Biltong

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Il biltong è un alimento tipico della cultura afrikaner sudafricana e diffuso soprattutto in Sudafrica, Zimbabwe e Namibia. È costituito da carne essiccata, marinata, speziata e tagliata a strisce o a pezzetti sottili. Può essere fatto con la carne di manzo o di struzzo, o anche con diversi tipi di selvaggina (per esempio impala, orice, eland o springbok); si può anche usare il pesce, nel qual caso prende il nome di bokkoms. Viene venduto in bustine di plastica ed è considerato più uno snack che un piatto da servire a tavola. La parola "biltong" deriva dall'olandese bil (scamone) e tong (striscia).

Origini

Il biltong nacque nel XVII secolo nella Colonia del Capo (attuale Sudafrica), come evoluzione di una ricetta olandese per la carne tagliata a strisce e marinata con aceto, spezie e sale. La necessità di conservare la carne in un ambiente caldo, e proteggerla dagli insetti, portò a modificare questa ricetta aggiungendo il procedimento dell'essiccazione. Questa idea si diffuse e si sviluppò ulteriormente nel periodo del Grande Trek, in cui i boeri voortrekker che partivano dal Capo di Buona Speranza verso l'interno dovevano portare con sé scorte di cibo per molti giorni di viaggio.

Preparazione

Gli ingredienti tradizionali del biltong sono l'aceto di mele, il sale, il coriandolo, il pepe e lo zucchero. A questi possono essere aggiunti altri sapori, come nitrato di potassio, aceto balsamico, aglio, salsa Worcestershire e cipolla. La carne viene tagliata lungo le venature naturali, in strisce o piccoli pezzi, e marinata per diverse ore prima di essere cosparsa di spezie. Il preparato viene quindi lasciato riposare per qualche ora, e poi messo ad essiccare (tradizionalmente all'aperto, oppure in scatole di cartone o di legno). L'essiccazione deve durare circa 4 giorni. Al termine del procedimento, il biltong assume un colore molto scuro (talvolta quasi nero) e una consistenza molto solida. Per questo motivo, le strisce o i pezzetti devono essere di piccole dimensioni e sottili, in modo che sia possibile masticarli senza fatica.

Distribuzione

Il biltong si trova praticamente in tutti i supermercati e negozi di alimentari del Sudafrica e della Namibia, normalmente con una certa scelta di sapori e di carni. Poiché viene considerato uno snack, non è infrequente trovarlo anche presso i distributori di benzina, nei bar e in luoghi analoghi. Ci sono anche negozi (o chioschi) specializzati nella vendita di biltong.

Diffusione nel mondo

Oltre che in Namibia e in Sudafrica, il biltong è apprezzato nel Regno Unito, nell'Australia e negli Stati Uniti.

El Pollo Loco

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El Pollo Loco è una catena di ristoranti Fast Food in franchise specializzata nel servire piatti a base di pollo grigliato. Ha il suo quartier generale a Costa Mesa, California.
Il termine El pollo Loco in spagnolo significa "Il pollo pazzo".
Il fondatore Juan Francisco Ochoa iniziò aprendo un ristorante a Guasave in Messico nell'anno 1975. Nel 1980 venne aperto il primo ristorante a Los Angeles in California. Nel 1983 i ristoranti americani della catena vennero acquistati da Denny's in accordo con la famiglia Ochoa.
Negli stati uniti la catena di El pollo Loco opera primariamente nel sud ovest ed in California, con tre sedi nell'area di Chicago, quattro nella zona di Atlanta ed una nel Connecticut.
Il 5 maggio 2008 El Pollo Loco ha aperto il suo primo ristorante a Vancouver nello stato di Washington. Il 2 febbraio 2009 El Pollo Loco ha annunciato l'apertura del suo primo ristorante nel New Jersey. Infine altri 15 ristoranti sono pianificati nel nord e centro del new Jersey ed a Long Island, New York.
Il piatto principale è il pollo asado, il pollo marinato e poi grigliato. Sono poi presenti altre specialità messicane come burrito ed insalate.

Ciabatta

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La ciabatta è un classico tipo di pane italiano con un alto contenuto di liquidi almeno il 70% sul peso totale della farina, generalmente senza lipidi, riconoscibile dalla grande alveolatura della mollica, dalla crosta generalmente bruna e dalla sua croccantezza.
Il procedimento di questo pane venne messo a punto ad Adria (in provincia di Rovigo) da Arnaldo Cavallari assieme al già noto panificatore Francesco Favaron. Nel 1982, Cavallari lo registrò come marchio commerciale con il nome di "Ciabatta Italia".
L'impasto è formato in gran parte da biga a cui verrà aggiunta poi nella fase di impastamento una ulteriore quantità di farina.

Preparazione

Dosi per l'impasto:
  • 14,5 kg di biga (10 kg di Farina W 320, 100 grammi di Lievito di Birra Fresco e 4,5 L di acqua impasto lasciato riposare 18—24 ore)
  • 2 kg di farina di rinfresco tipo 0 (w 260)
  • 3,9 L d'acqua (70% sul totale del peso della farina, ma si può arrivare anche all'80% dipende dalla farina utilizzata)
  • 80 g malto
  • 200 g sale
  • 40 g lievito di birra
Impastare bene aggiungendo l'acqua un po' alla volta, e una volta terminato lasciar riposare in mastella per 25 minuti, quindi schiacciare l'impasto per far fuoriuscire l'anidride carbonica e taglia l'impasto delle pezzature desiderate. Una volta terminato di tagliare tutto l'impasto, lasciar lievitare per 40—45 minuti per prodotti con pezzature fino a 200 grammi e circa 1 ora per prodotti fino a 1 kg.
Per pezzature da 70 a 200 g cuocere a 235—240° C per 25/35 minuti a seconda del peso, per prodotti da 1 kg cuocere a 210° C per 1 ora.



Cucina borghese

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La cucina borghese è nata in Francia tra il 1715 e il 1750 come espressione di una cultura gastronomica legata all'emergente nuova classe borghese.
A differenza di una cucina incentrata sulla carne e votata all'occultamento dei sapori naturali (mediante l'utilizzo di frollature, cotture plurime, e forti speziature), la cucina borghese predilige gli alimenti freschi, le salse, le glasse e gli accostamenti oculati.

«Una cucina più semplice e forse anche più dotta [che persegue] un'armonia, per così dire, di tutti i gusti fusi insieme»
(Pierre Brunoy e Guillaume Hyacinthe Bougeant, nella prefazione a Les dons de Comus ou les délices de la table, François Marin)

 

Storia

Tra il 1715 e il 1750 si registra, in Francia, il tramonto di una civiltà gastronomica che resisteva da oltre tre secoli e si assiste al sorgere di un'altra di segno contrario, come documenta Vincent La Chapelle nel suo Cuisinier moderne (1733): «la tavola di un gran signore, se apparecchiata oggi come vent'anni fa, lascerebbe i commensali insoddisfatti».
Nel 1746, con la pubblicazione della Cuisinière bourgeoise di Menon, all'aggettivo "moderno" si accoppia l'aggettivo "borghese". Questo termine era già stato utilizzato in precedenza, ma, mentre prima per cucina borghese si intendeva una cucina di paese o regionale, ora questa si carica di un significato polemico nei confronti della declinante cucina della nobiltà.

Ricezione

Dalla Francia il nuovo verbo culinario dilaga in breve tempo in tutta Europa. L'anonimo Cuoco piemontese perfezionato a Parigi è il primo manuale italiano di cucina moderna e costituisce uno spartiacque fra la trattatistica gastronomica di vecchia e nuova osservanza.
Se nel Cuoco piemontese la lezione d'Oltralpe è dichiarata nel frontespizio, debitori alla Francia sono tutti i ricettari italiani dell'ultimo Settecento e del primo Ottocento: dal Cuoco galante del napoletano Vincenzo Corrado (1773) all’Apicio moderno di Francesco Leonardi (1790); dalla Nuovissima cucina economica di Vincenzo Agnoletti (1814) al Nuovo cuoco milanese economico di Giovan Felice Luraschi (1829). In questi e negli altri ricettari sette-ottocenteschi si contano a decine i piatti denominati "alla borghese": l'espressione non designa una preparazione specifica, ma allude a un tipo di cucina insieme raffinato e sobrio.
Nel 1814, insieme con la Nuovissima cucina economica del romano Vincenzo Agnoletti, è data alle stampe La cucina borghese semplice ed economica di ignoto autore. Qui e altrove l'aggettivo economico – accoppiato di norma agli aggettivi nuovo e moderno, in aggiunta o sostituzione di borghese, di cui è a un dipresso sinonimo – rimanda a un'etica alimentare e culinaria che rifiuta «sprechi, splendori insoliti e stravaganze» (come annota Piero Camporesi a proposito del manuale di Pellegrino Artusi), in nome di una «cucina semplice ma saporita, non fine ma equilibrata, ragionevolmente sana, pratica ed oculata. Improntata a una «morale [...] chiusa in sé stessa, sorda e un poco impietosa», olimpicamente dimentica del dramma della !sottoalimentazione delle masse popolari e anzi dichiaratamente classista («s'intende bene», precisa Pellegrino Artusi, «che io in questo scritto parlo alle classi agiate»), La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene, del 1891 – l'anno dell'enciclica Rerum Novarum e della nascita del Partito Socialista Italiano – costituisce il punto d'approdo della cucina borghese italiana, di cui, di fatto, diverrà presto e resterà a lungo la bibbia.

Caldaro dell'Argentario

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Il caldaro è la zuppa di pesce che i pescatori dell'Argentario preparavano e mangiavano in navigazione durante la cala delle reti a strascico. Prende il nome dalla grossa pentola, nella quale si cucinava al momento, spesso direttamente sugli scogli, il pescato fresco di giornata. Oggi è uno dei piatti tradizionali di Monte Argentario.

Biroldo

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Il biroldo è un insaccato di carne di maiale realizzato con le parti considerate meno nobili: testa, polmoni, cuore, lingua e talvolta frattaglie, il tutto amalgamato con sangue di maiale. Tipico della Garfagnana, ma prodotto anche a Montignoso in provincia di Massa Carrara.
La Regione Toscana ha ottenuto l'inclusione del biroldo tra i Prodotti agroalimentari tradizionali italiani per le seguenti tipologie:
  • biroldo della Garfagnana;
  • biroldo delle Apuane;
  • biroldo di Lucca (Versilia, mallegato buristo).

Quando si ordina della pasta in ristorante, viene sempre cotta al momento?

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Sì in genere sì.
Viene cotta nei cuocipasta dai cestelli tondi (o quadrati) mono/piu' porzione in base alla comanda della sala.
Quando la pasta e i cestelli vengono messi nell'acqua di cottura l'immissione di corpo estraneo abbasserebbe la temperatura di cottura dell'acqua.
Per ovviare a questo i moderni cuocipasta hanno il sistema rapido di rabbocco continuo di acqua calda favorendo il recupero rapidissimo della temperatura e produttività (Rapid System).
La cottura però non viene ultimata nel cuocipasta.
La pasta viene "spadellata" dallo chef prima di essere servita utilizzando l'acqua di cottura ricca di amido per evitare che si secchi.
Nei grossi centri di cottura la pasta può essere pre cotta a metà mattina in grandi cuocipasta e subito raffreddata per bloccarne la cottura.
Subirà un secondo ciclo di cottura in prossimità dei turni di distribuzione.
In questo caso non è pasta comune ma pasta di grano duro fornita dalle industrie alimentari (Non quella a grano duro ad uso non professionale).


Nelle cucine professionali anche di piccolissime utenze non si può cuocere la pasta nelle pentole come in casa: maneggiare acqua bollente è pericoloso ed è contro la legge sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.
Il vantaggio dei cuocipasta moderni è che si possono combinare diversi tipi di cottura nello stesso momento, di diversi tipi di pasta.
Per concludere: Anche a casa in fondo si fa così: si prende un po' di acqua calda di cottura e si scola la pasta al dente e poi si finisce la cottura in padella inumidita con tale liquido raccolto prima.






 
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