Pizza hawaiana

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La pizza hawaiana è una variante di pizza preparata di solito con una base formaggio e pomodoro e condita con pezzi di prosciutto e ananas sciroppato. Altre versioni possono includere anche peperoni misti, funghi, bacon e altri ingredienti.

Origine

Contrariamente a quanto potrebbe far supporre il nome, la pizza hawaiana non è originaria delle isole Hawaii.
Il canadese Sam Panopoulos, originario della Grecia, rivendica dal 2010 di essere stato l'inventore della prima pizza hawaiana presso il ristorante The Satellite di Chatham-Kent (Ontario) nel 1962. All'epoca la pizza era sconosciuta in Canada: bisognava andare fino a Detroit per trovare una pizzeria. Sam Panopoulos, dopo aver assaggiato la pizza statunitense, decise quindi di riproporla nel proprio ristorante, aggiungendo però una stravaganza esotica: l'ananas sciroppato. Inizialmente Sam Panopoulos venne ritenuto un pazzo per tale insolito abbinamento tra gusto dolce e salato, potendo rinvenire qualcosa del genere solo nella cucina cinese. Ad ogni modo, la ricetta ebbe in seguito molto successo e da allora la pizza all'ananas e prosciutto cotto si è diffusa in tutto il mondo.
Sembra altresì probabile che la pizza hawaiana sia una variante del Toast Hawaii (fetta di toast aperta con formaggio, prosciutto, ananas e ciliegia maraschino), originariamente creato dal primo cuoco televisivo tedesco Clemens Wilmenrod nel 1955.

Diffusione

L'utilizzo dell'ananas come farcitura della pizza genera opinioni contrapposte. Se da un lato viene disprezzato e giudicato come un vero e proprio insulto alla tradizione culinaria italiana, dall'altro lato appare molto apprezzato, soprattutto al'estero.
Secondo una ricerca del 1999 era la pizza più popolare in Australia, con oltre il 15% delle ordinazioni, mentre nel 2015 secondo la rivista della catena inglese di gastronomie Just Eat era la più diffusa nei menu. Secondo un'indagine statunitense del 2016 era una delle tre farciture meno preferite dai consumatori americani adulti, dopo acciughe e funghi, ma allo stesso tempo era anche l'ottavo tipo più diffuso negli USA.

Nella cultura di massa

Nel remake del 2010 della serie televisiva Hawaii Squadra Cinque Zero, il personaggio di Danny Williams prende in giro Steve McGarrett dicendogli che "pizza e ananas non appartengono allo stesso spazio aereo".
Nel film di animazione Inside Out del 2015, dopo aver visto una fetta di pizza ai broccoli e formaggio pecorino, il personaggio di Rabbia esclama: "Congratulazioni, San Francisco, hai rovinato la pizza! Prima le Hawaiane, e ora questa!"
Nel 2017 il Presidente dell'Islanda Guðni Thorlacius Jóhannesson ha scherzato sul fatto che la farcitura della pizza con l'ananas dovrebbe essere vietata dalla legge. La battuta goliardica ha generato una vera polemica mediatica internazionale rimbalzata sui social network con l'hastag virale #pineappleonpizza, in cui è stato coinvolto anche il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, a cui Jóhannesson ha risposto di non avere il potere di emanare una legge che proibisca alla gente di mettere l'ananas sulla pizza, né di voler vivere in alcun paese in cui il presidente abbia poteri illimitati, incluso quello di vietare le cose che non gli piacciono. E che, ad ogni modo, lui preferisce la pizza ai frutti di mare.

Condimenti tradizionali della pizza

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I condimenti tradizionali della pizza sono gli accostamenti di ingredienti che vengono posti sull'impasto della pizza durante la cottura, strettamente legati alla tradizione culinaria italiana e maggiormente diffusi nelle pizzerie del paese.

Panoramica

Gli ingredienti maggiormente usati nella preparazione della pizza sono: mozzarella, fiordilatte, pomodoro, acciughe sotto sale, frutti di mare, salumi e funghi.
La cucina napoletana prevede solo due varianti per il condimento: la marinara e la Margherita.

Condimenti più famosi

Nella tabella seguente, i nomi associati alle pizze sono quelli comunemente diffusi.
Nome della pizza Ingredienti Note
Americana Mozzarella, würstel, patate fritte

Bismarck Pomodoro, mozzarella, prosciutto cotto, uovo fritto Il nome deriva da Otto von Bismarck, noto consumatore di uova
Boscaiola Mozzarella, champignon, salsiccia a fette

Caprese Pomodoro di Pachino, mozzarella di bufala campana, basilico, olio

Capricciosa Pomodoro, mozzarella, funghi, carciofi, prosciutto, olive nere

Carrettiera Mozzarella, friarielli, salsiccia, scaglie di grana

Ciclista Rosmarino, olio, sale

Diavola Pomodoro, mozzarella, salame piccante, peperoncino, olive nere, salsiccia a fette

Fiori di zucca Mozzarella, fiori di zucca, acciughe salate, olio

Frutti di mare Pomodoro, mozzarella, frutti di mare (gamberetti, cozze, calamari), aglio, prezzemolo

Funghi Pomodoro, mozzarella, champignon, prezzemolo, olio

Mare e monti Pomodoro, mozzarella, funghi, frutti di mare, aglio, prezzemolo

Margherita Pomodoro, fiordilatte, basilico, olio

Marinara Pomodoro, aglio, origano, olio Il nome deriva dal fatto che gli ingredienti - facilmente conservabili - erano usati dai marinai nel corso di lunghi viaggi
Mimosa Mozzarella, panna, prosciutto cotto, mais

Napoletana Pomodoro, acciughe salate, origano, capperi, olio Nel luogo d'origine, viene chiamata Romana
Ortolana Pomodoro, mozzarella, peperoni, melanzane, zucchine, verdure grigliate varie, patate È nota anche come vegetariana
Primavera Pomodoro di Pachino, mozzarella, rucola, prosciutto crudo, scaglie di grana

Prosciutto e funghi Pomodoro, mozzarella, champignon, prosciutto cotto

Pugliese Pomodoro, mozzarella, cipolla, olive nere

Quattro formaggi Mozzarella, formaggi vari, basilico, gorgonzola Può essere realizzata su base rossa con l'aggiunta di pomodoro
Quattro stagioni Vedi descrizione della Capricciosa I quattro quadranti della pizza sono talvolta separati da sottili strisce di pasta
Tirolese Pomodoro, mozzarella, gorgonzola, speck
Valdostana Pomodoro, mozzarella, prosciutto cotto, fontina







Poutine

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La poutine è un piatto tipico del Québec composto da patate fritte, formaggio e salsa per poutine.
La poutine è venduta in Canada anche da catene di fast food come Burger King; KFC e McDonald's.

Etimologia

La parola poutine sembra essere un adattamento in francese della parola inglese "pudding".

Salsa per poutine

La salsa per la poutine è composta da:
  • Farina
  • Brodo di pollo
  • Acqua
  • Sale
  • Pepe

Varianti

Esistono varianti della poutine come la poutine italiana che si differenzia dall'originale per la presenza del ragù bolognese al posto della tipica salsa da poutine.

Salmone affumicato

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Il salmone affumicato deriva da un metodo di conservazione del salmone, soprattutto della specie Salmo salar (Salmone atlantico), ma viene talvolta utilizzato Oncorhynchus masou (salmone giapponese) o altre specie del genere Oncorhynchus.

Processo di produzione

Salmo salar viene sia allevato in impianti di itticoltura, sia pescato in Canada, Scozia, Irlanda, Norvegia e in piccola parte dalla Francia, mentre Oncorhynchus masou viene pescato nell'Oceano Pacifico. Dopo averlo pescato, viene eviscerato e viene tolta la testa e può essere affumicato con due metodi:
  • Affumicatura a freddo: il salmone viene filettato e messo sotto sale con una piccola aggiunta di zucchero e messo in contenitori lignei, poi viene affumicato per 12 ore con temperatura non superiore a 20 °C.
  • Affumicatura a caldo: il salmone viene filettato e messo sotto sale e affumicato con legno di betulla a una temperatura di 120 °C nei primi venti minuti, poi a 80 °C per tre ore, la temperatura interna del salmone non deve andare oltre 75 °C.

Consumo

In Italia nel solo 2007 sono state vendute circa 450 tonnellate di salmone affumicato.

Rischi per la salute

Tuttora ci si interroga se il processo di affumicatura può essere rischioso per la salute. Ad oggi è stato comunque provato che alcune nitrosammine e idrocarburi policiclici aromatici possono avere effetti cancerogeni. Ma il rischio è presente solo nel caso di consumo costante di cibi affumicati.

Valori nutrizionali

I valori nutrizionali si riferiscono a 100 g di prodotto:
Valore energetico Proteine Carboidrati Fibre Zuccheri Grassi Acqua Ceneri
kcal 117
KJ 490
18,28 g 0 g 0 g 0 g 4,32 g 72 g 2,62 g





Tourtière

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La tourtière è un pasticcio di carne e patate tipico del Canada.

Diffusione

È diffuso in particolare nella regione del Québec, dove costituisce uno dei piatti tradizionali della vigilia di Natale, ma è consumato anche nel resto del paese e nelle aree degli Stati Uniti più vicine al confine con il Canada come Maine, Rhode Island, Vermont, New Hampshire e Massachusetts, dove fu introdotto tra il XIX e il XX secolo da migranti provenienti dal Quebec.

Descrizione

Di solito il ripieno è preparato con carne di maiale, vitello o manzo tagliata a dadini, talvolta con l'aggiunta di cacciagione, ma non esiste una ricetta univoca dal momento che vi sono diverse varianti regionali. La ricetta del Saguenay-Lac-Saint-Jean e del Quebec orientale ad esempio prevede diversi tipi di carne, compresa la selvaggina, e l'aggiunta di patate, mentre a Montreal si utilizza solamente il maiale.

Ricetta

Per preparare la ricetta del tourtière, sformato di carne e patate tipico del Quebec, iniziate facendo un impasto con la farina, il burro, il sale e l'uovo.
Avvolgetelo in pellicola trasparente e fatelo riposare nel frigorifero per 30 minuti.
Bollite, pelate e schiacciate le patate.
Riscaldate il forno a 200 °C con ventilazione.
Mescolate la carne di maiale con la carne di manzo, le patate schiacciate, la cipolla, l'acqua, 1 1/2 cucchiaini di sale, il timo, la polvere di salvia, pepe in abbondanza, la polvere di cannella e la polvere di chiodi di garofano.
Mettete la carne in una padella capiente e fatela friggere a fiamma moderata, mescolando per circa 2-3 minuti.
Abbassate la fiamma e fate rosolare per ancora 5-8 minuti a fiamma lenta mescolando di tanto in tanto.
Dividete in due parti (una parte un poco più grande dell'altra) la pasta frolla e allargatela con un mattarello sul piano di lavoro infarinato.
Imburrate uno stampo dai bordi alti (24 cm di diametro) e stendetevi il foglio di pasta frolla un poco più grande formando anche un bordo alto. Versate la carne nello stampo, lisciatela con un cucchiaio e stendetevi sopra il secondo foglio di pasta frolla.
Chiudete bene i bordi, poi con un coltellino affilato intagliate un poco la pasta (a piacere anche in maniera decorativa) in modo che il vapore acqueo possa uscire durante la cottura.
Coprite il bordi con una striscia di carta d'alluminio.
Fate cuocere nel forno caldo per 25 minuti, poi tirate via la carta d'alluminio e fate indorare per ancora 20 minuti.
Fate intiepidire la Tourtiere per circa 10 minuti, poi tagliatela a fette. Servite subito.

Amatriciana

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«"… e li tra gli armenti, da magica mano, nascesti gioiosa nel modo più strano la pecora mite e il bravo maiale, donarono insieme formaggio e guanciale."»
(Carlo Baccari)
L'amatriciana (matriciana in romanesco) è un condimento per la pasta che ha preso il nome da Amatrice, cittadina in provincia di Rieti, nella regione Lazio.

Storia

L'antenata della amatriciana è la gricia (o griscia). Secondo alcuni il nome deriverebbe da gricio. Così era chiamato nella Roma dell'Ottocento il venditore di pane ed altri commestibili. Un gruppo di questi, immigrato dal Cantone svizzero dei Grigioni, avrebbe dato origine al termine. Secondo un'altra ipotesi questo nome deriverebbe da un paesino a pochi chilometri da Amatrice, frazione del comune di Accumoli, di nome Grisciano. La griscia era ed è ancora conosciuta come l'amatriciana senza il pomodoro, anche se differisce per alcuni ingredienti.
L'invenzione della salsa di pomodoro, e quindi il termine post quem per l'introduzione del pomodoro nella gricia creando l'Amatriciana, risale alla fine del diciottesimo secolo: la prima testimonianza scritta dell'uso della salsa di pomodoro per condire la pasta si trova nel manuale di cucina L'Apicio Moderno, scritto nel 1790 dal cuoco romano Francesco Leonardi.
Nell'Ottocento e sino all'inizio del Novecento la popolarità della pietanza a Roma si accrebbe considerevolmente. Questo avvenne a causa degli stretti contatti, a quel tempo già pluricentenari, tra Roma ed Amatrice. A quei tempi parecchi osti e i trattori della città erano originari di Amatrice, così che il termine "Matriciano" venne a significare "locanda con cucina". L'Amatriciana fu estremamente bene accolta e, anche se nata altrove, venne rapidamente considerata un classico della cucina romana. Il nome della pietanza in Romanesco divenne matriciana a causa dell'afèresi tipica di questo dialetto.

Descrizione

Ingredienti

Il sugo è composto da: guanciale soffritto e sfumato con vino bianco secco, pomodoro, formaggio pecorino. È inserita nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali laziali.

Varianti

Per quanto originaria d'Amatrice, la ricetta si è diffusa a Roma e nel Lazio, diventando così uno dei piatti tradizionali della capitale e della regione. L'amatriciana esiste in diverse varianti, dipendenti anche dalla disponibilità di alcuni ingredienti. Mentre ognuno concorda sull'uso del guanciale, il pomodoro non è riportato nel manuale di Gosetti. La cipolla non è usata ad Amatrice, ma è riportata nei manuali classici della cucina romana. Sebbene nelle ricette più vecchie non venga indicato alcun grasso di cottura, o meglio sia utilizzato il grasso del guanciale, di solito come grasso di cottura viene usato prevalentemente l'olio extravérgine d'oliva. L'uso dello strutto è anche attestato.
L'uso dell'aglio soffritto in olio extravérgine d'oliva, prima d'aggiungere il guanciale, è anche possibile, mentre come formaggio può essere usato sia il pecorino romano sia quello di Amatrice (proveniente dai Monti Sibillini o dai Monti della Laga). L'uso di pepe nero o peperoncino è anche attestato.
È consuetudine condire con l'amatriciana gli spaghetti, i bucatini, i tonnarelli o i rigatoni.
L'amatriciana, adattata alle regole del Casherut, è presente nella cucina giudio-romana. Nella preparazione non si usano il pecorino o altri tipi di formaggi, si utilizza olio d'oliva al posto dello strutto e la carne secca di manzo sostituisce il guanciale di maiale.

Tutela della ricetta originale: codifica De.Co e percorso per il riconoscimento STG

Con delibera 27/2015, il Comune di Amatrice ha formalizzato le ricette, sia della versione bianca, sia della versione rossa, in un Disciplinare di produzione De.C.O. Come chiaramente indicato nel disciplinare, non sono previsti né aglio né cipolla. Inoltre il Comune di Amatrice, col pieno supporto della Regione Lazio, nel 2015 ha iniziato il percorso, volto a ottenere il prestigioso riconoscimento europeo STG della salsa, per un'ulteriore tutela dell'originalità della ricetta. Come formato di pasta da condire nell'amatriciana originale, occorre rigorosamente usare quello degli spaghetti. Amatrice stessa si fregia del titolo di "Città degli spaghetti", come impresso anche sui cartelli stradali di benvenuto, che accolgono all'entrata in paese.

Filatelia

Agli "Ingredienti degli spaghetti all'amatriciana e città di Amatrice", il 29 agosto 2008, è stato dedicato un francobollo, policromo e dentellato, emesso dalla Repubblica Italiana, del valore di 0,60 euro.

Scrippelle

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Le scrippelle sono un piatto tipico della cucina teramana.
Oggigiorno, si stanno diffondendo sempre più in tutto l'Abruzzo, comunque rimangono un elemento caratterizzante delle zone del teramano da cui hanno origine e sono costituite da sottilissime frittatine preparate versando su una padella caldissima una pastella di farina, acqua e uova; sono in effetti molto simili alle crêpes francesi che, secondo alcuni, da Teramo furono portate oltre le Alpi al seguito dei loro eserciti, mentre altri le considerano derivate proprio da queste.
Di fatto, tuttavia le scrippelle differiscono dalle crêpes nella preparazione, negli ingredienti e nell'uso che se ne fa nella cucina teramana, infatti diventano elementi tipici per la preparazione di piatti salati, costituiti in genere da primi.
Le scrippelle sono alla base di diversi piatti fondamentali della cucina teramana tra i quali:
  • le "scrippelle mbusse": cioè bagnate, immerse in un leggero brodo di pollo dopo essere state cosparse di parmigiano o pecorino d'Abruzzo stagionato ed arrotolate;
  • il "timballo di scrippelle", dove sostituiscono la pasta sfoglia nel separare gli strati di ingredienti;
  • le "scrippelle in forno" dove vengono farcite e cotte in forno in modo simile ai cannelloni.
Spesso si fa riferimento alle "scrippelle teramane" intendendo il piatto delle "scrippelle mbusse", quest'ultimo termine corrispondente alla forma in dialetto teramano (letteralmente "scrippelle bagnate").

 
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