Buffalo wings

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Le Buffalo wings sono un antipasto statunitense originario della città di Buffalo (New York).
Sono sezioni di ali di pollo che vengono generalmente fritte e poi ricoperte o immerse in un condimento composto da salsa al peperoncino di Cayenna e burro fuso prima di essere servite.
In genere vengono servite calde, insieme a bastoncini di sedano o di carota e salsa blue cheese.
Nonostante le origini incerte, le Buffalo wings hanno acquisito popolarità negli Stati Uniti e all'estero e alcune catene di ristoranti nordamericani le hanno rese il piatto principale del loro menù. Il nome "Buffalo" è ora applicato anche ad altri cibi fritti speziati e serviti con salse di contorno, compresi le chicken fingers, chicken fries, crocchette di pollo, popcorn di pollo e gamberetti. Descrive anche altri piatti, come la pizza, conditi con salsa alla Buffalo o altri condimenti inventati a Buffalo.

Storia
Origini
Ci sono molte varianti sull'invenzione delle Buffalo Wings. Secondo alcune testimonianze, il piatto venne preparato per la prima volta nel 1964 presso l'Anchor Bar di Buffalo (New York), da Teressa Bellissimo. All'epoca le ali di pollo erano poco costose e poco richieste e venivano utilizzate principalmente per cucinare del brodo o della zuppa.
Un'altra versione della storia vuole che dopo l'inaspettato ritorno a casa in tarda notte del loro figlio Dominic e di alcuni suoi amici del college, Teressa avesse avuto bisogno di preparare uno spuntino veloce e facile da presentare ai suoi ospiti. Fu allora che le venne in mente l'idea di friggere le ali di pollo e di gettarle nella salsa piccante di Cayenna.
Dominic ha raccontato al New Yorker:
«Era venerdì sera al bar e ho visto che la gente comprava molte bevande lui (il padre Frank) voleva fare qualcosa di carino per loro a mezzanotte quando i patroni prevalentemente cattolici avrebbero potuto nuovamente mangiare carne.»
Dominic affermò infine che fu stata sua madre Teressa a ideare le ali di pollo Buffalo.
Secondo una quarta variante, Teressa inventò le Buffalo wings dopo aver ricevuto per sbaglio dai suoi rifornitori delle ali di pollo invece che delle schiene e dei colli di pollo che avrebbe altrimenti utilizzato per cucinare della salsa per gli spaghetti.
Tuttavia, sebbene un articolo pubblicato dall'Anchor Bar in un giornale locale nel 1969 non menzioni le ali di Buffalo, un concorrente locale della Anchor Bar, la Duff's Famous Wings, iniziò a vendere le ali di Buffalo in quell'anno.
Un'altra variante sull'origine delle Buffalo Wings vuole che un uomo di nome John Young, trasferitosi a Buffalo dall'Alabama nel 1948, abbia iniziato a servire ali di pollo intere impanate, fritte e servite nella sua speciale "salsa di mambo" a base di pomodori nel suo ristorante di Buffalo a partire dal 1964. Prima di aprire il suo ristorante avrebbe avuto una conversazione con un pugile e, stando a quanto dichiarò durante un'intervista "(il pugile) mi ha detto che c'era un ristorante, a Washington DC, che stava facendo affari con le ali, quindi ho deciso di specializzarmi".[9] Nella stessa intervista Young dichiarò che la Anchor Bar non offriva le ali di Buffalo come voce regolare del menu fino al 1974. Young avrebbe registrato il nome del suo ristorante, John Young's Wings 'n Things, nel tribunale della contea prima di lasciare l'area di Buffalo nel 1970. Nel 2013, al National Buffalo Wing Festival, tenutosi a Buffalo, New York, i contributi di John Young furono riconosciuti quando venne inserito nella National Buffalo Wing Hall of Flame del festival.


Diffusione
Il 29 luglio 1977 la città di Buffalo pubblicò un proclama ufficiale, scritto dal co-proprietario dell'Anchor Bar Frank Bellissimo, che celebrava il Chicken Wing Day. Durante gli anni settanta e ottanta le ali di Buffalo guadagnarono popolarità come cibo da bar e antipasto negli Stati Uniti e in Canada. Emersero grandi franchigie specializzate nelle ali di Buffalo, in particolare Buffalo Wild Wings fondata nel 1982 e Hooter's nel 1983. McDonald's iniziò a vendere le sue Mighty Wings come oggetto opzionale nel 1990 nei suoi ristoranti degli Stati Uniti. Nel 1994, dopo quattro presenze del Super Bowl della squadra di baseball Buffalo Bills, la catena Domino's Pizza aggiunse le ali di Buffalo al loro menu nazionale, seguita da Pizza Hut l'anno successivo.
Man mano che il mercato delle ali di pollo cresceva, i ristoranti cominciarono a creare e utilizzare una varietà di salse oltre a quella di Buffalo. Alcune di queste salse sono ispirate direttamente dalla cucina cinese, giapponese, thailandese, caraibica e indiana. Altri sapori creati dai ristoranti includono combinazioni uniche, come ad esempio Blueberry BBQ Wing Sauce e Maple / Bacon Glaze, inventate per aiutare a mantenere l'interesse dei clienti e far crescere le loro attività. A causa dell'aumento del costo delle ali di pollo e del desiderio di alcuni clienti di usufruire un'esperienza gastronomica più ordinata, i ristoranti iniziarono a offrire un menu dedicato a delle "ali disossate" commercializzate con il nome "wyngz". Le ali disossate sono essenzialmente piccoli pezzi di petto di pollo senza pelle, disossati e ricoperti di farina e spezie, poi fritti o al forno. Di solito sono rivestiti o serviti con salse simili a quelle delle ali di pollo. La crescita della popolarità e dei consumi di ali di Buffalo e nei ristoranti che servono ali di pollo portarono negli anni 2010 a una reale e percepita carenza di ali di pollo negli Stati Uniti in determinati periodi.
In molte zone degli Stati Uniti si tengono festival dedicati alle ali di pollo dedicati anche alle ali di Buffalo come il Wing Bowl di Philadelphia e il National Buffalo Wing Festival. Molti ristoranti degli USA incitano i loro clienti a consumare il maggior numero di ali di pollo speziate e piccanti nel minor tempo possibile. Molti bar e ristoranti creano intenzionalmente una salse molto piccanti per rendere più ardua la sfida, e i clienti sono generalmente premiati con la loro foto pubblicata sul muro del ristorante o sul sito web, una maglietta, commemorativa, un pasto gratuito o una combinazione di premi per aver completato la sfida con successo.

Preparazione
Le ali di pollo usate per le ali di Buffalo sono solitamente segmentate in tre parti e la loro sezione finale viene scartata. In genere, le ali sono fritte nell'olio e dopo essere state ben rosolate impanate o rivestite di farina. In alternativa, possono essere cotte al forno o grigliate.
Normalmente le chicken wings di Buffalo sono rivestite da una salsa a base di peperoncino di Cayenna e di burro fuso o, in alternativa, di margarina. Dopo essere state cotte, le ali di pollo vengono poste in una ciotola o in una pentola dove vengono rivestite nella salsa piccante prima di essere servite. La salsa piccante viene mescolata alle ali di pollo a temperatura a piacere e può presentare, a seconda dei casi, sempre diversi livelli di piccantezza. Tradizionalmente, le ali di Buffalo vengono servite con bastoncini di sedano, carota e salsa blue cheese a parte.


Salsa spagnola

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La salsa spagnola, detta anche salsa bruna in virtù del suo caratteristico colore, viene considerata una salsa base poiché costituisce in cucina la base di partenza di numerose altre salse. È una delle 5 salse madri della cucina internazionale insieme con le più note besciamella e maionese.
I componenti principali della salsa spagnola sono il fondo di cucina bruno e il roux. Il primo viene preparato, per lo meno nella versione più autentica, con carne e ossa lavorate in modo particolare rendendola così molto saporita ma anche molto laboriosa e di lunga preparazione. D'altra parte in questa salsa anche il roux contribuisce al colore perché la farina deve essere tostata fintanto che non assuma la caratteristica tonalità nocciola della crosta di pane.

Preparazione della salsa spagnola
Poiché la preparazione della salsa è molto laboriosa, in particolare per la preparazione del fondo bruno, e lunga, richiedendo almeno un paio di giorni, per ragioni di praticità è invalso l'uso di una ricetta semplificata che utilizza brodo o estratto di carne, pur non essendo ovviamente altrettanto saporita.

Ricetta tradizionale
In genere si inizia con la preparazione del fondo bruno partendo con la frantumazione delle ossa di vitello o di prosciutto a cui viene aggiunta carne tritata selezionata dalla coda o dal collo di vitello il tutto rosolato in padella fino a quando non assumano un bel colore scuro dorato. Quindi lo si aggiunge, insieme a un mazzetto odoroso, a un soffritto di cotenna, carote, cipolle, sedano preparato in precedenza. Il tegame nel cui erano state dorate le ossa, viene arroventato nuovamente sul fuoco e il fondo di cottura ripreso con del vino bianco, raschiato, filtrato e infine unito al resto del preparato. Quando le cotenne incominciano a colorirsi si aggiunge poco per volta acqua tiepida attendendo che il brodetto si sia ristretto un poco prima di aggiungerne dell'altra. Si complementa di pepe, chiodi di garofano, sale, si copre facendo sobbollire per almeno cinque ore. A questo punto si filtra con un colino fino e si lascia raffreddare il brodo fino a che non si sia solidificato in modo da poterne eliminare il grasso.
Per il roux si tosta, preferibilmente nello strutto, fino al color nocciola, della farina bianca a cui successivamente si aggiunge buona parte del brodo intiepidito, un soffritto di carote, sedano, cipolla ed erbe odorose mescolando in continuazione. Da ultimo si aggiunge anche della salsa di pomodoro proseguendo la cottura a calore moderato per un'ora circa. Si filtra e sgrassa al meglio e si riporta nuovamente sul fuoco per almeno un paio d'ore schiumando come d'abitudine.

Ricetta semplificata
Il soffritto di cipolla viene preparato con del burro e pancetta affettata sottilmente e, quando la cipolla assume il caratteristico colore biondo, viene aggiunta la farina per la preparazione del roux. Quando ha assunto un bel colore scuro si aggiunge il vino bianco e lo si fa svaporare. A questo punto si aggiunge acqua fredda, sale, pepe e, se si vuole, qualche grammo di funghi porcini secchi precedentemente ammollati, il mazzetto odoroso e alla ripresa del bollore si abbassa la fiamma al minimo e si prosegue la cottura per almeno un'ora schiumando e sgrassando all'occorrenza.

Utilizzi in cucina
La salsa spagnola ha diversi utilizzi in cucina:
  • come tale può accompagnare molto bene carni cotte in particolare alla griglia
  • può servire da base per altre salse tra cui:
  • salsa Robert
  • salsa alla cacciatora
  • salsa demi-glace
  • salsa alla diavola
  • come legante per avanzi di carne e verdure
  • come base per uova affogate
  • come rinforzo e addensante per fondi di cottura di brasati e arrosti


Besciamella

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La besciamella è una salsa di base, che viene usata come elemento di partenza per composizioni più elaborate. È una delle salse basilari della cucina italiana, ed in seguito introdotta in quella francese, ma è diffusa anche nel mondo anglosassone dove è nota come "salsa bianca". La preparazione odierna consiste nel versare un roux bianco, un impasto fatto con burro e farina cotti, nel latte caldo (se si tratta di un roux freddo) o freddo (se il roux è caldo), con un pizzico di sale e un pizzico di noce moscata e portare ad ebollizione in modo tale che la salsa addensi e veli il cucchiaio.
La densità finale della salsa dipenderà dalla proporzione tra burro e farina presenti nel roux, e da quanto a lungo verrà cotta la salsa stessa. Si può anche sciogliere qualche tuorlo d'uovo in un 1-2 litri di latte, a seconda della quantità da ottenere, per preparare la besciamella.
Un tempo l'Artusi la chiamava "balsamella", sostenendo una variante che, pur appoggiandosi a quella francese, era più semplice di quella: la sua ricetta è infatti senza spezie.
Per preparare piccoli quantitativi si utilizza il latte freddo da incorporare gradatamente al roux caldo, sino al raggiungimento dell'ebollizione. Per dosi maggiori è consigliato riscaldare il latte a parte con il sale (10 g per litro) e la noce moscata.

Storia
Alle origini si otteneva la besciamella con una lenta cottura di latte, brodo di carne e spezie, mescolate con un'aggiunta di panna liquida. Inizialmente la besciamella, nata in Toscana, era nota come salsa colla e fu esportata in Francia da Caterina de' Medici. Il nome attuale fece la sua comparsa nel ricettario italiano del XV sec. conosciuto come La cucina Medicea, e in seguito venne reinterpretato alla corte francese nel Le cuisinier français ("Il cuoco francese", pubblicato nel 1651) di François Pierre de La Varenne (1615-1678) cuoco di Nicolas Chalon du Blé, marchese d'Uxelles, un testo fondamentale della cucina francese. Il nome aveva lo scopo di onorare il cortigiano Louis de Béchameil, marchese di Nointel (1603-1703). Il nome è cambiato nei secoli, passando dall'essere chiamata "salsa colla", "balsamella", fino all'attuale besciamella.

Usi
In Italia la besciamella è particolarmente presente nella cucina emiliana. Alcuni popolari piatti basati su questo ingrediente sono: le lasagne, i cannelloni, le crêpe, le diverse varietà di pasta al forno, la pasta ai quattro formaggi e il timballo.
Si usa aggiungere la besciamella anche ad alcune verdure, come il cavolo e i broccoli, da passare al forno.

Varianti
Una variante della besciamella è la salsa Mornay.
Altra variante è la besciamella all'uovo, preparata allo stesso modo pressappoco, ma con l'aggiunta del tuorlo d'uovo.


Beurre blanc

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La beurre blanc (la traduzione letterale dal francese è "burro bianco") è una salsa calda di burro emulsionato insieme a una riduzione di aceto e/o vino bianco (solitamente Muscadet) e scalogno. Di origine francese e simile alla salsa olandese, si differenzia dal suo servizio.

Origine
La chef Clémence Lefeuvre (Clémence Prau da nubile) inventò la beurre blanc apparentemente per caso, intorno agli inizi del XX secolo. Servì la salsa al suo ristorante "La Buvette de la Marine" nella frazione di La Chebuette nel villaggio di Saint-Julien-de-Concelles sulle rive della Loira, a pochi chilometri a nord di Nantes.
Il racconto vuole che lei intendesse preparare la salsa bernese per accompagnare il luccio, ma si dimenticò di aggiungere il dragoncello e il tuorlo d'uovo. Alcuni ritengono che l'invenzione sia avvenuta quando ella lavorava come cuoco per il marchese de Goulaine allo "Château de Goulaine". Aristide Briand, primo ministro francese e vincitore del premio Nobel per la pace, celebrò la morte della creatrice nel 1932.

Preparazione
Una buona beurre blanc dev'essere ricca e burrosa, con un sapore neutro per accompagnare altri condimenti, quindi disponibile all'aggiunta di erbe o spezie. Dovrebbe essere leggera, ma anche liquida e densa per guarnire il cibo.
La beurre blanc è prodotta riducendo vino, scalogno ed eventualmente erbe finché non sono secchi. Sebbene non necessaria, può essere aggiunta crema. Succo di limone può talvolta essere utilizzato al posto dell'aceto, e può ulteriormente essere aggiunto brodo. Freddi cubetti di burro vanno gradualmente incorporati alla salsa e, sciogliendosi, va mischiato il composto.
La salsa si può separare se riscaldata o raffreddata eccessivamente. In particolare se supera i 58 °C o scende sotto i 27 °C.

Varianti
La beurre rouge è una variante della beurre blanc fatta sostituendo il vino bianco con un vino rosso secco e l'aceto di vino bianco con uno di vino rosso.


Sgabei

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Gli sgabei sono un alimento tipico della Toscana in particolare della Lunigiana. Si tratta di pasta per il pane lievitata, tagliata a strisce, fritta in olio e salata in superficie. Essi vengono tradizionalmente consumati al naturale o farciti con formaggi o affettati. Negli ultimi decenni è frequente che lo sgabeo venga proposto anche come dolce, ripieno di crema pasticcera o cioccolata.

Origini
La ricetta degli sgabei ha origine nella val di Magra, nell'estremo levante ligure, dove le donne friggevano la pasta avanzata dalla produzione del pane nello strutto per creare una sorta di pane fritto da accompagnare a salumi e formaggi. La pasta del pane veniva arricchita con farina gialla che la rendeva più croccante e asciutta. Gli sgabei venivano preparati per gli uomini che si recavano al lavoro nei campi e che li consumavano all'ora di pranzo.

Preparazione contemporanea
Oggi vengono proposti soprattutto in occasione delle sagre paesane o come antipasto o seconda portata o antipasto in ristoranti e cucine dello spezzino e della Lunigiana. La forma attuale è in strisce di pasta lievitata della larghezza di 3-4 cm circa e della lunghezza variabile dai 15 ai 30 cm. La frittura avviene in olio d’oliva fino a quando lo sgabeo non diventa caldo e dorato.

Diffusione
In Italia settentrionale
Questo prodotto, con qualche differenza, è diffuso in diverse aree della regione padana e appenninica settentrionale:
  • a Massa, in Versilia e in parte della Garfagnana è chiamato panzanella, pur differendo totalmente dalla panzanella toscana, che compare solo da Lucca e Viareggio;
  • nel resto della Garfagnana], nella media Val di Serchio, nelle Apuane Meridionali e in Val di Lima è chiamato pasta fritta;
  • in Lucchesia, cioè nella Piana di Lucca e nelle colline immediatamente circostanti, in Val Freddana e Pizzorne, è definito quartuccio o ancora pasta fritta';
  • nella Provincia di Firenze viene chiamato coccolo;
  • nell'Emilia occidentale, in particolare nelle province di Parma e Piacenza è detto torta fritta;
  • nelle province di Reggio Emilia e Modena gnocco fritto;
  • a Bologna è la crescentina fritta;
  • a Mantova lo chiamano Pinsin;
  • a Carbonate, nel Comasco, gli sgabei sono il prodotto tipico in occasione della festa patronale.
Nel resto d'Italia e all'estero
  • A Napoli esistono le pizzelle, dette anche scugnizzi o straccetti nella versione che viene ricavata dallo sfrido dell’impasto della pizza. Di questi ultimi esiste la versione salata, solitamente condita con rucola e pomodorini, e quella dolce gli “angioletti”, immersi in crema di nocciola o pistacchio e spolverati di zucchero a velo. Le pizzelle includono svariati tipi di pasta cresciuta, più soffice e leggera di quella della pizza e possono essere servite in bianco con un po' di sale o zucchero, o accompagnare salumi e formaggi, oppure condite con una salsa di pomodoro, basilico e aglio precedentemente cotta e del formaggio a scaglie o grattugiato e/o una fettina di fiordilatte o provola. In questo caso assumono la denominazione di montanare di cui esiste una versione anche prima fritta e poi passata in forno.
  • In Abruzzo si prepara la pizza fritta, anche chiamata in dialetto la pizz’onta (pizza unta), per sottolineare che si tratta di una pizza che va fritta in abbondante olio.
Un tempo venivano mangiate al naturale con una spolverata di sale o di zucchero. Oggi le pizz’onte vengono accoppiate con i classici arrosticini o farcite con salumi e formaggi tipici abruzzesi.
  • I n Uruguay e Argentina, la cui popolazione ha storicamente avuto un enorme contributo migratorio italiano, vi è un prodotto molto simile, chiamato torta frita. Secondo la tradizione, nelle zone rurali, il pane veniva cotto in forni di argilla situati al di fuori delle case, per cui risultava impossibile farlo in giorni piovosi. Pertanto la stessa pasta del pane veniva fritta in sego bovino, in forza alla tradizione bovara di entrambi i paesi, all'interno delle case come un sostituto. Questa tradizione è conservata oggi e sempre, soprattutto in inverno, le persone preparano tortas fritas per 'accompagnare' il mate, mattina o pomeriggio. Le tortas fritas sono spesso consumati con Dulce de Leche o semplicemente spruzzate di zucchero.


Cile in fiamme e il presidente è al ristorante: polemiche su Pinera

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Rivolta in Cile



A far aumentare gli oppositori e le critiche, alcune immagini diffuse in rete che lo ritraggono mentre mangia una pizza in un ristorante, mentre tra le strade montava la rivolta

Una situazione davvero esplosiva che forse andrebbe gestitta con più sobrietà: non basta la decisione del presidente del Cile, Sebastian Pinera, di sospendere l'aumento del costo della metropolitana, all'origine delle proteste che hanno messo a ferro e fuoco la capitale Santiago. La rabbia della popolazione, infatti, non si placa e il leader cileno ha ormai perso buona parte della sua popolarità. A far aumentare gli oppositori e le critiche, alcune immagini diffuse in rete che lo ritraggono mentre mangia una pizza in un ristorante, mentre tra le strade montava la rivolta.
L'immagine, diventata subito virale, è stata scattata venerdì sera da due persone che hanno visto il presidente con la sua famiglia alla Pizzeria Romería, a Vitacura, intorno alle 20:30. Pinera stava festeggiando il compleanno di un familiare, appena poche ore dopo aver dichiarato lo stato di emergenza.
La portavoce del governo, Cecilia Pérez, ha difeso la cena del presidente dicendo che è "anche umano". Ma sui social divampa la polemica. Un utente ha paragonato Pinera a Nerone. "Quando Roma bruciò, l'imperatore Nerone'suonò la lira'. Quando Santiago brucia, l'imperatore Piñera 'mangia la pizza a Vitacura'", scrive Juan Claudio.
Mentre un altro chiede: "Come mai non hanno annullato il compleanno? Non potevano festeggiare un altro giorno? Non potevano farlo in privato? Non poteva scusarsi? C'era tanta voglia di pizza? Chi vuole mangiare con questo caos? Tutta la famiglia è tarata. Empatia dei sociopatici".
"Piñera dichiara #stato di emergenza per mangiare una pizza con calma", ironizza un utente. "Cecilia Pérez: il presidente è umano. Tutti abbiamo il diritto di mangiare una pizza a Vitacura mentre Santiago brucia. Ricorda i doveri quando sei povero. Ricorda i diritti quando sei Pinera. Ma quelli irresponsabili siamo noi. #ChileDesperto", scrive invece Rebecca.

Crespella

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La crespella, conosciuta anche con il termine francese di crêpe, è un tipo di cialda morbida, sottile e non croccante, cotta su una superficie rovente tonda.

La ricetta delle crespelle dolci
150 g di farina
3 uova
1 litro di latte
1 pizzico di sale
40 g di zucchero
0,3 litri di kirsch
1 cucchiai d'olio
Scorza di 1 limone
Qualche goccia di limone
Un po' di cannella in polvere
Versare in una terrina la farina e aggiungere il latte; sbattere il tutto con un frustino. Aggiungere il resto degli ingredienti, eccetto le uova. Dopo aver mescolato il tutto, versare le uova e rimescolare per l'ultima volta. Fare riposare in frigorifero per mezz'ora, dopodiché prendere una padella e ungerla una sola volta in poco olio. Mettere infine la padella sul fuoco e cuocere le crêpes (alla fine si aggiunge qualche goccia di limone).

C'è una ricetta più tradizionale:
300 g di farina
3 uova
1 litro di latte
1 pizzico di sale
60 g di burro
1/2 pacchetto di zucchero vanigliato
3 cucchiai di rum

Le crêpe vengono farcite di ripieni vari, dolci o salati e arrotolate o impacchettate su se stesse per racchiuderli. L'impasto è a base di latte, uova, farina e burro. La crêpe è generalmente considerata una pietanza tipica della cucina francese, tuttavia sono presenti preparazioni simili in vari paesi d'Europa.
Suo "parente prossimo" è il pancake e fanno parte della stessa famiglia le gaufre, conosciute anche come waffle.
Per crespelle o crispelle si intendono anche alcuni tipi di frittelle salate o dolci tipiche di alcune regioni italiane.

Cenni storici
Il nome proviene dal termine latino crispus (arricciato, ondulato), o dal termine greco κρίσπος (krìspos "avvolto"', "arrotolato"). Le crespelle condividono le origini di altre preparazioni a cialda e delle gaufre, ma l'attuale preparazione con la farina di frumento divenne comune solo nel IX secolo. Nel Medioevo erano preparate con acqua e vino al posto del latte.
In Francia sono un simbolo tradizionale di amicizia e alleanza e i mezzadri le offrivano ai loro padroni. Servite tradizionalmente in occasione della Candelora il 2 febbraio, si usava esprimere un desiderio quando si voltava la crêpe nella padella. Secondo la tradizione francese vengono consumate soprattutto alla Candelora poiché nel V secolo dei pellegrini francesi furono accolti, proprio alla Candelora, da papa Gelasio I. Solo dopo essere ritornati in patria, i pellegrini diffusero la pietanza.

Le crespelle dolci
Le crespelle dolci vengono condite ad esempio con confetture, marmellate, salse al cioccolato, nutella, creme, panna o mascarpone, burro o margarina e zucchero, liquori e sciroppi, noci, nocciole, mandorle, frutta di ogni tipo e canditi.
Una versione particolarmente famosa è la crêpe Suzette, ripiena di salsa all'arancia e infiammata con liquore Grand Marnier, inventata nel 1903 dal cuoco francese Escoffier e considerata, per il primo ventennio del 1900, il non plus ultra dei dessert di lusso.

Le crespelle salate
La crespella viene preparata più frequentemente in versione dolce. Le versioni salate tuttavia non mancano e sono preparate nella Francia nord occidentale utilizzando farina di grano saraceno: prendono il nome di galette e possono venire servite come spuntino, antipasto o secondo, accompagnandosi a formaggi, salumi, verdure, funghi, crostacei e salse varie. Tipiche della Bretagna, sono diventate il piatto più rappresentativo della cucina bretone.
In alcuni tipi di zuppe e minestre si usa tagliarle a striscioline e accompagnarle al brodo, solitamente di carne, come ad esempio si fa in Austria ed in Alto Adige per la Frittatensuppe.

Alimenti simili
Le crespelle appartengono alla famiglia delle cialde, insieme alle gaufre e ai pancake. In Mitteleuropa è diffusa una preparazione molto simile, che pure può essere dolce o salata: in Ungheria si chiama palacinta, in Romania si chiama "clatita", in Serbia, Croazia, Slovenia, Slovacchia ed Austria si chiama palacinka; i croati sostengono l'originalità della propria ricetta. Rispetto alla crespella, queste versioni sono normalmente più spesse e soffici, e tipicamente vengono arrotolate come cannelloni piuttosto che piegate in quattro. Una preparazione simile, tagliata in quadri o strisce, è inoltre alla base del Kaiserschmarrn. In Inghilterra esistono i cryspe, che sono cialde preparate con il solo bianco dell'uovo, farina e latte, fritte, condite con il grasso della frittura e zucchero e servite ben calde.
In Italia, tipiche della Valsesia sono le miacce, che in Canavese vengono dette "miasse" o "ofele"[6]. In Valtellina e in altre regioni si chiamano anche "paradelli".
Con il nome crespelle o crispelle si indicano anche frittelle dolci o salate presenti nella cucina di diverse regioni italiane. In alcune regioni, le crespelle salate sono ripiene di mozzarella e prosciutto o più semplicemente di formaggio. In Sicilia le crespelle sono chiamate crispeddi e vengono realizzate in versione dolce o salata. In provincia di Catania le crespelle salate vengono preparate con farina di grano duro e sono ripiene di acciuga salata o ricotta. In provincia di Ragusa le crespelle dolci sono insaporite internamente con semi di finocchietto e condite esternamente con zucchero e cannella o zucchero e miele. In Calabria le crespelle sono chiamate grispelle o crispedde, mentre nella provincia di Cosenza sono chiamate cuddrurieddri; nella versione salata sono ripiene con acciughe o pomodori secchi, mentre nella versione dolce sono spolverate esternamente di zucchero e possono essere ripiene di crema di ricotta.


 
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