Siamo andati nel nuovo locale dei The
Fooders, aperto negli stessi locali di Mazzo a Centocelle.
E i loro panini spaccano.
A Dicembre cerco sempre, con tutte le
mie forze, di mangiare poco fuori in vista delle abbuffate natalizie
in casa ma, come immaginerete, fallisco spesso. Così, felicemente
rassegnato, ho deciso di cavalcare l’onda del tracollo e, pochi
giorni prima di Natale, ho fatto il pieno di pollo fritto in quello
che in pochi mesi dall'apertura è già diventato il tempio del pollo
fritto a Roma. Non a caso dietro ci sono due ragazzi che qui a
Munchies conosciamo molto bene: i Mazzo - The Fooders o, come li
chiamano i genitori, Marco Baccanelli e Francesca Barreca. Con loro
altri due soci: Giuseppe Ricciardulli ed Emanuele Repetto di Artisan,
birreria artigianale nel quartiere San Lorenzo.
Circa un anno fa, proprio quando il
loro ristorante Mazzo aveva raggiunto il momento più alto di
notorietà, abbassano la serranda e chiudono il locale. I due chef si
cimentano in un vero e proprio tour mondiale: il “Mazzo Invaders”.
Dalla Sardegna fino al Giappone, portano la loro cucina nel mondo
(alcune delle loro avventure le avete viste anche sul nostro canale
Instagram).
Marco e Francesca mi parlano della
necessità di aggiungere qualcosa di nuovo alla loro proposta
ristorativa. Mi raccontano anche che la gestione di Mazzo era
diventata difficile: fuori c’era sempre fila ma il locale era
troppo piccolo per accogliere tutti (Mazzo aveva un unico tavolo per
sole dieci persone). La situazione quindi, che sulla carta poteva
sembrare rose e fiori, nella realtà dei fatti aveva bisogno di
essere rinnovata e riadattata. Per questo motivo hanno deciso di
chiudere, che poi chiudere non è.
Durante quest’anno in giro per il
mondo, non hanno mai davvero lasciato Roma. Un pezzo di cuore - e di
lavoro - è rimasto a Centocelle. Nelle stesse mura di Mazzo, con
pochi posti a sedere e all’esterno due file di lampadine che
illuminano i tavolini, hanno aperto Legs.
Quando sento di Legs e del suo essere
focalizzato solo sul pollo fritto, ho subito un po' di dubbi: in
questo periodo a Roma spuntano di continuo nuovi bistrot monotematici
senza personalità, che poi chiudono altrettanto velocemente. In più
il pollo al momento sembra essere l'unico vero trend capitolino,
tolto l'orrido poke, fatto male: altri grandi nomi della ristorazione
come Niko Romito e Gabriele Bonci stanno ridando al pollo fritto quel
che è del pollo fritto, ovvero un procedimento di preparazione e una
dignità che lo allontanano dal metodo all’americana, che poco ci
appartiene.
Ovviamente tutte queste perplessità
che avevo all'inizio su Legs, vengono spazzate via dalla proposta dei
The Fooders. Arrivo, mi offrono una birra e mi chiedono se voglio
assaggiare qualcosa. Anche voi avreste detto di sì. Azzanno è il
Legs Burger: bun al burro rigorosamente sfornato da Bonci con
all’interno 150gr di sovraccoscia panata e fritta, coleslaw, salsa
legs (una maionese alla cacciatora) e cetriolino sottaceto.
La cosa che mi regala più gioia è la
facilità con cui riesco a staccare il primo morso, senza trovarmi
con tutti gli ingredienti del panino, fuori dal panino. Forse non
sarò un’esperto di hamburger, ma sui burger di pollo fritto sono
piuttosto ferrato, e quello di Legs sale sul mio personalissimo podio
dei più buoni mai mangiati.
A seguire, tanto per non farmi mancare
nulla, provo la trippa fritta, che era un cavallo di battaglia dei
due cuochi anche da Mazzo. Decido poi di farmi un cestino di solo
pollo fritto “per assaggiarlo meglio”, mi giustifico. I ragazzi
mi spiegano, a me che sono un profano dei fornelli, cosa lo rende
così buono. Mi dicono che il pollo viene prima fatto marinare in
delle spezie, poi cotto a bassa temperatura, schiacciato, panato e
per finire, fritto.
Il pollo di Legs rimanda anche alla
cucina della domenica a pranzo, quella cucina dell’infanzia che
suscita sempre grandi emozioni. Dietro c’è solo una spiegazione:
l’uso del pangrattato.
Ma la ciliegina sulla torta arriva
quando meno me lo aspetto, nel momento più alto di scetticismo. Mi
consigliano di assaggiare il broccolo fritto e io, che mangio verdure
anche a merenda, ho l’obbligo di non mollare proprio ora. Posso
solo dire che è entrato a far parte delle mie cose preferite
nell’istante esatto in cui l’ho morso per la prima volta; non per
aggiungere altra sofferenza e languori di pancia, ma ne esiste anche
una versione burger.
Avrei provato volentieri anche i Funghi
Burger, i PopCorn di pollo o il Sano Burger (un Legs burger con la
sovraccoscia alla griglia anzichè panata e fritta), ma anche io ho
un ritegno. Ad accompagnare tutto questo popò di roba ci sono le
birre dei ragazzi di Artisan.
Vado via chiedendo a Francesca e Marco
qualche informazione sul tour. Per il momento piccola pausa, ma si
riprenderà già nella prima metà del 2020. E sicuramente ci sarà
un Mazzo in versione 2.0: stessa anima, ma maggiore consapevolezza.
Niente paura, nessun piatto fusion, semplicemente una rinfrescata a
una cucina che ha colonne portanti ben salde al terreno, quello
romano. Bisognerà aspettare un po’ ed essere pazienti; d’altronde,
citando le loro stesse parole:“per dare vita ad un nuovo progetto,
devi essere tu stesso una persona nuova”.
Intanto c'è il pollo fritto che,
insomma, mi pare un ottimo modo per aspettare.