Perché gli italiani non rompono la pasta lunga prima di cuocerla?

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Un italiano che mangia volentieri spaghetti spezzati è uno a cui piace mangiare pasta stracotta, altrimenti col piffero che si riesce a rotolarla sulla forchetta.

Comunque una volta la pasta lunga era "più lunga" e si poteva spezzare a metà. Oggi qualche pastificio cerca di tornare alle origini proponendo formati speciali, che vanno spezzati a metà come si faceva ai vecchi tempi.

Ma perché la vendevano così lunga??




Perché la pasta lunga deve venire essiccata in questo modo e si risparmiava l'operazione di taglio che, tra l'altro, produce lo "scarto" della curva, che può sì essere venduto come pasta da minestra in brodo, ma che in gran parte deve essere rimacinata per altre produzioni.


Qual è la differenza tra Risotto e Arancini?

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Il risotto è una tecnica di cottura del riso originaria del nord Italia, in un territorio che va da Novara a Treviso e passando per Milano, che si basa sulla tostatura prima del riso nel burro o nell'olio, poi bollito con brodo e, infine, mantecato con burro e formaggio per creare una crema.


Il risotto alla parmigiana è il risotto bianco più semplice, fatto solo con burro e formaggio.


Le arancine o arancini sono un piatto siciliano di riso bollito fatto in palline, guarnite e farcite con vari ingredienti (più comunemente ragù siciliano con carne macinata e piselli, oppure una besciamella molto densa e dadini di prosciutto), poi impanate e fritte.



Potete usare il risotto avanzato per fare le crocchette di riso, che però non sono arancini.

Crocchette di riso fatte con gli avanzi di risotto.


Come ci si nutriva durante un assedio?

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Parigi, inverno del 1870.



Parigi era assediata dall’esercito prussiano: completamente circondata e tagliata fuori dal resto del mondo. Mancando i rifornimenti, i prezzi delle scorte alimentari andarono alle stelle e il mercato nero fece la sua scomparsa.

Nel giro di poche settimane, i negozi erano completamente vuoti e gli abitanti di Parigi, avvezzi ai manicaretti più raffinati, si videro costretti a consumare tutto ciò che capitava loro a portata di mano.

Man mano che aumentava la penuria di viveri, i parigini furono costretti a considerare nuove alternative come i cani e i gatti. L’arte culinaria transalpina reagì prontamente inventando nuove fantasiose ricette per tentare di mascherare il sapore di quegli insoliti ingredienti. Con l’avanzare dell’inverno e il proseguire dell’assedio, alla lista vennero ad aggiungersi i roditori.

Nel centro di Parigi sorse il mercato dei topi e ratti e persino i pesciolini rossi furono ripescati dai laghetti dei parchi della capitale. Alla fine dell’anno nemmeno lo zoo fu più in grado di nutrire i suoi ospiti e gli animali furono messi in vendita.

Un macellaio fece affari d’oro vendendo bistecche di bufalo, zebra e yak, e si dice che sborsò 27.000 franchi per due elefanti. Le proboscidi, considerate una vera leccornia, furono vendute a 80 franchi il chilo.

Un esempio di menù che le circostanze avevano imposto prevedeva:


Sul finire del gennaio del 1871, il nemico tolse l’assedio e i parigini tornarono alle vivande tradizionali.


Una storia particolare di un alimento italiano

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Quanto sono ingegnosi gli italiani quando si tratta di mangiare bene!

Nel novecento molti Italiani, specialmente quelli del Sud, si imbarcarono verso l’America per cercare un vita migliore.

Ma quella vita non era migliore per tutti gli aspetti. Avrebbero dovuto lasciare il loro cibo.

E quando dovevano intraprendere quel viaggio di 10- 15 giorni in terza classe avrebbero amato portare qualcosa di buono per avere comforto.

Il formaggio era permesso, ma tutti i tipi di salumi non erano ammessi.

Credo che ancora sia così per non spargere le malattie.

Cosi inventarono un caciocavallo ripieno di salame e altri salumi vari che ancora oggi si chiama il cacciocavallo del migrante.

E potevano contrabbandarlo inosservato negli Stati Uniti.


Qual è il sushi più difficile da preparare?

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 Il sushi più difficile da fare è Shinko-zushi.


Shinko-zushi è sushi che richiede molto tempo.

Si dice quindi che si possa capire l'abilità del sushi chef.

È un sushi che si può mangiare solo in un breve periodo di un anno.


Quali sono i segnali d'allarme che ti indicano di essere in un pessimo ristorante italiano?

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So dirti quali segnali mi indicano di essere in un pessimo ristorante, che sia italiano o marziano.

* Quando entri nessuno ti si fila.

* Quando riesci a sederti a un tavolo passa un bel pezzo prima che i camerieri vengano a prendere l'ordine quantomeno delle bevande.

* Passa ancora più tempo prima che ti portino (ammesso che te lo portino) il cestino del pane o simili. I camerieri sono supponenti e/o impreparati su menu e vini (tipo «Com'è la trippa alla romana?», «Uh, non so. C'è il formaggio, credo»; «Quale vino potremmo accompagnare?», «Non so. Devo chiedere»).

* I piatti sono cucinati in maniera approssimativa/sciatta. Me la cavo, in cucina, pur facendo tutt'altro mestiere.

Se il/la cuoco/a non cucina meglio di me, sono in un pessimo ristorante.

C'è qualcosa di simile alla pizza italiana in altre culture?

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Sicuro!

Innanzitutto la pizza non è propriamente italiana, è proprio napoletana. In effetti, a Napoli la pizza può essere un pasticcio di cose diverse. C'è ad esempio:


pizza napoletana



pizza fritta



pizza di scarola


In altre regioni italiane si ottengono (ancora, solo alcuni esempi):

sfincione dalla Sicilia



cassone della Romagna


sardenaria o pizza all’andrea di Genova



crescenta da Bologna


Se ci spostiamo fuori dall'Italia abbiamo esempi più eccezionali di alimenti simili, ecco alcuni esempi.


coca de trampo dalla Spagna



lahmacun dalla Turchia


kolokithopita (e molti altri tipi di pita salata) dalla Grecia



pissaladiere dalla Francia


Flammkuchen dalla Germania




 
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