In quali paesi il McDonald's ha fallito

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In alcuni paesi la catena ha fallito per una serie di ragioni… Faccio qualche esempio:
  • Iran
Dopo la Rivoluzione iraniana del 79 il Mc non ha più potuto avere dei fast food nel paese, quindi quelli presenti prima di quell'anno furono costretti a chiudere.
  • Bermuda
Nel paese i fast food esteri sono completamente vietati.
  • Islanda
Per un po' erano presenti dei Mc in Islanda, poi c'è stata la crisi finanziaria del 2008 che ha colpito duramente il paese, di conseguenza le catene furono costrette a chiudere. In ogni caso il fast food non era troppo gradito lì.
  • Bolivia
Qui il Mc ha fatto veramente schifo ai cittadini, quindi fu un completo fiasco.
  • Giamaica
A quanto pare i panini del Mcdonald qui non saziavano abbastanza i giamaicani



Nell'epoca precolombiana, cosa mangiavano gli italiani e come mai le piante del nuovo mondo sono ora così diffuse nella cucina italiana

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Quindi ante 1492… pollame , maiali , cacciagione per i ricchi , fagiani , lepri , cinghiali ecc.. poi le ricette che ebbero origine nel medioevo e tramandate fino a noi richiedevano cibo anche povero , coda alla vaccinara , trippa , fegato , guanciale , cotechino , zampone , la mucca dava latte ma anche la famosa fiorentina …quindi i contadini come si suol dire del maiale non buttavano via nulla , ma poi anche l'asino veniva preferito in cucina dopo aver reso servizio di duro lavoro per tanti anni… Pertanto esisteva come lo è ora , un cibo per ricchi e per poveri , carne , pesce , frutta , mele , pere , fichi … le verdure venivano mangiate crude o cotte, piselli, carote, poi c'erano piante spontanee come la cicoria il radicchio selvatico ma poi via via incroci e selezioni portarono alle attuali verdure e ortaggi .
Piante come fagioli, patate, melanzane, pomodori, zucchine, mais erano originarie dal Mexico al Perù e una volta coltivate da noi si acclimatarono, vengono ovviamente coltivate nel periodo estivo e i contadini in secoli di sapiente incrocio e selezioni fecero nuove e variegate tipologie di fagioli, zucchine, mais, pomodori, melanzane. Pertanto dopo più di 500 anni possiamo gustare la polenta, la salsa di pomodoro sulla pizza o negli spaghetti o una saporita caponata di melanzane o una buonissima pasta e fagioli.



Gnocchi

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Gnocchi: origine, storia e varianti - Gambero Rosso

Gli gnocchi sono una preparazione di cucina estremamente diffusa in molti paesi del mondo e presentano differenze notevoli da un tipo all'altro sia per forma che per ingredienti. Per semplificare possiamo definirli come piccoli pezzi di impasto, solitamente di forma tondeggiante, che vengono bolliti in acqua o brodo e quindi conditi con salse varie.

Tipi

Gli gnocchi sono un cibo antichissimo, preparato con farine differenti: farina di frumento, di riso, di semola, con patate, pane secco, tuberi o verdure varie.
Quelli più diffusi in Italia oggi sono preparati con le patate, molto diffusi sono anche quelli preparati con un semplice impasto di acqua e farina. Quelli preparati con il semolino vengono soprannominati alla romana; altri ancora utilizzano la farina di mais; inoltre vengono usati svariati altri ingredienti in base alla tradizione locale/regionale. Possono venire serviti come primo, come è tradizione in quasi tutta Italia, come piatto unico o come contorno. Quest'ultimo caso è più frequente per i knödel centreuropei.

Accorgimenti

Per poter ottenere gnocchi di patate più sodi possibile esistono vari accorgimenti, come l'uso di patate appropriate (particolarmente indicate le patate a pasta gialla di Avezzano), ma anche la preparazione, dove bisogna avere l'accortezza di impastare la pasta quel poco che basta: impastarla prolungatamente porta ad avere gnocchi più morbidi. Anche la pezzatura influisce sul risultato finale: più vengono preparati di dimensioni elevate e più saranno morbidi.

Storia

Gli gnocchi già descritti a partire dalla seconda metà del Settecento, nel 1880 si diffusero a macchia d'olio quelli a base di patate. Solitamente vengono conditi con sugo di carne o al ragù, ma anche in bianco con burro fuso e formaggio, con l'aggiunta di aromi come la salvia, o spezie come la noce moscata o la cannella. La storia degli gnocchi di patate ha inizio quando vennero importate in Europa le prime patate provenienti dal continente americano. Gli altri tipi di gnocchi comparvero dapprima nei banchetti rinascimentali della Lombardia; venivano impastati con mollica di pane, latte e mandorle tritate e venivano chiamati zanzarelli. Per preparare gli zanzarelli venivano utilizzati ingredienti particolari che ne determinavano la differente colorazione: ad esempio vi erano gli zanzarelli verdi, impastati con bietola e spinaci che sono molto tipici, e gli zanzarelli gialli, realizzati con l'aggiunta di zucca o di zafferano. C'erano poi malfatti bianchi, impastati con carne di pollo tritata, ed arancioni, quando venivano preparati con carote. Nel Seicento invece subirono un lieve cambiamento nel nome e nella preparazione. Venivano chiamati malfatti e invece delle mandorle e del pane veniva aggiunta farina, acqua e uova.

Curiosità

Nella città di Roma gli gnocchi rappresentano il piatto tradizionale del giovedì, seguendo il detto "Giovedì gnocchi, Venerdì pesce (o anche "ceci e baccalà"), Sabato trippa" (il proverbio sottolinea l'importanza del giovedì come giorno quasi festivo, che necessita d'un piatto elaborato e gustoso e che anticipa quello di magro del giorno successivo). Ancora sopravvivono antiche osterie e trattorie dove si segue la tradizione. Noto è il detto romano "Ridi, ridi, che mamma ha fatto li gnocchi", fuori da Roma reso solitamente con l'articolo i davanti a gnocchi, anziché l'articolo gli richiesto dallo standard italiano attuale.
In Campania dove vantano una antichissima tradizione, vengono anche detti strangulaprievete. Il giorno tradizionale in questo caso è la domenica; conditi con ragù napoletano e mozzarella e successivamente gratinati al forno, danno luogo alla ricetta degli "Gnocchi alla sorrentina".
A Verona un piatto di gnocchi con burro e salvia (o con la pastissada, lo stracotto di cavallo tipico della città scaligera) viene tradizionalmente consumato il "Venardì Gnocolàr", giorno della sfilata dei carri di Carnevale. E Papà del Gnoco è il nome della principale maschera del carnevale scaligero, di qui anche l'usanza di mangiarli il venerdì.
Anche a Castel Goffredo, in provincia di Mantova, in occasione del carnevale locale, la tradizionale maschera di Re Gnocco offre ai propri sudditi gnocchi e vino il venerdì gnoccolaro.
Tipici del Piemonte sono invece gli gnocchi al Castelmagno.

Wiener Schnitzel

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Il Wiener Schnitzel è una specialità della cucina viennese, consistente in una sottile fetta di vitello impanata e fritta nello strutto.
La forma tradizionale viene servita con insalata di lattuga e insalata di patate. Pratica comune è anche aggiungere al piatto una fetta di limone, che viene spremuta dal commensale sull'impanatura. Ne è diffusa anche una versione fatta con carne di maiale anziché di vitello il cui nome corretto è Schnitzel Wiener Art (in Germania) oppure Wiener Schnitzel vom Schwein (in Austria); molto comune in Austria anche il Surschnitzel, versione con carne di maiale affumicata (kaiserfleisch), spesso servita con una confettura di mirtillo rosso come accompagnamento.

La contesa
Il Wiener Schnitzel è stato al centro di una disputa fra la cucina italiana, che lo considera una variante della cotoletta alla milanese portata in patria da Josef Radetzky quando ritornò dalla sua lunga residenza nel Lombardo-Veneto, e la cucina austriaca, secondo cui il piatto meneghino sarebbe solo una versione del Wiener Schnitzel, che i cittadini di Milano avrebbero imparato a cucinare osservando i cuochi dei reggimenti occupanti.
La contesa si può ritenere conclusa in quanto nel suo L'Italia prima dell'Unità (1815-1860) lo storico Romano Bracalini afferma, nel capitolo «Usi e costumi a tavola», che un documento del 1148, citato a sua volta da Pietro Verri nella sua Storia di Milano, riporta la cronaca di un pranzo solenne in cui, nella terza portata, compaiono i lombos cum panitio (ovvero lombata di vitello impanata, cioè la cotoletta).
I documenti citati dal Verri sono esposti al pubblico all'interno dei locali adiacenti alla Basilica di Sant'Ambrogio a Milano dal dicembre 2013. In effetti il Radetzky aveva sposato una Strassoldo, nobile friulana, i cui parenti andava a visitare durante i viaggi Milano - Vienna. Aveva così ordinato al suo cuoco d'imparare dai cuochi degli Strassoldo come cucinare la fettina impanata, che poi si faceva confezionare a Vienna e a Milano con leggere varianti di contorno.


Manti

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Il Manti (in turco Mantı; in kazako Мәнті; in armeno մանթի; in kirghiso манты; in arabo e in pashtu منتو, mantu; in uiguro مانتا, manta) è un tipo di pasta ripiena tipico della cucina turca, delle cucine caucasiche e dell'Asia centrale (in particolare della cucina armena, kazaka e afghana), della cucina uigura e della cucina dell'Hejaz.
Consistono in ravioli ripieni di carne di agnello, cavallo o manzo macinata e speziata che vengono bolliti o cotti al vapore. Dimensioni e forma dei Manti variano da luogo a luogo.
I Manti assomigliano molto al Buuz mongolo, al Momo nepalese e al Mandu coreano.

Cucina turca e armena

In Turchia e Armenia i Manti sono piccoli, vengono bolliti (o anche cotti al forno) e conditi con una salsa di yogurt e aglio e dell'olio al peperoncino. Vengono anche serviti in brodo.

Cucine dell'Asia Centrale

Nelle cucine dell'Asia Centrale i manti sono più grandi, e sono prevalentemente cotti al vapore in una pentola chiamata Mantovarka.
In Kakazistan sono tipicamente ripieni con carne di agnello (o cavallo) e pepe nero, e vengono serviti con burro, panna acida o salsa di cipolle.
Nelle cucine uzbeka, kirghisa e tagika i manti sono di solito ripieni di agnello, manzo, patate o zucca e grasso. Vengono conditi con burro, panna acida o una salsa fatta mescolando aceto e peperoncino in polvere.
In Uzbekistan i manti sono chiamati anche kaskoni.

Cucina afghana

In Afghanistan i Manti vengono cotti al vapore e serviti con una salsa tipica a base di yogurt, menta, succo di limone ed e aglio (seer moss). In genere, con questa salsa viene aggiunta anche della passata di pomodoro.

Chi è una "Hooters"

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Hooters (in italiano: Tettone) è il nome commerciale di due catene di ristoranti privati statunitensi, Hooters of America. Forse ti riferisci alle "Hooters Girl".


Hooters è un ristorante dove le cameriere, chiamate Hooter Girls, sono per lo più giovani e molto attraenti: anche la divisa, costituita da pantaloncini corti di colore arancione, maglietta bianca molto scollata, collant velati color carne o bronzo e scarpe sportive è appositamente studiata per esaltare le forme delle ragazze, in particolare decolleté e cosce. Il menù è tipicamente statunitense come hamburger e sandwich, carne, antipasti di pesce e alette di pollo. Hanno una licenza per la vendita di alcolici. Vendono anche souvenir del locale.


Pirilla

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La pirilla è un pane prodotto durante la panificazione casalinga tradizionale, ottenuto con impasto lievitato di acqua e farina di grano duro. Ottenuta per colatura diretta sulla pietra di un forno a legna con l'aiuto di una paletta. Ha una forma rotondeggiante di circa 20 cm di diametro e pochi centimetri di spessore, presenta la faccia superiore liscia, quasi levigata, dura ma non croccante. La pasta interna ha un aspetto compatto e quasi gommoso con piccoli alveoli. Richiede brevi tempi di cottura (meno di un'ora).
Nella pasta, specie se nata per essere mangiata senza condimento, possono essere inserite olive nere intere per dare sapore, a volte uva passa. Se la pirilla contiene altri ingredienti, come pomodoro, pezzi di zucca, cipolla, ecc. può prendere localmente un nome più specifico (ad esempio cucuzzata).
Lo spessore e la pasta compatta permettono un comodo spacco per la farcitura. La farcitura più usata era il pomodoro fresco, spesso solo il seme e gli umori interni del pomodoro, olio e sale. Pure peperoni fritti, a volte pure accompagnati da pomodoro fresco. Vanno molto bene le farciture che bagnano la pasta e l'ammorbidiscono un po', come i sughetti di pomodoro, cipolla e peperoni ma pure i pezzetti di carne di cavallo. Una variante sfiziosa della farcitura sono i peperoni fritti con fette di mortadella.

Sinonimi

Presenta vari sinonimi nel Salento. I più usati sono pirilla (Ortelle, Castro), pitilla (Specchia Gallone, Poggiardo, San Cesario di Lecce), 'mpilla (Sannicola), pilla (Cursi, Cutrofiano, Melpignano, Otranto), simeddhra (Tricase, Depressa).

Preparazione

La pastina era preparata coi resti degli impasti recuperati dai lavaggi dei contenitori. Nella panificazione tradizionale era prodotta in pochi pezzi e generalmente destinata al consumo degli stessi panificatori occupati per diverse ore nelle operazioni di impasto e cottura. A volte era prodotta appositamente con impasti ad hoc per il consumo casalingo e per distribuzione tra parenti e amici. Non era destinata alla vendita. Con la riscoperta delle antiche tradizioni alcuni forni industriali la producono e la vendono.

Storia

Nelle tradizione salentina, comune ad altre tradizioni contadine, si procedeva con cadenza regolare alla panificazione, spesso in capientissimi forni a legna pubblici. Gli intervalli di panificazione potevano essere variabili, da cadenze bisettimanali fino a periodi di oltre tre mesi, per cui il quantitativo di farina di una o più famiglie associate, poteva costituirsi anche da un impasto di 100–200 kg. Nella panificazione una quota limitata (20%) si costituiva da pezzi pane morbido da consumarsi nei primissimi giorni in genere da tagliarsi a fette. Moltissime risultano le varianti del pane fresco spesso associate alla presenza nell'impasto di olive nere, zucca, cipolla, ecc.. o a particolari lavorazioni (taralli, pirille, ecc..) per il consumo diretto senza particolari condimenti aggiunti. La quota maggiore dell'impasto di panificazione veniva riservato, in genere, alla produzione di friselle, un biscotto di più lunga conservazione rispetto al pane fresco garantendo intervalli di panificazione maggiori.
Al termine della infornatura, i recipienti e le madie sporche dell'impasto lievitato venivano sciacquate con pochissima acqua e la pastina ottenuta calata direttamente sul piano arroventato del forno. Si cuoceva molto in fretta e veniva consumata nel forno stesso per una colazione di ristoro tra gli addetti.
La pirilla, pertanto, rappresenta più che un tipo di pane, una testimonianza del mondo agricolo arcaico ormai scomparso e molti comuni nel leccese la omaggiano con feste e sagre. La più importante e consolidata è la Festa della Pirilla nel Comune di Ortelle che nell'estate del 2009 si è svolta per la ventinovesima volta, essendo tra l'altro una delle più antiche sagre gastronomiche in assoluto nella Provincia di Lecce. All'evento è accordato il patrocinio da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri - Ministero per i Rapporti con le Regioni, del Presidente della Regione Puglia e del Comune stesso.

 
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