Il
fast food (espressione
inglese, letteralmente "cibo veloce", in italiano è anche
detta "ristorazione rapida") è un tipo di ristorazione
originatasi nei Paesi anglosassoni, veloce da cucinare, consumare,
economica e con servizio ridotto al minimo.
Si possono incontrare anche fast food
ambulanti ovvero cibo di strada, che forniscono cibi rapidi economici
e standardizzati. Il pasto veloce offerto con un sistema di
ristorazione industriale a partire dagli anni ottanta ha registrato
una vasta diffusione a livello mondiale. Il primo ristorante di fish
& chips fu aperto nel 1860 in Inghilterra.
Questa cucina è costituita
principalmente da hamburger, hot dog, cotolette, patate fritte e
sandwich ma anche da altri cibi derivati da cucine etniche come la
cipolla fritta, il kebab e la pizza e suggerisce l'uso massiccio di
diverse salse come senape, maionese e ketchup. Il fast food è in
genere caratterizzato da un costo relativamente modesto,
dall'uniformità del servizio offerto e dall'ampia diffusione dei
punti vendita.
Il modello alimentare proposto dai fast
food coinvolge prevalentemente fasce più giovani ma anche una quota
crescente di adulti per motivi essenzialmente legati ai ritmi
lavorativi ed economici. Il fast food è spesso considerato sinonimo
di cattiva alimentazione, sia perché costituito da pasti consumati
in fretta, anche a piedi o in auto, sia per la ridotta varietà degli
ingredienti e per l'abbondanza di elementi fritti, grassi, salati e
zuccheri.
I cibi normalmente rientranti nel fast
food, come burger, patatine fritte e pollo fritto, vengono
classificati tra quelli ad elevato contenuto di grassi e/o zuccheri
raffinati e/o con basso contenuto di fibre ed in quanto tali,
specialmente se consumati frequentemente o in porzioni abbondanti,
aumentano il rischio di obesità, che aumenta il rischio di cancro.
Elevati consumi di fast food sono predittori di elevati livelli di
colesterolo, importante fattore di rischio per infarto, ictus e
malattie del sistema cardiocircolatorio.
Molti dei cibi proposti nei fast food,
ed in particolare i burgers e le patate fritte, contengono elevate
quantità di acidi grassi trans, i quali sono associati
all'incremento del rischio di malattie cardiovascolari, alla
riduzione della concentrazione di colesterolo HDL (il cosiddetto
colesterolo buono), aumento delle lipoproteine a bassa densità,
aumento dei trigliceridi, disturbo dell'equilibrio delle
prostaglandine e promuovere insulino-resistenza, aumentando quindi il
rischio di diabete. Nel tentativo di dare risposta a questi squilibri
nutrizionali, i gestori di alcune delle più note catene propongono
nei propri menu anche piatti con minore apporto calorico come
insalate e macedonie.
Tra le molte catene di fast food,
spesso a diffusione sovranazionale, possono essere citate a titolo di
esempio: McDonald's, Burger King, Kentucky Fried Chicken, Quick, Old
Wild West, Popeye's Louisiana Kitchen, Wendy's, Pizza Hut, Yoshinoya,
Prête à Manger, Subway, Five Guys e Fuddruckers.