All’ora di pranzo, i rudi operai dell’800 che nelle praterie costruivano le ferrovie americane si facevano servire come camerieri dai cinesi.
Poveretti,
non solo come lavoratori dovevano sgobbare, poi dovevano pure servire
i “bianchi”. Il razzismo, noto con amarezza, esiste da
sempre.
Però bisogna ammetterlo, come
cuochi ci sapevano fare. Questi cinesi servivano piatti buoni e
saporiti, che andavano a ruba. Erano abbondanti e ricoperti da una
squisita salsina rossa a base di pomodoro, cipolla e spezie.
Ma
come si chiamava questa delizia? “Kesiap! Kesiap!” ripetevano
i cinesi, termine che poi diventerà la famosa salsa ketchup (una
delle poche parole comuni a non avere origini occidentali).
La
verità emerse molti anni dopo: i cinesi dovevano cucinare e mangiare
prima dei bianchi, poi radunavano gli avanzi e li ricoprivano di
kesiap, che aveva un sapore molto forte e nascondeva il tutto.
Lezioni
che ricavo da questa storiella:
1) la mia diffidenza odierna per
certi ristoranti ha origini antiche, come il razzismo
2) ma la
storia (anche con la esse minuscola) può insegnare qualcos’altro
su questo fenomeno
3) guai
infatti a credersi superiori e più furbi degli altri, se la penso
così il rischio è grosso. Verrò fregato senza manco saperlo e
mangerò avanzi. Sai le risate.
4)
il razzismo non è una buona cosa insomma, spesso si ritorce contro
chi lo usa, forse
è meglio essere tolleranti
5)
bisogna quindi aprire i porti, frontiere etc? Esiterei, ma alla fine
la mia risposta sarebbe sì. Soltanto con una buona
integrazione e
senza rinchiudersi potrà esserci un futuro migliore per tutti. Non
tutti saranno d'accordo naturalmente ma ne resto convinto. Discorso
delicato, mettiamoci sopra un po' di ketchup