Sformato di couscous con asparagi e stracchino: una deliziosa alternativa al forno

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Lo sformato di cous cous con asparagi e stracchino è una ricetta creativa e versatile, perfetta come piatto unico o per un pranzo leggero e ricco di sapori. Arricchito da dolci pomodorini, questo piatto combina la delicatezza degli asparagi con la cremosità dello stracchino, creando un equilibrio di sapori irresistibile.

Ingredienti per 4 persone

  • 250 g di couscous precotto

  • 300 g di asparagi freschi

  • 200 g di stracchino

  • 200 g di pomodorini ciliegia

  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva

  • 50 g di parmigiano grattugiato

  • 1 uovo

  • 1 spicchio d'aglio

  • Timo fresco o altre erbe aromatiche (per i pomodorini confit)

  • Zucchero, sale e pepe qb

Procedimento

1. Preparare i pomodorini confit

  1. Lavate i pomodorini, tagliateli a metà e disponeteli su una teglia rivestita di carta forno.

  2. Conditeli con un filo d'olio, un pizzico di zucchero, sale, pepe e qualche fogliolina di timo fresco.

  3. Infornate a 120°C per circa 1 ora, fino a quando saranno appassiti e caramellati.

2. Cuocere gli asparagi

  1. Eliminate la parte legnosa degli asparagi, lavateli e cuoceteli a vapore o sbollentateli per 5-7 minuti, finché non saranno teneri.

  2. Tagliate le punte e tenete da parte per la decorazione, mentre il resto degli asparagi e taglierà a rondelle.

3. Preparare il couscous

  1. In una ciotola, versate il cous cous e aggiungete acqua bollente salata in quantità pari al suo volume. Coprire e lasciare riposare per 5 minuti.

  2. Sgranate il couscous con una forchetta, aggiungendo un filo d'olio per evitare che si compatti.

4. Assemblare lo sformato

  1. In una ciotola capiente, mescolate il cous cous con gli asparagi a rondelle, il parmigiano, l'uovo, sale e pepe. Amalgamate bene il composto.

  2. In una teglia da forno o in stampini monoporzione oliati, versare metà del composto, creando una base compatta.

  3. Aggiungete uno strato di stracchino, poi coprite con il restante cous cous, livellando bene la superficie.

5. Cuocere in forno

  1. Informare lo sformato a 180°C per circa 20-25 minuti, finché la superficie sarà leggermente dorata.

6. Servizio

  1. Sfornate e lasciate intiepidire per qualche minuto.

  2. Decorare con le punte di asparagi e pomodorini confit. Servite lo sformato caldo o tiepido.

Consigli

  • Varianti : Potete sostituire lo stracchino con formaggi simili, come crescenza o ricotta, per un risultato altrettanto cremoso.

  • Abbinamenti : Accompagnare lo sformato con una fresca insalata mista o con una salsa al basilico per aggiungere una nota aromatica.

Con il suo mix di consistenze e sapori, lo sformato di couscous con asparagi e stracchino è una ricetta che unisce semplicità e raffinatezza, perfetta per ogni occasione!



Piadina con sarde fritte e burrata: un'idea originale per un piatto unico o un aperitivo gourmet

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La piadina con sarde fritte e burrata è un piatto semplice ma estremamente gustoso, che unisce sapori genuini e tradizionali con un tocco di creatività. Perfetta come piatto unico o servita a piccoli spicchi per un aperitivo diverso dal solito, questa ricetta gioca con il contrasto tra la croccantezza delle sarde fritte e la cremosità della burrata.

Ingredienti per 4 piadine

  • 4 piadine pronte (o fatte in casa)

  • 300 g di sarde fresche già pulite

  • 200 g di burrata

  • 1 uovo

  • 100 g di pangrattato

  • Farina qb (per infarinare)

  • Olio di semi (per friggere)

  • 1 limone (opzionale, per guarnire)

  • Sale e pepe qb

  • Rucola fresca o insalata misticanza (per completare)

Procedimento

  1. Preparare le sarde :
    Lavare le sarde sotto acqua corrente e asciugatele delicatamente con carta da cucina. Passatele prima nella farina, poi nell'uovo sbatteto e infine nel pangrattato, premendo leggermente per far aderire bene la panatura.

  2. Friggere le sarde :
    Scaldate abbondante olio di semi in una padella e friggete le sarde poche per volta, fino a quando non saranno dorate e croccanti. Scolatele su carta assorbente e salatele leggermente.

  3. Scaldare le piadine :
    Riscaldate le piadine in una padella antiaderente per qualche minuto su entrambi i lati, in modo che risultino morbide ma calde.

  4. Assemblare la piadina :
    Disponete su ciascuna piadina una base di rucola o misticanza, aggiungete alcune sarde fritte e completate con abbondante burrata a cucchiaiate.

  5. Guarnire e servire :
    Spolverate con un po' di pepe macinato fresco e, se lo desiderate, aggiungete una spruzzata di succo di limone per dare una nota di freschezza. Servite le piadine intere per un piatto unico, oppure tagliatele in piccoli triangoli per un aperitivo sfizioso.

Consigli

  • Varianti : Per una versione più leggera, potete cuocere le sarde al forno con una panatura croccante, riducendo i grassi.

  • Personalizzazione : Arricchite il piatto con pomodori secchi, olive o una salsa leggera, come una maionese agli agrumi o una crema di basilico.

  • Abbinamento : Accompagnare con un calice di vino bianco fresco, come un Vermentino o un Sauvignon Blanc, per esaltare i sapori.

La piadina con sarde fritte e burrata è una ricetta che porta in tavola il gusto autentico del Mediterraneo, perfetta per sorprendere i vostri ospiti con semplicità e raffinatezza!

Casarecce di legumi con gamberi, spinaci e limone: un primo piatto leggero e saporito

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Le casarecce di legumi con gamberi, spinaci e limone sono un'ottima scelta per un pasto gustoso e nutriente. Questo piatto combina la freschezza degli spinaci, il sapore delicato dei gamberi e la nota agrumata del limone, arricchendo il tutto con un pizzico di piccantezza. Perfetto per chi cerca un'alternativa leggera ma appagante, è ideale per pranzi o cene estive.

Ingredienti per 4 persone

  • 320 g di casarecce di legumi (ceci, lenticchie o piselli)

  • 300 g di gamberi sgusciati

  • 150 g di spinaci freschi

  • 1 limone (succo e scorza non trattata)

  • 2 spicchi d'aglio

  • 1 peperoncino fresco (opzionale)

  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva

  • Sale e pepe qb

Procedimento

  1. Preparare gli ingredienti :
    Lavate gli spinaci freschi e asciugateli. Sgusciate i gamberi, eliminando il filo intestinale. Grattugiate la scorza del limone e spremetene il succo, tenendo entrambe da parte.

  2. Cuocere la pasta :
    Portate a ebollizione una pentola di acqua salata e cuocete le casarecce di legumi seguendo i tempi indicati sulla confezione. Scolatele al dente, conservando una tazza di acqua di cottura.

  3. Preparare il condimento :
    In una padella ampia, scaldare l'olio extravergine di oliva con gli spicchi d'aglio schiacciati e il peperoncino (se gradito). Fate rosolare per un paio di minuti, quindi aggiungete i gamberi e cuoceteli per 3-4 minuti, finché diventano rosa.

  4. Aggiungere gli spinaci :
    Unite gli spinaci freschi nella padella con i gamberi e fateli appassire per 2-3 minuti. Regola di sale e pepe.

  5. Completare il piatto :
    aggiungere nella padella le casarecce di legumi, il succo e la scorza di limone. Mescolate bene e, se necessario, aggiungete un po' di acqua di cottura per amalgamare il tutto.

  6. Servire :
    Impiattate le casarecce e, a piacere, completate con un filo d'olio a crudo e una spolverata di scorza di limone.

Consigli

  • Per un tocco in più, potete aggiungere una manciata di pinoli tostati o una spolverata di peperoncino in polvere per enfatizzare la nota piccante.

  • Questo piatto è facilmente personalizzabile: potete sostituire gli spinaci con rucola o zucchine, oppure optare per altre varietà di pasta.

Un piatto fresco e ricco di sapore, perfetto per chi vuole unire gusto e leggerezza in tavola!


Frugiate

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Le frugiate sono un piatto tipico della tradizione gastronomica dell'Appennino Tosco-Emiliano, in particolare delle zone della Montagna Pistoiese, della Valdinievole e della Valle del Vincio di Montagnana. Questo piatto è associato alla preparazione delle castagne arrostite, conosciute in tutta Italia come caldarroste, ma con un nome distintivo nelle specifiche aree dell'Appennino.

L'etimologia del termine "frugiata" è stata oggetto di discussione. Secondo Carlo Battisti e Giovanni Alessio, il termine potrebbe derivare dal fiorentino "bruciate", in riferimento al processo di cottura delle castagne, che arrostite sul fuoco. L'ipotesi suggerisce anche un legame con il verbo "frugare", che significa "rimestare", un'azione tipica nella preparazione delle castagne. Inoltre, l'Atlante Lessicale Toscano registra varianti fonetiche come fruciate e frogiate , portando alla possibilità che la parola sia il risultato di un cambiamento fonetico interno. Gabriella Giacomelli, invece, ha proposto che il termine derivi da una variazione onomatopeica, legata al suono delle castagne che vengono rimestate durante la cottura.

La frugiata è preparata arrostendo castagne fresche su un fuoco di legna, tipicamente all'interno di un braciere o su una griglia , fino a quando non diventano croccanti e scure all'esterno, ma morbide e dolci all'interno. In alcune varianti, le castagne vengono rimesse periodicamente per evitare che si brucino in modo non uniforme, un'operazione che dà origine al termine "frugiare" o "rimestare". Le frugiate vengono spesso servite come spuntino durante le fiere, le sagre e i mercati autunnali, specialmente in occasione della Sagra della Frugiata che si tiene ogni anno a Montagnana Pistoiese durante la seconda domenica di ottobre.

La castagna ha avuto una grande importanza storica per le popolazioni delle montagne pistoiesi e più in generale per quelle dell'Appennino, poiché è stata una delle principali risorse alimentari durante i periodi di difficoltà. La frugiata , come piatto simbolico, rappresenta un ritorno a queste tradizioni rurali, celebrando la raccolta e la preparazione delle castagne durante l'autunno.

In passato, le castagne arrostite erano un pasto comune per i contadini e venivano consumate insieme a vino novello o accompagnate da formaggi locali, rendendo la frugiata non solo un cibo sostanzioso, ma anche un'occasione di socialità. Oggi, sebbene le frugiate siano meno frequenti come pasto quotidiano, rimangono un elemento importante delle tradizioni locali, particolarmente durante le festività autunnali e le sagre paesane .

In particolare, la Sagra della Frugiata di Montagnana Pistoiese celebra questo piatto con eventi che richiamano i visitatori e gli appassionati della tradizione gastronomica toscana.








Full breakfast

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Il full breakfast (o "colazione completa") è una tradizionale colazione britannica, che si è diffusa anche in altri paesi anglosassoni e nordeuropei. È un pasto sostanzioso, noto per la sua abbondanza e varietà di ingredienti, che lo rende un piatto unico ideale per iniziare la giornata con energia. Viene consumato principalmente nel Regno Unito, ma anche in Irlanda, Scozia, Galles e in vari paesi nordamericani.

La tradizione del full breakfast ha radici antiche, risalenti all'epoca medievale, quando i contadini inglesi, costretti a svegliarsi presto per affrontare una giornata di lavoro fisico, consumavano un pasto ricco di calorie per sostenere le lunghe ore di fatica. Inizialmente, la colazione era composta da cibi calorici che fornivano energia a lungo termine.

Durante l'era vittoriana, la colazione si arricchì di più portate, un'abitudine che si ridusse nel tempo, ma che mantenne il suo carattere sostanzioso. Il piatto che oggi conosciamo come full breakfast si è evoluto nel corso dei secoli ed è diventato un simbolo della colazione britannica.

Nel periodo della Seconda Guerra Mondiale, il termine Full English Breakfast divenne particolarmente noto grazie al generale Bernard Montgomery, che lo ordinava regolarmente durante la Campagna d'Africa.

Il full breakfast tradizionale inglese comprende una serie di ingredienti che possono variare leggermente a seconda delle preferenze e delle influenze regionali. Gli ingredienti principali sono:

  • Uova: possono essere cucinate in vari modi, tra cui fritte (occhio di bue), strapazzate, sode o in camicia.

  • Pancetta (pancetta): solitamente affumicata e fritta, tagliata a strisce.

  • Salsicce: di vario tipo, ma in genere a base di carne di maiale e speziate.

  • Fagioli stufati: generalmente cucinati in salsa di pomodoro.

  • Pomodori: grigliati o fritti.

  • Funghi: saltati in padella.

  • Patate fritte: frittelle di patate croccanti.

  • Black pudding: una salsiccia a base di sangue di maiale, spesso speziata.

  • Pane tostato: generalmente imburrato, ma può essere sostituito da pane fritto o focaccia.

La preparazione di una colazione completa è prevalentemente fritta, da cui il soprannome di frittura .

Varianti Regionali

  1. Inghilterra: La versione classica comprende bacon, uova fritte, salsicce, fagioli, pomodori, funghi, black pudding e toast. In alcune varianti, si aggiungono anche bubble and squeak (patate e cavolo saltati in padella) e frittelle di patate.

  2. Irlanda: La colazione irlandese include ingredienti simili a quelli britannici, ma con l'aggiunta di white pudding (una salsiccia bianca a base di carne di maiale e avena) e soda bread (pane alla soda), che è un elemento distintivo della cucina irlandese.

  3. Scozia: La colazione completa scozzese presenta alcuni ingredienti tipici, come il black pudding di Stornoway , le salsicce di Lorne , e le tattie scone (focaccine di patate). Può anche includere haggis (un piatto tradizionale a base di frattaglie di agnello) e porridge .

  4. Galles: La colazione gallese include spesso ingredienti locali come le vongole e il laverbread (una purea di alghe fritte con farina d'avena). La pancetta , le salsicce e le uova sono anch'esse presenti, insieme a pesce affumicato come la trota di mare.

  5. Nord America: Negli Stati Uniti e in Canada, la colazione completa presenta varianti che includono pancake con sciroppo d'acero, muffin o waffle. Nei Stati meridionali , i grits (un piatto a base di mais) sono un complemento comune alla colazione.

Il full breakfast è più di un semplice pasto: è un'istituzione culturale nei paesi anglosassoni. Viene servito in moltissimi caffè e pub nel Regno Unito, dove i clienti ordinano una "Full Breakfast" per gustare tutte le specialità tipiche della colazione. Oltre ad essere un piatto tradizionale, la colazione completa è anche un momento di convivialità, spesso consumato con una tazza di o caffè.

In alcuni paesi, come l'Irlanda e la Scozia, il full breakfast è un piatto ricco che rappresenta una connessione profonda con la cultura gastronomica locale, un inizio di giornata che celebra la generosità e la qualità degli ingredienti tradizionali.


Funazushi

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Il funazushi (鮒寿司) è un tipo tradizionale di sushi giapponese proveniente dalla regione del lago Biwa, situata nella prefettura di Shiga, nella parte centrale dell'isola di Honshū. Questo piatto, unico nel suo genere, è preparato esclusivamente dalla famiglia Kitamura, che lo produce sin dal 1619. Il suo ingrediente principale è il pesce funa (carassio), che viene sottoposto a un processo di fermentazione della durata di otto anni.

La preparazione del funazushi è lunga e complessa, articolata in diverse fasi che richiedono pazienza e meticolosità. Il processo di produzione avviene come segue:

  1. Pescatura e preparazione del pesce:
    Il pesce funa viene pescato nel lago Biwa, dopodiché vengono rimosse tutte le interiora, ma le uova le si lasciano all'interno del pesce.

  2. Fermentazione iniziale:
    Il pesce viene poi immerso in barili contenenti riso, dove il processo di fermentazione ha inizio. Il pesce viene lasciato a fermentare per tre o quattro anni, durante i quali il riso viene sostituito annualmente per favorire la fermentazione.

  3. Essiccazione:
    Una volta trascorsi i quattro anni, il pesce viene rimosso dal riso e lasciato essiccare per una giornata.

  4. Fermentazione finale:
    Dopo l'essiccatura, il pesce viene ricoperto di sale e posto sotto sale per altri quattro anni, completando così il lungo processo di fermentazione.

Il risultato finale è un pesce dal sapore molto forte e pungente, che si distingue notevolmente dai tradizionali sushi giapponesi.

Il funazushi ha origini antiche e affonda le radici nel piatto giapponese narezushi, un tipo di sushi che arrivò in Giappone dalla Cina intorno all'anno 1000. Il narezushi, che consisteva nel pesce fermentato con riso, veniva utilizzato per conservare il pesce durante l' inverno, periodo in cui le risorse alimentari erano scarse. Questa tecnica di conservazione è diffusa principalmente nelle zone circostanti il ​​lago Biwa, grazie alla disponibilità di pesce locale.

Il funazushi è un'evoluzione del narezushi, ed è diventato un piatto locale molto apprezzato, sebbene di nicchia, mantenendo un forte legame con la tradizione. L'unicità del piatto è sottolineata dalla continua produzione esclusiva da parte della famiglia Kitamura, che custodisce gelosamente il segreto della sua preparazione.

Il piatto è stato reso noto anche a livello internazionale, ad esempio, è stato presentato nella puntata del programma televisivo Orrori da gustare (Bizarre Foods) di Andrew Zimmern, contribuendo alla sua notorietà anche fuori dai confini giapponesi.

A causa della sua lunga preparazione e del gusto forte e fermentato, il funazushi non è un piatto comune, ma rappresenta un'autentica prelibatezza per i veri intenditori della cucina giapponese tradizionale. La sua preparazione lenta e complessa, unita al suo sapore unico, lo rende un simbolo della cucina artigianale del Giappone, destinato a coloro che cercano esperienze gastronomiche rare e autentiche.

Gachas della Mancia

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Le gachas della Mancia sono un piatto tradizionale spagnolo originario della regione di Castiglia-La Mancia. Questa ricetta, antica e ricca di sapori rustici, è stata per secoli un simbolo della cucina contadina, grazie alla semplicità degli ingredienti e alla capacità di adattarsi alle risorse locali.

Le gachas sono una sorta di pappetta ottenuta mescolando farina, acqua e altri ingredienti. Tradizionalmente si utilizza la farina di cicerchia, ma in alcune versioni viene sostituita o mescolata con farina di frumento per attenuarne la leggera tossicità. Ecco i passaggi principali per la preparazione:

  1. Preparazione degli ingredienti:

    • Si tostano in una padella farina di cicerchia e paprica (dolce o piccante, a seconda dei gusti).

    • A parte, si soffriggono pancetta di maiale tagliata a dadini, aglio e peperoni in olio d'oliva.

  2. Cottura della base:

    • Alla farina tostata si aggiunge gradualmente acqua bollente, mescolando continuamente per evitare grumi.

    • Si aggiunge il soffritto di pancetta, aglio e peperoni, e si lascia cuocere fino a ottenere una consistenza cremosa.

  3. Guarnizione:

    • Il piatto può essere servito direttamente nella padella di cottura ( perol ), con accompagnamenti come cetriolini, guindillas (peperoncini piccanti) o fegato di maiale triturato.

Le gachas nascono come piatto povero, consumato principalmente dai pastori e dai contadini durante le fredde giornate invernali. Venivano preparate direttamente sul fuoco all'aperto, utilizzando ingredienti economici e facilmente reperibili, come la farina di cicerchia e il maiale.

Questa pietanza era condivisa in comunità: ci si sedeva in cerchio intorno alla padella, mangiando con cucchiai di legno o utilizzando pezzi di pane per raccogliere la pappetta. Questo aspetto conviviale è rimasto vivo nella tradizione, con le gachas che continuano ad essere un simbolo di un unione e condivisione durante i pasti comunitari.

Nel corso del tempo, le gachas sono diventate un piatto tipico di molte regioni della Spagna, non solo della Mancia, ma anche in Andalusia, Murcia e Comunità Valenciana, dove sono state adattate e arricchite con vari ingredienti locali. La farina di cicerchia, in particolare, è un elemento distintivo, anche se talvolta viene miscelata con farina di frumento per rendere il piatto meno pesante e più accessibile.

La versione più classica delle gachas della Mancia è quella che si prepara in Castiglia-La Mancia, ma ogni regione spagnola ha sviluppato la propria variante.

  • Castiglia-La Mancia: Oltre alla versione base con pancetta di maiale, aglio, peperoni e farina di cicerchia, alcune varianti includono funghi o patate. Nella provincia di Cuenca, ad esempio, si aggiunge spesso fegato di maiale, cucinato separatamente e poi incorporato nel piatto. Altri ingredienti comuni sono i cetriolini sottaceto oi peperoncini piccanti (guindillas).

  • Comunità Valenciana: Qui le gachas sono preparate con farina di frumento o mais e accompagnate da derivati ​​suini, pomodori, aioli, lumache o bacalà. Queste versioni non si spappolano in una pappetta come nelle gachas della Mancia, ma si lasciano cuocere fino a formare zollette, che vengono poi mangiate con il cucchiaio.

  • Andalusia: In questa regione le gachas sono preparate con farina di frumento e spesso contengono derivati ​​suini o pesce.

Le gachas della Mancia sono così radicate nella cultura locale che vengono celebrate con eventi annuali dedicati alla degustazione di questa pietanza. Ogni anno, l'ultimo sabato di novembre (o il primo sabato di novembre dal 2010), ad Alcázar de San Juan si tiene il "Concorso Nazionale di Gachas Manchegas", un evento che attira appassionati e turisti. Durante il concorso, i partecipanti possono gustare gratuitamente le gachas preparate da esperti cuochi locali.

Anche a Cuenca , durante le festività di San Matteo, si svolge un concorso simile che celebra le gachas tradizionali. Inoltre, nella città di Herencia si tiene un altro importante concorso durante il suo famoso Carnevale, che è stato dichiarato di Interesse Turistico Regionale.

In alcune località della Mancia, come Belmonte, Torrubia del Campo e Case di Haro, c'è una curiosa tradizione: non si mangiano gachas durante il periodo del lutto. Si racconta che, quando qualcuno muore, "il piatto di gachas non si tocca" come segno di rispetto per il defunto.

Le gachas sono, quindi, più di un semplice piatto: sono un legame profondo con la cultura, le tradizioni e le storie di una comunità, un piatto che ha attraversato i secoli adattandosi alle circostanze storiche e sociali, ma che conserva sempre il sapore della condivisione.


 
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