Quando pensi alla
pizza
probabilmente la immagini così:
O forse così:
Nella
Napoli del XIX secolo,
la pizza era il cibo “portatile”
delle persone più povere in città.
C'erano due tipi di pizza:
fritta e
al forno.
La pizza fritta
era più economica da preparare,
bastava una stufa e una grande padella piena di olio bollente. Di
solito era fatta dalle donne e venduta direttamente dalle finestre
delle loro case al pian terreno. Poteva essere semplicemente un disco
di pasta fritta, sigillata a mezzaluna, che i clienti mangiavano con
tutto ciò che potevano permettersi (e spesso nient'altro che un buon
appetito), oppure poteva essere farcita con ricotta, un pizzico di
pepe e un paio di fette di “cicoli”.
La pizza
al forno
veniva solitamente prodotta e
venduta da uomini; richiedeva un forno a legna, con molto
combustibile e una stanza dedicata. La combinazione di salsa di
pomodoro e mozzarella non esisteva ancora, si dice sia stata creata
nel
1889
in onore della
regina Margherita di Savoia
e della sua visita a Napoli. La
combinazione più popolare era verdure saltate in olio e formaggio,
con qualche pezzo di salsiccia fresca (se potevi permettertelo), o
marinara, con pomodoro, origano, aglio e olio d'oliva. Queste pizze
erano più piccole di quelle odierne e venivano consumate
"a portafoglio",
cioè piegate in quattro come cibo portatile.
Ora, cos' altro potresti fare per avere
una pizza che può essere tenuta in mano,
senza gocciolare
il suo contenuto ovunque? Magari
trasformarla in un calzone: la riempi al centro, la pieghi in due,
sigillandola prima di infornare.