È come se a Napoli facessero la pizza napoletana con ingredienti provenienti da paesi extra Uee e la spacciassero per prodotti locali. Questa volta questa truffa arriva dalla Toscana e vede protagonista un marchio storico di quella regione PETTI "since 1925" che si vantava di commercializzare un prodotto "100% toscano" o "100% italiano".
" Concentrato di pomodoro estero, proveniente da Paesi non appartenenti all'Unione Europea, miscelato a quello italiano e poi lavorato e venduto come "pomodoro 100% italiano" e "pomodoro 100% toscano". È questa l'accusa nei confronti dell'azienda italiana Petti al centro di un maxi sequestro da parte dei carabinieri per la Tutela Agroalimentare e di un'indagine della procura di Livorno che vede indagate sei persone riconducibili all'azienda per concorso in frode in commercio. Nel maxi blitz avvenuto da parte dei militari del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare, insieme con i militari delle Unità dell’Arma Territoriale e Forestale, sono stati sequestrati all'interno dello stabilimento produttivo e nel deposito della ITALIAN FOOD SPA – Gruppo Petti, un totale di 4.477 tonnellate per un valore commerciale di almeno 3 milioni di euro. Nello specifico i carabinieri hanno sequestrato come disposto dal procura della Repubblica di Livorno 3.500 tonnellate di conserve di pomodoro in bottiglie, vasi di vetro, barattoli, pacchi e bricks, già confezionate e etichettate come "pomodoro 100% italiano: e/o "pomodoro 100% toscano" pronte per la commercializzazione e 977 tonnellate circa di prodotto semilavorato e concentrato di pomodoro di provenienza estera (extra-UE), stipato in fusti e bidoni. Secondo quanto emerso dalle indagini iniziate lo scorso gennaio le sei persone indagate, che ricoprono diversi ruoli all'interno dell'azienda, sarebbero responsabili della "sistematica produzione e fraudolenta commercializzazione di conserve di pomodoro falsamente etichettate quale "pomodoro 100% italiano" e/o "pomodoro 100% toscano".
Destinate poi alla Grande Distribuzione Organizzata (GDO) per la vendita al dettaglio al consumatore finale sul territorio nazionale. Durante la perquisizione i carabinieri hanno colto in flagranza di reato gli addetti ai lavori che miscelavano il concentrato di pomodoro estero insieme al semilavorato di pomodoro italiano così da realizzare il prodotto da utilizzare per i prodotti finiti come conserve e passate di pomodoro. Durante il sequestro i carabinieri hanno sequestrato anche diversi documenti sia contabili, che amministrativi e di laboratorio, sia cartacei che su supporto informatico, al centro dell'indagine: nello specifico si tratta di schede di produzione ufficiose e manoscritte, nelle quali veniva appunto descritto il falso: il contenuto dei prodotti poi destinati alla vendita non riportavano la vera provenienza del pomodoro contenuto al loro interno ma quella falsificata, ovvero pomodoro italiano e toscano "
Il danno è doppio per i consumatori . Quello sul prezzo (un prodotto commercializzato 100% italiano e prodotto invece con pomodori di bassa qualità provenienti da paesi extra europei) e soprattutto il danno sul gusto fatto passare per 100% toscano e invece era "made in Marocco"
Chi dovrebbe difendere i consumatori da questo tipo di truffe, fatte da marchi noti che scrivono di tutto sulle etichette ,ma poi chi controlla che tutto quello scritto sia vero ? Un'azienda che si vanta di produrre al 100% un prodotto italiano addirittura in questo caso al 100% toscano non dovrebbe essere controllata minimo mensilmente per far sì che rispetti la filiera "pomodoro coltivato in Toscana con cui produciamo la migliore passata made in Toscana" ? E che dire di questi " titoli " di cui si vantano?
" il sapore autentico e genuino premiato dai consumatori "
Due sono le cose o i consumatori non ne capiscono di sapori oppure i pomodori extraeuropei sono perlomeno simili o addirittura superiori a quelli italiani o più precisamente a quelli toscani