Maionese

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La maionese (dal francese mayonnaise o dal catalano maonesa) è una salsa cremosa e omogenea, generalmente di colore bianco o giallo pallido, che viene consumata fredda. Si tratta di un'emulsione stabile di olio vegetale frazionato in acqua, con tuorlo d'uovo come emulsionante, e aromatizzato con aceto o succo di limone (che aiuta l'emulsionamento); è tollerato anche l'uso della senape. Con l'aggiunta di altri ingredienti acquista vari nomi. Gli ingredienti sono tuorlo d'uovo, senape (facoltativa), aceto, olio aggiunto a filo e alla fine del succo di limone.
La maionese è una delle salse alla base della classica cucina francese, ed è fondamentale per molte altre preparazioni. Per esempio:
  • La salsa aioli è maionese all'olio d'oliva con aglio pestato.
  • La salsa tartara è maionese aromatizzata con capperi (o anche cetrioli) tritati ed erbe aromatiche come il prezzemolo e l'erba cipollina.
  • La salsa tonnata è maionese con tonno, capperi e acciughe sotto sale.
  • La salsa rosa è maionese con salsa di pomodoro o ketchup e yogurt.
  • La salsa delle Thousand Island è salsa rosa con varie erbe aromatiche.
  • La salsa le croix è maionese con aggiunta di cubetti di formaggio e talvolta prosciutto.
La maionese è comunemente usata come condimento per le patate fritte e per il pesce in tutta Europa, come salsa per i tramezzini e come base per l'insalata russa in Italia, sul pollo freddo e le uova sode in Francia e nei panini imbottiti in Nord America.

L'origine del nome

Vi sono diverse teorie al riguardo:
  • Jaume Fàbrega e altri teorizzano l'origine del suo nome (maonesa, in catalano) dalla città spagnola di Maó ("Mahón" in castigliano) nell'isola di Minorca. Il nome che i cartaginesi diedero all'isola di Minorca, loro presidio militare formato da un porto fortificato che s'affacciava sulle regioni controllate dai romani, era qualcosa di molto simile a Mahòn, così scritto per traslitterazione dall'arabo. Il nome apparteneva a Magone Barca, della famiglia dei barcidi (la stessa di Annibale e Asdrubale) che dell'isola fu primo governatore al tempo delle guerre puniche. Sull'isola, nota non solo per i suoi agguerriti nativi (i frombolieri delle Baleari), si preparava una salsa del tutto simile alla nostra maionese. Da qui la salsa "mahonese", già conosciuta dai latini, che nel tempo, per facilità di pronuncia, sarebbe diventata maionese.
  • Un altro motivo per questa etimologia sarebbe quello che dopo la battaglia di Minorca (1756), con la quale i francesi confermarono la loro occupazione dell'isola a scapito degli inglesi, con truppe comandate dal maresciallo Richelieu, il cuoco di quest'ultimo gli abbia preparato questa salsa con i pochi ingredienti a disposizione: uovo, sale, limone e olio di oliva e l'abbia così chiamata dal nome della capitale dell'isola.
  • Il primo documento scritto della ricetta della salsa si trova nel manoscritto spagnolo Art de la Cuina, llibre cuina menorquina del s. XVIII di Fra Francesco Roger (monaco francescano del Real Monasterio de Santa Clara). Il nome della salsa in questo testo era aioli bo.
  • Ancora, sembra possibile che il nome sauce Mayonnaise derivi dal nome di Carlo di Guisa, duca di Mayenne. Sarebbe stata battezzata "Mayennaise" in ricordo del fatto che il duca di Mayenne si concesse il tempo di finire il suo pasto di pollo e salsa fredda prima di affrontare Enrico IV nella battaglia di Arques (1589), nella quale il duca risultò sconfitto.
  • Un'altra teoria fa riferimento alla città francese di Bayonne; mayonnaise sarebbe una modificazione di bayonnaise. È invece da escludersi che l'origine del nome o della salsa mayonnaise sia collegata alla città di Mayenne in Francia, in quanto le notizie dell'uso di tale preparazione sono precedenti alla fondazione di tale insediamento urbano.

Composizione

Una maionese fatta in casa contiene fino all'85% di grassi, limite oltre il quale l'emulsione non è più stabile; le maionesi in commercio hanno un contenuto di grassi generalmente compreso tra il 70 e l'80%. Le maionesi a basso tenore di grassi contengono amidi, gel di cellulosa o altri ingredienti analoghi per simulare la consistenza della maionese normale.
Dato che viene preparata con uova crude, la maionese può essere veicolo di infezione da Salmonella Enteriditis. I prodotti industriali ne sono invece esenti, dato che generalmente il prodotto subisce una pastorizzazione.

Preparazione casalinga della maionese

La maionese si prepara aggiungendo lentamente olio ad un tuorlo d'uovo già sbattuto e mescolato con sale, succo di limone e/o aceto, e talvolta viene aggiunta della senape per dare un sapore più deciso e per aiutare a mantenere l'emulsione stabile. Mentre si versa l'olio, l'insieme viene sbattuto vigorosamente con una frusta da cucina per aiutare l'addensamento. Tutti gli altri ingredienti sono aggiunti all'inizio del processo per evitare che si formino grumi. Può capitare anche che i vari componenti della maionese non leghino subito, e allora tale maionese viene definita "impazzita". Per recuperarla si deve iniziare a lavorare con le fruste un altro tuorlo d'uovo a cui si aggiunge lentamente la maionese non riuscita. Il tuorlo dell'uovo, infatti, contiene lecitina, che funziona da emulsionante.

Preparazione con mixer ad immersione

In alternativa alla frusta azionata manualmente, si può utilizzare un mixer ad immersione; quest'ultima via, rispetto all'originale frusta, permette il raggiungimento di risultati migliori ed in minor tempo. Gli ingredienti vanno messi tutti insieme nel bicchiere del frullatore ad immersione, si posizionano le lame del frullatore sul fondo del bicchiere e si inizia ad emulsionare a media velocità, senza sollevare troppo le lame dal fondo. Una volta che l'olio è ben unito all'uovo s'inizia a risalire lentamente con le lame il bicchiere per amalgamare le parti di olio rimanenti, non ancora ben incorporate nella salsa.

Preparazione industriale

Ricetta tradizionale

La ricetta tradizionale prevede l'uso di olio d'oliva e aceto o succo di limone, ed un emulsionante che sia il tuorlo o l'albume dell'uovo oppure entrambi. Alcune preparazioni di nouvelle cuisine indicano invece l'olio di cartamo. Si considera fondamentale sbattere costantemente con la frusta la salsa durante l'aggiunta dell'olio, un cucchiaio per volta, assicurandosi che venga ben incorporato prima di aggiungere il successivo. Se il gusto dovesse risultare troppo forte, può essere attenuato aggiungendo dello yogurt.
L'aggiunta di una piccola quantità di senape aiuta a stabilizzare l'emulsione perché contiene un emulsionante.

Utilizzi alternativi

Oltre al più noto impiego alimentare, la maionese senza sale è talvolta utilizzata come impacco per i capelli secchi grazie alle qualità ammorbidenti dell'olio e del tuorlo - ricco di lecitine e fosfolipidi - e per le proprietà lucidanti degli acidi (aceto o limone). Prima di lavare i capelli, lasciare agire almeno mezz'ora mezza tazza di maionese, coprendo la chioma con un sacchetto di plastica.

Choucroute alsaziana

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La choucroute alsaziana, in francese choucroute d'Alsace, conosciuta anche come choucroute garnie, (traducibile in italiano "choucroute condita" o "crauti conditi") è un piatto a base di carne di maiale e crauti, tipico dell'Alsazia.

Nome

L'etimologia del termine choucroute è germanica, deriva da "sürkrüt", che significa "cavolo acido" (i crauti). Localmente, per estensione, il termine indica direttamente la choucroute alsaziana e non solo i crauti.

Caratteristiche

Il cavolo viene tritato grossolanamente e sottoposto a una fermentazione acida di diverse settimane, prima di essere cucinato. Il cavolo fermentato quindi costituisce la base del piatto, che però viene accompagnato da patate e da alcuni diversi tagli di carne di maiale. In particolare salsicce tipiche tedesche, lardo e pancette, altri insaccati simili al cotechino. Per insaporire si possono aggiungere chiodi di garofano piantati in una cipolla. È un piatto unico molto ricco di grassi.

Tartare

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La tartàre (in italiano tàrtara) è una preparazione di carne o pesce crudo tritati finemente, con il tritacarne o, meglio, al coltello, cui si possono aggiungere condimenti o salse, come cipolla, capperi, succo di limone, aceto balsamico, tuorlo d'uovo.

Descrizione

Alcuni esempi sono la "bistecca alla tartara", le tartare di tonno, di salmone, di cavallo o di cervo.
Il nome deriva dalla leggenda secondo la quale il popolo nomade dei tartari, originario dell'Asia centrale, non avendo tempo per cucinare, poneva la carne essiccata sotto le selle dei propri cavalli per trovarla ammorbidita al momento del pasto.
Nella cucina piemontese troviamo anche un piatto fatto con carne battuta al coltello (preparazione, quest'ultima, che ha il pregio di non "spremere" la carne, come avviene con la normale macinatura a macchina) e aglio a tocchetti, la cosiddetta carn crua ("carne cruda") o salada 'd carn crua ("insalata di carne cruda"), condita con olio d'oliva, sale, pepe e succo di limone. Spesso la carn crua è servita, in quantitativi modesti, insieme ad altri antipasti.
Varie versioni di tartàre esistono poi nella maggior parte delle regioni dell'Italia settentrionale. Nella cucina romagnola, ad esempio, la "carne cruda" è un macinato di girello o girello di spalla, lasciato a marinare in abbondante succo di limone, olio d'oliva, sale e pepe.

Bistecca alla tartara

Nota nel mondo occidentale con il nome di steak tartare, è un piatto a base di carne bovina o equina macinata o finemente tritata e consumata cruda.
La ricetta prevede che dopo essere stata triturata la carne deve o marinare nel vino o in altri alcolici oppure viene aggiunto del succo di limone e deve essere speziata. Viene servita con l'aggiunta di cipolla, capperi, un tuorlo d'uovo e talvolta con della salsa tartara o della salsa Worcester; è accompagnata da pane o crostini.
Questo piatto è diffuso principalmente nell'Europa centrale, in Francia, in Belgio e nei Paesi Bassi anche se risale al Medioevo, quando le navi genovesi entrarono in contatto con le popolazioni nomadi del Mar Nero orientale e l'uso di consumare carne cruda si adattò alla cucina genovese con l'aggiunta di tutti gli ingredienti con cui oggi lo conosciamo. Può presentare diverse varianti.

Varianti della tartàre di carne bovina

La steak tartàre di carne bovina viene servita in numerose varianti, a seconda del paese o della regione di riferimento.

Il filet américain

In Belgio, come nei dipartimenti francesi del Nord e del Passo di Calais, il trito di carne bovina cruda viene condito con maionese, mista a cipolla finemente tritata, salsa Worcestershire e capperi (questi ultimi possono essere serviti a parte). Questa preparazione prende il nome di filet américain (letteralmente: "filetto americano"). Ad esso si accompagnano, come contorno, patatine fritte (fr. = frites). Al ristorante il filet américain viene servito con accanto un boccettino di salsa Worcestershire, per eventuale aggiustamento secondo il gusto personale. Il filet américain può costituire la guarnitura di un sandwich e, se accompagnato da crudità, prende il nome di sandwich américain. La presentazione del filet américain su fette di pane tostato, con insieme delle crudità, prende il nome di cannibale. La denominazione di filet américain gli è stata attribuita dal suo creatore, lo chef Joseph Niels, che ne elaborò nel 1926 la ricetta originale.

Pericoli sanitari

A causa della mancata cottura questi piatti hanno probabilità maggiori di essere contaminati da batteri e parassiti.

Ratatouille

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Ratatouille è un piatto tradizionale provenzale a base di verdura stufata. Il nome completo della pietanza, originaria di Nizza, è ratatouille niçoise.

Versione francese

La parola ratatouille viene dall'occitano "ratatolha", simile al francese "touiller" che significa "rimestare". La ratatouille era originariamente un piatto per contadini poveri, preparato in estate con verdure fresche. L'originale ratatouille niçoise non conteneva le melanzane non essendo reperibili nello stesso periodo dell'anno delle altre verdure. Gli ingredienti originari della ratatouille tradizionale sono pomodori, zucchine, peperoni, cipolle ed aglio. Si possono aggiungere alcune erbe di Provenza e basilico.
La ratatouille francese può essere servita come piatto a sé stante (accompagnata da riso, patate, o semplice pane francese). Più frequentemente viene servita come contorno.

Piatti simili in altre cucine

Ricette simili esistono anche nella cucina italiana, in particolare la somiglianza è evidente con la caponata e la "peperonata" (senza melanzane e di frequente con patate) siciliana, cianfotta, ciambotta, tiella, ratatuia, spagnola (pisto), ungherese (lecsó); la versione greca (briami) include anche le patate. Un piatto turco simile, imam bayaldi ("l'imam in estasi") prevede l'utilizzo di piccole melanzane tagliate nel senso della lunghezza come vassoi nei quali servire la pietanza.
Nella cucina jugoslava (bosniaca, serba, croata, montenegrina) si utilizzano le uova e si chiama Sataras. Lo chef statunitense Thomas Keller ne ha inventato una variante in onore dell'omonimo film d'animazione.

Nei media

Il piatto è chiara ispirazione del film d'animazione Disney Pixar Ratatouille (in cui si gioca sull'assonanza della parola con "ratto", essendo il protagonista del film Rémy, un topo). Per migliorare la conoscenza della cucina durante la produzione della pellicola, il regista Brad Bird e il produttore Brad Lewis hanno passato molte ore a frequentare corsi di cucina nel ristorante French Laundry di Thomas Keller, colui che ha inventato la ricetta della variante della ratatouille presentata nel film.

Qual è l'economia dietro ai buffet “all you can eat”?

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Pure e semplici economie di scala.
Partiamo dall’assunto che il principale costo variabile di un ristorante, gli ingredienti per la preparazione di un piatto, sia inferiore ai costi domestici, per lo stesso risultato. Viste le grosse quantità infatti, i ristoranti hanno prezzi notevolmente più convenienti, di quelli che un normale privato possa ottenere, ma uno stesso piatto preparato a casa costa meno.
Il costo degli ingredienti è infatti solo una delle variabili che il prezzo integra. Diversi sono i costi fissi, in primo luogo c’è da considerare il costo della superficie, poi lo staff, l’energia, pubblicità, licenze, permessi ed altro. In quanto costi fissi appunto, possono variare solo marginalmente in rapporto al numero di clienti.

Con la formula “all you can eat”, il ristoratore dovrebbe poter contare su di una sala piena, ed anzi un veloce turn over di clienti, e quindi una riduzione della proporzione di spese fisse su ogni cliente. Inoltre tale formula incrementa l’efficienza del personale: preparare uno stesso piatto per più persone richiede uno tempo marginale regressivo, il che vuol dire che una teglia per 20 persone richiede meno del doppio del tempo della stessa pietanza per solo un cliente. Infine la maggiore richiesta di ingrediente aumenta il potere contrattuale del ristorante verso i suoi fornitori, i clienti si accontentanto uno standard di servizio inferiore ed aumenta il consumo di bevande a pagamento.





Quiche

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In cucina la quiche, equivalente dello sformato italiano, è un tipo di torta salata della cucina francese. Si prepara principalmente con uova e crème fraîche avvolti da un impasto a base di farina che si cucina al forno. La possibilità di includere altri alimenti permette di cucinare innumerevoli varianti a base di carne e vegetali (sedano, peperoncino, cipolle, porri, scalogni ecc.).

Etimologia

La parola quiche deriva dal tedesco Kuchen, che vuol dire in italiano "torta".

Varianti

La quiche lorraine (originaria della regione francese della Lorena) è la varietà più conosciuta di quiche. Ha come base la pasta brisé e contiene un ripieno di uova, crème fraîche e pancetta. Se si aggiunge il formaggio (generalmente quello svizzero, perché fonde meglio), non presente nella ricetta originale, si parla di quiche vosgienne. Quando si aggiunge la cipolla si chiama quiche alsacienne.

Cucina greca

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La cucina greca (Ελληνική κουζίνα) comprende una serie di piatti tipici, di vini e di dolci diffusi in tutta la Grecia e spesso presenti, con poche variazioni, nei paesi del bacino del Mediterraneo.

Cenni storici

La Grecia vanta una storia plurisecolare che tocca numerosi aspetti della cultura. Uno di essi è proprio la sua tradizione gastronomica, che ha influenzato le culture vicine e ne è stata influenzata sia nell'antichità sia in tempi più recenti.
Le fonti storiche e archeologiche suggeriscono che la cucina in Grecia antica fosse più articolata in quanto a tecniche e abbinamenti delle sue vicine già prima di Alessandro Magno. Successivamente quest'arte prese ad assumere maggiore rilievo sociale e, man mano che la civiltà ellenica aumentava la sua influenza sui paesi vicini, le ricche famiglie rivaleggiarono in lusso e raffinatezza. Avere un cuoco all'altezza del proprio prestigio familiare divenne una necessità. Questo modello venne successivamente esportato presso i latini e si fuse con la loro cultura divenendo la base di alcune ricette che si ritrovano ancora oggi in tutto i bacino del Mediterraneo.
I greci prediligevano soprattutto carne rossa e alimenti provenienti dalla pesca accompagnati da diverse varietà di vino, birra e idromele.
Mentre le origini di vari piatti della cucina greca risalgono al periodo dell'antica Grecia (Retsina, pasteli), al periodo ellenistico (loukaniko) o a quello bizantino (feta, avgotaraho), molti altri piatti tuttora ampiamente diffusi sono parte della tradizione della cucina ottomana e i loro nomi rivelano origini turche, arabe o persiane: moussakà, tzatziki, yuvarlakia, keftethes, boureki ed altri ancora.

La Grecia culla della cucina mediterranea

In Grecia, già a partire dal II secolo a.C., per diventare cuoco bisognava frequentare due anni di accademia e Timachida di Rodi (I-II secolo a.C.), letterato, poeta e studioso di arte culinaria legata al banchetto, scrisse undici volumi su "diverse sorte di banchetti". Il culto dei greci per Adefagèa, consacrata come dea della gastronomia, è la conferma di quanto fosse importante per questa grande civiltà l'argomento cucina. Quando i Romani occuparono la Grecia ne scoprirono anche le eccellenze gastronomiche e ne furono a tal punto conquistati da scatenare le vane proteste di Catone il Censore, che definì i Greci corruttori dei puri (più primitivi) costumi romani.
Così la cucina greca si trasfuse a Roma, le cui ricette divennero greche. E greca fu tutta la cucina dell'Impero bizantino che si ramificò in Italia ed in tutta Europa, tramite le repubbliche marinare prima e successivamente grazie alla fantasia gastronomica di italiani e francesi. Il Principe Arnaldo Zamperetti da Cornedo (XI-XII secolo), medico, storico, viaggiatore, mecenate, trovandosi a Rodi in missione diplomatica come ambasciatore della Serenissima Repubblica di Venezia, tradusse gli scritti di Timachida, trovati in una ricca biblioteca dell'epoca e, rientrato in territorio veneto, ne diffuse il contenuto, influenzando la cucina veneta con ricette greche ancora oggi invariate. Si può pertanto affermare che tutte le cucine europee, attraverso italiani e francesi, furono influenzate dalla cucina greca.

Impostazione del pasto tipico

Il pasto greco si apre con una serie di antipasti detti mezédes (μεζέδες) oppure orektiká (ορεκτικά). Segue un piatto principale che può essere a base di carne o pesce, spesso cucinati alla griglia o alla piastra, oppure un'insalata e formaggi. Seguono i dolci che possono essere al forno o al cucchiaio. Onnipresente è l'olio d'oliva, solitamente di alta qualità, che viene impiegato senza risparmio.

Antipasti: mezédes e orektiká

Nei mezédes si trova un'ampia anticipazione dell'offerta gastronomica complessiva. I mezédes, infatti, possono presentarsi semplicemente come una serie di sottaceti, sottoli e olive nere, oppure come piatti ricchi e complessi spesso distinguibili dai piatti veri e propri solo per le dimensioni in cui vengono presentati. I mezédes seguono la tradizione dell'antipasto e non si presentano molto diversamente da ciò che oggi è chiamato finger food, ovvero cibo da mangiare con le mani.
Particolarmente noti sono i dolmádes (δολμάδες; involtini di riso o carne tritata) e i pitákia (πιτάκια; sfogliatine ripiene di pollo, formaggio, carne tritata, verdura ecc.).
Vanno inoltre citate alcune tra le numerose salse che spesso accompagnano verdure fresche: la taramosaláta (ταραμοσαλάτα; salsa a base di uova di pesce), la melitzanosaláta (μελιτζανοσαλάτα; salsa a base di melanzane) e lo tzatziki (τζατζίκι; yogurt lavorato con cetriolo, aglio e olio), famoso e reperibile ormai in molti paesi del mondo. I mezédes sono spesso accompagnati da bicchierini di oúzo (liquore a base d'anice, servito allungato con acqua o ghiaccio) oppure di tsikoudiá (τσικουδιά) cretese o di tsípouro (τσίπουρο).

Piatti principali

Si trovano frequentemente piatti a base di carne come l'agnello o il porcellino da latte allo spiedo o alla piastra. Note preparazioni di questo tipo sono i souvlákia (σουβλάκια; spiedini cotti ai ferri e infilzati successivamente) e lo giouvétsi (γιουβέτσι; agnello arrosto con pasta cotta). Di chiara influenza turco-araba è il gyros (γύρος), una sorta di kebab di vitello venduto, molto spesso, agli angoli delle strade da chioschetti: il gýros viene servito come píta gýros (πίτα γύρος), cioè carne condita con tzatzíki, pomodoro e cipolla, arrotolata all'interno di una píta, cioè un pane basso e rotondo. Molto comuni le polpette come le soutzoukákia (σουτζουκάκια; polpettine di carne al sugo di pomodoro), i keftédes (κεφτέδες; polpettine fritte di carne o di legumi) e i dolma o dolmàdes (δολμάδες; polpettine di carne tritata o di riso avvolte nelle foglie di verza o di vite e poi condite con salsa di uova e limone). Similmente ai dolma, in Grecia viene preparata la gemistà, peperoni o pomodori ripieni.
Altrettanto frequenti sono i piatti al forno, di cui il più famoso è senz'altro il moussakà (μουσακάς), uno sformato di melanzane, patate, ragù e besciamella, seguito dal pastizio (Παστίτσιο). Particolare è anche l'offerta di sformati a base di verdure, come spanakopita (σπανακόπιτα). Nell'isola di Folegandros, appartenente all'arcipelago delle Cicladi, si può trovare una specialità locale, la matsata (ματσάτα), una sorta di spaghetti di farina bianca serviti con polpette di carne e sugo di pomodoro.
Nelle zone costiere e nelle isole il pesce prende il sopravvento sulla carne e viene servito in numerosi modi e praticamente ad ogni angolo della strada dalle tavérnes (ταβέρνες; trattorie), dai ristoranti e dai banchetti. Un tipico piatto è la taramosalata.
I latticini sono ingredienti molto importanti, in quanto la nazione è dedita alla pastorizia. I formaggi infatti costituiscono quasi un capitolo a sé stante dell'offerta gastronomica greca dal momento che ve ne sono molti e che le tradizioni di stagionatura locali aumentano questa varietà. Il più noto è la feta, formaggio di capra bianco, a pasta granulosa e di gusto leggermente asprigno. Meno famosi all'estero, ma diffusi in patria sono il kaséri (κασέρι), il manouri (μανούρι) di Creta, il kefalotiri (κεφαλοτύρι), il ladotýri (λαδοτύρι) nelle Isole Cicladi e Lesbo, i formaggi bianchi o gialli della Tessaglia, il metsovóne (μετσοβόνε) della cittadina tradizionale di Metsovo (Epiro). Altrettanto importante nella dieta del paese e nella sua gastronomia è lo giaoúrti (γιαούρτι, yogurt), che si gusta liscio o dolcificato con il miele del posto e le noci.
Al pari dei piatti di carne o pesce in Grecia si trova una offerta tradizionale di insalate ricche delle numerose verdure solitamente prodotte in loco. La più famosa è senza dubbio la khoriátiki salàta (χωριάτικη σαλάτα), l'insalata alla greca, con fette di cetriolo, pomodoro e condita con olio extravergine, origano, olive, peperoni, cipolle fresche a fette, e pezzetti di formaggio feta.


Dolci

Tipici della zona sono i dolci a base di pasta fillo, che si possono trovare in diverse varianti anche nei paesi vicini. Tra questi il galaktoboureko (γαλακτομπούρεκο; sfoglia e crema), il kataífi (κανταΐφι; sfoglia filettata ripiena con mandorle tritate e bagnata con sciroppo), i diples (δίπλες; o thiples, strisce di pasta sfoglia fritte nell'olio ed immerse nello sciroppo o nel miele caldo), e il baklavás (μπακλαβάς; strati di sfoglia alternati con mandorle tritate e miele), quest'ultimo molto comune anche nella vicina Turchia.
Com'è tipico delle zone del bacino mediterraneo abbondano i dolci a base di mandorle, come i tipici kourkoubinia (κουρκουμπίνια), i kourambiédes (κουραμπιέδες), o di frutta secca e miele, come i melomakárono (μελομακάρονα; alla cannella e miele ricoperti con pistacchi) e i forni producono svariati biscotti molto simili a quelli che si trovano comunemente nelle regioni dell'Italia meridionale.
La Grecia è un grosso produttore di frutta e le marmellate abbondano sia come ripieno o guarnizione di crostate, sia come dolce a sé. Meritano di essere menzionati i dolci a base di sesamo come l'khalvàs (χαλβάς; tipico della Macedonia, alle mandorle o pistacchi, cannella e chiodi di garofano), il ravaní e il sámali (dolci sciroppati con zucchero, latte, scorza tritata di arancia e limone).

Vini e alcolici

La Grecia è tradizionalmente un importante produttore di ottimi vini, di cui il più noto è la Retsina (Ρετσίνα), un bianco secco resinato. Citiamo anche il Kokkineli (Κοκκινέλι), un vino rosato secco e meno resinato del Retsína, l'Akhaia Clauss e il Robola di Cefalonia. Inoltre, il Mantineia di Tripolis, il Naoussa, al sapore fruttato, il Rapsani dal Monte Olimpo, il Nemea, il Cambas, il Boutari, l'Agiorgitiko dei preti del Monte Athos, e il Goumenissa di Naoussa, nero e amaro. A questi si uniscono vini dolci come il Mavrodafni di Patrasso e il Samos, dolce e affine al Vin Santo, che, solitamente, si accompagna ai formaggi.
Completa il panorama la produzione di distillati come il Metaxa, il Cambas e l'Achaia Clauss. Tra le bevande alcoliche, si possono menzionare il tipico liquore Ouzo a base di anice, l'Ippocrasso, bevanda alcolica a base di vino, ed il rakomelo, bevanda calda aromatizzata al miele.

Caffè

Bevanda principe come in quasi tutti i paesi mediterranei, l' Ellinikós kafés (Ελληνικός καφές; caffè greco) si beve lungo la giornata e non a fine pasto. Viene servito in tazza piccola da locali detti kafenía e lascia sempre un sedimento che non viene bevuto; è sostanzialmente analogo al caffè turco, vastamente diffuso nella penisola balcanica. In molti bar viene servito il frappé, una bevanda fredda a base di caffè istantaneo, acqua, latte e ghiaccio.

 
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