte o nella migliore dell'ipotesi potresti finire in ospedale. La pericolosità del frutto dovuta ai livelli di Ipoglicina causa vomito, da cui prende il nome la malattia del vomito Giamaicano. Il vomito potrebbe continuare fino a portare alla morte.
Fortunatamente, il frutto può essere ingerito prendendo alcuni accorgimenti. I semi sono sempre tossici e non vanno mai mangiati, ma la polpa può essere gustata in sicurezza. Quando il frutto viene appena raccolto e sbucciato la polpa potrebbe essere contaminata dal seme e causare il vomito giamaicano. Raramente le condizioni diventato gravi, ma le persone possono anche avere le convulsioni, epatite tossica e persino il coma. Ogni anno ci sono un numero di morti consistenti a causa di questo frutto, 29 casi nel 1988 e più di 50 nel 2001.


 
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