Cavati e ravioli alla ragusana

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I cavati e ravioli sono uno dei primi piatti più tipici del ragusano, i ravioli sono conditi con la ricotta prodotta nell'altopiano, in alcune parti della provincia (Ragusa e zone montane) la ricotta viene dolcificata, nella restante parte (Modica e zone marine) la ricotta viene lasciata al naturale o condita con pepe nero e erba maggiorana. Mentre i cavati sono un tipo di pasta corta ottenuti con la stessa pasta dei ravioli.
Ravioli e cavatelli sono spesso consumati insieme conditi con il sugo di maiale. Questo sugo (a sarsa o u sugu) si ottiene mediante una lenta cottura di carne di maiale, salsiccia ragusana, cotenna, cotti con strattu (passata di pomodoro essiccata al sole) e passata di pomodoro.

Bracciatello

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Il bracciatello è un tipico prodotto da forno romagnolo preparato a base di farina e uova. Prima si cuoce in acqua bollente, poi si passa nel forno, normalmente quello del pane, dopo essere stato pennellato con albume d'uovo che da il caratteristico colore giallo dorato e lucido. Esso è tradizionalmente preparato anche a Pesaro e dintorni, in virtù della notevole comunanza culturale e gastronomica di quest'area con la vicina Romagna.
A forma di ciambella spesso contiene al centro un uovo sodo intrappolato nella pasta. Di colore giallo e consistenza solida e filamentosa, tradizionalmente si mangia da solo o insieme a salumi vari.
Viene preparato dalle massaie in occasione della Pasqua. In alcune zone è tradizione farlo benedire da un sacerdote e mangiato la mattina della domenica di Pasqua.
In dialetto romagnolo è chiamato comunemente brazadèl.
Nel comune di Portico e San Benedetto (FC) il bracciatello viene immerso nell'alchermes e spolverato di zucchero.
Per Pasquetta a Bocconi, una delle tre frazioni del comune, viene fatta la sagra del bracciatello.
Gli anziani del paese dicono che il bracciatello così colorato ricorda la corona di spine di Gesù Cristo.
Oltre al bracciatello intorno a Pasqua si prepara la panina, dolce simile al panettone con uvetta e canditi ma con consistenza più dura e sapore meno dolce.

La vita di un ispettore sanitario nei ristoranti è piena di topi morti e salmonella

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"Vedere l’interno di una macchina per il ghiaccio completamente ricoperto di muffa è un’esperienza che ti segna. Per sempre"
La maggior parte dei proprietari di un ristorante conosce benissimo la sensazione di panico che suscita l'arrivo di un critico gastronomico nel proprio locale. Ma c'è un'altra visita non preannunciata che può avere conseguenze ben peggiori per la reputazione di un ristorante. Altro che la recensione negativa di un giornalista un po' troppo pignolo.
Parliamo delle visite degli ispettori sanitari. Come la storia ci ha ampiamente dimostrato, non è solo il paninaro all'angolo a beccarsi qualche multa durante l'ispezione: anche i pesi massimi della ristorazione possono beccarsi qualcosa in meno di un sorriso entusiasta, con conseguente tesserino giallo d'ammonizione. (In Danimarca, la valutazione dell'igiene di un ristorante viene fatta con faccine più o meno sorridenti).
Ciao Kent! Ti sei mai sentito a disagio durante un'ispezione?
Kent Kirkegaard Jensen: Personalmente, non mi sono mai sentito a disagio, né minacciato dal dover eseguire un'ispezione. La maggior parte di proprietari sa che le nostre visite fanno parte del gioco, quindi solitamente fila tutto abbastanza liscio.
Ma capita che ti chiedano di fare una seconda ispezione, perché durante la prima magari un tuo collega si è sentito minacciato o ha avuto qualche difficoltà. Ci sono persone che credono di poter risolvere i problemi intimidendo chi hanno di fronte, e tocca a noi far capire loro che non è così che funzionano le cose.
Cerchiamo sempre di essere corretti, ma se qualcuno si comporta da stronzo, tendiamo a interpretare le leggi (aka il codice sanitario) in modo più severo.

Certo. Probabilmente non sei l'ospite di cui tutti attendono con ansia l'arrivo. Qual è il peggior benvenuto che tu abbia mai ricevuto?
Sono stato attaccato verbalmente da un proprietario: si era piantato di fronte all'ingresso e ha continuato a urlare per dieci minuti buoni. Le temperature delle celle frigo che contenevano latte e carne erano troppo alte, quindi gli ho dovuto fare una multa e chiedere di buttare quanto contenuto al momento nel frigorifero. Era una faccenda davvero banale, e non si trattava neanche di chissà quanta carne, ma si è arrabbiato moltissimo. Alla fine si è rivelata la mossa sbagliata, perché mentre discutevamo tutto il ristorante l'ha sentito urlare e dare i numeri. Ma io non sono proprio piccolino, quindi non mi ha fatto paura. Mi sono quasi sentito in imbarazzo per lui, perché il suo comportamento era davvero ridicolo visto con gli occhi dei clienti presenti in sala.
Ma ci sono anche un sacco di storie dell'orrore. Tra le altre cose, ho sentito di un ispettore che è stato chiuso nella cella frigo da un ristoratore incazzato durante l'ispezione. Per fortuna, aveva il cellulare con sé e il segnale era abbastanza forte da chiamare qualcuno per farsi aprire la porta.

Come reagiscono i proprietari quando ti vedono entrare?
Ho visto persone saltare su come grilli e, nel panico più totale, iniziare a pulire. Tieni a mente che ai loro occhi noi siamo un'autorità, quindi alcuni hanno davvero paura di noi. È per questo che cerchiamo sempre di lavorare con tranquillità e proviamo a creare un ambiente sereno intorno a noi.

Quali sono le norme igieniche che non vengono mai rispettate?
C'è il classico errore di tagliare la carne ancora cruda sullo stesso tagliere usato per le verdure: è il modo giusto per servire una bella porzione di salmonella insieme al contorno. Ma è solo un esempio. Dal punto di vista alimentare, ci sono un mare di trappole ad attendere il personale di cucina. Il trasporto, i batteri, le possibili contaminazioni.
Poi c'è la preparazione - che dovrebbe eliminare i batteri naturalmente presenti negli alimenti crudi - e la pulizia della cucina stessa. Ultima, ma non per importanza, la documentazione, cioè tutta la noiosissima parte burocratica. Ecco, è questo il mio mondo.

Nel corso degli anni devi aver assistito a dei veri e propri casini. Qual è la cosa peggiore che tu ti sia mai trovato davanti?
Tolti i topi morti e i loro escrementi, sono stato abbastanza fortunato da non aver mai dovuto assistere a cose estreme. Una volta, stavo ispezionando un ristorante che aveva già ricevuto una multa per mancanza di documentazione. Dietro la cucina, c'era spazio per quattro o cinque celle frigo lungo il muro. Di fronte c'era un divano con un tavolino da caffè, dove ho trovato alcuni dipendenti seduti a fumare e guardare la TV tutti insieme, assurdo. Appena ci hanno visto si sono alzati in piedi alla velocità della luce e sono corsi fuori dall'uscita sul retro. È stato ridicolo, perché ovviamente li avevamo già visti.

Un lavoro come il tuo deve avere effetti sul lungo termine, o sbaglio?
Esatto! È una benedizione e una maledizione contemporaneamente. Ovviamente, tutto è potenzialmente pericoloso se non sai come gestire le diverse situazioni nel modo giusto. Ad esempio, non ho mai ordinato nulla che contenesse cubetti di ghiaccio prodotti da una macchina per il ghiaccio, perché possono essere un vero covo per la proliferazione dei batteri. Non berrò mai un drink con ghiaccio, poco ma sicuro. Vedere l'interno di una macchina per il ghiaccio completamente ricoperto di muffa è un'esperienza che ti segna. Per sempre.

Leggi sempre i resoconti delle ispezioni fatte dai tuoi colleghi quando vai a cena al ristorante?
Certo, lo faccio sempre. Non riesco a farne a meno. Una volta me ne sono andato perché il ristorante in questione era stato ammonito per il modo in cui preparava la carne. Non ho voluto rischiare l'intossicazione. Però, quando un collega ti consiglia di andare a cena in un posto che ha ispezionato, ecco, quello ti fa capire che quel ristorante è davvero buono.


Botvin'ja

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La botvin'ja in russo: ботвинья è una pietanza russa che consiste in una zuppa fredda a base di kvas, verdure cotte e pesce.
Ne esiste anche una variante più povera e più semplice da preparare priva di pesce.

Ingredienti

  • kvas
  • barbabietole rosse novelle
  • ortiche
  • acetosa
  • fusti di barbabietola
  • cima di cipolla
  • aneto
  • prezzemolo
  • cren
  • pesce pregiato
  • gamberi

Bolo do caco

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Il bolo do caco (letteralmente "pane di coccio") è un pane di grano tipico dell'arcipelago di Madera che si può trovare sia sull'isola di Madeira che su quella di Porto Santo. Viene consumato come antipasto, contorno o piatto principale.
È composto da farina di frumento, patate, lievito, acqua e sale. Con questi ingredienti viene fatto un impasto che viene fatto fermentare per tre giorni dopo i quali si fanno dei panini di circa dieci centimetri di diametro e spessi circa tre. Nella cucina tradizionale viene poi cotto su una pietra di basalto riscaldata a alta temperatura. Oggi, è possibile acquistare lastre di cemento che possono sostituire la pietra precedentemente utilizzato per la cottura. Il bolo do caco viene posto sulla pietra (chiamata caco) e cotto fino a quando si forma una sottile crosta leggermente bruciata. Successivamente lo si gira per cuocerlo su entrambi i lati.


Bobotie

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Il Bobotie, anche pronunciato bobotjie, è un piatto sudafricano a base di carne macinata speziata con una copertura a base di uova.
Si pensa che questa pietanza debba la sua origine al bobotok, piatto indonesiano a base di carne e crema, preparato in una pentola d’acqua nella quale si aggiungono le uova. Probabilmente furono i colonizzatori della Compagnia olandese delle Indie orientali a importare il Bobotie da Batavia nel Sud Africa. Difatti la prima ricetta del Bobotie appare in un libro di ricette olandesi del 1609. Più tardi viene importato in Sud Africa e viene accolto dalla comunità dei Cape Malay.
Il Bobotie è conosciuto a Capo di Buona Speranza dal XVII secolo e veniva realizzato con un impasto di carne di maiale e di montone. Oggi è più comune trovarlo cucinato con carne di manzo o di pecora, sebbene la carne di maiale lo renda più asciutto. Il Bobotie viene anche preparato con il curry, che gli conferisce il suo sapore intenso, venendo spesso servito con la salsa Sambal. Antiche ricette prevedevano l'aggiunta di zenzero, maggiorana e limone, ma tutti questi ingredienti sono stati sostituiti dal curry, che ha semplificato la ricetta senza troppo variare il risultato. Alcune ricette consigliano di aggiungere la cipolla durante la cottura.
Tradizionalmente veniva aggiunta la frutta secca, come l'uvetta passa o l'uva sultanina. Spesso viene servito con una guarnizione di noci, chutney e banane. Sebbene non sia un piatto particolarmente speziato, il Bobotie prevede l'aggiunta di ingredienti che rendono il suo sapore corposo e ricco. Per esempio, il sapore della frutta secca contrasta l'aroma del curry. Anche nella presentazione il bobotie è un piatto complesso: lo strato superiore, fatto di uova, controbilancia il pane al latte che lascia il piatto meno asciutto.
La ricetta del Bobotie si è diffusa in tutta l'Africa grazie ai colonizzatori del Sudafrica. Oggi si possono trovare altre nuove ricette nate tra i coloni bianchi in Kenya, Botswana, Zimbabwe e Zambia. Una variante della ricetta molto popolare nacque tra i 7000 coloni Boeri situati presso il fiume Chubut in Argentina all'inizio del XX secolo. La ricetta consisteva nel servire il bobotie dentro una zucca per poi cuocerla fino a che diventa morbida.
Una pietanza simile al bobotie è il piatto scozzese haggis.
Nel 2009 il Bobotie viene scelto dal campione di golf del Masters Golf Tournament 2008, nonché nativo del Sud Africa, Trevor Immelman, come la portata principale per la cena annuale dell'Augusta National. Ogni anno il campione in carica del Masters Golf Tournament, competizione che si tiene ad Augusta, Georgia, ospita il raduno di giocatori e sviluppa un menu che include piatti del proprio paese d'origine.
Durante il festival internazionale 2014 del cibo e del vino a Epcot, il Bobotie diventa una delle portate previste nel menu e viene servito anche con tacchino e funghi. Fa parte della lista dei cibi senza glutine. È possibile mangiare un piatto di Bobotie a $4.50 (circa 4 Euro).

Bliny

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I bliny (in russo: блины) sono delle focaccine a base di farina e lievito, di forma circolare e del diametro di 10-15 centimetri. Sono tipiche della cucina russa e simili agli olad'i e alle crêpes, ma con la differenza che rispetto a queste ultime, necessitano di lievitazione.
Si servono tradizionalmente con panna acida per accompagnare il caviale o il salmone affumicato o le uova di salmone. Sul bliny caldo si può mettere una cucchiaiata di smetana, poi il salmone o il caviale, infine si arrotola. Possono essere mangiati anche con la confettura, o marmellata (варенье), o con la ricotta. Esiste anche una versione salata con l'impasto preparato con grano saraceno, preferibilmente accompagnata da caviale o aringhe con panna.
Tradizionalmente venivano preparati solamente durante il butter week.

 
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