Šašlyk

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Šašlyk (in tartaro: шишлик, da šyš - giararrosto, in russo: шашлы́к) è un piatto del Caucaso, ma anche russo o asiatico che consiste in spiedini di carne marinata e arrostita.
È una specialità originariamente georgiana, ma è cucinata in tutti i paesi ex Unione Sovietica ed anche in quelli vicini come la Polonia.
Si tratta di grossi pezzi di carne di montone o pecora cotti su lunghi spiedi. La carne viene precedentemente marinata (nella ricetta originale in acqua minerale molto salata, cipolla e foglie di alloro) per 1 o 2 giorni.
Nelle lingue dei paesi in cui questo piatto è diffuso con questo termine (per esempio, szaszłyk in polacco) si indica anche un normale spiedino.


Zampe di gallina

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Le zampe di gallina sono una parte del pollo usata come ingrediente nella cucina cinese, giamaicana, sudafricana, peruviana, filippina, di Trinidad e Tobago, siciliana e veneta. La maggior parte della frazione edibile della zampa consiste in pelle e tendini, e ben poco muscolo. Questo, unito alla grande presenza di cartilagine, dà alla zampa una consistenza gelatinosa molto diversa dal resto della carne di pollo. Ci sono poi molti ossicini che rendono difficoltoso mangiarla, perciò questi vengono spesso rimossi prima di servire.

Chow mein

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I chow mein (炒麪, 炒面, chǎo miàn, letteralmente "noodle fritti al salto") sono una pietanza a base di pasta lunga originaria della cucina cantonese, in Cina.

Preparazione
Ingredienti
La pasta dev'essere lunga, può essere fine o spessa ed essere cucinata con diversi tipi di ingredienti. Dev'essere utilizzata preferibilmente pasta di grano fresca, con determinati ingredienti l'accostamento migliore può essere la pasta all'uovo. La maggior parte degli altri ingredienti variano a seconda della ricetta scelta.
Oltre alla pasta, l'ingrediente principale può essere pollo, maiale, manzo o frutti di mare, e per i vegetariani tofu o sole verdure, le quali sono comunque presenti anche nelle precedenti versioni. Gli altri ingredienti variano a seconda dei gusti e dell'ingrediente principale prescelto. Tra i vegetali più utilizzati vi sono carota, cipollotto, cavolo cinese, peperone, broccolo, funghi, piselli, germogli di soia, aglio, castagna d'acqua cinese, sedano cinese, germoglio di bambù, ecc. Tra le salse da scegliere vi sono salsa di pesce, salsa di ostriche, salsa di soia scura e quella leggera. Altri ingredienti utilizzabili sono olio (d'oliva o di sesamo), brodo, farina di mais, amido di mais, zucchero, pepe bianco o nero, peperoncino (fresco, secco o in salsa), altre spezie ecc.


Cottura
Oltre alle ricette originali che prevedono la pasta fritta al salto assieme agli altri ingredienti, sono diffuse altre tecniche tra cui la bollitura della pasta che viene poi fritta in padella con poco olio, e la frittura in immersione della pasta nell'olio. Tra le varie ricette vi sono quelle internazionali create fuori dalla Cina, molte delle quali non assomigliano a quelle originali cinesi.
Un procedimento molto simile a quello dei chow mein è quello utilizzato per i lo mein, nel quale lo stesso tipo di pasta viene bollita o cotta al vapore prima di essere aggiunta agli altri ingredienti fritti al salto.



Blåbärssoppa

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La blåbärssoppa, zuppa di mirtillo, è una bevanda svedese ottenuta dal mirtillo nero, che può essere servita fredda o calda. La bevanda è dolce e contiene amido il quale dà una consistenza leggermente densa.

Usi
La blåbärssoppa è tradizionalmente servita ai partecipanti della maratona sciistica Vasaloppet, essendo ricca di energia. I mirtilli sono stati tradizionalmente usati per combattere i disagi gastrointestinali e, in Svezia, la blåbärssoppa è spesso considerata un alimento adatto alle persone con problemi di stomaco, anche perché ricco di energia. Viene meglio servita in un bicchierino con 50% di vodka e 50% di blåbärssoppa con al di sopra crema montata; viene chiamata blåbärshot.
Negli USA la blåbärssoppa è importata e venduta sotto il nome commerciale Blåbär, per quanto non sia ottenuta dalla sezione Cyanococcus del genere vaccinium nordamericano bensì dal mirtillo nero, vaccinium myrtillus, che cresce allo stato naturale presso la Scandinavia e altre parti dell'Europa.
La parola svedese per il mirtillo negro, blåbär, significa letteralmente "mirtillo".
La blåbärssoppa può essere realizzata in casa da mirtilli, zucchero, acqua e fecola di patate o essere comprata già fatta o in forma liofilizzata, da mischiare con acqua. Proprio per tali ragioni, questo alimento viene correlata al kissel, una bevanda dolce diffusa in vari paesi del nord Europa.


Gnocchi di zucca

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Gli gnocchi di zucca sono un prodotto tipico della tradizione culinaria mantovana.

Preparazione
Viene lessata la zucca mantovana in acqua salata e dopo averla scolata viene passata setaccio. Si aggiunge farina, uova e sale mescolando e amalgamando gli ingredienti. Si formano gli gnocchi che vengono cotti in acqua salata. Vengono conditi con burro e salvia oppure con sugo di pomodoro.


Spaghetti alla siracusana

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Gli spaghetti alla siracusana, noti anche come pasta fritta alla siracusana e più raramente come spaghetti alla siciliana, sono un primo piatto di pasta tipico della cucina siracusana.

La ricetta
La ricetta di questo primo piatto prevede l'utilizzo del pesce azzurro denominato acciuga (anciova in dialetto siciliano): essa va soffritta con dell'aglio e dell'olio extravergine d'oliva, mentre a parte si cuociono gli spaghetti in abbondante acqua salata. Ancora singolarmente si fa abbrustolire la mollica di pane secco (o del pangrattato già pronto) in una padella. Alla fine si manteca la pasta con le acciughe e si cosparge di mollica abbrustolita.

Le varianti
Questo piatto si presta a molte varianti e alle volte lo si confonde con il sugo alla siracusana (a causa della presenza delle acciughe), la cui originaria ricetta però si serve spesso e volentieri della pasta corta e non contempla l'utilizzo della mollica, ma piuttosto una dose generosa di ortaggi, capperi e olive; si tratta di alimenti che nella ricetta tradizionale di questo piatto non sono presenti, eccezion fatta, di rado, per le olive, che sono nere.
Da non confondere inoltre con il primo piatto, soprattutto palermitano, denominato pasta con le sarde: esso, se pur la tradizione lo dice nato nella zona di Siracusa (ma da cuochi dell'esercito arabo, lì accampati per conquistare la città), è parecchio distante dalle usanze culinarie dell'area aretusea, contemplando ingredienti come l'uvetta passa e i pinoli (un classico abbinamento della cucina palermitana), oltre allo zafferano, e il pesce che domina il piatto è la sardina, non l'acciuga. La mollica abbrustolita nella pasta con le sarde originaria non è presente.
Una delle varianti più conosciute del piatto siracusano prevede la frittura degli spaghetti: o li si fanno cuocere freschi a parte e poi si friggono in padella - prima di mantecarli con le acciughe - oppure si prende dal frigo della pasta avanzata e le si dà in questo modo nuova consistenza.
Gli spaghetti alla siracusana in alcune ricette sono presentati anche con del pomodoro, sia nella loro versione fritta e sia in quella normale. Non è raro incontrarvi pure del peperoncino (in base alla variante scelta), ma sempre accompagnato dagli ingredienti base del piatto che rimangono acciughe e mollica abbrustolita.

Origini del piatto
Questo tipico piatto siracusano ha radici molto antiche; arcaiche. La ricetta che ormai è divenuta parte della tradizione culinaria del territorio geografico, al principio si presentava in maniera molto differente: il nome di «pasta alla siracusana» (che precedette quello degli odierni spaghetti) si usava per indicare un tipo di lavorazione di grano duro decisamente più sottile, noto come capelli d'angelo (detti anche capellini o più recentemente vermicelli); caratterizzati per l'appunto da uno spessore finissimo.
Si sostiene che i capelli d'angelo a Siracusa venissero preparati già all'epoca del tiranno Dionisio I (in quella che fu la colonia greca di Ankón si continuano a preparare tutt'oggi e i suoi abitanti definiscono questo tipo di piatto un lascito degli antichi Siracusani). Solo in seguito i conquistatori Arabi ne avrebbero preso spunto per dare vita al primo commercio europeo della pasta, che storicamente partì proprio dalla Sicilia.
I capelli d'angelo sono effettivamente un tipico piatto della Grecia (detta pasta kataifi) e dell'Oriente. Nel siracusano essi, specialmente in passato, venivano raggomitolati e fritti nella sugna e infine annaffiati con «miele nero e caldo dei monti Iblei».
Si racconta che quando il nobile siciliano Don Francesco Bonanno, nonché consigliere di guerra del re Vittorio Amedeo II di Savoia e dell'imperatore Carlo VI d'Asburgo, doveva prendere una decisione difficile, si siedeva ad un tavolo e ordinava sempre al suo monsù un piatto di «pasta fritta alla siracusana», perché egli la considerava stimolante per il cervello e fautrice quindi di ottimi consigli politici.
Ad un certo punto l'antica ricetta si è mescolata a quella del piatto che odiernamente è noto come spaghetti alla siracusana, per cui il tipo di pasta finissimo è stato sostituito dagli spaghetti più spessi; è quasi del tutto sparito l'uso del miele e ci si aggiunge invece del pesce e la mollica secca del pane. Ma al principio furono i soli capelli d'angelo semplicemente mielati a sfamare i siracusani dando loro una pietanza vitaminica.


 
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