Cibo d'amore

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METTERSI A DIETA È UN RITUALE ESSENZIALE PER OGNI RAGAZZA DEL PIANETA. MA COME PER OGNI ALTRA COSA, LE RAGAZZE IN GIAPPONE SPINGONO IL LIMITE UN PO’ TROPPO IN LÀ, DRITTO AL PUNTO IN CUI DIVENTA FONDAMENTALMENTE UN DISORDINE OSSESSIVO-COMPULSIVO. LA MANIA DIETETICA DEL “MANGIA E PERDI PESO!” È UN AFFARE NAZIONALE. CI SONO UN SACCO DI DIETE SOLO-BANANA E SOLO-NATTO [fagioli di soia fermentati che puzzano come se i tuoi piedi avessero cagato su una montagna di spazzatura, ndr]. Appena questi programmi vengono illustrati in televisione, puoi scommettere che il giorno successivo il prodotto in questione scomparirà miracolosamente dagli scaffali del tuo supermercato di zona. Mangiare e perdere peso al tempo stesso sembra, uhm, stupido per persone come me e te, ma per le signorine giapponesi che hanno già testato ogni singolo programma dietetico esistente, è solamente un altro modo per evitare di affrontare una nuova routine e mollare i dolci, che è probabilmente l’unico vero sistema per perdere peso.
Tuttavia, è proprio qui in Giappone che un gruppo di ragazze non-proprio-magre gestisce il Pomeranian: The Chubby Maid Café ad Akihabara, la mecca degli otaku. Le ragazze sono vestite da cameriere francesi con tanto di grembiulino, e si portano tutte addosso un’accogliente e piacevole dose di ciccia. Chiamano i loro clienti “padrone” e soddisfano ogni loro bisogno culinario. In Giappone, il Paese che ha prodotto le magre-come-un-binario, aranciabbronzate, shopping-dipendenti kogal, queste paffute seduttrici sono come una brezza calda ed emolliente che profuma di cioccolato al latte.
Quando sono andato a incontrare alcune delle ragazze del Pomeranian, ho provato uno strano senso di calma. Sarà stato perché lasciano strabordare tutto senza vergogna, o forse solo perché ero circondato da ragazze cicciotelle che mi facevano dimenticare di quanto io sia grasso.
In un modo o nell’altro, il fatto di mostrare con orgoglio i loro rotolini in un Paese famoso per il suo basso tasso di obesità e l'alto tasso di omologazione, rende queste ragazze una specie di equivalente buongustaio di un punkabbestia che lancia una molotov in una banca. E in più sono carine. L’abbiamo già detto? Sono molto carine.
Ichigo
Come è nata l'idea del “chubby café”?
Ichigo:
Lavoravo in una normale caffetteria, ma a un certo punto mi sono resa conto che tutte le ragazze erano più magre di me. Credo di aver provato un senso d’inferiorità, ma poi ho cercato di pensare a come ribaltare la cosa e farla funzionare per me. Ed è così che ho avuto l’idea per questo posto.

I maid café sono una cosa molto giapponese. Essere trattati così gentilmente da una cameriera destabilizzerebbe parecchi stranieri.
Personalmente sono una grande fan dei maid café e ci lavoro da almeno cinque anni. Le cameriere sono molto educate e offrono un ottimo servizio. Le cameriere normali possono sbattere sul tavolo un bicchiere d’acqua, mentre quelle dei maid café sono molto attente al modo in cui ti servono e a come ti riempiono nuovamente il bicchiere. Adoro il modo in cui mostrano quanto tengono al cliente.
Hai qualche cliente speciale?
Sì, un cliente ha voluto fare una polaroid con ogni singola cameriera. Abbiamo un servizio per cui puoi farti una polaroid con una cameriera per 500 yen, e quell’uomo ha voluto posare con ognuna delle ragazze. È stato tutto il giorno al café, aspettando i turni in modo che potesse incontrarci tutte. Penso sia un collezionista di foto di cameriere [ride].
Hai qualche aneddoto sulla tua cicciosità come vantaggio?
Mmm, vediamo... Penso che potrei farti un paio di esempi, ma il migliore è che la gente ritiene che io sia facile da approcciare. Quando piove e non ho un ombrello, le vecchie signore mi lasciano andare sotto al loro. Inoltre, mi chiedono un sacco d’indicazioni stradali. Penso mi credano amichevole, ma se questo sia un vantaggio o meno, be', non lo so! In ogni caso, la gente tende a essere più aperta con me.
Anch’io sono cicciottello. Pensi che dovrei essere più sicuro di me stesso?
Certo. Credo che sia decisamente meglio per gli uomini essere un po’ paffuti, piuttosto che essere magri come un rastrello, perché così trasudano un senso di gentilezza. Vale anche per le ragazze, che spero non considerino la cicciosità come una cosa negativa. Ci sono tante ragazze là fuori pienotte e attraenti, e si dovrebbe pensare a loro come a punti di riferimento. E, anche se noti che qualcuno è grassottello, non dovresti commentare il suo peso insistentemente [ride]. È una aspetto peculiare di quelle persone, ed è una bella caratteristica da avere.
TSUKASA
Al momento sei la capocameriera. Quando hai cominciato a lavorare qui?
Tsukasa:
Circa un anno fa. Il primo evento del Pomeranian si è tenuto il 6 ottobre dell’anno scorso, e io mi sono unita al gruppo per il terzo che si è svolto a dicembre. In qualità di capocameriera passo le informazioni alle altre, do loro delle direttive, e lavoro come organizzatrice.
Qual è il tuo punto di forza?
Dunque, anche qui mi trovo nella squadra delle più grosse, quindi in un certo senso credo di trasmettere l’idea fondante del café. A dire la verità, credo che tra tutte le ragazze, Ichigo sarebbe più adatta ad essere la capocameriera. Detto questo, essere di questa misura mi si addice, quindi credo che i clienti che amano le ragazze paffute siano attratti da me. Ma questo non significa che amo me stessa per questo motivo.
Lavorare al Pomeranian ti ha cambiato in qualche modo?
Una volta ero abbastanza timida, ma lavorare qui mi ha reso una persona che apprezza di più stare con gli altri. Conoscere tanta gente diversa e passarci del tempo insieme, è stata una cosa molto positiva per me. Sono felice di farlo.
Qual è il tuo cibo preferito?
Il gelato, specialmente il gelato soft. Ne ho mangiato un po’ ieri e, a dir la verità, una volta al giorno sarebbe il mio minimo ideale [ride]. Mi piace così tanto che forse potrei mangiarlo in ogni momento della giornata. Il mio gusto preferito è fiordilatte o crema, quella densa. Qualsiasi cosa, basta che ci sia il latte dentro. Di solito non bevo latte, ma tendo a preferire i gelati che hanno un corposo sapore di latte.
Di cosa parli con i clienti?
Di solito facciamo dei commenti sui loro vestiti o su cosa hanno portato con loro. Oppure, per esempio, oggi avevamo inscenato un contesto scolastico, perciò chiedevamo a chi entrava se gli sarebbe piaciuto essere chiamato senpai [un’espressione giapponese per riferirsi a quelli dell’ultimo anno di scuola, ndt] o “maestro”, e in base a quello cominciavamo a conversare. Quindi con i senpai parlavamo come se fossimo delle ragazze più piccole che li ammiravano, mentre con i maestri facevamo finta di essere delle loro studentesse. Ci inventiamo ogni volta dei nuovi contesti, quindi a volte ci puoi vedere vestite da cameriere, ed altre in modo completamente diverso. Dipende.
KOZUE
Qual è il tuo ruolo al café?
Kozue:
Sono la vice-capocameriera. Di fatto, assisto la capocameriera. Pianifico i progetti e mi occupo dei dettagli finali. Per esempio, in questo momento un sacco di scuole stanno ospitando dei festival scolastici, quindi abbiamo deciso di organizzare un festival scolastico al Pomeranian. Indossiamo tutte delle cose che si metterebbero a scuola, come le divise sportive. Ad aprile, abbiamo allestito degli eventi per cui vestivamo delle normali divise scolastiche per richiamarci alle cerimonie d’iscrizione che le scuole giapponesi organizzano per i nuovi arrivati. Durante il periodo natalizio, abbiamo messo tutte dei completi stile Babbo Natale. Abbiamo anche avuto il Giorno dei Codini, in cui tutte le cameriere avevano i codini e indossavano il solito costume da cameriera. Questo è stato un grande successo; i clienti l’hanno trovato rinfrescante. Quindi, al posto di essere semplici cameriere, abbiamo diversi temi a seconda delle stagioni.
Cosa ti piace mangiare?
I carboidrati, tipo gli spaghetti ramen con il curry. Di tutte le cameriere in questo café, sono quella con l’appetito più grande. Ho un metabolismo veloce. Quando andiamo fuori per pranzo, finisce che comincio a mangiare come una matta, ordino porzioni di riso extra-large e simili... E poi mi prendo il gelato con la panna montata come dolce e alla fine mi sento ancora affamata.
Fai qualche sport?
Sono una cheerleader della mia università. La nostra squadra è arrivata seconda ai campionati nazionali. Essere cicciottelle è ok per le cheerleader, perché devi prendere le persone al volo e fare movimenti decisi. È uno sport che ti fa usare tutto il corpo, e a volte devi tenere in equilibrio le altre ragazze sulle tue spalle, quindi penso che sia meglio essere robuste, da quel punto di vista.
Qual è la tua posa caratteristica quando i clienti chiedono di farsi una polaroid con te?
Una delle pose più comuni è quando tu e il cliente unite le dita per fare la forma di un cuore. Inoltre, dal momento che il café si chiama Pomeranian, spesso indossiamo delle orecchie da cagnolino sulla testa con il nostro solito costume da cameriera, e ne mettiamo un paio anche al cliente. E poi facciamo una cosa che chiamiamo la “posa delle orecchie da cagnolino”.
KAYA
Da quanto tempo lavori al Pomeranian?
Kaya:
Sono al Pomeranian da quando ha aperto, quindi oggi è un anno e un mese.
Come ne sei venuta a conoscenza?
Be', prima che il Pomeranian diventasse il Pomeranian, c’era un gruppo chiamato Utahime Party che ospitava degli eventi. Come il Pomeranian, era un luogo in cui la gente grassa s’incontrava, faceva cosplay, e si divertiva. Facevo parte dello staff di questi eventi, a cui partecipava anche Ichigo. Un giorno è venuta da me e mi ha offerto un lavoro qui.
Qual è il tuo personaggio da cameriera?
Dunque, al Pomeranian la maggior parte delle ragazze sono solari e allegre, e ho pensato che l’unica cosa da fare fosse il contrario. Da quel momento, il mio personaggio è stato quello della persona seria e severa.
Cosa fai per rendere il tuo ruolo severo?
Ci sono cose che non puoi fare, tipo tingerti i capelli e devi anche essere sempre attenta al tuo comportamento. È abbastanza difficile.
E cosa mi dici di quando chiacchieri con i clienti?
Quando converso con loro, sto attenta a non fare errori con il mio keigo [un modo molto educato di parlare giapponese, ndr]. Ho studiato il dizionario abbastanza costantemente per essere sicura di farlo bene.
E come reagiscono i clienti?
Alcuni lo apprezzano, altri pensano che questo personaggio sia troppo rigido.
Hai mai desiderato perdere peso?
Certo, come ogni ragazza ho sempre in testa l’idea di perdere peso. Poi però penso al Pomeranian.



Carnikavas nēģi

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La Carnikavas nēģi è una denominazione che designa le lamprede pescate e cucinate nella zona dell'estuario del Gauja, situato sul territorio del comune di Carnikava, nella regione della Livonia, in Lettonia.
La pesca è autorizzata, dal 1º agosto al 1º febbraio, solo lungo il fiume Gauja del comune dove l'attività della cattura e della lavorazione delle lamprede è di antiche tradizioni.
La denominazione riguarda sia le lamprede fresche, sia le lamprede preparate in aspic, e dal 20 febbraio 2015, la Carnikavas nēģi è il primo alimento lettone iscritto nel registro europeo delle indicazioni geografiche protette (IGP)
A Carnikava esiste anche un sagra della lampreda che si svolge ogni anno alla fine di agosto.
A notare che nello stemma cittadino è raffigurata una lampreda.


Qual è il tempio del pollo fritto a Roma, e perché è più buono di quello americano

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Siamo andati nel nuovo locale dei The Fooders, aperto negli stessi locali di Mazzo a Centocelle.
E i loro panini spaccano.

A Dicembre cerco sempre, con tutte le mie forze, di mangiare poco fuori in vista delle abbuffate natalizie in casa ma, come immaginerete, fallisco spesso. Così, felicemente rassegnato, ho deciso di cavalcare l’onda del tracollo e, pochi giorni prima di Natale, ho fatto il pieno di pollo fritto in quello che in pochi mesi dall'apertura è già diventato il tempio del pollo fritto a Roma. Non a caso dietro ci sono due ragazzi che qui a Munchies conosciamo molto bene: i Mazzo - The Fooders o, come li chiamano i genitori, Marco Baccanelli e Francesca Barreca. Con loro altri due soci: Giuseppe Ricciardulli ed Emanuele Repetto di Artisan, birreria artigianale nel quartiere San Lorenzo.
Circa un anno fa, proprio quando il loro ristorante Mazzo aveva raggiunto il momento più alto di notorietà, abbassano la serranda e chiudono il locale. I due chef si cimentano in un vero e proprio tour mondiale: il “Mazzo Invaders”. Dalla Sardegna fino al Giappone, portano la loro cucina nel mondo (alcune delle loro avventure le avete viste anche sul nostro canale Instagram).
Marco e Francesca mi parlano della necessità di aggiungere qualcosa di nuovo alla loro proposta ristorativa. Mi raccontano anche che la gestione di Mazzo era diventata difficile: fuori c’era sempre fila ma il locale era troppo piccolo per accogliere tutti (Mazzo aveva un unico tavolo per sole dieci persone). La situazione quindi, che sulla carta poteva sembrare rose e fiori, nella realtà dei fatti aveva bisogno di essere rinnovata e riadattata. Per questo motivo hanno deciso di chiudere, che poi chiudere non è.
Durante quest’anno in giro per il mondo, non hanno mai davvero lasciato Roma. Un pezzo di cuore - e di lavoro - è rimasto a Centocelle. Nelle stesse mura di Mazzo, con pochi posti a sedere e all’esterno due file di lampadine che illuminano i tavolini, hanno aperto Legs.
Quando sento di Legs e del suo essere focalizzato solo sul pollo fritto, ho subito un po' di dubbi: in questo periodo a Roma spuntano di continuo nuovi bistrot monotematici senza personalità, che poi chiudono altrettanto velocemente. In più il pollo al momento sembra essere l'unico vero trend capitolino, tolto l'orrido poke, fatto male: altri grandi nomi della ristorazione come Niko Romito e Gabriele Bonci stanno ridando al pollo fritto quel che è del pollo fritto, ovvero un procedimento di preparazione e una dignità che lo allontanano dal metodo all’americana, che poco ci appartiene.
Ovviamente tutte queste perplessità che avevo all'inizio su Legs, vengono spazzate via dalla proposta dei The Fooders. Arrivo, mi offrono una birra e mi chiedono se voglio assaggiare qualcosa. Anche voi avreste detto di sì. Azzanno è il Legs Burger: bun al burro rigorosamente sfornato da Bonci con all’interno 150gr di sovraccoscia panata e fritta, coleslaw, salsa legs (una maionese alla cacciatora) e cetriolino sottaceto.
La cosa che mi regala più gioia è la facilità con cui riesco a staccare il primo morso, senza trovarmi con tutti gli ingredienti del panino, fuori dal panino. Forse non sarò un’esperto di hamburger, ma sui burger di pollo fritto sono piuttosto ferrato, e quello di Legs sale sul mio personalissimo podio dei più buoni mai mangiati.
A seguire, tanto per non farmi mancare nulla, provo la trippa fritta, che era un cavallo di battaglia dei due cuochi anche da Mazzo. Decido poi di farmi un cestino di solo pollo fritto “per assaggiarlo meglio”, mi giustifico. I ragazzi mi spiegano, a me che sono un profano dei fornelli, cosa lo rende così buono. Mi dicono che il pollo viene prima fatto marinare in delle spezie, poi cotto a bassa temperatura, schiacciato, panato e per finire, fritto.
Il pollo di Legs rimanda anche alla cucina della domenica a pranzo, quella cucina dell’infanzia che suscita sempre grandi emozioni. Dietro c’è solo una spiegazione: l’uso del pangrattato.
Ma la ciliegina sulla torta arriva quando meno me lo aspetto, nel momento più alto di scetticismo. Mi consigliano di assaggiare il broccolo fritto e io, che mangio verdure anche a merenda, ho l’obbligo di non mollare proprio ora. Posso solo dire che è entrato a far parte delle mie cose preferite nell’istante esatto in cui l’ho morso per la prima volta; non per aggiungere altra sofferenza e languori di pancia, ma ne esiste anche una versione burger.
Avrei provato volentieri anche i Funghi Burger, i PopCorn di pollo o il Sano Burger (un Legs burger con la sovraccoscia alla griglia anzichè panata e fritta), ma anche io ho un ritegno. Ad accompagnare tutto questo popò di roba ci sono le birre dei ragazzi di Artisan.
Vado via chiedendo a Francesca e Marco qualche informazione sul tour. Per il momento piccola pausa, ma si riprenderà già nella prima metà del 2020. E sicuramente ci sarà un Mazzo in versione 2.0: stessa anima, ma maggiore consapevolezza. Niente paura, nessun piatto fusion, semplicemente una rinfrescata a una cucina che ha colonne portanti ben salde al terreno, quello romano. Bisognerà aspettare un po’ ed essere pazienti; d’altronde, citando le loro stesse parole:“per dare vita ad un nuovo progetto, devi essere tu stesso una persona nuova”.
Intanto c'è il pollo fritto che, insomma, mi pare un ottimo modo per aspettare.

Bombette

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Con il termine bombette si indicano degli involtini di carne fresca di maiale ripieni solitamente di formaggio, sale e pepe. Ricetta nata a Cisternino intorno agli anni 60, ma tradizionalmente diffusa in tutta la Puglia e preparati in tutto il territorio della Valle d'Itria (in particolare Martina Franca, Cisternino e Locorotondo, oltre che diffuse in gran parte delle province di Taranto e Brindisi con ricette variabili da località a località).

Nome
Il nome fa evidentemente riferimento alla forma arrotondata e alle piccole dimensioni di questi involtini, nonché al loro ripieno che genera una vera e propria "esplosione" di sapore.

Descrizione
Le bombette sono degli involtini di carne di dimensioni piccole (3–5 cm), preparati con fettine di capocollo (coppa di maiale) ripiene di tocchetti di formaggio canestrato pugliese, sale, pepe ed in alcuni casi prezzemolo. Questi involtini sono usualmente cotti sulla griglia o molto più tradizionalmente nei fornelli delle macellerie. Come cibo di strada sono servite in coni alimentari, quasi sempre accompagnate da una fetta di pane locale.

Preparazione
Si utilizzano per questa specialità fettine scelte di capocollo di maiale (coppa); le fettine di carne vengono adagiate su un tagliere e solitamente farcite con formaggio canestrato pugliese, sale e pepe, quindi arrotolate e richiuse manualmente sino a creare un vero e proprio "fagottino". Gli involtini così ottenuti possono essere cotti sulla griglia o anche al forno.

Varianti
Esistono molte varianti di questa specialità, le cui ricette vengono spesso gelosamente e segretamente custodite dalle singole macellerie che ne fanno un vero e proprio vanto, originando una gran varietà di bombette "della casa". Tra le più diffuse possiamo ricordare quelle senza alcuna farcia, semplicemente condite con sale e pepe, oppure quelle avvolte da una fettina di pancetta tesa, quelle contenenti prosciutto al posto della carne tritata o ancora quelle dal ripieno piccante spesso denominate "bombette messicane".

Diffusione
Le bombette alla brace sono preparate e cotte al momento da moltissime bracerie e macellerie delle province di Bari, Brindisi e Taranto, dove è possibile pertanto gustare questa pietanza già cotta o acquistarla a peso in modo da poterla cuocere presso la propria abitazione. Al di fuori del territorio della Valle d'Itria e delle province di Bari, Taranto e Brindisi le bombette costituiscono una rarità anche se, col passare del tempo, si stanno iniziando a conoscere in altre località dell’Italia.


Caldume

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Il caldume, in siciliano a quarumi (letteralmente "pietanza calda" o, dal nome della pentola in cui viene cucinata, "a quarara"), è uno dei tipici piatti da strada di Palermo.

Preparazione
È composto da vari parti della trippa di vitello (omaso, abomaso, reticolo e rumine, in dialetto ventra, matruzza, centopelle e ziniere), bollite[2] nella tipica quarara con cipolle, sedano, carote, prezzemolo. Viene servito caldo con il brodo di cottura o asciutto, con sale, pepe, e olio.

Diffusione
Lo si può trovare, dalla mattina alla sera, sia nei mercati rionali che presso alcuni banchi di rivendita sparsi in tutta la città. Un venditore di quarumi è detto quarumaru.

Saltimbocca

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Il saltimbocca (da saltare in bocca) è un piatto italiano di carne tipico della cucina romana (e presente anche nella cultura culinaria popolare nel sud della Svizzera, Spagna e Grecia).

Descrizione
Il saltimbocca è preparato con carne di vitello, rivestita o condita con prosciutto crudo (alcune volte condita con speck) e salvia, marinato nel vino bianco, olio o acqua salata a seconda della regione o il proprio gusto. Questo piatto è occasionalmente accompagnato anche da capperi.
Ne esiste una versione con cipolle, persino con carciofi nel ripieno, così come ne esiste una versione marchigiana, dove si utilizza il girello di manzo e, oltre al prosciutto crudo, si aggiunge una fetta di pancetta.



Storia
I saltimbocca sono forse un piatto di origine bresciana, ma oggi è maggiormente famosa la specialità dei "saltimbocca alla romana", tipica della capitale italiana e fin dal tardo XIX secolo diffusasi anche in altre aree dell'Italia, (raggiungendo anche zone estere) fino a diventare uno dei piatti tipici più noti della cucina italiana.

Pigs in a blanket

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I pigs in a blanket (letteralmente maiali in una coperta) sono finger food statunitensi composti da un wurstel, di manzo o maiale, avvolti in un involucro di pasta sfoglia.
Per preparare i pigs in a blanket si deve stendere della pancetta su un tagliere da speziare all'occorrenza con spezie fra cui timo e pepe. Dopo aver avvolto la pancetta intorno al wurstel o alla salsiccia, bisogna rivestirli con la sfoglia e infornarli per venti minuti a una temperatura di 180 gradi.
Probabilmente derivati dai canapè e dagli involtini di salsiccia dell'era vittoriana, i pigs in a blanket risalgono all'inizio del ventesimo secolo, quando si iniziò a usare il termine per identificare genericamente qualsiasi alimento proteico o a base di carne avvolto in un qualsiasi altro tipo di alimento. A partire dagli anni cinquanta, i pigs in a blanket divennero un alimento diffuso in tutti gli USA e oggi vengono comunemente consumati durante i bar mitzvah.


 
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