La cucina corsa è un patrimonio di sapori autentici e tradizioni millenarie, e tra le sue eccellenze spicca l’Aziminu, una zuppa di pesce che racchiude in sé l’anima del Mediterraneo e la ricchezza della macchia corsa. Questa preparazione, che trova le sue radici nel capoluogo Ajaccio, rappresenta un incontro tra tecnica gastronomica e risorse locali, un piatto che richiede attenzione nella selezione degli ingredienti, equilibrio negli aromi e cura nella cottura. L’Aziminu non è solo un piatto, ma una narrazione del territorio e della sua storia marinara, un viaggio sensoriale che evoca le coste frastagliate, il profumo di timo e rosmarino, e l’intensità del mare aperto.
L’Aziminu nasce ad Ajaccio, città portuale della Corsica, dove la pesca ha da sempre rappresentato una componente fondamentale dell’economia locale e della vita quotidiana. Le famiglie dei pescatori erano solite riunirsi attorno al fuoco dopo una giornata di lavoro, cucinando il pescato più vario in una zuppa capace di valorizzare ogni parte del pesce. La tradizione vuole che almeno sette tipologie diverse di pesce fossero utilizzate, dalle varietà più nobili a quelle meno pregiate, creando un equilibrio di sapori unico.
Pur condividendo alcuni principi con la bouillabaisse provenzale, l’Aziminu si distingue per l’uso degli aromi tipici della macchia mediterranea e per l’influenza del pastis, un distillato adatto a conferire profondità senza sovrastare la freschezza del pescato. La ricetta è stata tramandata oralmente di generazione in generazione e, fino a tempi recenti, veniva preparata principalmente nelle famiglie o nelle locande che costellano le coste dell’isola. Solo negli ultimi decenni ha trovato una diffusione più ampia nei ristoranti, pur restando una specialità profondamente radicata nel territorio.
Il nome Aziminu deriva probabilmente dall’antico francese regionale, con connotazioni legate alla miscela di ingredienti vari e alla preparazione complessa, simile a una sinfonia culinaria dove ogni componente contribuisce a un equilibrio complessivo. Non si tratta quindi di un piatto improvvisato: ogni passaggio, dalla pulizia del pesce alla selezione delle erbe, è parte di una tradizione consolidata che richiede esperienza e rispetto della materia prima.
L’Aziminu si distingue per la sua composizione ricca e stratificata. I pesci impiegati sono molteplici e comprendono varietà locali come lo scorfano, la gallinella, il cantaro, il pesce San Pietro, il branzino e il merlano. A questi si possono aggiungere crostacei come granchi e talvolta le teste di congro, che contribuiscono a dare corpo e profondità al brodo.
Gli aromi provengono principalmente dalla macchia mediterranea: rosmarino, timo, alloro, finocchietto selvatico e origano. L’olio di oliva, prodotto artigianalmente nell’isola, conferisce rotondità e leggerezza, mentre il pastis aggiunge una nota leggermente anisata, bilanciando il sapore intenso del pesce. La zuppa viene spesso accompagnata da crostini di pane tostato, leggermente strofinati con aglio, che completano l’esperienza sensoriale.
Il brodo è ottenuto lentamente, facendo sobbollire i pesci e i crostacei a fuoco dolce, così da estrarre gli aromi senza compromettere la consistenza dei filetti. Questo procedimento richiede attenzione: il tempo di cottura deve essere sufficiente a sviluppare sapore, ma non eccessivo, per evitare che il pesce si sfaldi.
La preparazione dell’Aziminu richiede tempo, ma il risultato ripaga ogni attenzione. Si inizia con la pulizia accurata dei pesci, separando le teste e le lische principali da filetti e carni più pregiate. Le teste e le lische vengono utilizzate per il brodo, mentre i filetti vengono aggiunti successivamente, negli ultimi minuti di cottura.
In una pentola capiente si scalda l’olio di oliva e si soffriggono aglio, cipolla e porro tritati finemente, fino a ottenere un aroma delicato. Si aggiungono poi le erbe aromatiche e, subito dopo, le teste e le lische dei pesci. Il tutto viene coperto con acqua fredda e portato lentamente a bollore. Dopo circa trenta minuti, il brodo viene filtrato con un colino a maglia fine, eliminando ogni residuo solido.
Il brodo filtrato viene quindi riportato sul fuoco, e si aggiungono i filetti di pesce e i crostacei, regolando la cottura in base alla varietà. Scorfano e pesce San Pietro richiedono pochi minuti, mentre branzino e merlano possono necessitare di qualche minuto in più. Infine, il pastis viene aggiunto a fuoco spento, insieme a un filo di olio extravergine a crudo, per preservare l’intensità dei profumi.
La presentazione dell’Aziminu è parte integrante dell’esperienza. La zuppa viene servita in piatti fondi, con i filetti disposti con cura e decorati con foglie di prezzemolo fresco o timo, accompagnati dai crostini di pane. Ogni cucchiaio offre un equilibrio di sapori complesso: la dolcezza del pesce, la leggera nota amara delle erbe e l’aromaticità del pastis si fondono in un insieme armonico.
Ricetta dell’Aziminu (per 4 persone)
Ingredienti:
500 g di scorfano
300 g di pesce San Pietro
200 g di gallinella
200 g di branzino
150 g di merlano
100 g di crostacei (granchi o gamberi)
1 cipolla
1 porro
2 spicchi d’aglio
50 ml di olio extravergine di oliva
1 rametto di rosmarino
2 rametti di timo
1 foglia di alloro
1 cucchiaio di pastis
Sale e pepe q.b.
Crostini di pane tostato per servire
Procedimento:
Pulire e sfilettare i pesci, separando teste e lische.
Tritare cipolla, porro e aglio e soffriggerli in una pentola con l’olio.
Aggiungere le teste e le lische, coprire con acqua fredda e portare a bollore.
Cuocere a fuoco dolce per circa 30 minuti, poi filtrare il brodo.
Riportare il brodo sul fuoco e aggiungere i filetti di pesce e i crostacei, cuocendo per 5-10 minuti in base alla varietà.
Spegnere il fuoco, aggiungere il pastis e un filo d’olio a crudo.
Servire nei piatti fondi con crostini e decorazioni aromatiche.
L’Aziminu, con la sua complessità aromatica e la delicatezza del pesce, richiede vini capaci di sostenere e completare il piatto senza coprirne i profumi. Un Vermentino di Corsica si rivela ideale, con la sua freschezza e note di agrumi che esaltano la sapidità del brodo. In alternativa, un Sauvignon Blanc leggermente minerale può creare un contrasto piacevole con l’anice del pastis e gli aromi mediterranei.
Per chi preferisce la birra, una lager chiara e fresca accompagna perfettamente la zuppa, pulendo il palato tra un boccone e l’altro. Gli aromi della macchia mediterranea e il carattere dei crostini tostati si sposano bene anche con pane rustico, leggermente aromatizzato con rosmarino o semi di finocchio.
L’Aziminu non è semplicemente un piatto da assaporare: è un’esperienza che richiede tempo, attenzione e partecipazione sensoriale. La sua preparazione domestica o in un ristorante autentico permette di entrare in contatto con la tradizione culinaria corsa, osservando come ogni ingrediente contribuisca a un insieme equilibrato e armonioso.
La scelta degli ingredienti, la tecnica di cottura e la combinazione di aromi rappresentano il rispetto della materia prima e la valorizzazione di una cultura gastronomica secolare. L’Aziminu, con la sua ricchezza di pesci e crostacei, la complessità delle erbe mediterranee e la finezza del pastis, offre un’esperienza completa che parla della Corsica, della sua gente e della sua storia legata al mare.