Com'è organizzata la cucina di un ristorante che offre un ampio menù alla carta?

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Si parla di sincronismo tra sala e cucina, di strutturazione del menu, di preparazioni fresche, dei tre sistemi di cottura, cottura e abbattimento, surgelamento, sous vide e cottura espressa.



Le attese troppo lunghe al ristorante sono molto meno tollerate rispetto al passato e sono fonte di cattive recensioni da parte dei clienti sui siti dedicati. Quando si ha fame e si devono spendere dei soldi per sé e la propria famiglia si diventa facilmente nervosi sopratutto se a tavola ci sono dei bambini piccoli che hanno esigenze prioritarie.

Il 70% circa della buona gestione di un ristorante dipende dall'organizzazione dello chef e il 30% circa dalla professionalità dei camerieri. Cucina e sala devono essere comunque sincronizzati.

Come rendere funzionale un ristorante si impara all'Istituto Alberghiero e si parte proprio dalla struttura del menu che deve escludere piatti dalla lunga preparazione prima della distribuzione e contenere pietanze presentabili ai clienti entro massimo 5/10 minuti.

La cosa piu' importante è programmare gli acquisti delle derrate, effettuare le preparazioni a regola d'arte e conservare le stesse correttamente.

Questo si può fare con un’attenta procedura di cottura e conservazione che è possibile con attrezzature adeguate ma soprattutto con la cultura del personale.



Riuscire a servire con precisione piu' clienti contemporaneamente che hanno ordinato pietanze formate da alimenti diversi e con differenti tipi di cottura e preparazione non è un'alchimia difficile bensì il risultato di molta organizzazione a monte.

Il materiale che compone i piatti da servire deve essere pronto, preparato in precedenza e a portata di mano. Un esempio il sugo per la pasta, già pronto per il turno di cucina del pranzo, o le salse per la carne.

Ciò vale anche per le verdure che devono essere già mondate e lavorate nel taglia verdura e pronte in cubetti, listelli o julienne, o lavate e pelate come le patate.

Innanzitutto occorre iniziare la preparazione con cibi freschi (non congelati o surgelati). E' opportuno poi abbattere la temperatura dei cibi che possono essere o conservati nel frigorifero per 5/6 giorni a 4°C oppure surgelati in entrambi i casi con l'abbattitore che permette di portare la temperatura almeno a -18°C al cuore del prodotto secondo le rigide tempistiche previste dalla legge.



Occorre che i cibi surgelati per essere conservati nel freezer siano posti in contenitori, registrati e con etichette sui contenitori che riportano la data e il contenuto del contenitore stesso. Con la corretta prassi di abbattimento, il cibo surgelato o refrigerato mantiene le stesse caratteristiche nutritive e organolettiche uguali al cibo fresco.


Ciclo produttivo ideale per trasformare una derrata alimentare in una portata da offrire al consumatore.

->Acquisto

->Stoccaggio/Conservazione

->Pulizia/Lavaggio

->Preparazione

->Cottura

->Abbattimento

->Conservazione

->Rigenerazione

->Servizio


Tecniche di cottura

Cook And Chill

  • Cottura (minimo 65°C) entro 30 min->

  • Abbattimento (0/3°C) Entro 5 giorni->

  • Rigenerazione (minimo 65°C) Entro 2 ore->Consumo


Cook And Freeze

  • Cottura (minimo 65°C) entro 30 min->

  • Abbattimento/Congelamento (-18°C) Dopo mesi->

  • Rigenerazione (minimo 65°C) Entro 2 ore->Consumo


Sous Vide

  • Confezionamento sottovuoto->

  • Cottura sottovuoto ->immediato

  • Abbattimento (0/3°C) ->entro 21 giorni

  • Rigenerazione Entro 2 ore->Consumo



Il contenitori con il cibo in policarbonato devono essere sempre disponibili in un attimo pronti per gettare le preparazioni nella padella. Anche i camerieri possono preparare velocemente i contorni se è necessario

Naturalmente per rigenerare i cibi conservati in questo modo occorre un forno a convezione vapore che disponga di un appropriato ciclo di rigenerazione.

E' importante che il forno a convezione vapore per il ciclo di rigenerazione abbia il controllo umidità specifico che eviti il formarsi di liquido nel cibo in fase di rigenerazione.

  • I cibi anche semilavorati che richiedono una lunga preparazione si prestano ad essere cotti prima;

  • La pasta, la frittura e la cottura alla piastra delle carni sono espresse, (cotture e preparazioni non programmabili);

  • La pasta viene cotta espressa in cuoci pasta con rabbocco continuo e acqua sempre in ebollizione senza aspettare ad ogni cottura che l'acqua torni a temperatura. Si usano cestelli di varie dimensioni: quadrati o piccoli tondi monoporzione. Si possono cuocere dunque vari tipi di pasta con diversa pezzatura in modo simultaneo.


Uno chef ben organizzato evita lo stazionamento dei piatti sotto le mensole con lampade ad infrarossi se non per pochi istanti ed evita di riscaldare i piatti col microonde che si seccano.

Una cucina funzionale inoltre deve avere un lay out dei piani di cottura ben strutturato. Occorre che da una parte del piano ci siano apparecchiature sufficienti per la cottura dei secondi, friggitrici, fry top, eventuale brasiera, fuochi d'appoggio, il tutto intervallato da piccoli piani neutri per appoggio e lavorazione e dall'altra apparecchiature per i primi cioè cuoci pasta, piani neutri e fuochi per spadellare e saltare la pasta.


Conclusione

Lo chef con la sua esperienza deve razionalizzare i flussi di lavoro in cucina evitando se possibile che essa resti ingolfata nei picchi di lavoro, studiando per tempo la struttura del menu, procedendo alla spesa, e alla preparazione/cottura/abbattimento del cibo. Un ristorante inoltre per avere un menù vario non può non avere un forno a convezione vapore e abbattitore.







Esiste un tipo di pane che è sano da mangiare? Qual è e dove si compra?

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Si, il pane. Il pane vero.




Questo non è pane vero.



Neanche questo è pane vero.



Il vero pane ha questo aspetto.



Lo si compra in un panificio a pezzo o a peso.



È croccante e profumato e ha un buonissimo sapore.




Dopo un giorno o due diventa duro.



Così si può fare la fettunta.




Pancotto.



Panzanella.



Torta paesana.



Polpette di pane.



O pangrattato per i vostri altri piatti.






Quali sono alcuni trucchi culinari segreti usati dagli chef dei ristoranti?

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La patata al forno.

La maggior parte delle persone avvolge semplicemente una patata pulita in un foglio di alluminio e la butta in forno, alcuni di noi non sono d'accordo solo con questa tecnica. Io buco ogni patata quasi da parte a parte con una forchetta molto affilata. Stendo ogni patata sul suo quadrato di foglio di alluminio e do ad ogni patata un bel rivestimento di olio di sansa di oliva. Condisco con sale e pepe nero, in modo semplice. Poi avvolgo ogni patata in modo molto stretto, voglio che il vapore si accumuli all'interno della patata e la ammorbidisca. Gli ultimi morsi si distingueranno davvero se servite una patata al forno in questo modo e poi ci sono tutti i tipi di erbe che potete provare, a me personalmente piace un tocco di timo fritto aggiunto alle mie patate al forno, conferisce un bel sapore al burro fondente.




Ne ho tre nel mio forno in questo momento.




Il sushi è più economico in Giappone, dove viene consumato più comunemente?

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Se si sceglie un 回転寿司, ovvero il sushi “da rullo” servito e mangiato al bancone di un piccolo ristorante, i prezzi sono assolutamente a buon mercato e la qualità comunque superiore a quello che si può trovare in Italia. Ci si siede (a qualsiasi ora) si mangia qualche piatto, si paga e si riparte, molto “easy”.



Se invece si va in un “vero” ristorante di sushi, con lo chef davanti e un certo ambiente, con i tavoli privati e il sake di lusso, allora la situazione è diversa. Mangiare sushi per i giapponesi non é solo questione di gusto, ma di rituali, di presentazione, di estetica. Gli chef sono artigiani, inventori, artisti, gente che fa gavetta per una vita lavando il riso prima di poter anche solo toccare un coltello, figuriamoci un taglio di pesce. Questa esperienza e questa competenza, unite alla qualità del pesce, si pagano a caro prezzo. Ma se si fa un viaggio in Giappone e si ama il sushi, è una tappa obbligata!




Ajiaco

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L'ajiaco è una zuppa densa e particolarmente popolare in Colombia.
È uno dei più amati piatti nazionali e ne esistono diverse variabili; la più nota è l'ajiaco bogotano o l'ajiaco santafereño, che prende il nome da Santa Fé de Bogotá (antico nome di Bogotà), capitale della Colombia, dove questo piatto è una tradizione culturale.
Si tratta di una zuppa a base di polpa di pollo, di tre diverse varietà di patate (patate papa criolla, patate papa pastusa e patate papa sabanera) e pannocchie di mais, e aromatizzata con foglie di guasca. Abitualmente la zuppa è servita in una pentola di argilla nera e può essere condita con capperi e panna e accompagnata da una fetta di avocado.
In alcuni paesi dell'America latina, la parola ajiaco è anche un termine culinario che definisce uno stufato composto di verdure e carne a pezzetti, condito con aji.


Acciughe ripiene

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Le acciughe ripiene o, in lingua ligure, ancioe pinne, sono un secondo piatto tipico della Liguria. Si tratta di filetti di acciuga accostati tra loro con, all'interno, un ripieno a base di verdura. La composizione del ripieno può variare in base alla disponibilità stagionale e alle tradizioni locali; possono essere cotte al forno oppure fritte, in genere dopo essere state impanate o infarinate. Come varie altre ricette a base di acciughe l'ingrediente principale può essere costituito anche dalle sarde (e si parlerà evidentemente in questo caso di sarde ripiene).

Origine

Il piatto è uno dei più tradizionali della cucina popolare ligure. Utilizzando ingredienti economici e molto diffusi era infatti alla portata anche dei meno abbienti ed è quindi considerato un esempio di cucina povera. Nella sua preparazione possono tra l'altro essere utilizzati il pane raffermo e gli avanzi delle verdure presenti in cucina, alimenti di risulta che rischierebbero di venire sprecati.

Ingredienti

I principali ingredienti delle acciughe ripiene sono:
  • acciughe,
  • bietole, spinaci o lattuga,
  • mollica di pane ammollata nel latte,
  • Parmigiano o Grana grattugiato,
  • aglio,
  • prezzemolo,
  • olio extravergine di oliva,
  • uova,
  • sale,
  • pangrattato per l'eventuale impanatura.

Preparazione

Si aprono a libro le acciughe (o le sarde) dopo averle pulite e private della testa e della lisca centrale. Possibilmente la coda va invece conservata. A parte si lessa lievemente la verdura strizzandola poi per eliminare il liquido in eccesso. Su un tagliere si trita la verdura con un po' di aglio, il prezzemolo ed eventualmente con qualche acciuga.In una terrina si unisce questo trito ad un po' di mollica di pane ammollita del latte, un filo d'olio, uova e formaggio grattugiato. Si possono eventualmente utilizzare anche origano e/o di maggiorana oppure ancora capperi finemente tritati. Si mescola poi accuratamente il tutto; in alternativa per amalgamare il ripieno può essere utilizzato il frullatore a immersione. Il ripieno, dopo essere stato salato e pepato, viene quindi distribuito sulla faccia interna di metà delle acciughe (o delle sarde), disposte in piano su un asse o sul tavolo. L'altra metà delle acciughe serve a ricoprire il ripieno, sempre tenendo la pelle dell'acciuga verso l'esterno. Il tutto può essere impanato e fritto da entrambi i lati in abbondante olio oppure cotto al forno, specie se si desidera un piatto più leggero.

Consumo

Dopo essere state fritte le acciughe ripiene vengono in genere private dell'olio in eccesso facendole riposare brevemente su uno strato di carta da cucina. Vanno poi portate in tavola su un piatto possibilmente riscaldato. Possono però anche essere consumate a temperatura ambiente, in questo caso spesso come antipasto.

Abbinamenti

Per accompagnare le acciughe ripiene vengono in genere consigliati i tradizionali bianchi liguri oppure vini anche di altre provenienze ma comunque leggeri e non troppo profumati, come ad esempio il trebbiano di Romagna.

Salsa

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La salsa è una preparazione di cucina o di pasticceria, formata da un legante e da un sapore e, o da aromi e, o spezie, con consistenza pastosa, cremosa o semiliquida. La salsa ha come scopo quello di legare tra loro alimenti diversi e dargli una consistenza più compatta e uniforme per accompagnare carni, pesci, pasta, verdure e dare sapore, condire, esaltare le caratteristiche organolettiche della vivanda.

Etimologia

Il nome salsa deriva dal latino, femminile di salsus, salato, a sua volte derivante dal latino sal e dal greco ἅλς, sale, il condimento base di ogni alimento.

Storia


«Le salse sono un'idea astratta di sapori compositi che ha preso vita per mano di cuochi pigmalioni. Livio Cerini da Castegnate.»
Livio Cerini da Castegnate scrive che l'idea di salsa deve essere nata quando l'uomo preistorico portò per caso alle labbra un dito intinto in quel qualcosa che colava da un agnello allo spiedo e avendolo trovato piacevole pensò di raccogliere quel qualcosa e di versarlo sulle lumache cotte nella cenere.
Troviamo ricette di salse nelle culture antiche dei sumeri, egizi, caldei, dorici, assiri, greci e romani.
Nei riti del popolo israelita il sale ebbe sempre molta importanza. Nella Bibbia c'è scritto: "Qualunque cosa offrirai in sacrifizio la condirai col sale, e non separerai dal tuo sacrifizio il sale dell'alleanza del tuo Dio. In tutte le tue oblazioni offrirai del sale" (Levitico, II, 13).
I Romani mescolavano il sale con erbe aromatiche e aromi come timo, cumino, zenzero, pepe, apio, aneto, croco, nardo e lo usavano in cucina. Mescolavano il sale col pesce per fare il garum, il condimento più noto nell'antichità, simile alla Colatura di alici di Cetara e alla salsa di pesce della cucina orientale.
Apicio nel suo trattato di gastronomia, De re coquinaria, Sull'arte culinaria, del I secolo d.C., descrive molte salse da lui inventate, tra cui l'esca Apici, da cui deriva il moderno escabeche diffusosi in tutto il mondo.
Le salse si diffusero nel Medioevo e nel Rinascimento.
Nel 1705 troviamo nel libro Le cuisinier roial et bourgeois di Francois Massialot, descritte 15 ricette di salse, molte delle quali tramandate all'Ottocento e ai giorni nostri.
Nel 1800 in Europa ci fu l'apoteosi della degustazione di salse sempre più sofisticate.
Nel 1934, Auguste Escoffier contempla ben 97 ricette di salse
Nel 1964, Julia Child, ci propone la trattazione più completa delle salse,
A partire dal 2003, malgrado la lunga preparazione dei fondi, Alain Ducasse, nel suo Grand livre de cuisine, descrive ben 66 ricette di salse, che lui usa quotidianamente.

Fondi e roux

Alla base delle diverse preparazioni di salse ci sono i fondi di cucina e i roux.
I fondi di cucina non sono un sottoprodotto delle preparazioni di carne nella cucina domestica, chiamati più propriamente fondi di cottura o sughi di cottura ma sono invece una preparazione fatta a regola d'arte dagli specialisti delle salse, i salsieri. I fondi di cucina possono essere chiari, quando sono fatti con brodo di vitello, pollo o vegetale, ben concentrato e sgrassato. Mentre un fondo di cucina scuro, si fa facendo arrostire ossa e carcasse di pollo o manzo al forno o in casseruola, raccogliendo e filtrando quel che si forma sul fondo.
Il roux è ottenuto cuocendo un miscuglio di farina e burro o altri grassi come margarina, olio o lardo sciolto.

Salse madri

Unendo un fondo con un roux si ottengono alcune Delle salse madri: il fondo fornisce un sapore e il roux fornisce un legante, ossia un addensante. Con le salse madri si fanno le salse di base. Dalle salse base si fanno le salse derivate:
Le salse madri sono cinque:
  1. salsa vellutata
  2. salsa olandese
  3. salsa besciamella
  4. salsa spagnola o fondo bruno legato
  5. salsa di pomodoro

Salse base

Le salse base sono derivate dalle salse madri.
Dalla salsa vellutata comune derivano tre salse di base, che sono:
  • salsa alemanna, chiamata salsa parigina dai tedeschi
  • salsa suprema
  • salsa al vino bianco
Dalla salsa besciamella derivano la:
  • salsa alla crema
  • salsa Mornay
  • salsa Villeroy
  • salsa Nantua o nantese
Dalla salsa spagnola deriva la:
  • salsa demi-glace
Dalla salsa di pomodoro derivano le salse locali, ragù e sughi per farinacei e sono la base per condire le paste alimentari e i risotti:
  • Ragù bolognese
  • Salsa all'amatriciana
  • Salsa arrabbiata
  • Sugo alla puttanesca
  • Sugo alla Norma
  • Ragù napoletano
  • Ragù potentino

Salse di derivazione

Dalle salse base si fanno le salse di derivazione, che sono di due tipi: salse bianche composte e salse brune composte.

Salse bianche composte

Derivate dalla vellutata di pesce:
  • salsa Bercy
  • salsa Nantua
Derivate dalla vellutata di carne:
  • salsa al curry
  • salsa ai capperi
  • salsa chaud-froid
Deriva dalla salsa suprema:
  • salsa aurora
Deriva dalla salsa alemanna:
  • salsa al rafano

Salse brune composte

Dai fondi bruni legati derivano:
  • salsa cacciatora
  • salsa bordolese
  • salsa al barolo
  • salsa bigarde o all'arancia
  • salsa chaud–froid bruna
Dalla salsa demi-glace derivano:
  • salsa al madera
  • salsa Colbert
  • salsa zingara
  • salsa poivrade
  • salsa fumè

Salse non derivate dalle salse madri

Salse neutre

Salse neutre per elezione sono quelle che condiscono carni, pesci, crostacei, legumi, verdure e uova:
  • salsa all'americana

Salse a base di pesce

Salse a base di pesce, crostacei, molluschi:
  • salsa alla pescatora
  • sugo di vongole
  • sugo di tonno
  • sugo di cozze
  • nero di seppia
  • sugo di gamberi
  • sugo alla marinara
  • salsa di bianchetti o sardella
  • Salsa di Taso
Secondo un'altra classificazione abbiamo le salse emulsionate, le salse marinate e il dressing.

Salse emulsionate

Sono salse formate da due liquidi mischiati a formare un'emulsione. Possono essere salse fredde, crude o salse calde, cotte.

Salse fredde

Sono fatte con ingredienti crudi, dei quali uno è solitamente olio, possono essere salate o dolci:

Salse crude salate

  • maionese a base di tuorli d'uova sbattuti con olio e succo di limone e aceto detta anche salsa condottiera per le sue numerose derivate salsa tartara, salsa remoulade, salsa cocktail, salsa allo yogurt, salsa inglese, salsa russa, salsa italiana, salsa blue cheese, salsa Rouille
  • salse citronette e vinaigrette, emulsioni di olio e, rispettivamente, di succo di limone o aceto. Sue derivate sono la salsa norvegese, la salsa pescatore, la salsa ravigote, la salsa bolzanina
  • bagnet verd, a base di prezzemolo, aglio, aceto, pane, acciughe desalate, olio (tuorlo d'uovo, capperi, sale e pepe facoltativi)
  • Pasta d'acciughe
  • senape, a base di semi di senape macinati e aceto o vino
  • salmoriglio, olio d'oliva, limone e aglio o prezzemolo
  • pesto alla ligure, foglie fresche di basilico, manciata di pinoli, sale grosso, olio, aglio e formaggi (grana e pecorino)
  • salsa di noci
  • Pesto di fave
  • pesto alla siciliana
  • pesto alla trapanese
  • salsa aioli, composta da aglio, olio e sale
  • chutney, a base di frutta, spezie piccanti e ortaggi, della cucina indiana

Salse crude dolci

Le salse crude dolci sono meno frequenti. In alcune ricette si trovano, tuttavia:
  • zabaione crudo
  • purea di frutta in accompagnamento di torte o gelati
  • chantilly, cioè panna montata e zucchero, spesso aromatizzata alla vaniglia
  • diplomatica, panna mescolata a crema pasticciera, spesso erroneamente confusa con la crema chantilly
  • lemon curd
  • per alcune creme alcuni utilizzano persino caramelle.

Salse calde

Sono ingredienti cotti, dei quali uno è solitamente burro:

Salse cotte salate

  • salsa olandese, di burro, uova, aceto e succo di limone; sue derivate sono la salsa maltese, la salsa mousseline o Chantilly, la salsa noisette
  • bagna càuda, a base di aglio, olio extravergine e acciughe salate
  • salsa bernaise a base di vino, aceto bianco, burro chiarificato, tuorli d'uovo e dragoncello; le sue derivate sono la salsa choron, la salsa fochot, la salsa rachel
  • salsa Soubise
  • bagnet ross
  • hummus, a base di ceci e sesamo, caratteristica della cucina araba
  • baba ganush, a base di melanzane e spezie, caratteristica della cucina siriana
  • salsa agrodolce
  • salsa barbecue
  • Ajvar, a base di peperoni, peperoncini, melanzane e aglio, caratteristica nei Balcani

Salse cotte dolci

Le salse dolci sono preparazioni di pasticceria, di consistenza meno densa delle creme e delle marmellate, con aromi, che si usano d'accompagnamento alle torte asciutte, ai bavaresi o ai semifreddi. Possono essere a base di frutta cotta in acqua e zucchero con aromi e poi passata al setaccio, per separare la buccia.
  • coulis di fragole
  • coulis di lamponi
  • coulis di mirtilli
  • salsa di mele
  • salsa di arance
  • salsa al cioccolato a base di cioccolato fondente
  • salsa carammello
  • cognà, specie di mostarda a base di mele
  • crema pasticciera, di uova, latte, zucchero e farina
  • crema inglese, di uova, latte e zucchero
  • crema frangipane, di farina, zucchero, uova, latte, amaretti di Saronno e burro
  • zabaione, cotto a bagno maria con zucchero e marsala
  • composte di frutta cotta e passata al setaccio

Salse marinate

Le salse marinate sono formate da vino, spremuta di limone, aceto, olio, con erbe aromatiche e spezie. In questa miscela vengono immersi pesci e carni per tempi più o meno lunghi con lo scopo di insaporirli, chiamata marinatura o conservarli. Nel caso particolare della carne di selvaggina c'è anche l'intenzione di frollarla (intenerirla) e ridurre il cosiddetto sapore selvatico:
  • agliata

Condimenti

I condimenti (dressing) sono preparati dell'industria alimentare già pronti, per insalate di ogni tipo e diffusi negli Stati Uniti ed in paesi come la Germania e la Svizzera. I quattro tipi di base sono:
  • Tabasco, a base di peperoncino.
  • Salsa Worcester, a base di cipolle, aglio, acciughe sotto sale, cipolla scalogno, spezie e piante aromatiche
  • angostura, a base di Angostura trifoliata, chiodi di garofano, radice di genziana, cardamomo, essenza di arance amare e china
  • Salsa rubra, salsa tipica piemontese, è diventata una salsa commerciale prodotta industrialmente dalla Cirio.
Altri condimenti sono:
  • salsa di pesce fermentato
  • salsa di soia cinese o tamari giapponese
  • french dressing a base di olio, aceto, sale, senape, pepe bianco.
  • oil and vinegar dressing, a base di olio, aceto, pepe bianco,
  • italian dressing, olio, aceto, pepe bianco e aglio,
  • russian dressing, a base di maionese, panna liquida, ketchup, sale, pepe bianco, Tabasco
  • roquefort dressing, a base di aceto, olio, pepe bianco, roquefort sbriciolato
  • ranch dressing, a base di latticello, maionese, sale e piante aromatiche come aglio, cipolla erba cipollina, prezzemolo, aneto e spezie come pepe nero, paprica, senape

 
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