“Ora capisco perché gli spartani mostrano tanto coraggio in battaglia. Persino i peggiori codardi al mondo preferirebbero morire mille volte piuttosto che continuare una vita del genere”.
Sibarita dopo aver assaggiato il brodo nero.
Nel V secolo a.C. gli spartani consumavano il brodo nero (μέλας ζωμός), che era una zuppa a base di carne suina, sangue, aceto e sale.
Un accozzaglia di ingredienti dal sapore terribile, ma che i valorosi guerrieri greci apprezzavano.
Gli stranieri invece ne disprezzavano il sapore ed un esempio eclatante fu quello del tiranno siracusano Dionisio che chiese a un cuoco spartano di cucinargli il brodo nero, ma al primo assaggio ne rimase disgustato.
Allora il cuoco gli spiegò che avrebbe dovuto esercitarsi come uno spartano e fare il bagno nell’Eurota, il fiume che scorreva vicino alla città: solo così avrebbe potuto apprezzarlo.
Il tiranno però preferì non “gustarlo” mai più.
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