Formaggio di yak

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Il formaggio di yak è un formaggio asiatico a base di latte di yak prodotto storicamente sugli altopiani dell'Himalaya.
Il latte di yak, chiamato "dri" (Yak femmina) in Cina (Tibet) e "nak" in Nepal, viene bevuto fresco oppure utilizzato per preparare yogurt e soprattutto burro, e formaggi dal 1950.

Storia

Il Nepal è stato il primo paese in Asia a produrre formaggi adatti per i gusti occidentali, e fino al 1980 è certamente l'unico paese asiatico a fare un formaggio di yak.

Produzione

Ora, il formaggio di yak è anche fatto in Bhutan, India, Mongolia, Pakistan, Russia (Tuva) e Cina (Tibet): loro produzione non è realmente consumata nel paese di origine, a parte una piccola quantità vendute ai turisti, ma è in prevalenza rivolta all'esportazione.
I formaggi classificati dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO) a base di latte di dri e chouri (incrocio tra uno yak e una mucca) sono: Chhurpi o chhuga (Nepal) chiamato durukhowa in Bouthan, churtsi in Bouthan, il serkam in Nepal che si chiama dartsi in Bouthan e il shosim o sogar (Nepal)

Slow food

Per migliorare la produzione tradizionale e la commercializzazione di un piccolo caseificio ubicato sull'altopiano tibetano (provincia di Qinghai) è stato creato un presidio. Sostenuto dalla Trace Foundation, la Slow food - in collaborazione con un'associazione veterinaria (Avec-pvs) e alcuni casari tibetani - ha sviluppato un programma di ricerca per un formaggio di dri a media-lunga stagionatura che non tema tempi dilatati di trasporto.
In Repubblica di Tuva, nel territorio di Mongun-Taiga, la qualità delle produzioni locali dei formaggi (chiamati byshtak, kurut e aarji) è salvaguardata da un progetto Terra Madre.

Baccalà alla Ghiotta: Un Classico della Cucina Siciliana

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Il baccalà alla ghiotta è un piatto tradizionale della cucina siciliana, che esprime la semplicità e la ricchezza dei sapori mediterranei. Con il suo sapore deciso e il mix di ingredienti freschi, questo piatto è diventato un simbolo della gastronomia dell'isola, apprezzato tanto in occasione delle festività natalizie quanto durante l'intero anno. La preparazione, che unisce il pesce alla dolcezza delle cipolle, dei pomodori e delle olive, racconta una storia di tradizione, ma anche di ingegno nella conservazione degli alimenti.

La storia del baccalà alla ghiotta affonda le radici nella cucina povera delle coste siciliane. Il baccalà, un conservato pesce sotto sale, è stato a lungo un alimento fondamentale per le famiglie di pescatori e contadini, che lo utilizzavano come fonte di proteine ​​durante i lunghi mesi invernali. La parola "ghiotta", che significa "deliziosa" o "succulenta" in siciliano, si riferisce al condimento ricco e saporito che accompagna il piatto.

Il baccalà alla ghiotta è particolarmente noto nelle zone costiere della Sicilia, dove il pesce era facilmente reperibile. Nel tempo, questo piatto è diventato un vero e proprio simbolo della cucina siciliana, specialmente durante le festività religiose come il Natale, quando il consumo di carne è vietato dalla tradizione cattolica, e il baccalà rappresenta un'alternativa gustosa e ricca.

Preparazione del Baccalà alla Ghiotta

Ingredienti:

  • 800 g di baccalà dissalato

  • 2 bianche

  • 4 pomodori maturi

  • 100 g di olive nere

  • 1 bicchiere di vino bianco secco

  • 2 cucchiai di capperi sotto sale

  • 1 rametto di rosmarino

  • 2 spicchi d'aglio

  • Olio extravergine d'oliva qb

  • Sale e pepe nero qb

Procedimento:

  1. Preparare il baccalà: Se non è già dissalato, mettere il baccalà in ammollo in acqua fredda per 24-48 ore, cambiando l'acqua frequentemente. Dopo averlo sciacquato, tagliarlo a pezzi di circa 200 g ciascuno.

  2. Preparare il soffritto: In una padella capiente, scaldare l'olio extravergine d'oliva e aggiungere le cipolle affettate sottili. Farle appassire a fuoco lento fino a quando non diventano morbide e trasparenti. Aggiungere gli spicchi d'aglio schiacciati e continuare a soffriggere per un altro minuto.

  3. Cuocere il baccalà: Aggiungere il baccalà nella padella e farlo rosolare per pochi minuti su entrambi i lati. Sfumare con il vino bianco e lasciare evaporare l'alcol.

  4. Aggiungere il resto degli ingredienti: Aggiungere i pomodori tagliati a pezzi, le olive nere, i capperi dissalati e il rosmarino. Mescolare bene e coprire con un coperchio. Cuocere a fuoco lento per circa 30 minuti, fino a quando il pesce è tenero e il sugo si è addensato.

  5. Finitura: aggiungere sale e pepe, e servire il baccalà alla ghiotta ben caldo, con una spolverata di prezzemolo fresco.

Curiosità sul Baccalà alla Ghiotta

  1. Piatto simbolo delle festività: Il baccalà alla ghiotta è particolarmente apprezzato durante il periodo natalizio in Sicilia. La tradizione vuole che venga servito come piatto principale nelle cene della vigilia di Natale, proprio perché il pesce sostituisce la carne in molti menu religiosi.

  2. Un piatto che rappresenta l'ingegno della cucina povera: La conservazione del baccalà sotto sale, che si può mantenere per lungo tempo, è una delle soluzioni più ingegnose della cucina povera mediterranea. Permetteva alle famiglie di avere a disposizione un alimento ricco di proteine ​​durante i periodi più difficili dell'anno.

  3. Le varianti regionali: Sebbene la versione più conosciuta sia quella siciliana, il baccalà alla ghiotta ha diverse varianti nelle altre regioni italiane. In alcune zone della Calabria e della Campania, ad esempio, il piatto viene arricchito con peperoncino e altri ingredienti tipici della tradizione locale.

  4. Benefici del baccalà: Il baccalà è un pesce magro e ricco di proteine. Inoltre, essendo conservato sotto sale, ha un'alta concentrazione di minerali, come il calcio e il fosforo, che sono benefici per la salute delle ossa e dei denti. Nonostante il processo di salatura, il baccalà è un alimento che può essere facilmente integrato in una dieta sana, purché dissalato correttamente.

  5. Tradizione che affascina i turisti: Negli ultimi anni, il baccalà alla ghiotta ha attratto anche i turisti che visitano la Sicilia. Questo piatto tradizionale è diventato una delle specialità più ricercate nei ristoranti dell'isola, dove viene preparato seguendo la ricetta autentica, con un tocco di modernità.

Il baccalà alla ghiotta è un piatto che racchiude in sé l'anima della cucina siciliana: una cucina che affonda le radici nella semplicità degli ingredienti, ma che sa come trasformare ogni piatto in una vera e propria esperienza gustativa. La sua storia, fatta di tradizioni e innovazioni culinarie, continua a vivere sulle tavole siciliane, celebrando il legame indissolubile tra il mare, la terra e la cultura gastronomica dell'isola. La sua preparazione, che mescola sapori dolci e salati, semplici e intensi, è una testimonianza di come la cucina siciliana riesca a trasformare ingredienti umili in piatti ricchi di tradizione e gusto.

Oltre alla sua versatilità, il baccalà alla ghiotta è anche un piatto che si presta a numerose varianti regionali, tutte accompagnate dall'amore per gli ingredienti freschi e autentici. Ogni famiglia siciliana ha la sua versione, e spesso si tramandano ricette che modificano leggermente l'equilibrio tra gli ingredienti, ma senza mai perdere l'essenza di questo piatto tipico.

Con il suo mix di sapori mediterranei, dal profumo di mare delle olive e dei capperi, alla dolcezza della cipolla e dei pomodori, il baccalà alla ghiotta è più di un semplice piatto: è un vero e proprio viaggio attraverso la cultura culinaria siciliana, un 'esperienza che, quando si è fortunati, riesce a trasmettere un po' dell'anima dell'isola. Non c'è da stupirsi che questo piatto continua ad essere un preferito nelle tavole siciliane ea guadagnarsi un posto nei menù dei ristoranti che celebrano la cucina tradizionale dell'isola.


Fiori di Eglefino con Zucca e Pesto: Un Incontro di Sapori Mediterranei

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Un piatto che incarna la freschezza dei sapori mediterranei, la semplicità e la raffinatezza delle preparazioni tipiche della cucina italiana. I fiori di eglefino con zucca e pesto sono una combinazione perfetta tra il pesce delicato, la dolcezza della zucca e la freschezza del pesto, che unisce il tutto con un tocco di aromaticità. Questo piatto, oltre ad essere un piacere per il palato, è anche una gioia per gli occhi, con i suoi colori vivaci e contrastanti.

La combinazione di pesce e verdure è un tema ricorrente nella cucina mediterranea, che ha sempre cercato di bilanciare freschezza, salute e sapore. L'eglefino, un pesce dalle carni morbide e delicate, è tradizionalmente pescato nelle acque fredde dell'Atlantico, ma il suo utilizzo in piatti come questo è sempre più apprezzato per la sua versatilità in cucina. La zucca, invece, è un ortaggio che trova radici in molte cucine regionali italiane, particolarmente nel Nord Italia. L'accostamento tra questi due ingredienti con l'inconfondibile pesto alla genovese è un'interpretazione moderna di un piatto che omaggia la tradizione, ma con un tocco di innovazione.

Preparazione dei Fiori di Eglefino con Zucca e Pesto

Ingredienti per 4 persone:

  • 4 filetti di eglefino freschi (circa 150-180 g ciascuno)

  • 300 g di zucca (preferibilmente una varietà dolce, come la Butternut)

  • 1 mazzetto di basilico fresco

  • 30 g di pinoli

  • 50 g di parmigiano reggiano grattugiato

  • 2 spicchi d'aglio

  • 100 ml di olio extravergine d'oliva

  • Sale e pepe nero qb

  • Succo di 1 limone

  • Un rametto di rosmarino (facoltativo)

Preparazione:

  1. Preparare la zucca: Sbucciare e tagliare la zucca a cubetti di circa 2 cm. In una padella capiente, scaldare un filo d'olio extravergine d'oliva e aggiungere la zucca. Cuocere a fuoco medio-alto per circa 10-15 minuti, mescolando di tanto in tanto, fino a quando la zucca non risulterà morbida e leggermente dorata. Regolare di sale e pepe e, se desiderato, aggiungere un rametto di rosmarino per aromatizzare.

  2. Preparare il pesto: In un frullatore, unire il basilico fresco, i pinoli, l'aglio, il parmigiano reggiano grattugiato e l'olio extravergine d'oliva. Frullare il tutto fino a ottenere una salsa liscia e cremosa. Aggiustare di sale e pepe e aggiungere un po' di succo di limone per dare freschezza al pesto.

  3. Cuocere i fiori di eglefino: In una padella antiaderente, scaldare un filo d'olio d'oliva. Cuocere i filetti di eglefino per 3-4 minuti per lato, a fuoco medio, fino a quando non saranno dorati e ben cotti. Il pesce deve risultare morbido e facilmente sfaldabile con la forchetta.

  4. Assemblare il piatto: Su un piatto da portata, disporre i filetti di eglefino al centro, accompagnati dai cubetti di zucca rosolati. Versare sopra il pesto, in modo generoso, per unire tutti i sapori. Se lo desideri, puoi aggiungere qualche foglia di basilico fresco per decorare.

  5. Servire: Servire caldo, magari accompagnato da una fetta di pane croccante e un bicchiere di vino bianco secco.

Curiosità sui Fiori di Eglefino con Zucca e Pesto

  1. Un piatto bilanciato: Questo piatto è un perfetto equilibrio tra proteine, carboidrati e grassi sani. Il pesce eglefino fornisce le proteine, la zucca apporta fibre e vitamine, mentre il pesto aggiunge grassi sani grazie all'olio d'oliva e ai pinoli, oltre alla freschezza del basilico.

  2. La versatilità del pesto: Il pesto alla genovese, tradizionalmente preparato con basilico, pinoli, olio d'oliva, parmigiano e aglio, è un condimento estremamente versatile. Viene utilizzato in piatti di pasta, ma anche per condire verdure grigliate, pesce e carne. In questa versione, il pesto dona un tocco di freschezza al piatto e si sposa perfettamente con il pesce e la dolcezza della zucca.

  3. L'eglefino e la sostenibilità: Sebbene l'eglefino sia stato storicamente considerato un pesce meno pregiato rispetto ad altre varietà, oggi viene apprezzato per il suo sapore delicato e la sua versatilità. Inoltre, essendo una specie che vive in acque fredde, la pesca dell'eglefino è spesso sostenibile, facendo di questo pesce una scelta ecologica per i consumatori consapevoli.

  4. La zucca nella cucina mediterranea: La zucca è un ingrediente molto amato nella cucina mediterranea, specialmente nei piatti autunnali e invernali. Oltre a essere ricco di vitamine, è anche un alimento dalle molteplici proprietà benefiche, inclusi effetti antiossidanti e antinfiammatori.

  5. Un piatto che esalta la stagionalità: I fiori di eglefino con zucca e pesto sono un piatto che celebra i prodotti stagionali, sfruttando la dolcezza della zucca autunnale e la freschezza del basilico, facilmente reperibile nei mesi estivi. L'adozione di ingredienti freschi e di stagione è una caratteristica della cucina mediterranea, che riesce sempre a offrire piatti saporiti con pochi ma ottimi ingredienti.

Il piatto dei fiori di eglefino con zucca e pesto è una proposta gourmet che incarna l'essenza della cucina mediterranea: semplice, ma ricca di sapore. Perfetto per una cena elegante o per un pranzo in famiglia, è una ricetta che riesce a unire tradizione e innovazione in un abbinamento perfetto di mare e terra.



Bhatura

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La Bhatura ((HI) भटूरा bhaṭūrā) è un tipo di pane indiano fritto per immersione, tipico della cucina della regione del Punjab, compresa tra Pakistan e India.

Preparazione

La preparazione tipica include la farina maida, lo yogurt, burro ghee o olio e lievito. Una volta impastata la si lascia riposare per permetterne la lievitazione per poi essere tirata con il mattarello. La bhatura viene poi immersa nell'olio caldo permettendone la frittura, ottenendo un pane elastico e gommoso.
Dallo stesso impasto viene preparata anche una variante della bhatura, la kulcha, che viene però cotta su piastra e guarnita con foglie di coriandolo.
La bhatura viene solitamente consumata assieme al Chana masala, condimento a base curry e ceci, per formare il tipico antipasto Chole bhature.

Davvero la gente cucina la pasta ed il sugo separatamente e poi mettono quest'ultimo direttamente sopra la pasta?

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Benvenuti in America, la terra degli spaghetti (o qualsia pasta) in bianco con una "cacata" di sugo sopra! ?



Dovrei anche precisare che nella pasta NON c'è burro o olio d'oliva; inoltre, in America la gente adora lasciare il cibo nella tavola per ore (fanno e brigano durante i pasti, iniziano a mangiare e poi magari si ricordano di qualcosa, lasciando lì tutto)… poi però ritornano a tavola e si gustano il cibo freddo senza fare una piega. Nel caso degli spaghetti, anche tutti incollati insieme… immaginate che bel "tacone"??


Alcuni dei prodotti italiani fatti con ingredienti discutibili

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Il pani câ meusa, lo street food siciliano per eccellenza. É un panino di sesamo con dentro milza (meusa) e fegato di bovino cotto e soffritto, con aggiunta di caciocavallo siciliano o succo di limone. Non é esattamente un cibo dietetico ma a detta di chi l'ha provato é ottimo.



I turcinieddi, frattaglie miste di capretto e agnello avvolte nel loro stesso budello e aromatizzate con: alloro, prezzemolo, finocchio e carosello, anche se in alcune zone non si disdegnano il peperoncino e l'aglio. Sono molto diffusi e apprezzati in Puglia ma anche in centro e Sud Italia con nomi diversi.


Il lampredotto toscano, lo street food di Firenze e non solo. É fatto con uno dei 4 stomaci della mucca fatto bollire con cipolla, aglio e sedano. Viene poi messo in un panino e ricoperto di salsa verde. É in pratica una variante della trippa alla romana e del 'o pere e 'o musso napoletano. Anticamente invece dello stomaco di mucca erano usate le lamprede, da cui il nome lampredotto, dei pesci primitivi diffusi nei fiumi toscani.



La pajata, forse il piatto romano per eccellenza ma fatto con ingredienti che molti non esitano a definire disgustosi. Si prepara partendo dall'intestino di vitello o di bue anche se i puristi usano le rigaglie di pollo.



La coratella, piatto umbro a base di frattaglie. É uno spezzatino fatto con: cuore, fegato, budella, milza e polmoni d'agnello.



Il cibreo toscano. Ok, questo é davvero strano. É una zuppa di carne toscana a base di creste, bargigli e fegatini di gallo ma si aggiungono anche quelli di gallina. Inoltre l'ingrediente principale sono i testicoli del gallo!


La torta al sangue di maiale. Dal nome sembra un piatto dei Klingon di Star Trek ma in realtà é una ricetta toscana. É una torta salata fatta con: parmigiano, pangrattato, uova e pancetta, ma ovviamente l'ingrediente principale é il sangue di maiale.



La zuppa di soffritto. É una zuppa napoletana fatta con frattaglie di mucca tra cui: fegato, polmone, cuore, milza e intestino con aggiunta di peperoni e tanto peperoncino. É molto piccante, al punto che si preferisce metterla sul pane secco invece che sugli spaghetti per assorbire un po' del piccante. La sua storia é singolare; si narra che i soldati spagnoli di stanza a Napoli durante il dominio aragonese della città macellassero le mucche fuori dalle loro caserme, buttando le frattaglie. I napoletani le raccoglievano, le pulivano e preparavano questa zuppa di carne che vendevano proprio ai soldati spagnoli!



I rigatoni al sugo di coda. Tutti conoscono la coda alla vaccinara romana ma pochi la pasta al sugo di coda. Si tratta della coda di mucca fatta soffriggere con cipolla, aglio, prezzemolo e carota e sfumata col vino. É il piatto principe della famosa cucina romana del quinto quarto e contende alla pajata il titolo di piatto romano per eccellenza.



Il casu frazigu o casu marzu. Qui andiamo sul pesante, dato che l'UE ne ha proibito la vendita anche se l'Italia ha posto una deroga in merito. Si tratta di un formaggio pecorino o caprino sardo in cui sono presenti i vermi o per meglio dire le larve della mosca casearia. La mosca depone le uova nelle forme fresche di formaggio, le quali diventando larve mangiano parte del formaggio, e rilasciano enzimi che ne cambiano il sapore e lo rendono cremoso. Com'é ovvio bisogna aspettare che le larve diventino mosche e volino via prima di assaggiarlo. Fa parte della categoria dei marcetti, un tipo di formaggi diffusi nelle Marche e in Puglia.

I peggiori tentativi di imitazione di cibo italiano che abbia mai assaggiato all’estero

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Non mangio quasi mai cibo italiano all'estero, tranne in caso di permanenze lunghe (ho vissuto un anno negli Emirati e ho avuto un appartamento con cucina per 9 mesi) o in caso di emergenza.

Penne ala arabiata:



penne scotte e sciape, con sugo crudo e formaggio al gusto piede d'atleta, il tutto accompagnato da una bruschetta burro e aglio, con il peperoncino pakistano più piccante mai assaggiato…

Certo, con un menù così, non mi aspettavo molto:


In Norvegia ho trovato questi:

Mentre negli Stati Uniti, questi:

Gli "Spaghetti-O" li ho anche assaggiati da un amico inglese, la cui figlia era appassionata da 'sta roba…

Negli Stati Uniti, per necessità, visto che era l'unico locale nel giro di 100km, ho provato Pizza Hut:



L'impasto non era nemmeno male, la farcitura funghi, formaggio e spinaci crudi rivedibile, la colata di glassa di aceto balsamico se la potevano risparmiare, ma la cosa orrenda è quello che secondo le intenzioni, dovevamo spargere sopra:



 
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