Alcuni dei miti alimentari più sciocchi in cui la gente crede ancora
I grandi paradossi del settore ristorativo
Che caratteristiche ha l'olio per friggere? E perché è diverso dagli altri?
Ogni olio e ogni grasso é adatto per friggere. Si può friggere nell'olio di oliva come in qualsiasi altro olio di semi, nel burro come nello strutto… é sufficiente portare il grasso ad ebollizione ed immergervi il prodotto che si vuole friggere.
Molte ricette tipiche nostrane richiedono metodi di frittura specifici. Ad esempio, lo gnocco fritto emiliano andrebbe cotto esclusivamente nello strutto.
Piú un grasso é di qualità (come olio EVO, burro e strutto), piú la frittura risulterà gustosa.
Gnocco fritto emiliano
Ma allora perché é sconsigliato friggere utilizzando proprio questi tre prodotti, e si consigliano altri oli di semi non misti?
La risposta é che oli e grassi, portati a ebollizione, perdono parte delle loro caratteristiche nutrizionali benefiche, sviluppando invece sostanze cancerogene.
Tanto piú é alta la temperatura di ebollizione di un grasso, tanto piú si sviluppano sostanze cancerogene. I grassi piú densi come olio EVO burro e strutto richiedono temperature superiori, per questo é bene friggere il meno possibile utilizzandi. Gli oli di semi singoli, invece, friggono a temperature piú basse, perciò sono maggiormente indicatiper friggere 1 massimo 2 volte a settimana, frequenza che salvo particolari problemi di salute già presenti non influisce in maniera sensibile sul nostro benessere fisico.
In particolare c'é un olio che in assoluto bolle alla temperatura piú bassa: l'olio di arachidi. Per questo infatti é in assoluto il piú adatto per friggere. In piú, é un olio di sapore migliore rispetto ad altri oli semi e le produzioni sono solitamente di qualità.
Da evitare sono invece gli oli con etichrtte tipo "per friggere" "da frittura" ecc. Sono oli di semi misti, che oltre ad essere di scarsa qualità e di poco sapore, portati a ebollizione sviluppano sosranze dannose tipiche di tutti i semi con i quali sono stati prodotti, anziché uno soltanto. Vengono venduti "per friggere" visto il basso prezzo, dovuto però ad una questione di qualità inferiore.
Acquistando olio di arachidi si spende un po' di piú ma si fa una buona scelta per qualità e salute.
È sconsigliabile mangiare la pizza direttamente dal cartone
Quali sono gli ingredienti indispensabili nella cucina emiliana
- cipolla, carota, sedano e pomodoro: la base del ragù. E il ragù abbonda in molti piatti emiliani.
- il Parmigiano Reggiano che si accompagna a moltissimi piatti, soprattutto primi.
- la pasta a base di ingredienti poveri come acqua, sale, farina, lievito e a volte uova. La pasta è alla base sia della sfoglia che viene usata per moltissimi primi, che per piatti unici come crescentine, tigelle, borlenghi, gnocco.
Cos'è il Ramen?
É un piatto giapponese molto noto anche al di fuori del paese. Consiste in un brodo di carne o pesce con tagliatelle di riso, salsa di soia, miso (salsa di soia gialla fermentata), cipollotti, kamaboko (panetti di pesce frullato), alghe e maiale a fette. Ne esistono 5 varietà anche se in pratica ogni ristorante ha la sua versione.
1) Il ramen shoyu con salsa di soia e brodo di manzo, pollo o verdure.
2) Il ramen miso a base di miso e brodo di pollo o manzo.
3) Il ramen tonkotsu con brodo ottenuto sobbollendo ossa di maiale.
4) Il ramen shio ottenuto con brodo di pesce, alghe, pesce secco e cipolle.
5) Il toripaitan ramen, simile al tonkotsu ma con ossa e pelle di pollo invece che di maiale e con aggiunta di verdure.
Ci sono anche delle combinazioni tra i 5 tipi. Una particolarità é che é molto difficile da preparare a casa per cui tutti lo gustano per strada come uno street food o nei ristoranti.
Com'è nato il ketchup?
Uno dei simboli dell’alimentazione americana non è stato in realtà inventato negli Stati Uniti: si sta parlando del ketchup, la celebre salsa a base di pomodoro che accompagna idealmente hamburger e patatine fritte, la cui origine sarebbe invece orientale. In effetti, questa parola deriva da un termine utilizzato nel dialetto del Fujian, regione che si trova nella parte meridionale della Cina e che nei tempi antichi stava a indicare una salsa di pesce non molto diversa dal “garum” utilizzato dai Romani.
Marinai cinesi
Bisogna
risalire a oltre cinque secoli fa per scoprire la nascita del
ketchup. La regione cinese era probabilmente la più importante di
tutta la Cina per quel che riguarda il commercio marittimo. I marinai
locali riuscirono a scoprire questa salsa di pesce a base di acciughe
salate e fermentate, una ricetta che ancora oggi può essere gustata
in paesi asiatici come il Vietnam e la Thailandia. I marinai della
regione furono capaci di esportare la salsa anche in Malesia, nelle
Filippine e in Indonesia (in tali nazioni si usa la parola “kecap”
per indicare la salsa).
La variante britannica
I
cinesi che vissero negli altri paesi asiatici introdussero anche il
riso rosso fermentato, utile per la produzione di un ottimo liquore,
l’arrak. Col tempo, i marini britannici della Compagnia delle Indie
Orientali si abituarono alla salsa e al liquore, con sapori così
diversi da quelli a cui erano abituati. Nacquero diverse varianti di
ketchup e la prima testimonianza scritta va fatta risalire al 1690,
quando fu pubblicata la ricetta originaria: nel 1727, invece, Eliza
Smith suggerì l’utilizzo di acciughe, scalogno, aceto, vino
bianco, spezie, pepe e scorza di limone.
L’uso del pomodoro
Il
pomodoro venne introdotto in Gran Bretagna, per la precisione
nell’800. Bisogna infatti tornare indietro al lontano 1801 per
scoprire la prima ricetta come forse oggi la conosciamo, grazie
all’intuizione di Sandy Addison. Le acciughe furono rimpiazzate
sempre più da altri ingredienti, fino a quando il “tomato ketchup”
diventò la versione principale e più amata, soprattutto negli Stati
Uniti. La prima persona che riuscì a produrre la salsa in bottiglia
fu un certo Jonas Yerks nel 1837. La produzione da parte di Heinz
(attualmente l’azienda più famosa e importante) cominciò nel
1876. Nel 1906, infine, l’ultimo cambiamento della ricetta, con il
divieto di utilizzare il benzoato di sodio come conservante.
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