Zuccata

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La zuccata è un tipico prodotto della pasticceria siciliana a base di zucca candita. Usata prevalentemente per decorare la cassata.

Ackee and saltfish

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L'Ackee and saltfish (in patois giamaicano Aki ah saalfish) è un piatto tipico della cucina giamaicana. È considerato il piatto nazionale giamaicano.
È un piatto molto comune, ma tipicamente viene servito per colazione.

Preparazione
Si saltano in padella cipolla o cipollotto, aglio, spezie (pepe, peperoncino Scotch Bonnet, timo), pomodori e - talora - peperoni. Vengono poi aggiunti il baccalà ammollato, pulito e tagliato in piccoli pezzi e gli arilli del frutto di Blighia sapida (chiamati ackee in lingua inglese).
Il piatto viene accompagnato da platano fritto o bollito o dai frutti dell'albero del pane, ma anche dai festival o dal bammy.


Chivito

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Il chivito è un panino imbottito tipico dell'Uruguay. Nel paese è molto popolare al punto da esserne considerato il piatto nazionale.

Storia
Fu inventato per caso nel 1944 da Antonio Carbonaro, proprietario del ristorante "El Mejillón" a Punta del Este.
Una sera una turista argentina entrò nel ristorante e chiese del chivo ovvero carne di capretto. Il ristorante non ne era provvisto, ma Carbonaro, per non perdere la cliente, improvvisò e decise di preparargli un panino con pane tostato nel burro, prosciutto e un pezzo di churrasco (bistecca di manzo).
Disse alla cliente che quel piatto si chiamava chivito: alla donna piacque il panino.
L'idea divenne un successo e il ristorante arrivò a vendere mille chivitos al giorno.

Ingredienti
Il primo chivito era fatto semplicemente con pane, prosciutto e lombata di manzo. In seguito la ricetta si è arricchita. Oggi il classico chivito uruguaiano viene imbottito con lombo di manzo, prosciutto cotto, pancetta, mozzarella, lattuga, pomodori a fette, olive, uova sode e salsa maionese. Possono essere aggiunti altri ingredienti, come barbabietole rosse, piselli, peperoni rossi grigliati o saltati in padella e cetrioli.
È stato inventato anche il chivito al plato, ovvero gli stessi ingredienti del ripieno del chivito serviti su un piatto da portata (senza pane) di solito con insalata russa o patatine fritte.
Tra le numerose varianti, una delle più famose è il chivito canadiense, con il bacon canadese.
La ricetta del chivito si è diffusa anche in Argentina e Paraguay, dove prende il nome di lomito.


Soba di Okinawa

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La soba di Okinawa (沖縄そば Okinawa soba), è un piatto tipico della cucina di Okinawa, una minestra in brodo servita con dei noodles di grano piuttosto spessi che ricordano gli udon, in uso nel resto del Giappone. Nella lingua di Okinawa viene chiamata suba, e si differenzia da quella classica della cucina giapponese, nel cui impasto viene usato il grano saraceno. Nella ricetta tradizionale, nell'impasto viene aggiunta anche della cenere di legno.

Preparazione
Il brodo viene fatto con ossa di maiale ed aromatizzato con konbu (alghe commestibili) e katsuobushi (scaglie fini di tonno essiccato). Oltre ai noodles, il piatto viene guarnito con fettine di kamaboko (polpa di pesce), porri, fettine di maiale ed eventuali altre verdure.

Varianti
Esistono versioni simili alla soba di Okinawa nelle altre isole dell'arcipelago delle Ryukyu, in particolare a Yaeyamajima ed a Miyakojima.[1] Altre versioni sono quelle della Sōki soba (ソーキそば), con l'aggiunta di costine di maiale bollite, e della Tebichi soba (てびちそば), con fettine di stinco di maiale stufato.

Cenni storici
Il piatto è stato originariamente portato dalla Cina circa 500 anni fa. Durante il periodo del Regno delle Ryūkyū, prima che Okinawa venisse annessa dal Giappone nel 1879, la soba di Okinawa era un piatto riservato alla nobiltà. Dopo l'annessione di Okinawa al Giappone, durante il periodo Meiji, il divieto alla popolazione comune di consumarla è stato tolto.

Bánh xèo

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I bánh xèo (letteralmente "torta sfrigolante") sono delle frittelle vietnamite fatte con farina di riso, acqua, polvere di curcuma, talvolta il latte di cocco (nelle regioni meridionali), farcite con pezzi di grasso di maiale, gamberetti e germogli di soia, e poi fritte in padella. Tradizionalmente, sono servite avvolte in foglie di lattuga e farcite con foglie di menta, basilico e altre erbe, ed immerse in una salsa chiamata nước mắm pha (salsa di pesce diluita con acqua e limone). Nella regione centrale, il bánh xèo è immerso in una speciale salsa "tương" che consiste in fegato, salsa hoisin e aglio.
Una variante del bánh xèo sono i bánh khoái (nella città di Huế e nella provincia di Nghệ An), i bánh căng o bánh căn (nella regione Nam Trung Bo) e i bánh khọt (nella provincia di Bà Rịa-Vũng Tàu).
Nella cucina cambogiana c'è un piatto simile chiamato banh chiao (ព៉ាញ់ឆៅ), derivato dal bánh xèo.

Cordon bleu

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Il cordon bleu è un filetto ripieno di prosciutto cotto e formaggio fondente, che si cuoce al forno.

Storia
Il cordon bleu, termine maschile senza dubbio, trattandosi di un filetto, nell'accezione moderna, compare abbastanza recentemente, in particolare sul finire degli anni 60 del XX secolo viene presentata questa cotoletta sul New York Times. Tuttavia, dalla metà degli anni 50 era già nota un'analoga cotoletta preparata con la carne di vitella, anch'essa di creazione statunitense.
Il termine “Cordon Bleu” deriva dalla decorazione in guisa di fascia azzurra conferita dall'Ordine dello Spirito Santo e creata da Enrico III di Valois.
Oggi la locuzione cordon bleu viene utilizzato da molte scuole di cucina francese per definire prestigiosi piatti di alta qualità.
Oggi giorno sono state sviluppate molte varianti che prevedono l'utilizzo di verdure o di aromi inclusi nel petto di pollo, oppure la sostituzione del petto di pollo con carne di tacchino.




Strangozzi

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Gli strangozzi sono una pasta lunga a sezione rettangolare, tipica del comprensorio Folignate-Spoletino ma diffusi anche in tutta l'Umbria, nelle Marche e nel Lazio. Sono chiamati anche, a seconda delle zone, stringozzi, strengozzi, strongozzi, nel perugino vengono chiamati umbricelli e nel ternano sono conosciuti come ciriole o manfricoli . L'aspetto è simile a quello dei tagliolini, ma, a differenza di questi, sono più spessi e senza uovo.
Prodotto "povero" che, secondo la scheda di prodotto agroalimentare tradizionale, va realizzato a mano stendendo una sfoglia, spessa circa 2 mm, di pasta di farina di grano tenero, acqua ed eventualmente sale. La sfoglia è poi tagliata a strisce di circa 3/4 mm di larghezza e la lunghezza di circa 30 cm.
Il prodotto viene realizzato anche artigianalmnete dai 4/5 pastifici della zona con semola di grano duro, tramite un processo di estrusione o laminazione, e ammatassato nella tipica forma ad 8.
La forma è molto simile a quella delle stringhe in cuoio da scarpe, dal cui nome si pensa derivi quello degli stringozzi. Esiste anche una leggenda secondo la quale le stringhe venivano usate, al tempo dello stato Stato Pontificio, dagli anticlericali per strangolare i prelati da qui la confusione con il prodotto chiamato strozzapreti; quest'ultimo è del tutto diverso essendo lungo circa 8 cm a forma di S, ottenuto dall'estrusione di un impasto all'uovo.

Le ricette

Vengono spesso conditi con tartufo nero di Norcia, funghi porcini o sanguinosi, asparagi o con un sugo di pomodoro di magro piccante (strangozzi alla spoletina). A volte vengono usati per la preparazione dei maccheroni con le noci, tipico dolce del periodo natalizio.

 
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