Beguni

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Il Beguni ((BN) বেগুনী) è uno snack bengalese a base di melanzane, principalmente delle varietà locali aubergine o brinjal, affettate e fritte. La variante europea viene chiamata aubergine fritters o frittelle di melanzane.

Preparazione
La melanzana (begun in lingua bengalese, da qui il nome) viene tagliata longitudinalmente e immersa in una pastella di farina di gram, sale e curcuma longa (chiamata anche zafferano delle indie). Viene poi fritta per immersione in olio vegetale di semi di senape. A volte vengono aggiunti anche semi di papavero alla pastella per aumentarne il sapore, o lievito in polvere per aumentarne la croccantezza.
Viene comunemente accostato al riso soffiato, consumato prevalentemente per strada come fast food. È spesso presente durante l'Ifṭār bengalese, rito in cui i musulmani si cibano dopo il digiuno imposto dal ramadan del calendario islamico.
Il beguni è anche una parte fondamentale della cucina bengalese dei monsoni, dove viene consumato assieme al Khichuri, un piatto a base di riso e lenticchie.


Croque-madame

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Un croque-madame, o croquemadame, è un sandwich grigliato di prosciutto e formaggio (generalmente emmental), con un uovo fritto adagiato sopra la fetta di pane superiore.
Variante del croque-monsieur, le sue origini sono francesi.


Crocchette di baccalà

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Le crocchette di baccalà, in portoghese bolinho de bacalhau (pl. bolinhos de bacalhau) e pastéis de bacalhau, sono un piatto della cucina portoghese a base di pesce. In molte parti del paese, le crocchette di baccalà contengono anche formaggio di pecora della Serra da Estrela che contribuisce a insaporire il piatto.

Cenni storici
La prima ricetta delle crocchette di baccalà apparve in un libro intitolato Tratado de Cozinha e Copa, scritto nel 1904 da Carlos Bandeira de Melo, un ufficiale dell'esercito portoghese che utilizzava lo pseudonimo di Carlos Bento da Maia. Tale volume ricetta riporta:
«(…) Prendi il baccalà cotto, rimuovi le lische e la pelle, mescolalo con delle patate bollite e abbondante prezzemolo tagliato a pezzetti e mettilo nella macinatrice. Combina l'impasto con il latte e i tuorli d'uovo e condisci il tutto con un po' di sale e pepe in polvere. Sbatti l'impasto e aggiungi gli albumi (che hai precedentemente sbattuto) e mescola il tutto velocemente. Usa un cucchiaio per rimuovere piccoli pezzetti dell'impasto dal contenitore e poi mettili a friggere in una pentola piena di olio d'oliva (il cucchiaio usato per mettere gli impasti a friggere va immerso nell'olio d'oliva bollente). La pentola usata per cuocere le crocchette deve contenere molto olio d'oliva affinché esse friggano senza toccare il fondo. Quindi rimuovi le crocchette dalla frittura e scolale aiutandoti con un cucchiaio. (...)»
Nonostante indicasse il metodo di preparazione e gli ingredienti, l'autore non riporta le informazioni sulle quantità degli ingredienti da usare.
Nel 2011, le crocchette di baccalà si candidarono tra le "7 meraviglie della gastronomia portoghese".

Varianti
Le polpette di pesce sono anche una ricetta diffusa in Catalogna, ove fungono da spuntino o contorno e sono ottenuti mescolando acqua o latte, farina, aglio, prezzemolo, uova e talvolta anche cipolla tritata. In Portogallo, questa variante si chiama patanisca de bacalhau.
In Brasile viene preparata una ricetta omonima simile alle empanada sudamericane e anch'essa contenente merluzzo.


Fritaja

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La fritaja (in lingua croata; in sloveno: frtalja) è un piatto tipico dell'Istria. Si tratta di un piatto molto comune in primavera grazie all'alta disponibilità di verdure per prepararla.
La fritaja è spesso preparata con tipi differenti di verdure e vede anche, a volte, l'aggiunta di funghi, carne e vino rendendone quindi la ricetta non facilmente definibile.
La parola fritaja deriva dal termine in lingua veneta fritaia.

Varianti
Un piatto molto simile è la frittata italiana.


Melanzane a barchetta

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Le melanzane a barchetta sono un piatto tipico della cucina campana.
Si preparano tagliando a metà le melanzane, scavandone la parte centrale e riempendola con un ripieno che può essere diverso nelle molte varianti, ma che in genere è fatto da:
  • La parte interna delle melanzane, tagliata a cubetti e soffritta
  • Pan grattato
  • Formaggio e/o fiordilatte
  • Acciughe sotto sale
  • Pomodorino
  • Olive
  • Capperi
Il tutto viene cotto al forno o in padella, parzialmente coperto da un coperchio.


Burrini di bufala

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I Burrini di bufala e la burrata di bufala sono dei formaggi, inseriti nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani dalla regione Campania.
Sono prodotti con latte di bufala.

Descrizione sintetica del Prodotto
La burrata di bufala è un formaggio a pasta filata, sferoidale, legata con fibre vegetali del peso di circa 300, 350 g. È formato da una sfoglia di formaggio di bufala con al centro una pallina di burro. La differenza di nome starebbe nella formatura (più allungata nel burrino, senza testina nella burrata).


Zuppa di soffritto

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La zuppa di soffritto, o zuppa forte, o salsa forte è un tipico condimento napoletano particolarmente sapido, adatto per freselle e primi piatti di pasta, basato su varie componenti delle interiora del maiale, cotte in salsa di pomodoro e aromatizzate da odori di spiccata intensità gustativa e olfattiva.
Le componenti tradizionali sono:
  1. frattaglie di maiale (polmone, trachea, cuore, milza, reni, cotenne di maiale, scarti di carne dell'animale), escludendo però fegato, animelle o trippa.
  2. concentrato di pomodoro, eventualmente mescolato a conserva di pomodoro
  3. strutto
  4. olio d'oliva
  5. peperoncino rosso
  6. rosmarino
  7. alloro
  8. vino rosso
  9. sale

Preparazione
I pezzi di carne vanno lavati sotto acqua corrente per essere poi immersi in acqua per dissanguarli il più possibile. Saranno poi soffritti (da questa fase perciò deriva anche il nome di soffritto per eccellenza) a fuoco vivo nello strutto mescolato a olio d'oliva extra vergine.
Si aggiungerà quindi vino rosso, che sarà fatto evaporare, e si aggiungerà un ramoscello di rosmarino, un peperoncino a pezzetti e 1-2 foglie di alloro, salsa di pomodoro e sale.
Abbassando la fiamma del fornello si diluirà tutto l'insieme con alcuni bicchieri di acqua tiepida, facendo cuocere carne e odori per non meno di 1-2 ore (il tempo varierà in ragione della quantità di carne).
Nell'eventualità di un eccessivo prosciugamento della zuppa, si aggiungerà la necessaria acqua tiepida di rubinetto.
La salsa può essere conservata a lungo in frigorifero e basterà "resuscitarla" aggiungendo in una padella una modica quantità di acqua.
Viene venduta in macellerie tipiche, soprattutto nel centro storico di Napoli, ma anche nei dintorni della città.

La zuppa di soffritto nei media
La trasmissione Unti e bisunti con Chef Rubio ha dedicato la prima puntata alla preparazione di questo piatto napoletano.


 
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