Il sale che si aggiunge all'acqua per cucinare la pasta va messo quando l'acqua bolle o prima?

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Anche se sembra una cretinata questo piccolo accorgimento può far la differenza tra pentole lisce e come nuove dopo vent’anni di uso o completamente butterate dopo neanche un anno.

Infatti se mettiamo sale grosso, come siamo soliti qui in Italia, nell’acqua della pasta a freddo questo, data la sua maggiore densità, precipiterà sul fondo della pentola. E cosa succede lì? Il calore proveniente dal fornello sottostante riscalderà la base della pentola e, anziché trovare nel suo diffondersi, solo acqua, troverà il sale. Ora, dovete sapere che la conduzione termica attraverso i solidi è molto più rapida della convezione nei liquidi quindi il calore tenderà a passare più dalla pentola al sale che dalla pentola all’acqua.

Questo, se da un lato ci aiuta, perché farà disciogliere il sale più rapidamente, dall’altro porterà ad una zona, la minuscola area in cui avremo contatto tra sale, pentola e acqua tutt’intorno, estremamente corrosiva per la pentola. Si sommano infatti qui alte temperature e alti gradienti chimici. Il risultato? Dopo pochi mesi di questa pratica la vostra bella pentola in inox sarà piena di piccoli intacchi, quasi dei buchi (non passanti), inizialmente molto piccoli e progressivamente più grandi, derivati dal fenomeno detto pitting. Man mano che si continua nella pratica errata quei piccoli fori tenderanno ad accogliere altro sale e la corrosione proseguirà insistenti maggiormente laddove ha già agito.

Di seguito alcune immagini trovate in rete del fenomeno del pitting nelle pentole di inox:




(E sono sicuro che ora che vedere le immagini ci farete caso anche voi a casa)

Come lo so? Perché ho sbagliato e l’ho fatto con una mia pentola per troppo tempo.

Se, al contrario, aggiungiamo il sale a bollore raggiunto (e occhio che quando lo farete l’ebolizzione potrebbe scatenarsi quindi aggiungerne pochi granì alla volta, mi raccomando!) la formazione continua delle bolle dalla base della pentola smuoveranno i grani grossi di sale impedendo (o riducendo fortemente) questo fenomeno e aiutando le nostre pentole a sopravvivere. Ancora meglio, chiaramente, se usiamo sale fino che essendo più piccolo, impiegherà molto meno tempo a disciogliersi in acqua.

Buon appetito!


Gli involtini primavera sono il piatto più popolare in Cina?

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Assolutamente no!



Sono stato a Shanghai, e durante il mio viaggio ero molto curioso di provare i famosi involtini primavera nel loro (presunto) luogo di origine.

Sorpresa: non li ho trovati da nessuna parte.

Una mia amica cinese addirittura sosteneva che fossero una invenzione degli occidentali e che lì in Cina fossero difficili da trovare nella maggior parte dei menù.

Un po' come quando gli americani mangiano maccaroni and cheese pensando che sia un piatto tipico italiano.


Quali sono le cose più bizzarre che si trovano tranquillamente nei supermercati di un paese estero, che non troveresti mai in quelli italiani?

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Tante, come dico sempre la Russia e' un'altro mondo. In Russia abbiamo le bottiglie di Birra da 2 litri ,gli Snickers ai semi di girasole, la Sprite al cetriolo, la Coca Cola ha lanciato una Fanta in edizione limitata alla fragola (“perché la fragola è la bacca più famosa in Russia”, diceva il loro sito), una Schweppes con Mojito classico e una Fanta al mandarino (il frutto associato alle celebrazioni del Capodanno russo). Il Kefir marcato Danone, (I prodotti lattiero-caseari sono estremamente popolari in Russia, in particolare il kefir, una specie di yogurt liquido delicato e leggermente alcolico, e molto salutare), L'Hamburger "russo" da Mc Donald, la pizza russa che oltre alle tradizionali “Quattro formaggi”(Tutti con lo stesso sapore) e “Diablo”, i russi possono ordinare una speciale variante nazionale con patate a fette, manzo, pancetta e salsa di formaggio, ananas, le patatine al cetriolo.







Formaggio di yak

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Il formaggio di yak è un formaggio asiatico a base di latte di yak prodotto storicamente sugli altopiani dell'Himalaya.
Il latte di yak, chiamato "dri" (Yak femmina) in Cina (Tibet) e "nak" in Nepal, viene bevuto fresco oppure utilizzato per preparare yogurt e soprattutto burro, e formaggi dal 1950.

Storia

Il Nepal è stato il primo paese in Asia a produrre formaggi adatti per i gusti occidentali, e fino al 1980 è certamente l'unico paese asiatico a fare un formaggio di yak.

Produzione

Ora, il formaggio di yak è anche fatto in Bhutan, India, Mongolia, Pakistan, Russia (Tuva) e Cina (Tibet): loro produzione non è realmente consumata nel paese di origine, a parte una piccola quantità vendute ai turisti, ma è in prevalenza rivolta all'esportazione.
I formaggi classificati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) a base di latte di dri e chouri (incrocio tra uno yak e una mucca) sono: Chhurpi o chhuga (Nepal) chiamato durukhowa in Bouthan, churtsi in Bouthan, il serkam in Nepal che si chiama dartsi in Bouthan e il shosim o sogar (Nepal)

Slow food

Per migliorare la produzione tradizionale e la commercializzazione di un piccolo caseificio ubicato sull'altopiano tibetano (provincia di Qinghai) è stato creato un presidio. Sostenuto dalla Trace Foundation, la Slow food - in collaborazione con un'associazione veterinaria (Avec-pvs) e alcuni casari tibetani - ha sviluppato un programma di ricerca per un formaggio di dri a media-lunga stagionatura che non tema tempi dilatati di trasporto.
In Repubblica di Tuva, nel territorio di Mongun-Taiga, la qualità delle produzioni locali dei formaggi (chiamati byshtak, kurut e aarji) è salvaguardata da un progetto Terra Madre.

Bhatura

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La Bhatura ((HI) भटूरा bhaṭūrā) è un tipo di pane indiano fritto per immersione, tipico della cucina della regione del Punjab, compresa tra Pakistan e India.

Preparazione

La preparazione tipica include la farina maida, lo yogurt, burro ghee o olio e lievito. Una volta impastata la si lascia riposare per permetterne la lievitazione per poi essere tirata con il mattarello. La bhatura viene poi immersa nell'olio caldo permettendone la frittura, ottenendo un pane elastico e gommoso.
Dallo stesso impasto viene preparata anche una variante della bhatura, la kulcha, che viene però cotta su piastra e guarnita con foglie di coriandolo.
La bhatura viene solitamente consumata assieme al Chana masala, condimento a base curry e ceci, per formare il tipico antipasto Chole bhature.

Davvero la gente cucina la pasta ed il sugo separatamente e poi mettono quest'ultimo direttamente sopra la pasta?

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Benvenuti in America, la terra degli spaghetti (o qualsia pasta) in bianco con una "cacata" di sugo sopra! ?



Dovrei anche precisare che nella pasta NON c'è burro o olio d'oliva; inoltre, in America la gente adora lasciare il cibo nella tavola per ore (fanno e brigano durante i pasti, iniziano a mangiare e poi magari si ricordano di qualcosa, lasciando lì tutto)… poi però ritornano a tavola e si gustano il cibo freddo senza fare una piega. Nel caso degli spaghetti, anche tutti incollati insieme… immaginate che bel "tacone"??


Alcuni dei prodotti italiani fatti con ingredienti discutibili

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Il pani câ meusa, lo street food siciliano per eccellenza. É un panino di sesamo con dentro milza (meusa) e fegato di bovino cotto e soffritto, con aggiunta di caciocavallo siciliano o succo di limone. Non é esattamente un cibo dietetico ma a detta di chi l'ha provato é ottimo.



I turcinieddi, frattaglie miste di capretto e agnello avvolte nel loro stesso budello e aromatizzate con: alloro, prezzemolo, finocchio e carosello, anche se in alcune zone non si disdegnano il peperoncino e l'aglio. Sono molto diffusi e apprezzati in Puglia ma anche in centro e Sud Italia con nomi diversi.


Il lampredotto toscano, lo street food di Firenze e non solo. É fatto con uno dei 4 stomaci della mucca fatto bollire con cipolla, aglio e sedano. Viene poi messo in un panino e ricoperto di salsa verde. É in pratica una variante della trippa alla romana e del 'o pere e 'o musso napoletano. Anticamente invece dello stomaco di mucca erano usate le lamprede, da cui il nome lampredotto, dei pesci primitivi diffusi nei fiumi toscani.



La pajata, forse il piatto romano per eccellenza ma fatto con ingredienti che molti non esitano a definire disgustosi. Si prepara partendo dall'intestino di vitello o di bue anche se i puristi usano le rigaglie di pollo.



La coratella, piatto umbro a base di frattaglie. É uno spezzatino fatto con: cuore, fegato, budella, milza e polmoni d'agnello.



Il cibreo toscano. Ok, questo é davvero strano. É una zuppa di carne toscana a base di creste, bargigli e fegatini di gallo ma si aggiungono anche quelli di gallina. Inoltre l'ingrediente principale sono i testicoli del gallo!


La torta al sangue di maiale. Dal nome sembra un piatto dei Klingon di Star Trek ma in realtà é una ricetta toscana. É una torta salata fatta con: parmigiano, pangrattato, uova e pancetta, ma ovviamente l'ingrediente principale é il sangue di maiale.



La zuppa di soffritto. É una zuppa napoletana fatta con frattaglie di mucca tra cui: fegato, polmone, cuore, milza e intestino con aggiunta di peperoni e tanto peperoncino. É molto piccante, al punto che si preferisce metterla sul pane secco invece che sugli spaghetti per assorbire un po' del piccante. La sua storia é singolare; si narra che i soldati spagnoli di stanza a Napoli durante il dominio aragonese della città macellassero le mucche fuori dalle loro caserme, buttando le frattaglie. I napoletani le raccoglievano, le pulivano e preparavano questa zuppa di carne che vendevano proprio ai soldati spagnoli!



I rigatoni al sugo di coda. Tutti conoscono la coda alla vaccinara romana ma pochi la pasta al sugo di coda. Si tratta della coda di mucca fatta soffriggere con cipolla, aglio, prezzemolo e carota e sfumata col vino. É il piatto principe della famosa cucina romana del quinto quarto e contende alla pajata il titolo di piatto romano per eccellenza.



Il casu frazigu o casu marzu. Qui andiamo sul pesante, dato che l'UE ne ha proibito la vendita anche se l'Italia ha posto una deroga in merito. Si tratta di un formaggio pecorino o caprino sardo in cui sono presenti i vermi o per meglio dire le larve della mosca casearia. La mosca depone le uova nelle forme fresche di formaggio, le quali diventando larve mangiano parte del formaggio, e rilasciano enzimi che ne cambiano il sapore e lo rendono cremoso. Com'é ovvio bisogna aspettare che le larve diventino mosche e volino via prima di assaggiarlo. Fa parte della categoria dei marcetti, un tipo di formaggi diffusi nelle Marche e in Puglia.

 
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