L'incubo di milioni di italiani:
La tradizione culinaria italiana è
legata a doppia mandata alla pasta e alla sua versatilità, che ne
fanno un componente unico della favolosa dieta mediterranea. È per
questo che l'immagine della pasta scotta è così poco invitante.
C'è dell'altro, però. La pasta
scotta fa la bua al pancino.
La pasta troppo cotta, anche se può sembrare
paradossale, necessita di molto più tempo di quella al dente per
essere digerita, perché la cottura protratta in acqua calda ostacola
l'azione del nostro stomaco (e gli enzimi gastrici) sull'amido
contenuto nella pasta.
Tecnicamente, questa reazione si chiama
Idrolisi. Nella parte di sopra dell'immagine, si vede l'amido
(in inglese:
starch) di cui è fatta la pasta. L'amido è un
polisaccaride ramificato formato da unità ripetitive di
Glucosio.
Quando avviene la digestione da parte degli enzimi
(l'Amilasi nell'immagine, in inglese
amylase), queste catene vengono scisse e le
unità semplici di glucosio vengono liberate, per essere assorbite e
quindi trasformate in energia.
La pasta al dente è composta da
granuli di amido intrappolati in un reticolo stretto di proteine (il
famoso
Glutine) contenute nell’impasto. La cottura
"al dente” implica un tempo sufficiente per far idratare
questi granuli, ma non eccessivo: in questo modo, si evita il loro
"scoppio" che rilascerebbe l'amido crudo nell’acqua di
cottura.
Prolungare la cottura inficia questo
meccanismo, perché si formano aggregati di amido appiccicaticci che
gli enzimi digestivi devono attraversare per poterli idrolizzare
completamente. Inoltre, la pasta cotta al dente permette al glucosio
di essere digerito gradualmente e impedisce un innalzamento repentino
della
Glicemia (i cosiddetti picchi glicemici).
Infatti, l'Indice glicemico della pasta al dente è molto
basso e questo significa che l'aumento della concentrazione di
glucosio nel sangue è contenuto; è infatti vero che, per esempio,
la pasta al dente è adatta per chi è diabetico (questo vale anche
per il riso e per tutti gli alimenti che contengono amido).
La pasta scotta, d'altro canto, tende a
formare un impasto colloso nel tratto digerente che è difficile da
digerire e rende molto più difficoltoso il transito intestinale:
stipsi e dolori addominali possono proprio essere causati da questo
fattore.
La prossima volta che si ripresenterà
questa scena:
Ti consiglio di pensare ai tempi di
cottura della pasta.