Le virtù sono un piatto della
cucina teramana, caratteristico del primo di maggio.
«Al primo di maggio noi
usiamo di cucinare insieme ogni sorta di legumi, fave, fagiuoli,
ceci, lenti, ecc. con verdure ed ossa salate, orecchi e piedi pure
salati di maiali; e questa minestra chiamiamo Virtù ...»
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(Giuseppe Savini, Lessico del dialetto teramano) |
Storia
Piatto dalla storia controversa di cui
molti paesi rivendicano la primogenitura ma le cui origini romane
sembrano incontestabili e riconosciute dallo stesso Giuseppe Savini,
primo a studiare in modo sistematico le tradizioni e il folklore
della provincia di Teramo.
Savini infatti, cita Poggio Bracciolini
(1380-1459) che riferisce come questo piatto ai suoi tempi fosse
molto noto a Roma, dove si consumava proprio alla data del 1º maggio
ed era chiamato con lo stesso nome di Virtù, oggi usato in Teramo.
(LA)
«Facetum Contra Romanos Qui
Edunt "Virtutes":
Calendis Maii, Romani varia leguminum genera, quae virtutes appellant, simul coquunt mane eduntque. Franciscus Lavegnis, Mediolanensis, per jocum, cum is mos recitaretur inter socios: -- 'Nequaquam mirum est,' inquit, 'Romanos a superioribus degenerasse, cum singulis annis eorum virtutes edendo absumant'» |
(IT)
«Detto giocoso su i romani
che mangiano le "virtù":
Ai primi di maggio i Romani raccolgono varie specie di legumi che chiamano virtù, le cociono e le mangiano alla mattina. Francesco Lavegni, di Milano, per ridere parlandosi fra amici di questo costume: «Non è da meravigliare», disse, «che i Romani abbiano degenerato dai loro maggiori, perché ogni anno le loro virtù hanno consumato mangiandole.» |
(Poggio Bracciolini, oltre l'edizione citata da Savini cfr. ad esempio, Facezie, prefazione di Domenico Ciampoli, Lanciano, Carabba, stampa 1911) |
Si tratta di un cibo molto antico che
rispetta rigorosamente "le scadenze calendariali e i ritmi
stagionali", scrive Giuseppe Di Domenicantonio in un suo studio,
un cibo che se ormai è ufficialmente "adottato" come
proprio dal popolo teramano, si ritrova, sia pure con altre
denominazioni e caratterizzato da numerose varianti, in molti paesi
d'Abruzzo.
Si dice che in passato le Virtù
venissero prodotte dall'intera comunità che le distribuiva agli
indigenti. In effetti tale usanza sembra permanere nell'abitudine a
cucinare le Virtù in grande abbondanza e ad offrirle in omaggio ai
vicini, alle persone care e anche a semplici e occasionali
conoscenti.
In tutti i casi le Virtù appaiono
legate all'incerta esistenza dei contadini che al termine
dell'inverno vuotavano le madie e le ripulivano da tutti gli avanzi.
Ai legumi secchi, così raccolti, si univano gli ingredienti freschi
che già la nuova stagione aveva iniziato a produrre in abbondanza.
Tale credenza tuttavia per quanto molto
nota non è molto seguita nella pratica e gli ingredienti in realtà
sono sempre in numero maggiore. Resta il fatto che il sapore deve
nascere dalla realizzazione di una perfetta miscela nella quale
nessun ingrediente deve emergere.
Secondo Giuseppe Savini le Virtù
venivano un tempo chiamate anche "li zocche" o "cucine"
ma si tratta di espressioni ormai non più in uso.
Ingredienti
La scelta degli ingredienti può subire
variazioni notevoli, sia nelle quantità che nella tipologia. Senza
entrare qui nel merito della ricetta, delle quantità, delle
proporzioni o della preparazione che richiede una procedura lunga e
complessa, si elencano qui gli ingredienti base, in modo da dare
un'idea concreta della varietà di elementi che concorrono alla
realizzazione di questo piatto:
- legumi secchi: fagioli di varie qualità, ceci e le lenticchie (da prepararsi separatamente e in modo diverso);
- legumi freschi: piselli e fave in primo luogo;
- verdure: zucchine, carote, patate, carciofi, bietole, indivia, scarola, lattuga, verza. cavolfiore, cicoria, spinaci, finocchio, rape;
- odori: aglio, cipolla, maggiorana, salvia, timo, sedano, prezzemolo, aneto, noce moscata, chiodi di garofano, pepe o peperoncino, pipirella, menta selvatica, borragine, finocchietto selvatico, basilico;
- carni: prosciutto crudo, cotiche di maiale, carne macinata di manzo, lardo, lonza, piedi e orecchie di maiale, pancetta, guanciale, polpettine (o pallottine) di manzo;
- tipi di pasta: pasta di grano duro corta, pasta fresca all'uovo di varie forme e dimensioni, qualche tortellino e qualche raviolo di carne, con il tempo si sono aggiunte paste all'uovo anche colorate;
- altri ingredienti: olio d'oliva, burro, sale, pepe, polpa di pomodoro.