Nella vasta costellazione di piatti che compongono la tradizione culinaria campana, il panuozzo occupa un posto speciale. Non è una semplice alternativa alla pizza, né un panino come tanti. È piuttosto l’incontro felice tra l’arte bianca di Gragnano e l’ingegno familiare, capace di dare vita a un prodotto che racchiude in sé storia, gusto e convivialità.
Chi ha avuto la fortuna di assaggiarlo nel suo luogo d’origine, sa che il panuozzo non è soltanto cibo: è un’esperienza che profuma di forno a legna, che richiama i vicoli della provincia napoletana e che invita a condividere.
Il panuozzo nasce nel 1983 a Gragnano, patria della pasta e città che respira tradizione culinaria a ogni angolo. L’inventore fu il pizzaiolo Giuseppe Mascolo, che una sera, preparando la cena ai figli, decise di sperimentare con l’impasto della pizza. Creò una sorta di panino allungato, lo farcì con mozzarella e pancetta e lo infornò. A dare il nome alla nuova creatura fu la figlia tredicenne Pasqualina: da quel momento il “panuozzo” entrò nella storia gastronomica campana.
La diffusione fu rapida. Dapprima Gragnano e i Monti Lattari, poi tutta la Campania, fino ad arrivare oggi nelle pizzerie e nei ristoranti di gran parte d’Italia. Il riconoscimento ufficiale come prodotto agroalimentare tradizionale (P.A.T.) ha consolidato la sua identità, trasformandolo da piatto di famiglia a simbolo di un territorio.
Preparare un panuozzo autentico richiede tempo e attenzione, ma non è difficile. Ciò che conta davvero è rispettare la semplicità e la qualità degli ingredienti.
Ingredienti per 4 persone:
500 g di farina 00
300 ml di acqua tiepida
10 g di sale
3 g di lievito di birra secco (o 10 g fresco)
1 cucchiaino di zucchero
20 ml di olio extravergine di oliva
Per la farcitura classica:
250 g di mozzarella di bufala o fior di latte
150 g di pancetta o prosciutto cotto
Friarielli saltati o verdure grigliate a piacere
Preparazione passo passo:
Sciogliere il lievito e lo zucchero in un po’ d’acqua tiepida e lasciar riposare per 10 minuti.
In una ciotola capiente unire la farina con l’acqua restante, il lievito attivato e infine il sale. Impastare fino a ottenere una massa liscia ed elastica.
Aggiungere l’olio extravergine e continuare a lavorare l’impasto.
Coprire e lasciar lievitare per 3 ore, finché l’impasto non raddoppia di volume.
Dividere in porzioni, modellare in filoni allungati e cuocere in forno a legna ben caldo (o forno casalingo a 250°C) per circa 10 minuti.
Sfornare, tagliare a metà il pane ancora caldo e farcire con mozzarella e pancetta.
Ripassare il tutto in forno per altri 5 minuti, così da amalgamare sapori e rendere la crosta fragrante.
Il risultato è un pane dorato fuori e morbido dentro, che abbraccia una farcitura filante e saporita.
La versatilità del panuozzo è infinita. Tra le versioni più amate troviamo:
Salsiccia e friarielli: la più tradizionale, dal gusto deciso e verace.
Vegetariano: con melanzane grigliate, zucchine, peperoni e provola affumicata.
Marinara: con pomodorini freschi, acciughe e origano.
Ricco: con prosciutto crudo, rucola e scaglie di parmigiano.
Ogni pizzeria campana ha le proprie interpretazioni, spesso create su misura per i clienti abituali.
Il panuozzo si sposa magnificamente con i vini del territorio. Uno dei migliori abbinamenti è con un Gragnano DOC frizzante, che con la sua freschezza e leggera tannicità contrasta la grassezza dei salumi e dei formaggi.
Per chi preferisce una nota dolce, soprattutto nelle versioni vegetariane, anche un Lacryma Christi bianco può sorprendere per equilibrio e armonia.
Chi invece desidera rimanere sul semplice, potrà gustarlo con una birra artigianale napoletana, che accompagna perfettamente lo spirito conviviale di questo piatto.
Da invenzione domestica a piatto riconosciuto, il panuozzo ha saputo uscire dai confini di Gragnano per conquistare nuove platee. Nei mercati cittadini, nelle sagre e persino nelle fiere internazionali del cibo, viene ormai considerato un emblema dello street food italiano.
Il suo segreto è racchiuso nella capacità di unire tradizione e modernità: da un lato, l’impasto antico della pizza; dall’altro, la praticità di un panino che si può gustare in piedi, tra amici o camminando per strada.
Il panuozzo non è solo un cibo da consumare, ma un racconto che parte da una famiglia campana e arriva fino a noi, con lo stesso calore e lo stesso profumo di forno che lo caratterizzava nel 1983.



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