Frito pie

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La frito pie è un piatto prevalentemente diffuso negli Stati Uniti meridionali e appartenente alla cucina Tex-Mex. Si tratta di un piatto a base di chili con carne, formaggio e corn chips che possono essere insaporiti con salsa, frijoles refritos, panna acida, cipolla, riso e jalapeño.

Storia
L'origine esatta della frito pie è incerta e controversa. Si presume che fu ideata in Messico e che fosse popolare durante le fiestas prima di divenire nota anche negli USA. La prima ricetta conosciuta del piatto risale però al 1949 e contiene patatine di mais e chili con carne. Secondo le testimonianze, la frito pie fu ideata da Daisy Doolin, madre del fondatore della Fritos Charles Elmer Doolin e la prima persona ad usare patatine Fritos come ingrediente, o da Mary Livingston, la segretaria esecutiva dell'impresa. La compagnia Frito-Lay attribuisce invece la ricetta a Nell Morris che, durante gli anni cinquanta, lavorò per l'azienda contribuendo a scrivere un libro di cucina ufficiale che includeva la frito pie. Doolin e la sua Frito Corporation furono fra i primi investitori a Disneyland, che aprì il ristorante Casa de Fritos a Disneyland nel 1955. Durante gli anni cinquanta, tale punto di ristoro serviva una "Frito Chili Pie".
Secondo un'altra versione rivendicata dagli abitanti del Nuovo Messico, il pasticcio di Fritos fu inventato negli anni sessanta da Teresa Hernández, che lavorava presso il bancone della F. W. Woolworth di Santa Fe. La sua frito pie conteneva il chili con carne fatto in casa, formaggio Cheddar e cipolle e veniva servita in una busta.
Oggi, la frito pie è una specialità diffusa negli Stati Uniti del sud, specialmente in Texas, dove è divenuta un tradizionale cibo da strada.

Floridita

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«My mojito in La Bodeguita, my daiquiri in El Floridita»
(Ernest Hemingway)



El Floridita o, più semplicemente, Floridita è uno storico ristorante di pesce e cocktail bar dell'Avana vecchia, situato all'incrocio tra Calle Obispo e Calle Monserrate, nei pressi del Museo nazionale delle belle arti. Il locale è celebre soprattutto per essere stato uno dei preferiti di Ernest Hemingway.

Storia

Nello spazio occupato dal Floridita venne aperto un locale, chiamato "La Piña de Plata", già nel 1817. Quasi un secolo dopo il nome venne cambiato in "Florida", con il proposito di attrarre più clienti statunitensi, anche se rimase conosciuto come "Floridita" (con l'aggiunta del suffisso "-ita" che in spagnolo ha valore di diminutivo).
Nel 1914 Costantino Ribalaigua, immigrato di origine catalana, cominciò a lavorare al Florida e nel 1918 ne divenne proprietario. A lui viene accreditata l'invenzione del cocktail daiquiri negli anni trenta e a ciò si deve il soprannome dato al locale "la culla del daiquiri (la cuna del daiquiri in spagnolo).
Ernest Hemingway, che tra il 1932 e il 1939 alloggiò all'Avana nell'Hotel Ambos Mundos, poco distante dal Floridita, ne divenne assiduo frequentatore. Il suo legame con il locale è celebrato all'interno di questo con fotografie, cimeli, un suo busto e, dal 2003, una sua statua in bronzo a grandezza naturale, realizzata dall'artista cubano José Villa Soberón. I celebri frequentatori del Floridita furono comunque moltissimi, come Spencer Tracy, Gary Cooper e Jean-Paul Sartre.

Caratteristiche

L'arredamento è in stile Regency e in generale all'interno sono preservate le atmosfere degli anni quaranta e cinquanta, con i baristi che indossano caratteristiche divise bianche con giacca e papillon rosso.

Carnikavas nēģi

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La Carnikavas nēģi è una denominazione che designa le lamprede pescate e cucinate nella zona dell'estuario del Gauja, situato sul territorio del comune di Carnikava, in Lettonia.
La pesca è autorizzata (dal 1º agosto al 1º febbraio) e solo lungo il fiume Gauja del comune dove l'attività della cattura e della lavorazione delle lamprede è di antiche tradizioni.
La denominazione riguarda sia le lamprede fresche, sia le lamprede preparate in aspic, e dal 20 febbraio 2015, la Carnikavas nēģi è il primo alimento lettono iscritto nel registro europeo delle indicazioni geografiche protette (IGP).
A Carnikava esiste anche un sagra della lampreda che si svolge ogni anno alla fine di agosto.
A notare che nello stemma cittadino è raffigurata una lampreda.

Pizza-ghetti

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La pizza-ghetti è un piatto canadese diffuso soprattutto nella provincia del Québec.
Spesso servita nei fast food e nei ristoranti per famiglie, la pizza-ghetti consiste in una pizza tagliata in due parti e accompagnata da una piccola porzione di spaghetti al pomodoro. Una variante della pizza-ghetti consiste in una pizza che presenta degli spaghetti nella farcia. Sebbene sia la pizza che gli spaghetti siano considerati alla base della cucina italiana, questa combinazione è del tutto sconosciuta nel Bel paese.

Pizzaiola

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Viene definita alla pizzaiola una preparazione a base di fettine di carne e sugo di pomodoro.

Storia
La storia della pizzaiola è alquanto incerta, anche se l'origine è quasi certamente napoletana. La ricetta ha conosciuto una larga diffusione ed è stata oggetto di numerosissime reinterpretazioni. Il successo di questa particolare preparazione va individuato, oltre che nella semplicità di esecuzione, anche nel fatto che una volta terminata, si presta per essere usata come condimento per la pasta.

Ricetta
Ingredienti
4 fettine di carne
500 gr pomodori o pomodorini
2 spicchi d'aglio
origano secco abbondante
olio extravergine d'oliva abbondante
sale
200 gr di spaghetti o vermicelli

Preparazione
Scaldare l'olio in una padella e soffriggere leggermente l'aglio, tagliato grossolanamente. Aggiungere i pomodori tagliati a spicchi e il sale. Far cuocere il tutto per una ventina di minuti, a fuoco moderato e coperto. Mettere quindi l'origano e le fettine di carne (colarda, spalla o scamone), e portare a termine la cottura. Il sugo così ottenuto, una volta tolte le fettine da utilizzarsi come seconda portata, si presta per condire spaghetti o vermicelli.

Ragù

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Con il termine ragù si definisce un condimento a base di pomodoro e carne macinata o tagliata a pezzi cotta per molte ore a fuoco basso.

Etimologia
Tordelli, o tortelli, annegati in abbondantissimo ragù di carne
L'etimologia della parola ha le sue basi nel francese ragoût, sostantivo derivato da ragoûter, cioè "risvegliare l'appetito", e originariamente indicava dei piatti di carne stufata con abbondante condimento che era usato per accompagnare altre pietanze: in Italia, divenne l'accompagnamento tradizionale per la pasta nei giorni di festa.
Durante il periodo fascista, il regime tentò di "italianizzare" il termine, visto come non puramente italiano e quindi non consono al vocabolario fascista, trasformandolo in ragutto.

Preparazione
Conservazione casalinga in barattolo
Il ragù è composto da ingredienti che variano a seconda delle regioni, sono comunque solitamente presenti il pomodoro, la carne (di bovino ma talvolta mischiata con carne suina) e gli odori (sedano, carote, cipolla). In tempi recenti sono utilizzati anche ragù di pesce (di spigola, di cernia) o di tofu (nel menù vegetariano). Caratteristica comune dei vari ragù è la lenta cottura a fuoco medio-basso e la consistenza densa. I tipici ragù della cucina italiana sono il ragù bolognese e il ragù napoletano.
Alla tipica preparazione casalinga è affiancata oggi una produzione industriale in barattoli pronti all'uso.

Utilizzo
Nella maggior parte dei casi i ragù sono usati per condire pasta o sformati, ma nell'Italia settentrionale vengono anche utilizzati per accompagnare la polenta.

Salade niçoise

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La salade niçoise (in italiano "insalata nizzarda") è un tipico piatto a base di verdura fresca originario del sud della Francia ed in particolare di Nizza e della Costa Azzurra.
Il piatto è tipicamente estivo e costituito da pomodori, acciughe o tonno, uova sode e varie verdure fresche di stagione; in origine era composta invece soltanto da tre ingredienti: pomodori, acciughe e olio d'oliva.
Nella preparazione tradizionale moderna si utilizzano pomodori maturi e ben sodi, uova sode tagliate in quattro o a rondelle, filetti interi di acciughe sotto sale o sottolio (o, in alternativa, tonno), peperoni verdi a corno di bue, carciofi teneri o carciofini e/o fave fresche, olive nizzarde, cipolla rossa o cipollotti e/o ravanelli, basilico, eventualmente mesclun (insalatina mista), sedano e cetrioli, e si condisce con abbondante olio di oliva, sale e pepe in una insalatiera sfregata internamente con l'aglio; normalmente non si usa aceto.
Dagli anni '80 è usuale talvolta aggiungervi anche chicchi lessati di mais dolce o altri ingredienti come patate lesse, non previsti però nella ricetta originale, che utilizza esclusivamente verdure crude di stagione e del territorio.
Il piatto, con qualche variante, è tipico anche della zona costiera ligure, dove è chiamato condiglione (in genovese "condiggion" - pronunciato. "cundiggiùn", in ligure ponentino "cundijùn"), anche se con la possibile aggiunta di patate e fagiolini verdi lessi e priva di carciofi.

 
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