Il Ciuppìn: Tradizioni, Origini di una Zuppa Storica

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Il ciuppìn è una zuppa di pesce tradizionale della cucina ligure, in particolare della zona di Genova. Questo piatto antico è un esempio perfetto di come la cucina popolare riesca a trasformare ingredienti semplici in un'autentica delizia. La storia del ciuppìn affonda le sue radici nelle tradizioni marinare della Liguria, una regione dove il mare ha sempre giocato un ruolo fondamentale nella vita quotidiana. In questo post, esploreremo le origini, le caratteristiche e i "poteri" di questa deliziosa zuppa.

Le origini del ciuppìn risalgono a tempi antichi, quando i pescatori liguri tornavano dalle loro battute di pesca con il pescato del giorno. Spesso si trattava di pesci piccoli o meno pregiati, che non potevano essere venduti a un prezzo elevato. Tuttavia, la cucina ligure, conosciuta per la sua capacità di valorizzare ingredienti semplici, ha trovato un modo per trasformare questi pesci in una zuppa saporita e nutriente.

Il nome "ciuppìn" deriva probabilmente dal termine genovese "ciuppà", che significa "zuppa" o "brodetto". Questa zuppa rappresenta un tipico esempio di cucina povera, dove nulla veniva sprecato e ogni parte del pesce veniva utilizzata. La ricetta tradizionale prevede l'uso di diversi tipi di pesce, molluschi e crostacei, che vengono cotti lentamente in un brodo aromatico a base di pomodoro, aglio, cipolla, prezzemolo e vino bianco.

La preparazione del ciuppìn può variare leggermente da una famiglia all'altra, ma gli ingredienti fondamentali rimangono gli stessi. Ecco una ricetta tradizionale per preparare un autentico ciuppìn:

Ingredienti:

1 kg di pesce misto (triglie, scorfani, merluzzi, seppie, calamari)

2 cipolle

4 spicchi d'aglio

400 g di pomodori pelati

1 bicchiere di vino bianco secco

Olio d'oliva extra vergine

Prezzemolo fresco

Sale e pepe q.b.

Pane raffermo (facoltativo)


Preparazione:

Pulizia del Pesce: Pulite e tagliate il pesce a pezzi, tenendo da parte le teste e le lische per il brodo.

Soffritto: In una pentola capiente, fate soffriggere in olio d'oliva le cipolle tritate e gli spicchi d'aglio interi. Aggiungete il prezzemolo tritato e fate insaporire.

Aggiunta del Pesce: Aggiungete i pezzi di pesce e fate rosolare per qualche minuto. Versate il vino bianco e lasciate sfumare.

Pomodoro: Aggiungete i pomodori pelati schiacciati e mescolate bene.

Cottura: Coprite il tutto con acqua calda e portate a ebollizione. Abbassate la fiamma e lasciate cuocere a fuoco lento per circa un'ora, finché il pesce non si sarà disfatto e la zuppa avrà raggiunto una consistenza densa e cremosa.

Condimento: Aggiustate di sale e pepe secondo il gusto. Potete servire il ciuppìn con fette di pane raffermo tostato, che assorbirà il sapore della zuppa, rendendola ancora più deliziosa.


La cucina tradizionale italiana è spesso accompagnata da una serie di credenze popolari sui benefici dei vari piatti. Il ciuppìn non fa eccezione e viene spesso considerato un piatto con diversi "benefici".

Il ciuppìn è ricco di proteine grazie alla varietà di pesce utilizzato nella sua preparazione. Il pesce fornisce anche acidi grassi omega-3, essenziali per la salute del cuore e del cervello. La presenza di pomodori, cipolle e aglio aggiunge un ulteriore apporto di vitamine e antiossidanti, rendendo questa zuppa non solo deliziosa ma anche salutare.

Nella tradizione popolare ligure, il ciuppìn è considerato un piatto curativo, soprattutto per chi soffre di raffreddori o influenze. La zuppa calda, arricchita con aglio e cipolla, è spesso consigliata per le sue proprietà decongestionanti e antibatteriche. Il brodo caldo, inoltre, aiuta a lenire la gola irritata e a migliorare la respirazione.

Il ciuppìn, come molte altre zuppe tradizionali, ha anche un potere sociale significativo. Preparare e condividere questa zuppa è un modo per riunire la famiglia e gli amici, creando un momento di convivialità e condivisione. Le storie e le ricette si tramandano di generazione in generazione, mantenendo vive le tradizioni e rafforzando i legami comunitari.

Nonostante il passare del tempo, il ciuppìn mantiene la sua popolarità nelle cucine liguri e oltre. I ristoranti della Liguria, in particolare quelli lungo la costa, continuano a servire questa zuppa come una delle specialità locali. Tuttavia, come molti piatti tradizionali, anche il ciuppìn ha subito alcune variazioni e reinterpretazioni moderne.

In alcuni ristoranti, il ciuppìn viene arricchito con frutti di mare più pregiati come gamberi e aragoste, o servito con un tocco di zafferano per un sapore più sofisticato. Altri chef preferiscono mantenere la ricetta originale, sottolineando l'importanza di utilizzare pesce fresco e ingredienti di qualità.

Anche se la versione tradizionale del ciuppìn è a base di pesce, alcune varianti vegetariane stanno guadagnando popolarità. Queste versioni utilizzano brodi vegetali arricchiti con alghe marine, funghi e verdure per replicare la ricchezza del sapore originale.

La Liguria è una regione con una forte identità culturale, e la cucina gioca un ruolo cruciale nel definirla. Il ciuppìn è più di una semplice zuppa; è un simbolo della capacità di adattarsi e di valorizzare ciò che il mare offre. In un mondo in cui la sostenibilità è sempre più importante, il ciuppìn rappresenta un esempio di cucina sostenibile, dove ogni parte del pescato viene utilizzata.

In molte famiglie liguri, la ricetta del ciuppìn è un tesoro custodito gelosamente e passato di generazione in generazione. Ogni famiglia ha la sua versione, con piccoli segreti e varianti che rendono ogni ciuppìn unico. Queste ricette di famiglia sono spesso accompagnate da racconti e aneddoti che aggiungono un valore emotivo al piatto.

Il ciuppìn è una zuppa che incarna perfettamente l'essenza della cucina ligure: semplice, saporita e profondamente radicata nella tradizione. Le sue origini umili, la sua preparazione versatile e i suoi numerosi benefici la rendono un piatto che continua a conquistare il cuore di chi lo assapora. Che sia preparato secondo la ricetta tradizionale o reinterpretato in chiave moderna, il ciuppìn rimane un piatto simbolo della cultura gastronomica ligure, capace di raccontare storie di mare e di tradizioni antiche con ogni cucchiaio.

Belokranjska Pogača: Il Pane Tradizionale della Slovenia

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La Belokranjska Pogača è un pane tradizionale della regione di Bela Krajina, situata nel sud-est della Slovenia. Questo pane piatto e rotondo è conosciuto per la sua crosta dorata, arricchita da semi di cumino e cristalli di sale grosso, che gli conferiscono un sapore unico e distintivo. La Belokranjska Pogača è un simbolo della cultura e della tradizione culinaria slovena, spesso servita come antipasto o accompagnamento a piatti principali.

Le origini della Belokranjska Pogača risalgono a tempi antichi, quando era preparata nelle case contadine della regione di Bela Krajina. Questo pane veniva tradizionalmente cotto nei forni a legna e servito in occasioni speciali, come feste familiari, matrimoni e celebrazioni locali. La ricetta è stata tramandata di generazione in generazione, mantenendo viva una parte importante del patrimonio gastronomico sloveno.

La preparazione della Belokranjska Pogača richiede pochi ingredienti semplici, ma il processo deve essere eseguito con cura per ottenere il risultato desiderato. Di seguito è descritta una ricetta tradizionale:


Ingredienti

Farina di grano tenero: 500 g

Acqua tiepida: 300 ml

Lievito fresco: 25 g (o 1 bustina di lievito secco)

Zucchero: 1 cucchiaino

Sale: 1 cucchiaino per l'impasto + sale grosso per la superficie

Olio d'oliva: 2 cucchiai

Semi di cumino: 2 cucchiaini


Procedimento:

Preparazione del lievito:

Sciogliere il lievito fresco in un po' di acqua tiepida con lo zucchero e lasciare riposare per circa 10-15 minuti, fino a quando il composto diventa schiumoso.

Impasto:

In una ciotola grande, mescolare la farina e il sale.

Aggiungere il lievito sciolto e l'acqua tiepida rimanente. Impastare fino a ottenere un impasto morbido ed elastico.

Aggiungere l'olio d'oliva e continuare a impastare fino a quando l'olio è ben incorporato.

Coprire l'impasto con un panno umido e lasciar lievitare in un luogo caldo per circa 1-2 ore, fino a quando l'impasto raddoppia di volume.

Formazione e cottura:

Preriscaldare il forno a 220°C.

Trasferire l'impasto lievitato su una superficie infarinata e stenderlo in un cerchio di circa 2 cm di spessore.

Trasferire il cerchio di impasto su una teglia foderata con carta da forno.

Con le dita, premere l'impasto creando una trama di fossette su tutta la superficie.

Cospargere la superficie con sale grosso e semi di cumino.

Cuocere nel forno preriscaldato per circa 20-25 minuti, fino a quando la pogača diventa dorata e croccante.

Servire:

La Belokranjska Pogača viene solitamente servita calda, tagliata a spicchi o a quadrati. È perfetta come antipasto, accompagnata da formaggi, salumi o come contorno a zuppe e piatti principali.


La Belokranjska Pogača non è solo un semplice pane, ma un emblema culturale della regione di Bela Krajina e della Slovenia in generale. Nel 2001, è stata riconosciuta come Specialità Tradizionale Garantita (TSG) dall'Unione Europea, un marchio che protegge e valorizza i prodotti agroalimentari tradizionali.

Questo riconoscimento ha contribuito a preservare la tradizione e a promuovere la Belokranjska Pogača a livello nazionale e internazionale. Oggi, questo pane viene spesso preparato e servito in eventi culturali e turistici, rappresentando un ponte tra il passato e il presente della cucina slovena.

Sebbene la ricetta tradizionale della Belokranjska Pogača sia altamente rispettata, esistono alcune varianti moderne che incorporano ingredienti aggiuntivi per sperimentare nuovi sapori. Alcune versioni possono includere erbe aromatiche come rosmarino o timo, oppure l'aggiunta di olive o cipolle per arricchire ulteriormente il gusto.

La Belokranjska Pogača è un esempio perfetto di come la semplicità degli ingredienti possa trasformarsi in una delizia culinaria attraverso la tradizione e la cura nella preparazione. Questo pane rappresenta l'anima della cucina di Bela Krajina e continua a essere un piatto amato e celebrato in tutta la Slovenia. Che sia gustata da sola o come accompagnamento a un pasto più sostanzioso, la Belokranjska Pogača rimane un simbolo gustoso e affascinante della ricca eredità culinaria slovena.








Bhatura: Il Pane Gonfio della Cucina Indiana

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Il Bhatura è un pane fritto, soffice e gonfio, tipico della cucina dell'India del Nord. Solitamente abbinato al chole (un curry di ceci), questo piatto prende il nome di "Chole Bhature", uno dei piatti più amati e popolari in tutta l'India. Il Bhatura si distingue per la sua consistenza leggera e ariosa, ottenuta attraverso un processo di fermentazione che conferisce al pane una lievitazione naturale.

Il Bhatura ha origini nell'India del Nord, particolarmente nelle regioni del Punjab, Delhi e Uttar Pradesh. È un piatto comune in molte famiglie e si trova spesso nei menu di ristoranti e bancarelle di street food. La sua popolarità è dovuta alla sua versatilità e al suo gusto delizioso, che lo rendono un accompagnamento perfetto per piatti speziati.

La preparazione del Bhatura richiede pochi ingredienti, ma il processo di fermentazione è cruciale per ottenere la consistenza e il sapore desiderati. Ecco una descrizione dettagliata di come preparare il Bhatura tradizionale.


Ingredienti:

Farina di grano (maida): 2 tazze

Yogurt: 1/2 tazza

Bicarbonato di sodio: 1/4 di cucchiaino

Sale: 1/2 cucchiaino

Zucchero: 1 cucchiaino

Olio o ghee: 1 cucchiaio

Acqua tiepida: q.b. per impastare

Olio per friggere: q.b.


Procedimento:

Preparazione dell'impasto:

In una ciotola grande, setacciare la farina di grano.

Aggiungere lo yogurt, il bicarbonato di sodio, il sale, lo zucchero e l'olio.

Mescolare bene gli ingredienti secchi e umidi.

Aggiungere acqua tiepida gradualmente e impastare fino a ottenere un impasto morbido ed elastico.

Continuare a impastare per almeno 5-7 minuti per sviluppare la giusta consistenza.

Coprire l'impasto con un panno umido e lasciar riposare in un luogo caldo per almeno 2-3 ore. Questo permetterà all'impasto di fermentare e lievitare.


Formazione e frittura:

Dopo il periodo di riposo, l'impasto dovrebbe essere leggermente aumentato di volume.

Impastare nuovamente per un paio di minuti e poi dividerlo in piccole porzioni, formando delle palline.

Stendere ciascuna pallina con un matterello su una superficie leggermente infarinata, fino a ottenere dei dischi di circa 15 cm di diametro.

Scaldare abbondante olio in una padella profonda.

Quando l'olio è ben caldo, immergere delicatamente un disco di impasto nell'olio. Il Bhatura dovrebbe gonfiarsi quasi immediatamente.

Con l'aiuto di una schiumarola, premere delicatamente il Bhatura per farlo gonfiare uniformemente.

Friggere fino a quando diventa dorato e croccante su entrambi i lati.

Scolare su carta assorbente per eliminare l'olio in eccesso.


Il Bhatura viene solitamente servito caldo, accompagnato da Chole (curry di ceci), insalata, e achaar (sottaceti indiani).

Esistono diverse varianti del Bhatura, a seconda delle preferenze regionali e personali:

Aloo Bhatura: Bhatura con ripieno di patate speziate.

Paneer Bhatura: Bhatura con ripieno di formaggio paneer.

Masala Bhatura: Bhatura con spezie miste direttamente nell'impasto, per un sapore ancora più ricco.


Il Bhatura è spesso servito con:

Chole: Un curry di ceci speziato, ricco e saporito, che si abbina perfettamente con la consistenza soffice del Bhatura.

Raita: Uno yogurt condito con cetrioli, pomodori e spezie, che offre un contrasto fresco e cremoso.

Achaar: Sottaceti indiani che aggiungono un tocco di acidità e piccantezza.


Il Bhatura non è solo un delizioso pane fritto, ma rappresenta anche un'importante parte della cultura culinaria dell'India del Nord. Viene spesso preparato durante feste e celebrazioni, e ha un posto speciale nei cuori di molte famiglie indiane.

Il Bhatura è un esempio perfetto di come ingredienti semplici possano essere trasformati in un piatto straordinario attraverso tecniche tradizionali e un tocco di maestria culinaria. Che sia gustato come parte di un sontuoso pranzo domenicale o come uno spuntino festivo, il Bhatura continua a deliziare e nutrire, portando con sé i sapori autentici e le tradizioni dell'India del Nord.

Bonda: Il Delizioso Snack dell'India del Sud

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La bonda è un popolare snack dell'India del Sud, conosciuto per la sua croccantezza esterna e il suo ripieno saporito. Si tratta di palline di pastella fritte, che possono contenere vari tipi di ripieni, a seconda della regione e delle preferenze personali. Questo snack è amato per la sua semplicità e il suo sapore delizioso, ed è spesso servito come colazione, spuntino pomeridiano o accompagnamento al tè.

L'origine esatta della bonda non è chiara, ma è ampiamente riconosciuta come una specialità dell'India del Sud, particolarmente popolare negli stati del Tamil Nadu, Karnataka, Andhra Pradesh e Kerala. Ogni regione ha la sua variante, ma il principio di base rimane lo stesso: una pastella fritta con un ripieno gustoso.

Esistono diverse varianti di bonda, ciascuna con caratteristiche uniche. Le più comuni includono:

Aloo Bonda: Forse la versione più conosciuta, l'aloo bonda è ripiena di una miscela di patate speziate. Questa variante è particolarmente popolare durante la stagione dei monsoni, servita calda con chutney di cocco o salsa al tamarindo.

Mysore Bonda: Originaria della città di Mysore, questa variante utilizza una pastella a base di farina di riso e urad dal (fagioli mungo decorticati). Il ripieno può variare, ma spesso include yogurt e spezie.

Vada Pav Bonda: Popolare a Mumbai, questa variante consiste in una bonda ripiena di patate speziate servita all'interno di un panino, accompagnata da chutney piccante. Sebbene il nome suggerisca una derivazione da Mumbai, il concetto di una bonda ripiena di patate è universale in tutta l'India.


La preparazione della bonda può variare, ma la ricetta di base per una semplice aloo bonda include i seguenti passaggi:


Ingredienti:

Per il ripieno:

Patate: 3-4 medie, bollite e schiacciate

Cipolla: 1 piccola, tritata finemente

Peperoncino verde: 1-2, tritati finemente

Zenzero: 1 cucchiaino, grattugiato

Foglie di curry: 8-10

Semi di senape: 1 cucchiaino

Curcuma in polvere: 1/2 cucchiaino

Sale: q.b.

Olio: 1-2 cucchiai


Per la pastella:

Farina di ceci (besan): 1 tazza

Riso in polvere: 1 cucchiaio (opzionale per la croccantezza)

Bicarbonato di sodio: un pizzico

Sale: q.b.

Peperoncino in polvere: 1/2 cucchiaino

Acqua: q.b. per ottenere una pastella densa


Procedimento:

Preparare il ripieno:

Scaldare l'olio in una padella e aggiungere i semi di senape. Quando iniziano a scoppiettare, aggiungere le foglie di curry, il peperoncino verde, lo zenzero e la cipolla.

Soffriggere fino a quando le cipolle diventano traslucide, quindi aggiungere la curcuma in polvere e il sale.

Aggiungere le patate schiacciate e mescolare bene. Lasciare cuocere per alcuni minuti, poi togliere dal fuoco e lasciare raffreddare.

Formare delle palline con il composto di patate.


Preparare la pastella:

In una ciotola, mescolare la farina di ceci, il riso in polvere, il sale, il peperoncino in polvere e il bicarbonato di sodio.

Aggiungere acqua poco alla volta, mescolando continuamente, fino ad ottenere una pastella liscia e densa.


Friggere le bonda:

Scaldare l'olio in una padella profonda. L'olio dovrebbe essere abbastanza caldo per friggere, ma non fumare.

Immergere ogni pallina di patate nella pastella, ricoprendola completamente, quindi metterla delicatamente nell'olio caldo.

Friggere fino a quando le bonda diventano dorate e croccanti su tutti i lati.

Scolare su carta assorbente per rimuovere l'olio in eccesso.


Servire:

Le bonda vengono solitamente servite calde, accompagnate da chutney di cocco, salsa al tamarindo o ketchup.


La bonda è uno snack versatile e delizioso, amato da molte persone per la sua croccantezza e il sapore ricco. Ogni morso offre una combinazione perfetta di spezie e consistenze, rendendolo un comfort food perfetto per ogni occasione. Che sia gustata come parte di una colazione tradizionale, come spuntino pomeridiano o come antipasto in una cena, la bonda rappresenta un esempio perfetto della ricchezza e della diversità della cucina indiana.

Ciorbă: La Tradizionale Zuppa Rumena dal Cuore dell'Europa Orientale

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La ciorbă è una zuppa tradizionale della cucina rumena, amata per il suo sapore ricco e la sua versatilità. Simile alla zuppa borscht della cucina russa, la ciorbă è una pietanza iconica che riflette la storia e la cultura culinaria dell'Europa orientale.

La ciorbă ha radici profonde nella cucina tradizionale della Romania, con una storia che risale a secoli fa. Il termine "ciorbă" deriva dal turco "chorba", che significa zuppa o brodo. Questo suggerisce una forte influenza della cucina ottomana nella regione. Nel corso del tempo, la ciorbă è diventata una parte essenziale della dieta rumena, presente sulle tavole delle famiglie e nei ristoranti di tutto il paese.

Gli ingredienti per preparare la ciorbă possono variare a seconda delle tradizioni regionali e delle preferenze personali, ma alcuni elementi comuni includono:

Brodo: Di solito a base di carne di manzo, pollo o maiale, ma anche brodo di verdure per varianti vegetariane.

Verdure: Patate, carote, sedano, cipolle e pomodori sono ingredienti comuni, insieme a cavoli, fagioli e peperoni.

Carne: Manzo, maiale, pollo o pesce possono essere aggiunti per dare sapore e sostanza alla zuppa.

Acidità: Un elemento distintivo della ciorbă è l'aggiunta di ingredienti acidi come limone, aceto o bors (una miscela fermentata di farina di grano o mais), che conferisce alla zuppa il suo caratteristico sapore aspro.


Esistono numerose varianti di ciorbă in tutta la Romania, ciascuna con le proprie caratteristiche distintive:

Ciorbă de burtă: Preparata con trippa di manzo, questa ciorbă è spesso arricchita con aglio, peperoncino e aceto.

Ciorbă de perişoare: Una variante che include polpette di carne (perişoare) cotte nel brodo.

Ciorbă de legume: Una versione vegetariana che presenta una varietà di verdure come patate, carote e cavoli in un brodo di verdure.

La preparazione della ciorbă richiede attenzione ai dettagli e un po' di pazienza, ma il risultato è una zuppa deliziosa e nutriente. Ecco una guida generale:

Preparazione degli ingredienti: Tagliare le verdure a cubetti o a pezzetti e preparare la carne, se utilizzata, tagliandola a pezzi o a fette sottili.

Preparazione del brodo: In una pentola grande, far bollire la carne con acqua e aggiungere eventuali aromi come cipolle, carote e sedano. Lasciar cuocere a fuoco lento finché la carne non è tenera e il brodo è ricco di sapore.

Aggiunta delle verdure: Aggiungere le verdure al brodo e far cuocere finché non sono tenere. Questo passaggio può richiedere da 20 a 30 minuti, a seconda delle verdure utilizzate.

Regolazione dell'acidità: Aggiungere l'elemento acido desiderato alla zuppa. Questo può essere limone, aceto o bors, a seconda delle preferenze personali.

Servizio: La ciorbă è spesso servita calda, accompagnata da pane croccante o pane di mais e una cucchiaiata di panna acida o smântână (una crema simile alla panna) per addolcire il sapore.



La ciorbă non è solo un piatto tradizionale, ma un simbolo della cultura e della storia rumena. È una dimostrazione della capacità del popolo rumeno di adattare ingredienti semplici in piatti gustosi e sostanziosi. Oltre a essere un alimento nutriente, la ciorbă rappresenta anche un'occasione per riunire famiglie e comunità intorno alla tavola, celebrando la ricchezza delle tradizioni culinarie della Romania.

La ciorbă è una zuppa che va oltre il suo ruolo di semplice alimento; è un'esperienza culinaria che porta con sé secoli di storia e cultura. Con la sua varietà di sapori e la sua versatilità, la ciorbă continua a essere amata e apprezzata in tutta la Romania e oltre, offrendo una finestra sulla cucina e la vita del popolo rumeno.












Bedfordshire Clanger: Il Tradizionale Pasto Completo della Contea di Bedfordshire

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Il Bedfordshire Clanger è un piatto tradizionale della contea inglese di Bedfordshire, noto per la sua ingegnosità nel combinare sapori salati e dolci in un'unica pietanza. Questo pasticcio, spesso fatto di pasta frolla o sfoglia, ha una lunga storia e rappresenta un esempio perfetto di cucina rustica e sostanziosa.

Le origini del Bedfordshire Clanger risalgono al XVIII e XIX secolo, quando era un alimento comune tra i lavoratori agricoli e industriali della regione. La sua caratteristica principale è la capacità di fornire un pasto completo e bilanciato, ideale per chi trascorreva lunghe giornate nei campi o nelle fabbriche. La parte salata del pasticcio forniva proteine e carboidrati necessari per sostenere l'energia, mentre la parte dolce offriva un tocco di piacere a fine pasto.

Il termine "clanger" si pensa derivi dal verbo inglese "clang", che significa fare un rumore forte, riferendosi al rumore che il pasticcio potrebbe fare se fosse lasciato cadere. Tuttavia, è più probabile che il nome si riferisca al dialetto locale in cui "clanger" significa qualcosa di pesante e consistente, esattamente come questo pasticcio.

Il Bedfordshire Clanger è composto da due ripieni principali racchiusi in una crosta di pasta:

Parte salata: Solitamente contiene carne di maiale, pancetta o salsiccia, accompagnata da patate e talvolta cipolle o altre verdure.

Parte dolce: Tradizionalmente riempita con frutta come mele, prugne o marmellata, spesso addolcita con zucchero e spezie come cannella o noce moscata.

Pasta: La crosta è tipicamente fatta di pasta frolla o pasta sfoglia, che viene stesa sottile e avvolta attorno ai due ripieni.


La preparazione del Bedfordshire Clanger richiede un po' di attenzione per garantire che i due ripieni rimangano separati all'interno della crosta di pasta. Ecco una guida di base:

Preparazione della pasta: La pasta frolla o sfoglia viene preparata mescolando farina, burro e un pizzico di sale, aggiungendo acqua fredda fino a formare un impasto liscio. L'impasto viene poi steso in un rettangolo di circa 30x15 cm.

Preparazione dei ripieni: Il ripieno salato viene preparato cuocendo la carne di maiale o la salsiccia con le patate e le cipolle. Il ripieno dolce viene preparato mescolando la frutta con zucchero e spezie.



Assemblaggio: La pasta viene divisa idealmente in due sezioni, una per il ripieno salato e una per il ripieno dolce. Il ripieno salato viene disposto su una metà del rettangolo di pasta, mentre il ripieno dolce viene messo sull'altra metà. La pasta viene poi avvolta su se stessa, sigillando i bordi per evitare che i ripieni si mescolino.

Cottura: Il clanger viene cotto in forno a 180°C per circa 45-60 minuti, o fino a quando la crosta è dorata e croccante.


Il Bedfordshire Clanger viene solitamente servito caldo, ma può essere gustato anche freddo, rendendolo un pasto portatile ideale. Tradizionalmente, i lavoratori portavano con sé i clanger nei campi o nelle fabbriche, permettendo loro di godere di un pasto completo senza dover tornare a casa.

Il Bedfordshire Clanger è più di un semplice pasticcio; è un pezzo di storia culinaria che riflette la vita e le esigenze delle persone della contea di Bedfordshire. Oggi, questo piatto è apprezzato non solo per il suo gusto unico ma anche per la sua storia e il suo legame con le tradizioni locali. Eventi e festival nella contea spesso celebrano il clanger, offrendo varianti moderne accanto alle versioni tradizionali.

Sebbene la versione classica del Bedfordshire Clanger rimanga popolare, esistono molte varianti moderne che sperimentano con diversi ripieni e tecniche di cottura. Alcuni chef utilizzano ripieni vegetariani o vegani, mentre altri esplorano sapori internazionali pur mantenendo la struttura tradizionale del piatto. Queste varianti continuano a evolvere il clanger, mantenendo viva la tradizione pur adattandola ai gusti contemporanei.

Il Bedfordshire Clanger è un esempio affascinante di come un piatto tradizionale possa resistere alla prova del tempo, evolvendosi e adattandosi pur mantenendo il suo legame con le radici culturali e storiche. Questo pasticcio rappresenta non solo una delizia culinaria, ma anche un pezzo significativo del patrimonio della contea di Bedfordshire, celebrando la semplicità e l'ingegnosità della cucina rurale inglese.




Bettarazuke: Il Tradizionale Tsukemono di Ravanello Giapponese

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Il bettarazuke è una varietà di tsukemono (sottaceti giapponesi) particolarmente amato per il suo gusto dolce e leggermente fermentato. Preparato con ravanelli daikon, il bettarazuke è un elemento essenziale della cucina giapponese, soprattutto durante l'autunno e l'inverno. Questo piatto rappresenta una combinazione armoniosa di dolcezza e acidità, che lo rende un contorno perfetto per molti piatti principali giapponesi.

Il bettarazuke ha le sue radici a Tokyo e risale al periodo Edo (1603-1868). Il nome "bettarazuke" deriva dalla parola giapponese "bettara", che significa "appiccicoso", riferendosi alla consistenza appiccicosa del riso maltato (kome-koji) utilizzato nella preparazione. Durante il periodo Edo, i venditori di bettarazuke erano una vista comune nei mercati di Tokyo, specialmente durante il festival di Tori no Ichi, che si tiene ogni novembre. Questo festival è legato alla buona fortuna e prosperità, e il bettarazuke era considerato un alimento che portava fortuna.

Gli ingredienti chiave per preparare il bettarazuke includono:

Daikon (ravanello bianco giapponese): La base del piatto, noto per la sua consistenza croccante e sapore delicato.

Kome-koji (riso maltato): Conferisce dolcezza e la caratteristica consistenza appiccicosa.

Sake kasu (feccia di sake): Aggiunge un sapore ricco e complesso, contribuendo alla fermentazione.

Zucchero: Utilizzato per bilanciare i sapori e aumentare la dolcezza.

Sale: Essenziale per la conservazione e per bilanciare la dolcezza.


La preparazione del bettarazuke è un processo che richiede tempo e pazienza, ma i risultati ne valgono la pena. Ecco i passaggi fondamentali:

Preparazione del daikon: Il daikon viene pelato e tagliato in pezzi lunghi e sottili. Questi pezzi vengono poi lasciati ad asciugare all'aria per un giorno o due, riducendo il contenuto di umidità e intensificando il sapore.

Preparazione della marinata: In una ciotola, si mescolano kome-koji, sake kasu, zucchero e sale fino a ottenere una pasta uniforme.

Marinatura: I pezzi di daikon vengono ricoperti con la miscela di kome-koji e sake kasu. Successivamente, vengono sistemati in un contenitore pulito e pressati con un peso. Il daikon viene lasciato marinare per diverse settimane, durante le quali si sviluppano i sapori e avviene la fermentazione.

Conservazione: Una volta completata la marinatura, il bettarazuke può essere conservato in frigorifero per diverse settimane, mantenendo la sua freschezza e croccantezza.


Il bettarazuke viene solitamente servito come contorno o accompagnamento a piatti di riso e pesce. Il suo sapore dolce e leggermente fermentato si abbina perfettamente con la semplicità del riso bianco e il sapore umami del pesce grigliato o sashimi. Inoltre, il bettarazuke può essere gustato come parte di un assortimento di tsukemono, offrendo una varietà di sapori e consistenze.

Il bettarazuke è più di un semplice sottaceto; è un simbolo della cucina casalinga giapponese e della tradizione. Ogni autunno, durante il festival di Tori no Ichi, le famiglie giapponesi preparano e consumano bettarazuke come parte dei rituali stagionali. Questo piatto rappresenta la continuità delle tradizioni culinarie e la connessione con il passato.

Il bettarazuke è un piatto che incarna la semplicità e la profondità della cucina giapponese. Con la sua preparazione attenta e il suo sapore unico, offre un'esperienza gustativa che va oltre il semplice contorno. Se hai l'opportunità di assaggiare il bettarazuke, sperimenterai una delle molte sfaccettature della ricca tradizione culinaria del Giappone, apprezzando l'arte della fermentazione e la delicatezza dei sapori.











Bindae-tteok: La Tradizionale Frittella di Fagioli Mung Coreana

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Bindae-tteok, conosciuta anche come nokdujeon, è una frittella salata tradizionale coreana a base di fagioli mung e vari ingredienti, che include carne, verdure e a volte kimchi. Questo piatto ha una storia lunga e affascinante, rappresentando una parte importante della cucina e della cultura coreana.

Le origini del bindae-tteok risalgono al periodo della dinastia Joseon (1392-1897). Era un piatto popolare tra le classi contadine e povere, poiché gli ingredienti principali erano economici e facilmente reperibili. I fagioli mung, utilizzati per preparare la base della frittella, erano una coltura comune e nutriente.

Il bindae-tteok è anche noto per essere stato un cibo di strada molto amato nei mercati tradizionali coreani, dove veniva (e viene ancora) preparato fresco e servito caldo ai clienti affamati. Uno dei luoghi più celebri per gustare il bindae-tteok è il mercato di Gwangjang a Seoul, rinomato per i suoi cibi di strada autentici e deliziosi.

Gli ingredienti del bindae-tteok possono variare leggermente a seconda delle preferenze e delle tradizioni familiari, ma i componenti principali includono:

Fagioli mung: I fagioli mung secchi vengono ammollati in acqua, poi macinati fino a formare una pastella liscia.

Carne di maiale o manzo: Tagliata a pezzetti piccoli e spesso marinata per aggiungere sapore.

Kimchi: Per un sapore piccante e fermentato, anche se è facoltativo.

Verdure: Cipolle verdi, germogli di fagiolo mung, carote e zucchine sono comunemente utilizzate.

Aglio e zenzero: Per arricchire il sapore.

Spezie e condimenti: Sale, pepe, salsa di soia e a volte un po' di gochugaru (fiocchi di peperoncino coreano).


La preparazione del bindae-tteok richiede un po' di tempo e pazienza, ma il processo è abbastanza semplice. Ecco i passaggi fondamentali per preparare questa deliziosa frittella:

Preparazione dei fagioli mung: I fagioli mung secchi vengono ammollati in acqua per almeno 4-6 ore, fino a quando diventano morbidi. Dopo l'ammollo, vengono scolati e macinati in un frullatore fino a ottenere una pastella liscia. A volte viene aggiunta un po' di acqua per facilitare la macinazione.

Preparazione degli ingredienti: La carne viene tagliata a pezzetti piccoli e marinata con salsa di soia, aglio tritato e zenzero. Le verdure vengono lavate e tagliate finemente.

Miscelazione degli ingredienti: La pastella di fagioli mung viene mescolata con la carne e le verdure preparate, aggiungendo sale e pepe a piacere. Se si utilizza kimchi, questo viene tagliato a pezzetti e aggiunto al composto.

Cottura delle frittelle: In una padella antiaderente, viene riscaldato un po' di olio. Una cucchiaiata abbondante del composto di fagioli mung viene versata nella padella e appiattita per formare una frittella. Le frittelle vengono cotte a fuoco medio-alto fino a doratura, circa 3-4 minuti per lato.


Il bindae-tteok viene solitamente servito caldo, spesso accompagnato da una salsa di immersione a base di salsa di soia, aceto e un po' di gochugaru. Queste frittelle croccanti all'esterno e morbide all'interno sono ideali come antipasto, spuntino o anche come parte di un pasto principale.

Esistono molte varianti del bindae-tteok, adattate a diverse regioni e preferenze familiari. Alcune versioni includono pesce o frutti di mare al posto della carne, mentre altre possono essere completamente vegetariane. L'uso del kimchi è facoltativo, ma aggiunge una piacevole nota piccante e fermentata.

Il bindae-tteok non è solo un piatto delizioso, ma anche un simbolo della cultura e della storia coreana. È un esempio di come ingredienti semplici e umili possano essere trasformati in un piatto nutriente e saporito, riflettendo l'ingegnosità e la creatività della cucina coreana.

Il bindae-tteok è molto più di una semplice frittella di fagioli mung. È un piatto ricco di storia, cultura e sapore, amato da generazioni di coreani e apprezzato da chiunque abbia la fortuna di assaggiarlo. Se ti trovi in Corea del Sud o in un ristorante coreano, non perdere l'opportunità di gustare questa deliziosa specialità.







Abgoosht: La Tradizionale Zuppa Iraniana di Carne e Legumi

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Abgoosht, conosciuto anche come Dizi, è un piatto tradizionale iraniano ricco di sapori e storia. Questa sostanziosa zuppa di carne e legumi è una delle pietanze più amate in Iran, apprezzata per il suo gusto confortante e nutriente. Il nome "Abgoosht" si traduce letteralmente come "acqua di carne", riflettendo l'essenza di questo piatto che combina brodo di carne con un mix di legumi e spezie.

Le origini dell'Abgoosht risalgono a tempi antichi, quando la semplicità e la disponibilità degli ingredienti locali dettavano le ricette tradizionali. Questo piatto nasce come una soluzione pratica e gustosa per utilizzare ingredienti economici e facilmente reperibili. L'Abgoosht veniva spesso preparato nei villaggi rurali e nelle case di campagna, dove la carne di agnello era una delle principali fonti di proteine, e i legumi rappresentavano una risorsa alimentare fondamentale.

Gli ingredienti principali dell'Abgoosht includono:

Carne di agnello: Preferibilmente con l'osso per arricchire il sapore del brodo.

Ceci e fagioli: Solitamente si usano ceci secchi e fagioli bianchi o rossi.

Patate: Aggiungono consistenza e rendono il piatto più sostanzioso.

Pomodori: Conferiscono una leggera acidità e colore al brodo.

Cipolle e aglio: Essenziali per la base aromatica del piatto.

Curcuma: La spezia principale che dà al piatto il suo caratteristico colore dorato.

Lime secco (limoo amani): Aggiunge un tocco di acidità e un aroma unico.

Sale e pepe: Per condire a piacere.


Preparazione dell'Abgoosht

La preparazione dell'Abgoosht richiede tempo e pazienza, ma il risultato è un piatto profondamente aromatico e saporito. Ecco come preparare l'Abgoosht tradizionale:

Preparazione dei legumi: I ceci e i fagioli devono essere messi a bagno per almeno 8 ore, preferibilmente tutta la notte. Questo aiuta a ridurre i tempi di cottura e a migliorare la digeribilità.

Cottura della carne: In una grande pentola, rosolare la carne di agnello con le cipolle tritate e un po' di olio. Aggiungere la curcuma e continuare a cuocere finché la carne è ben dorata.

Aggiunta dei legumi e delle verdure: Unire i legumi scolati, le patate sbucciate e tagliate a pezzi, i pomodori tritati e l'aglio. Coprire con acqua abbondante e portare a ebollizione.

Cottura lenta: Ridurre il fuoco e aggiungere i lime secchi (precedentemente forati con una forchetta) e il sale. Lasciare sobbollire a fuoco basso per circa 2-3 ore, fino a quando la carne e i legumi sono teneri.

Servizio: L'Abgoosht viene tradizionalmente servito in due parti. Il brodo viene versato in ciotole e consumato come zuppa, spesso accompagnato da pezzi di pane piatto iraniano. La carne e i legumi vengono poi schiacciati insieme per formare una sorta di purè, che viene servito separatamente.


Come molti piatti tradizionali, l'Abgoosht presenta numerose varianti regionali che riflettono le diverse tradizioni culinarie iraniane. Alcune versioni includono l'uso di diverse spezie o l'aggiunta di ingredienti come il riso o altri tipi di legumi. In alcune regioni, il brodo viene arricchito con l'aggiunta di ossa di midollo, che conferiscono un sapore ancora più ricco e profondo.

L'Abgoosht è più di un semplice piatto; è un simbolo della cucina casalinga iraniana e della convivialità. Preparato spesso per occasioni speciali e raduni familiari, questo piatto rappresenta l'ospitalità e la generosità. Nella tradizione iraniana, l'atto di condividere l'Abgoosht è un modo per rafforzare i legami sociali e familiari.

L'Abgoosht è un piatto che incarna la ricchezza della cultura culinaria iraniana. Con il suo sapore profondo e la sua preparazione tradizionale, continua a essere amato e apprezzato da generazioni di iraniani, rappresentando un ponte tra passato e presente.







Fritaja: La Deliziosa Tradizione Friulana

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La fritaja, nota anche come frittata friulana, è un piatto semplice e gustoso, profondamente radicato nella tradizione culinaria del Friuli Venezia Giulia, una regione del nord-est dell'Italia. Questo piatto rappresenta l'arte della cucina rustica, dove ingredienti freschi e di stagione sono sapientemente combinati per creare una delizia culinaria apprezzata da generazioni.

La fritaja ha origini umili, risalenti a quando i contadini friulani dovevano preparare pasti nutrienti e sostanziosi con ingredienti facilmente reperibili. Le uova, le erbe selvatiche, le verdure dell'orto e occasionalmente la carne o il formaggio, erano ingredienti comuni nelle case contadine. La fritaja veniva preparata come pasto principale per i lavoratori agricoli, fornendo loro l'energia necessaria per affrontare le lunghe giornate di lavoro nei campi.

Con il tempo, la fritaja è diventata un simbolo della cucina friulana, celebrata non solo per la sua semplicità ma anche per la sua versatilità. Ogni famiglia ha la propria versione della fritaja, arricchita con ingredienti locali e preparata secondo tradizioni tramandate di generazione in generazione.

La fritaja è più di un semplice piatto di uova; possiede una serie di qualità che la rendono un elemento prezioso nella tradizione culinaria friulana.

Nutrizione e Sostanza: La fritaja è una fonte eccellente di nutrienti. Le uova, che costituiscono la base del piatto, sono ricche di proteine, vitamine e minerali essenziali come il ferro e la vitamina B12. L'aggiunta di verdure fresche come cipolle, zucchine, peperoni o asparagi aumenta l'apporto di fibre, vitamine e antiossidanti, rendendo la fritaja un pasto equilibrato e nutriente.

Versatilità Culinaria: Uno dei punti di forza della fritaja è la sua incredibile versatilità. Può essere preparata con una varietà di ingredienti, permettendo infinite combinazioni di sapori. Ogni stagione offre nuove opportunità per sperimentare con verdure fresche e erbe aromatiche. Inoltre, la fritaja può essere arricchita con formaggi locali, salumi o addirittura frutti di mare, adattandosi a diverse preferenze e occasioni.

Cultura e Tradizione: La fritaja è un piatto che incarna la cultura e le tradizioni del Friuli Venezia Giulia. La sua preparazione è un rito familiare, spesso condiviso durante i pasti domenicali o le festività. La fritaja rappresenta un legame con la terra e le sue stagioni, celebrando l'abbondanza della natura e la semplicità della vita contadina.


Esistono numerose varianti di fritaja, ciascuna con le proprie peculiarità. Ecco alcune delle versioni più apprezzate:

Fritaja Primaverile: Con l'arrivo della primavera, la fritaja si arricchisce di asparagi selvatici, cipollotti e spinaci freschi. Questi ingredienti conferiscono al piatto un sapore fresco e delicato, perfetto per celebrare l'inizio della bella stagione.

Fritaja Estiva: In estate, la fritaja può essere preparata con zucchine, peperoni, pomodori e basilico. Questa combinazione di verdure estive rende il piatto leggero e saporito, ideale per un pranzo all'aperto.

Fritaja Autunnale: Durante l'autunno, funghi porcini, patate e zucca diventano protagonisti della fritaja. Questi ingredienti donano al piatto un sapore ricco e terroso, perfetto per le giornate più fresche.

Fritaja Invernale: In inverno, la fritaja può essere arricchita con cavolo nero, verza e salsiccia. Questi ingredienti robusti e saporiti rendono il piatto particolarmente sostanzioso, ideale per riscaldarsi nelle giornate fredde.


Preparare la fritaja è un'arte che può essere appresa e perfezionata con la pratica. Ecco una ricetta tradizionale per una fritaja semplice e gustosa:

Ingredienti:

6 uova

1 cipolla media, tritata finemente

2 zucchine medie, tagliate a rondelle

1 peperone rosso, tagliato a dadini

100 grammi di formaggio Montasio, grattugiato

Sale e pepe q.b.

Olio d'oliva extravergine


Procedimento:

In una grande padella antiaderente, scaldare un po' di olio d'oliva a fuoco medio. Aggiungere la cipolla tritata e cuocere fino a quando diventa traslucida.

Aggiungere le zucchine e il peperone alla padella, cuocendo fino a quando le verdure sono tenere ma ancora croccanti.

In una ciotola, sbattere le uova con un pizzico di sale e pepe. Aggiungere il formaggio grattugiato e mescolare bene.

Versare il composto di uova nella padella con le verdure, distribuendolo uniformemente. Cuocere a fuoco basso, senza mescolare, fino a quando le uova sono quasi completamente cotte.

Girare la fritaja aiutandosi con un piatto o un coperchio e cuocere l'altro lato per qualche minuto.

Servire calda, accompagnata da una fresca insalata verde.


La fritaja è molto più di una semplice frittata; è un simbolo della tradizione culinaria friulana, un piatto che celebra la semplicità e la bontà degli ingredienti locali. Preparare e gustare una fritaja significa immergersi in una cultura che valorizza la terra e i suoi prodotti, celebrando il piacere di condividere cibo buono e genuino con i propri cari.

Che sia preparata con ingredienti di stagione o con varianti creative, la fritaja continua a essere un piatto amato e apprezzato, capace di unire tradizione e innovazione in ogni boccone.

Bitterballen: Delizie Fritte della Tradizione Olandese

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I bitterballen rappresentano un autentico tesoro culinario dei Paesi Bassi, celebrati per la loro croccantezza dorata e il ripieno saporito. Questi piccoli bocconi fritti hanno una storia affascinante che risale a secoli fa, dimostrando come la cucina possa essere un'arte capace di trasformare ingredienti semplici in prelibatezze straordinarie.

Le radici dei bitterballen affondano nel XVII secolo, un periodo in cui i Paesi Bassi vivevano un'epoca di grande prosperità economica e culturale. Durante questo periodo, noto come l'epoca d'oro olandese, i commerci marittimi con il resto del mondo portarono non solo ricchezze, ma anche nuove idee e influenze culinarie. La cucina olandese, sebbene spesso basata su ingredienti umili, era nota per la sua capacità di creare piatti sostanziosi e saporiti.

I bitterballen nacquero probabilmente come una soluzione pratica per riutilizzare gli avanzi di carne. In un'epoca in cui lo spreco alimentare non era un'opzione, i cuochi olandesi svilupparono l'arte di trasformare la carne stufata in un ripieno denso e saporito, rivestito di una croccante panatura e fritto fino a ottenere una perfetta doratura. Questi snack erano perfetti per accompagnare le bevande durante i momenti di socializzazione, un'usanza che persiste ancora oggi nei bar e nelle caffetterie olandesi.

Il termine "bitterballen" deriva dal fatto che tradizionalmente venivano serviti con il "bittertje", un liquore amaro, durante gli aperitivi. Questo abbinamento di cibo e bevanda ha creato una consuetudine sociale che continua a essere molto apprezzata, simbolizzando l'ospitalità e la convivialità della cultura olandese.

I bitterballen sono molto più di uno stuzzichino gustoso. Possiedono una serie di qualità che li rendono un elemento unico e prezioso nella tradizione culinaria olandese.

Nutrizione e Sostanza: Nonostante siano considerati uno snack, i bitterballen sono una fonte ricca di energia e nutrienti. Il ripieno di carne, spesso arricchito con brodo, burro e farina, fornisce una combinazione bilanciata di proteine, carboidrati e grassi. Questo li rende non solo deliziosi, ma anche capaci di saziare e nutrire in modo efficace.

Convivialità e Socialità: I bitterballen giocano un ruolo fondamentale nei momenti di socializzazione. Serviti durante gli aperitivi, sono sinonimo di convivialità. Condividere un piatto di bitterballen con amici o familiari in un bar o durante una festa è un'esperienza che favorisce la conversazione e il buon umore. Questi piccoli bocconi croccanti sono perfetti per essere gustati in compagnia, rendendo ogni incontro ancora più piacevole.

Versatilità Culinaria: Una delle qualità più apprezzate dei bitterballen è la loro versatilità. Possono essere preparati con diversi tipi di carne, come manzo, pollo o maiale, e arricchiti con varie spezie ed erbe aromatiche. Questa flessibilità permette di adattare la ricetta ai gusti personali e alle disponibilità degli ingredienti, mantenendo viva la tradizione ma permettendo al contempo innovazione e creatività.

Cultura e Tradizione: I bitterballen sono profondamente radicati nella cultura culinaria olandese. La loro presenza nei menu di bar e ristoranti, così come nelle cucine domestiche, testimonia l'importanza di preservare e celebrare le tradizioni culinarie. Eventi come il "borrel", un aperitivo o una festa informale, non sarebbero completi senza un piatto di bitterballen, che simboleggia l'ospitalità e l'attenzione al dettaglio tipiche della cultura olandese.

Esistono numerose varianti di bitterballen, ciascuna con le proprie peculiarità e sfumature di sapore. Tra le più conosciute troviamo:

Bitterballen al Manzo: La versione più classica, caratterizzata da un ripieno di carne di manzo stufata, arricchita con spezie come noce moscata e pepe.

Questa variante offre un sapore ricco e profondo, perfetto per chi ama i gusti tradizionali e robusti. I bitterballen al manzo sono i più comuni e rappresentano il cuore della tradizione olandese.

Bitterballen al Pollo: Per chi preferisce un'opzione più leggera, i bitterballen al pollo sono un'ottima scelta. Preparati con carne di pollo stufata, questi bitterballen possono essere insaporiti con erbe fresche come timo e prezzemolo, offrendo un sapore delicato ma gustoso. La loro leggerezza li rende ideali per ogni occasione, dalle feste ai pranzi informali.

Bitterballen Vegetariani: Con l'aumento delle diete vegetariane, anche i bitterballen hanno trovato nuove forme. I bitterballen vegetariani possono essere fatti con un ripieno di verdure, patate e formaggi, creando una combinazione saporita e nutriente. Questi bitterballen sono perfetti per chi desidera una variante senza carne, mantenendo comunque la consistenza croccante e il sapore pieno.

Bitterballen al Formaggio: Un'altra deliziosa variante prevede l'uso di formaggi per il ripieno. Il formaggio fuso all'interno dei bitterballen crea un effetto cremoso e saporito, rendendo questi snack irresistibili. Possono essere preparati con formaggi locali o con varianti più comuni come il gouda, aggiungendo una dimensione extra di sapore.

La preparazione dei bitterballen richiede tempo e attenzione, ma il risultato finale è assolutamente gratificante. Ecco una ricetta tradizionale per prepararli a casa:

Ingredienti:

300 grammi di carne di manzo stufata e tritata finemente

50 grammi di burro

60 grammi di farina

500 ml di brodo di carne

1 cipolla piccola, tritata finemente

1 cucchiaino di senape di Digione

Noce moscata, sale e pepe q.b.

Prezzemolo tritato (opzionale)

Farina, uova sbattute e pangrattato per impanare

Olio per friggere


Procedimento:

Preparare il Roux: In una casseruola, sciogliere il burro a fuoco medio. Aggiungere la cipolla tritata e cuocere fino a quando diventa traslucida. Aggiungere la farina e mescolare bene per creare un roux. Cuocere per qualche minuto, mescolando continuamente, fino a quando il roux assume un colore dorato.

Aggiungere il Brodo: Aggiungere lentamente il brodo di carne al roux, mescolando costantemente per evitare grumi. Continuare a cuocere fino a quando la salsa si addensa e diventa una besciamella liscia.

Incorporare la Carne: Aggiungere la carne tritata alla besciamella, mescolando bene per amalgamare il tutto. Insaporire con senape, noce moscata, sale e pepe. Aggiungere il prezzemolo tritato, se desiderato.

Raffreddare il Ripieno: Versare il composto in un contenitore e lasciare raffreddare completamente. Una volta raffreddato, coprire e mettere in frigorifero per almeno 2 ore, o fino a quando il composto è ben solidificato.

Formare le Palline: Prelevare piccole quantità di ripieno e formare delle palline di circa 3 cm di diametro. Passare ogni pallina nella farina, poi nelle uova sbattute e infine nel pangrattato, assicurandosi che siano ben ricoperte.

Friggere: Scaldare l'olio in una padella profonda o in una friggitrice a 180°C. Friggere le palline poche alla volta fino a quando sono dorate e croccanti, circa 3-4 minuti. Scolare su carta assorbente per rimuovere l'olio in eccesso.

Servire: Servire i bitterballen caldi, accompagnati da una senape piccante o da una salsa a scelta.


I bitterballen sono più di un semplice snack fritto; rappresentano una parte essenziale della cultura culinaria dei Paesi Bassi. La loro capacità di riunire le persone, il loro sapore irresistibile e la loro versatilità li rendono un piatto amato e celebrato. Preparare i bitterballen a casa può essere un'esperienza gratificante, offrendo un assaggio autentico della tradizione olandese.

Che vengano serviti durante una festa, un aperitivo informale o come antipasto, i bitterballen continueranno a deliziare e a conquistare i palati di chiunque li provi. La loro storia ricca e il loro sapore unico fanno sì che questi piccoli bocconi fritti rimangano un tesoro culinario apprezzato in tutto il mondo.

Chowder: Un Delizioso Tuffo nella Storia e nella Tradizione Culinaria

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Il termine "chowder" evoca immagini di una zuppa calda, densa e saporita, perfetta per una giornata fredda. Ma le origini di questa delizia culinaria sono tanto varie quanto interessanti, attraversando secoli e continenti. La parola "chowder" stessa deriva dal termine francese "chaudière", che significa calderone, suggerendo che questo piatto ha radici nella tradizione marinara e nella cucina dei pescatori.

L'origine del chowder può essere fatta risalire ai marinai francesi e inglesi del XVIII secolo. Questi marinai, che trascorrevano lunghi periodi in mare, svilupparono ricette che potevano essere facilmente preparate a bordo delle loro navi. Utilizzavano ingredienti facilmente reperibili come pesce, pancetta, cipolle e biscotti di nave (un tipo di pane secco e duro). La combinazione di questi ingredienti, cotti lentamente in un calderone, dava vita a un pasto nutriente e saporito, che poteva riscaldare anche nelle giornate più fredde.

Man mano che il chowder si diffondeva attraverso l'Atlantico, si adattava e trasformava in base agli ingredienti disponibili e alle tradizioni culinarie locali. In Nuova Inghilterra, ad esempio, il chowder divenne sinonimo di una zuppa cremosa a base di vongole, latte e patate, un piatto che oggi conosciamo come "New England Clam Chowder". Al contrario, nella regione di Manhattan, si sviluppò una versione con una base di pomodoro, nota come "Manhattan Clam Chowder", che rifletteva l'influenza delle cucine italiane e portoghesi.

Il chowder non è solo un piatto gustoso; possiede anche una serie di "poteri" che lo rendono un elemento prezioso nella tradizione culinaria e nella dieta quotidiana.

Nutrizione e Benessere: Il chowder è una fonte eccellente di nutrienti essenziali. Le versioni a base di pesce forniscono proteine di alta qualità, acidi grassi omega-3, vitamine e minerali. Le patate, un ingrediente comune, aggiungono carboidrati complessi e fibre. La presenza di latte o panna in molte varianti contribuisce con calcio e vitamina D, essenziali per la salute delle ossa.

Conforto e Calore: Uno dei poteri più riconosciuti del chowder è la sua capacità di fornire conforto. Un piatto caldo di chowder può riscaldare il corpo e l'anima, offrendo un senso di benessere e soddisfazione. Questo aspetto è particolarmente evidente nei mesi invernali, quando un piatto di chowder può essere un vero e proprio balsamo contro il freddo.

Versatilità Culinaria: Il chowder è incredibilmente versatile. Può essere preparato con una varietà di ingredienti, dalla carne al pesce, dai vegetali ai legumi, rendendolo adatto a diverse esigenze e preferenze alimentari. Questa versatilità permette al chowder di essere innovato continuamente, mantenendo la tradizione ma adattandosi ai gusti moderni.

Cultura e Tradizione: Il chowder ha un ruolo importante nella cultura culinaria di molte regioni. Nei paesi costieri del New England, ad esempio, il chowder è più di un semplice piatto; è una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. Eventi come i "Chowder Fest" celebrano questa ricca eredità, riunendo comunità e promuovendo l'apprezzamento per questo piatto storico.

Le varietà di chowder sono numerose, ciascuna con le proprie caratteristiche distintive. Ecco alcune delle varianti più note:

New England Clam Chowder: Questa è forse la versione più conosciuta. È caratterizzata da una base cremosa a base di latte o panna, patate, cipolle e vongole. È spesso guarnita con cracker di ostrica e ha una consistenza ricca e vellutata.

Manhattan Clam Chowder: In contrasto con la versione di New England, questa variante ha una base di pomodoro e include verdure come sedano, carote e peperoni. È una zuppa più leggera e dal sapore più piccante, riflettendo le influenze delle cucine mediterranee.

Corn Chowder: Una versione senza frutti di mare che mette in risalto il mais come ingrediente principale. Spesso arricchita con pancetta, patate e talvolta peperoni, questa zuppa è dolce e saporita.

Seafood Chowder: Questa versione include una varietà di frutti di mare come gamberi, granchi, capesante e pesce bianco. È una celebrazione delle risorse marine e può essere preparata sia con una base cremosa che con una a base di pomodoro.

Smoked Salmon Chowder: Una variante gourmet che utilizza salmone affumicato, aggiungendo un sapore unico e affumicato alla zuppa. Spesso arricchita con aneto e limone per esaltare i sapori.


Preparare il chowder è un'arte che può essere appresa e perfezionata con la pratica. Ecco una ricetta tradizionale per il New England Clam Chowder:

Ingredienti:

500 grammi di vongole fresche

1 litro di acqua

150 grammi di pancetta a dadini

1 cipolla grande, tritata

2 coste di sedano, tritate

3 patate medie, sbucciate e tagliate a cubetti

500 ml di latte intero

250 ml di panna

2 cucchiai di farina

Sale e pepe q.b.

Prezzemolo fresco tritato (per guarnire)

Crackers di ostrica (opzionale, per servire)


Procedimento:

Pulire le vongole sotto acqua corrente fredda. Metterle in una pentola con 1 litro di acqua e portare a ebollizione. Cuocere fino a quando le vongole si aprono, circa 5-7 minuti. Rimuovere le vongole dalla pentola e filtrare il liquido di cottura per eliminare eventuali sabbie. Conservare il liquido e sgusciare le vongole, tritandole grossolanamente.

In una grande pentola, cuocere la pancetta a fuoco medio fino a renderla croccante. Rimuovere la pancetta dalla pentola e metterla da parte, lasciando il grasso nella pentola.

Aggiungere la cipolla e il sedano al grasso di pancetta nella pentola e cuocere fino a quando le verdure sono tenere, circa 5 minuti.

Aggiungere le patate e il liquido di cottura delle vongole alla pentola. Portare a ebollizione, quindi ridurre il fuoco e cuocere a fuoco lento fino a quando le patate sono tenere, circa 15 minuti.

In una ciotola separata, mescolare il latte e la panna con la farina fino a ottenere un composto omogeneo. Aggiungere questo mix alla pentola e cuocere a fuoco lento fino a quando la zuppa si addensa, circa 10 minuti.

Aggiungere le vongole tritate alla zuppa e cuocere fino a quando sono riscaldate, circa 5 minuti. Aggiustare di sale e pepe.

Servire caldo, guarnito con prezzemolo fresco tritato e crackers di ostrica, se desiderato.


Il chowder rappresenta molto più di una semplice zuppa. È un simbolo di tradizione, comfort e versatilità culinaria. Ogni cucchiaiata di chowder racconta una storia che risale a secoli fa, riflettendo l'ingegno e la creatività dei marinai e dei cuochi che hanno saputo trasformare ingredienti semplici in un piatto ricco e soddisfacente.

Che si tratti di una fredda sera invernale o di un evento comunitario, il chowder continua a riscaldare cuori e palati, ricordandoci l'importanza di preservare e celebrare le nostre tradizioni culinarie. Provare diverse varianti di chowder può essere un viaggio gastronomico affascinante, offrendo l'opportunità di scoprire nuovi sapori e apprezzare la ricca eredità di questo piatto straordinario.


Chow Mein: Una Prelibatezza della Cucina Cinese

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Il Chow Mein è un piatto tradizionale della cucina cinese, amato in tutto il mondo per la sua semplicità, versatilità e sapore irresistibile. Questo piatto di noodle saltati in padella, arricchito da una varietà di ingredienti freschi e condimenti aromatici, è una delizia per il palato e offre una gustosa esperienza culinaria. Ecco come preparare un delizioso Chow Mein fatto in casa.

Per preparare Chow Mein sufficiente per quattro persone, avrai bisogno dei seguenti ingredienti:

250g di noodle Chow Mein o spaghetti di riso

200g di petto di pollo o gamberi sgusciati

1 cipolla, affettata

2 carote, tagliate a julienne

1 peperone verde, tagliato a strisce sottili

100g di germogli di soia

2 spicchi d'aglio, tritati

1 cucchiaio di zenzero fresco grattugiato

2 cucchiai di salsa di soia

1 cucchiaio di olio di sesamo

2 cucchiai di olio vegetale

Sale e pepe q.b.

Erbe fresche (coriandolo o cipollotto) per guarnire


Procedimento

Preparazione degli Ingredienti: Porta a ebollizione una pentola d'acqua e cuoci i noodle Chow Mein o gli spaghetti di riso seguendo le istruzioni riportate sulla confezione. Una volta cotti, scolali e sciacquali sotto acqua fredda per interrompere la cottura. Metti da parte.

Marinatura del Pollo o dei Gamberi: Se stai utilizzando il pollo, taglialo a strisce sottili e marinatelo con un cucchiaio di salsa di soia e un po' di zenzero grattugiato per almeno 15-20 minuti. Se stai usando i gamberi, marinateli nello stesso modo ma per un tempo leggermente inferiore, circa 10-15 minuti.

Preparazione della Padella: Scalda un cucchiaio di olio vegetale in una grande padella o wok a fuoco medio-alto. Aggiungi il pollo marinato o i gamberi e cuoci fino a quando sono dorati e completamente cotti. Rimuovili dalla padella e mettili da parte.

Saltare le Verdure: Nella stessa padella, aggiungi un altro cucchiaio di olio vegetale. Aggiungi l'aglio tritato e lo zenzero grattugiato e fallo rosolare per circa 1 minuto, fino a quando emanano profumi deliziosi. Aggiungi la cipolla affettata, le carote julienne e il peperone verde e cuoci per altri 3-4 minuti, mescolando di tanto in tanto.

Unione dei Noodle: Aggiungi i noodle Chow Mein o gli spaghetti di riso nella padella con le verdure saltate. Aggiungi anche i germogli di soia e la salsa di soia. Mescola bene tutti gli ingredienti fino a quando i noodle sono ben ricoperti dalla salsa e gli ingredienti sono distribuiti uniformemente.

Ultimi Ritocchi: Aggiungi il pollo o i gamberi precedentemente saltati nella padella con i noodle e le verdure. Aggiusta di sale e pepe secondo il tuo gusto. Continua a cuocere per altri 2-3 minuti, mescolando delicatamente, finché tutti gli ingredienti sono ben riscaldati.

Servizio: Trasferisci il Chow Mein in una grande ciotola da portata. Guarnisci con erbe fresche come coriandolo o cipollotto per aggiungere un tocco di freschezza e colore.


Consigli e Varianti

Vegetariano: Per una versione vegetariana, puoi sostituire il pollo o i gamberi con tofu tagliato a dadini o funghi a fette. Assicurati di marinare il tofu o i funghi nella salsa di soia e nello zenzero grattugiato per aggiungere sapore.

Piccante: Se ti piace il cibo piccante, puoi aggiungere peperoncino fresco tritato o peperoncino in polvere durante la cottura delle verdure per dare un tocco di calore al piatto.

Personalizzazione degli Ingredienti: Il bello del Chow Mein è che puoi personalizzarlo con gli ingredienti che preferisci. Aggiungi verdure come cavolo cinese, piselli torti o funghi shiitake per una varietà di sapori e testure.


Il Chow Mein è una delizia della cucina cinese che incanta con la sua semplicità e versatilità. Con una combinazione di noodle saltati in padella, carne o frutti di mare, verdure fresche e condimenti aromatici, questo piatto offre una gustosa esperienza culinaria adatta a ogni occasione. Prepara il tuo Chow Mein fatto in casa e delizia i tuoi amici e familiari con questo classico della cucina asiatica. Buon appetito!

Bisque: Una Raffinata Delizia della Cucina Francese

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La bisque è una zuppa cremosa e ricca, originaria della cucina francese, tradizionalmente preparata con crostacei come aragosta, gamberi, granchi o scampi. Conosciuta per il suo sapore intenso e la sua texture vellutata, la bisque è un piatto elegante spesso servito nei ristoranti gourmet, ma che può essere replicato anche a casa con un po' di attenzione e dedizione. Ecco come preparare una classica bisque di gamberi.

Per preparare una bisque di gamberi per quattro persone, avrai bisogno dei seguenti ingredienti:

500g di gamberi freschi (con guscio)

2 cucchiai di olio d'oliva

1 cipolla, tritata finemente

1 carota, tritata finemente

1 gambo di sedano, tritato finemente

2 spicchi d'aglio, tritati

2 cucchiai di concentrato di pomodoro

1 bicchiere di vino bianco secco

1 litro di brodo di pesce

1 foglia di alloro

1 rametto di timo

200ml di panna fresca

2 cucchiai di burro

Sale e pepe q.b.

Erbe fresche (prezzemolo o erba cipollina) per decorare


Procedimento

Preparazione dei Gamberi: Sguscia i gamberi, mettendo da parte le teste e i gusci. Rimuovi il filo intestinale dai gamberi e tienili da parte. Le teste e i gusci saranno utilizzati per preparare il brodo.

Preparazione del Brodo: In una pentola capiente, scalda l'olio d'oliva a fuoco medio-alto. Aggiungi le teste e i gusci dei gamberi e rosolali per circa 5-7 minuti, fino a quando diventano di un colore rosso acceso.

Aromi e Base: Aggiungi la cipolla, la carota, il sedano e l'aglio nella pentola. Cuoci per altri 5 minuti, mescolando di tanto in tanto, fino a quando le verdure si ammorbidiscono. Aggiungi il concentrato di pomodoro e cuoci per altri 2 minuti.

Deglassare e Sfumare: Versa il vino bianco nella pentola e mescola bene, raschiando il fondo per raccogliere i succhi caramellati. Cuoci fino a quando il vino è ridotto della metà.

Aggiunta del Brodo: Aggiungi il brodo di pesce, la foglia di alloro e il rametto di timo. Porta a ebollizione, quindi riduci la fiamma e lascia sobbollire per 30 minuti. Questo permetterà ai sapori di svilupparsi appieno.

Filtraggio: Utilizzando un colino fine, filtra il brodo in un'altra pentola, eliminando i gusci e le verdure. Schiaccia bene i solidi nel colino per estrarre tutto il liquido possibile.

Preparazione della Zuppa: Riporta il brodo filtrato sul fuoco. Aggiungi la panna fresca e cuoci a fuoco lento per circa 10 minuti, mescolando di tanto in tanto. Assaggia e aggiusta di sale e pepe.

Frullatura e Rifinitura: Per ottenere una texture ancora più vellutata, puoi frullare la zuppa con un frullatore a immersione. Aggiungi il burro e mescola fino a quando si scioglie, rendendo la bisque ancora più cremosa.

Cottura dei Gamberi: Poco prima di servire, aggiungi i gamberi sgusciati e cuoci per 2-3 minuti fino a quando diventano rosa e opachi. Non cuocere troppo i gamberi per evitare che diventino gommosi.

Servizio: Versa la bisque in ciotole da zuppa e guarnisci con erbe fresche tritate. Puoi accompagnare la bisque con crostini di pane tostato per aggiungere una nota croccante.


Consigli e Varianti

Variante ai Crostacei: Puoi sostituire i gamberi con aragosta, granchi o scampi, seguendo lo stesso procedimento.

Versione Vegetariana: Se desideri una versione senza crostacei, puoi preparare una bisque di funghi utilizzando un brodo vegetale e funghi freschi.

Aromi Aggiuntivi: Per un sapore più complesso, puoi aggiungere un pizzico di zafferano o una spruzzata di brandy durante la cottura.


La bisque è un piatto raffinato che porta in tavola i sapori intensi del mare, arricchiti da una texture cremosa e vellutata. Perfetta per cene speciali o semplicemente per coccolarsi con un piatto elegante, la bisque di gamberi è una ricetta che conquisterà i palati più esigenti. Buon appetito!

Parmigiana di melanzane

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La parmigiana di melanzane, anche melanzane alla parmigiana o semplicemente parmigiana, è un piatto a base di melanzane fritte e gratinate in forno con passata di pomodoro, basilico, aglio e uno o più formaggi inclusi, parmigiano reggiano, pecorino siciliano, mozzarella, scamorza e caciocavallo.
È un piatto di dubbia origine, in quanto è ancora oggetto di discussione se sia pugliese o, a detta dei siciliani, di origine sicula. Altri attribuiscono l'origine alla Campania o a Parma. È stata ufficialmente riconosciuta e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf).

Storia

La melanzana è una pianta originaria del continente asiatico; venne probabilmente introdotta in Europa ad opera di mercanti arabi in Spagna e poi nel resto d'Europa nel corso del basso medioevo. Come altri vegetali appartenenti alla famiglia delle solanacee, è stata per lungo tempo accompagnata da cattiva fama; per questa ragione la sua diffusione in Europa ebbe inizio solo a partire dal XVIII secolo, periodo in cui comincia a diventare di uso comune nelle mense del popolo prima e della nobiltà poi.
Un indizio importante per individuare il momento in cui la ricetta cominciò a prendere corpo è identificabile nella presenza di un ingrediente importante qual è il pomodoro, fatto che in certa misura ne certifica l'origine settecentesca: anche questo frutto, importato in Europa solo con la scoperta delle Americhe, ha seguito lo stesso destino della melanzana, riuscendo infine ad affermarsi nelle mense europee solo nel corso del XVIII secolo.
Queste osservazioni sostengono la tesi che la comparsa della parmigiana sia da collocare tra la seconda metà del XVIII ed i primi decenni del XIX secolo, anni in cui le dominazioni spagnole in italia erano consolidate da secoli come appunto il Ducato di Parma, il Regno di Napoli e il Regno di Sicilia.
La storia della ricetta tuttavia non è chiara e dunque risulta impossibile risalire con certezza all'origine della stessa, e l'invenzione del piatto viene per questo motivo contesa dalla Sicilia e dalle città di Napoli e di Parma.

Attribuzione siciliana

Il termine "parmigiana", secondo alcuni, deriverebbe dalla parola siciliana parmiciana, plausibilmente derivante dal latino "parma" (scudo), con cui sono chiamate le liste di legno che compongono una finestra persiana, forma richiamata dalla disposizione a strati sovrapposti delle fette di melanzana fritte. La teoria che affermerebbe la paternità della ricetta alla Sicilia trae forza anche dal fatto che in questa parte d'Italia il piatto viene chiamato "parmigiana di melanzane", non "melanzane alla parmigiana" come in Emilia, quindi il sostantivo principale è "parmigiana" e "di melanzane" è la specificazione.
Il nome di questo piatto potrebbe più verosimilmente derivare dalla parola turca patlıcan' e/o da quella araba 'al-badingian' (in queste lingue le consonanti p e b si pronunciano allo stesso modo). Infatti sia nella cucina araba che in quella turca esiste un piatto in qualche modo simile che è passato nella cucina greca con il nome di moussaka. Ad avvalorare tale ipotesi il termine siciliano del tipo di melanzana con cui si fa la pietanza, petronciana. Nelle ricette antiche è previsto l'uso del formaggio pecorino siciliano, molto utilizzato nella cucina meridionale, per cui non sembrerebbe esserci alcune relazione con il formaggio parmigiano reggiano il cui utilizzo nella cucina meridionale si è diffuso nel secondo dopoguerra.


Attribuzione napoletana

Jeanne Caròla Francesconi, scrittrice e conoscitrice della cucina napoletana, sostiene che le origini della ricetta risalgono ad oltre due secoli or sono ed individua, nelle opere di Vincenzo Corrado e Ippolito Cavalcanti, i primi tentativi di illustrare quella che noi conosciamo attualmente come parmigiana di melanzane.
«Un'altra gloria della cucina napoletana, è la parmigiana. Pochi elementari sapori che si completano ed ecco uno squisito piatto, saporito ed appetitoso, che bene si addice all'estate.»
(J. C. Francesconi, La cucina napoletana)
Troviamo la prima ricetta riconducibile in certa misura a quella che noi oggi conosciamo come parmigiana nel celebre trattato Il Cuoco Galante di Vincenzo Corrado, autore di origine pugliese che tra il XVIII e il XIX secolo prestò servizio nelle più prestigiose casate napoletane. È possibile, anche per le ragioni esposte, che in origine la preparazione fosse tipica delle zucchine. Nell'unica ricetta dedicata alle melanzane (petronciani) l'autore suggerisce la possibilità di prepararle alla maniera di zucche, pastinache (sorta di carote) e pomodori.
Delle zucche lunghe alla parmigiana
«Le zucche lunghe (zucchine) devono essere né troppo lunghe, né piccole. Prima di cuocerle bisogna raderle d'intorno, e tagliarle in sottili fette rotonde; poi polverate di sale, per qualche tempo, acciocché mandino fuori un certo cattivo umore, e si renda la loro carne piacevole, da usarla in quelle maniere che si dirà, si spremono tra le mani, o tra due tondi, s'infarinino, e si friggano nello strutto. Si servano in un piatto tramezzate di parmigiano, e butirro, coverte con salsa di gialli di uova, e butirro, rassodate nel forno.»
(Vincenzo Corrado, Il Cuoco Galante)
Per trovare la prima ricetta delle melanzane alla parmigiana a noi familiare bisogna invece aspettare il 1837, quando Ippolito Cavalcanti duca di Buonvicino diede alle stampe la sua opera più importante: "Cucina teorico pratica". Del Cavalcanti riproponiamo un estratto della ricetta presentata nel libello Cucina casereccia in dialetto napoletano, comparso in appendice all'edizione del 1839.
Melanzane alla parmigiana,
«… e le farai friggere; e poi le disporrai in una teglia a strato a strato con il formaggio, basilico e brodo di stufato o con salsa di pomodoro; e coperte le farai stufare.»
(Ippolito Cavalcanti, "Cusina casarinola co la lengua napolitana, Cucina casareccia in lingua napolitana)



È comunque da rimarcare il fatto che in molti libri di gastronomia stampati tra il 1600 ed il 1800, tra i quali quelli del Corrado e del Cavalcanti, la locuzione "alla parmigiana" veniva adoperata per indicare la presenza del tipico formaggio nelle ricette, valga l'esempio delle 28 ricette "alla parmigiana" illustrate nel Cuoco Galante, tutte caratterizzate dalla presenza del formaggio Parmigiano.

Attribuzione parmense

La parmigiana per antonomasia è oggi quella di melanzane, ma il termine viene talvolta riferito anche a preparazioni a base di ortaggi affettati e disposti come le scalette di una finestra persiana a formare strati alternati con altri ingredienti. Il dizionario Devoto-Oli definisce il termine come segue: "cucinare alla maniera dei parmigiani, ovverosia degli abitanti della città di Parma, vuol dire cucinare vegetali a strati". Stessa etimologia è proposta dal "Dizionario etimologico" Cortelazzo-Zolli, che fa risalire la comparsa del termine parmigiana, ma non si sa se riferito alla pietanza di melanzane fritte e cotte al forno, a prima del 1440 da Simone de' Prodenzani. Nella sequenza delle portate del Prodenzani, tuttavia, le parmigiane sono collocate tra la frutta e i dolci.

 
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